torna all'home page


Addio

di warrior heart

So che ci sei, lo so. Ti vedo in ogni istante della tua vita. So anche che forse questa missiva non giungerà mai a te, ma io ci devo provare lo stesso. Loro me lo impedi-ranno con ogni mezzo ma io riuscirò nel mio intento, a costo di venir punita. Già l'idea di questa lettera è e-strema, quasi impossibile, eppure voglio e devo fartela avere: ti guardo spesso, oserei dire sempre, da dove so-no; vedo la tristezza nei tuoi occhi, solo gli dei sanno quanto vorrei venirti vicina, sfiorarti il volto ed a-sciugare le tue lacrime, ma non posso. Qualcuno ha deciso che dovesse andare così. Dicono che qui la vita sia pia-cevole; stento a crederci. Avevano assicurato che non po-tevano essere versate lacrime in questo luogo, eppure perché non riesco a fermare il mio pianto? Dovrei essere forte, lo sono sempre stata, ma di fronte al gelo che a-leggia qui mi sgretolo come la terra arida calpestata. Ogni giorno la stessa storia; circondata da fantocci sen-za sogni né volere che fanno sempre le medesime cose, in maniera monotona e ripetitiva. In fondo pensandoci bene sono anche io come loro: resto tutto il giorno sulla mia rupe solitaria a guardare in basso, creando con gli occhi la pioggia lieve e fresca che ti sveglia al mattino.
A prima vista qui potrebbe sembrare tutto perfetto, ma non lo è. Per questo messaggio rischio l'inferno, e lo trovo meglio della vita insipida, falsa e noiosa che con-duco ora. Laggiù almeno potrò tenermi occupata, anche se forse non mi permetteranno più di vederti.
Non temere, angelo mio. Prima o poi ci rivedremo, nel luogo della pace infinita, magari in un'altra vita; com'è giusto che sia. Non temere e vai avanti. Lascio a te la mia eredità, so che non mi deluderai. Non potresti mai. Vivi, con forza, senza rimpianti, lottando fino all'ultimo respiro, per portare a termine ciò che avevo iniziato. Questo io ti chiedo, in nome di noi due, di tutti gli anni trascorsi assieme. Bada, non è un addio, ma un arrivederci, in altre forme, con altri nomi, e for-se allora ti dirò le parole che ho dovuto tacere in questa vita.

Una giovane indugiava, seduta in cima ad una rupe scosce-sa, le gambe oltre il dirupo. Aveva lunghi capelli biondi raccolti in una coda e abiti semplici, da guerriera. Teneva fra le mani, stretta al petto, una pergamena piegata con cura. Sapeva bene chi gliel'aveva mandata ma non ca-piva come e quando. Se l'era trovata fra le mani quella mattina stessa, assieme ad una piacevole sensazione, un dolce bacio sulla guancia. Era ormai tramonto e non l'aveva ancora aperta. Era rimasta tutto il giorno seduta sulla roccia, a pensare. Aveva quasi paura di quel che avrebbe potuto trovare scritto sul foglio. Decise infine di farsi forza. con mano tremante e gli occhi già arros-sati aprì la pergamena, e lesse.
Il suo volto era rigato dalle lacrime. Da un lato era contenta, dall'altro triste: felice di aver avuto notizie da colei cui più era affezionata al mondo; triste per il destino che attendeva la preziosa amica. Un cavallo le si avvicinò fiero, strofinò il muso contro il volto della giovane "Sì, hai ragione, Argo" si alzò e depose il fo-glio nella bisaccia della sella. Asciugò le lacrime e volse lo sguardo al cielo "Grazie, e arrivederci"





torna all'home page