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Arrivi, ritorni e partenze!

di Giù

Non so perché io stia scrivendo questa storia, so solo che scrivendo in mi sento libera. In questa Fan Fiction, ho voluto metterci anche qualcosa di un altro telefilm che seguo: Distretto Di Polizia. Spero che vi piaccia. Eventuali critiche o suggerimenti, potete inviarmeli a questo indirizzo: gi_gabrielle@yahoo.it

Era una mattina di pioggia, quando si conobbero. Lidia, era, ed è tuttora un commissario di polizia di un piccolo distretto provinciale. Il giorno prima, Marco un ispettore se n’era andato e subito avvisarono il commissariato che ne sarebbe arrivato uno nuovo. Stava leggendo il verbale di una rapina, quando bussarono alla sua porta.

-Avanti-

Una giovane ragazza, entrò!

-Buongiorno-

Lidia non rispose, perché rimase folgorata dalla sua bellezza. La giovane donna era alta circa un metro e settanta, aveva dei bellissimi occhi verdi e dei capelli biondi corti. Ebbe una strana sensazione: le sembrava di conoscerla, stessa sensazione, che ebbe la ragazza. Entrambe scacciarono quei loro inopportuni pensieri, e Lidia le rispose.

-Prego si accomodi, di cosa ha bisogno?-

-Di niente. Sono Sabina Corsi, il nuovo ispettore-

Non riusciva a credere alle parole che aveva appena sentito, quella ragazzina, era un ispettore di polizia?

-Mi prendi in giro?-

-No! Sono davvero il nuovo ispettore. Ecco, guardi-

Le diede una cartella, in cui c’era scritto che aveva 26 anni, laureata in giurisprudenza, dopo la laurea aveva fatto pratica in uno studio, ma dopo un mese si era iscritta al concorso per entrare in polizia e lo aveva superato con ottimi risultati. Aveva lavorato per un anno e mezzo a Roma, dopo di che ha fatto il concorso per diventare ispettore ed ora era una della sua squadra.

-Scusami! Dimostri meno degli anni che hai. -

-Si, infatti, sono molti quelli che mi scambiano per una ragazzina. –

-Posso farti una domanda. –

-Si, certo. –

-Perché, se hai fatto pratica in uno studio d’avvocato, sei una poliziotta?-

-Fare la poliziotta era il mio sogno fin da bambina, ma i miei genitori non erano d’accordo e, così all’università mi hanno iscritta a giurisprudenza, ho fatto di tutto per farli cambiare idea, ma non è servito a nulla, così finiti gli studi mi hanno anche trovato uno studio dove fare pratica, dopo un po’ non c’e’ l’ ho fatta più, e senza che nessuno sapesse niente mi sono iscritta al concorso. Dopo averlo superato ho detto tutto ai miei, che come immaginavo non l’ hanno preso bene, e così tra noi è calata una tensione, ed è un po’ anche per questo motivo che mi sono fatta trasferire qui. -

Aveva ascoltato con molto interesse la sua breve storia che si stupì, cosa, insolita per Lidia.

-Scusami non volevo intromettermi nei tuoi problemi familiari. -

-Non si preoccupi è tutto a posto. –

-Scusami, non mi sono neanche presentata. -

Le porse la mano e gliela strinse, in quel momento, mille brividi attraversarono i loro corpi.

-Io sono il commissario Lidia Foscolo e ti prego diamoci del tu, sono solo di un anno più vecchia di te. In fondo, tutti qui mi danno del tu! -

-Ma...-

-Niente ma, qui ci diamo tutti del tu. Siamo come una gran famiglia e da oggi ne farai parte anche tu. Non credo che avrai problemi col socializzare, perché non sembri timida. –

-Hai ragione, non sono per niente timida, anzi si può dire che sono rompiscatole: quando incomincio a parlare non la finisco più. -

-Non mi sembri una rompiscatole. –

-Vedrai che ti sbagli. -

-Modestamente sono una che non si è mai sbagliata sul conto di una persona. Andiamo ti mostro il commissariato ed il tuo nuovo ufficio, che divederai con Luca Benvenuto e Valeria Ruggiero. -

Dopo aver fatto da guida turistica a Sabina e averla presentata agli altri, ritornò nel suo ufficio, aprii il cassetto, tirò fuori il verbale, che stava leggendo, prima dell’arrivo di Sabina, e un codino per i suoi lunghi capelli corvini. Cercò di concentrarsi sul verbale, ma i suoi pensieri erano rivolti a Sabina: Perché mi sembrava di conoscerla? Perché avevo avuto tutti quei brividi, quando mi ha stretto la mano?

Sabina, intanto, stava facendo conoscenza con Luca e Valeria. Andò subito d’accordo con loro due, e scoprì che oltre ad essere colleghi, erano anche fidanzati! Stavano insieme da tre anni, da quando lei era arrivata in quel distretto. Era stato amore a prima vista. Luca, prima di Valeria, non era un uomo molto fedele, ma l’amore per Valeria, l’aveva cambiato. Di questo se ne accorse, per prima Lidia, che lo conosceva bene: loro si conoscevano da quando lei aveva nove anni e lui dieci, era stato bocciato, in quarta elementare, (lo studio non era di certo uno dei suoi passatempi preferiti!!) e per questo motivo era capitato nella classe di Lidia. Andarono subito d’accordo, perché avevano un carattere simile. Per un po’ erano stati anche insieme, ma poi si lasciarono, perché erano troppo amici, e non potevano rovinare la loro amicizia. Fecero tutte le scuole insieme, fu Lidia, ad incoraggiarlo per il concorso per diventare poliziotto, a lui piaceva non fare niente, aveva preso la laurea con il minimo dei voti.

Passarono, due giorni, Lidia, non era stata in commissariato, perché era a letto con la febbre, cercando di riposarsi un po’, ma non ci riuscì, perché nell’appartamento accanto al suo, stavano traslocando, c’era un nuovo inquilino!! Il terzo giorno, stava un po’ meglio, e ritornò al lavoro, non ce la faceva proprio più a stare in casa!

Lidia, trascorse tutta la mattinata nel suo ufficio, fin quando non arrivò una chiamata, qualcuno aveva derubato, durante la notte una villa. Fu avvertita dall’agente Lombardi, e stava per mandarci Mauro e Roberto, quando le venne la brillante idea di andare personalmente, accompagnata da Sabina, così poteva metterla alla prova, ma non era solo questo il motivo del perché voleva portarla con se, aveva voglia di stare con lei, perché in quel po’ di tempo che era stata con lei quella mattina, si sentiva bene con se stessa, cosa che non le capitava da molto, ma molto tempo!

Prese il giubbotto e uscì. Entrò nel suo ufficio e la trovò a parlare con Luca e Valeria.

-Scusate se v’interrompo, ma c’è stato segnalato un furto in una villa e pensavo di portare Sabina con me e voi due ci venite dietro!-

-Per me va bene! - rispose Sabina, con uno splendido sorriso stampato sulle labbra.

-Anche per noi! – confermarono contemporaneamente Luca e Valeria.

-Bene, allora andiamo! –

Sabina e Lidia salirono nella macchina di quest’ultima, e Luca le andò dietro, insieme a Valeria con la sua.

Nei primi cinque minuti di viaggio nessuna delle due proferì parola, finche Lidia, non si decise di rompere, quel silenzio mortale, che metteva in imbarazzo entrambe:

-Allora come ti sembrano Luca e Valeria?-

-Sono delle persone splendide, siamo subito andati d’accordo, mi ha sorpreso che stanno insieme da tre anni!!-

-Hai ragione, è strano, ma è vero, e sono contenta per lui! –

Dopo un paio d'attimi, Sabina si decise a farle la stessa domanda, che Lidia gli aveva fatto:

-Posso farti io una domanda? -

-Non c’è il bisogno di chiedermi il permesso! –

-Perché sei entrata in polizia? La stessa che u feci a me..- disse con un po’ di imbarazzo

-Gran bella domanda!-

-Se non ti va non preoccuparti…–

-No, anzi! Mio padre era un poliziotto. Io fin da ragazzina sognavo di fare l’attrice, un po’ il sogno di tutte le ragazzine d’oggi, ma quando mio padre fu ucciso durante una sparatoria, insieme al suo migliore amico, non so cosa mi prese, giurai a me stessa che avrei preso il posto di mio padre, quando sarei stata grande. Ed eccomi qua, tutti i giorni siedo sulla poltrona che una volta era di mio padre, sai anche lui era il capo. Ho convinto anche Luca ad entrare in polizia! –

-Mi dispiace, per tuo padre. -

-No, non preoccuparti! E acqua passata! Ecco siamo arrivate. –

Dopo aver fatto un giro della casa fece chiamare la scientifica. Dopo circa un’ora se n'andarono, ma fecero rimanere Luca e Valeria per fare alcune domande ai vicini. Mentre erano in macchina squillò il cellulare di Sabina. Esitò un po’ prima di rispondere, ma alla fine lo fece.

-Cosa vuoi, mi sembra che sono stata chiara sul fatto che non dovevi più chiamarmi!- si fermò per far parlare colui a colei che era all’altra parte del telefono.

-Devi fartene una ragione tra noi non può esserci più nulla!–

Dopo detto questo riattaccò e Lidia, aveva capito che era il suo ex..

-Era il mio ex, non vuole farsi una ragione del perché l’ ho mollato. –

-Sei stata tu a mollarlo. –

-Perché non credi che ne sia capace. –

-Non intendevo questo, però...che caratterino che hai. –

Quelle parole di Lidia la fecero sorridere.

-Perché lo hai lasciato?–

-Era un prepotente e a me questo genere di persone non piacciono. –

-Allora qual è il tuo uomo ideale?–

-Un po’ difficile da spiegare, allora, io non ho proprio un uomo ideale, mi piacciono quelli che mi fanno sentire protetta. Una volta ho avuto un ragazzo che mi faceva sentire questa sensazione, quando ero con lui, ma dopo circa tre mesi che stavamo insieme, mi ha fatto una rivelazione che mi fece stare molto male! –

-Ti aveva tradito?–

-No! Non lo avrebbe mai fatto! Era un ragazzo d’oro, e al giorno d’oggi, se ne trovano pochi come lui, era davvero speciale, ma...–

-Allora quale era questa confessione che ti ha fatto male? –

-Mi disse di aver capito che era attratto dagli uomini. –

Questo fece ridere Lidia, e anche lei si mise a ridere.

-Quello che mi fece stare più male, non era il fatto che mi aveva detto che era gay, ma il fatto che io non me n'accorsi e che mi ero innamorata. Credo che quella fu l’unica volta che mi sono innamorata veramente, non è che non ho avuto altre storie, anzi dopo lui sono stata con un ragazzo per circa tre anni, ma non mi sentivo come mi sentivo con Fede, quello gay. E tu, sei mai stata innamorata? –

-Si, una sola volta, stiamo stati insieme tre anni, ma poi lui è scomparso!!–

-Come scomparso?–

-Non mi va di parlarne, ti dispiace?–

-No, ognuno, ha delle cose, di cui non ha voglia di ricordare!! E adesso, sei fidanzata?–

-No, non sto con nessuno. –

Lidia, all’università, aveva conosciuto un ragazzo splendido, stettero insieme tre anni. Furono per lei, gli anni più belli della sua vita, ma lui, era un ragazzo misterioso, non parlava mai della sua famiglia! Lidia, non conosceva nessun suo parente, ma comunque non le importava, poi dopo che Lidia entrò in polizia, lui sparì, le rimase una lettera nel suo appartamento, che allora condividevano! Una lettera bellissima, in cui le diceva quanto l’amava, ma che proprio per questo motivo non potevano più stare insieme! Lidia stette male per un bel po’, ma poi decise di dimenticarlo, in parte ci riuscì, perché si buttò a capofitto nel lavoro, ma lei lo amava, e voleva saper il perché di quella decisione, lo cercò ma sembrava che nessuno lo conoscesse, non sapeva che pensare, così decise di dimenticarlo definitivamente e così fu, ma ogni tanto, gli ritornava alla mente: forse lo amava ancora!

Arrivarono al commissariato e Lidia trovò sua sorella ad attenderla, andarono nel suo ufficio e le chiese di prestargli la casa, non le disse di no, perché in fondo era lei che si occupava della madre da quando lei era entrata in polizia, in ogni caso le raccomandò che per le dieci del mattino non voleva trovarci nessuno, visto che sapeva che le serviva per stare con il suo ragazzo.

Fatto ciò decise di andare a mangiare qualcosa al bar di fronte al distretto, dove ci trovò anche Mauro. Incominciarono a parlare e le confessò che da due settimane stava con una giornalista, ma le disse di non farne parola con nessuno, perché prima di farla conoscere agli altri voleva assicurarsi che era davvero la donna giusta, visto che già una volta stava per sposarsi, ma poco prima delle nozze l’aveva lasciata, perché aveva capito che non era la donna della sua vita. Dopo circa mezz’ora di chiacchiere e di panini, disse a Mauro che andava a fare un servizio e che se c’erano urgenze doveva chiamarla sul cellulare.

Lidia, salì in macchina e andò a casa a farsi una doccia prima che sua sorella la occupasse. Erano circa le sette quando uscì dal suo appartamento, ma prima di recarsi al commissariato andò al parco a fare due passi, avevo bisogno di riflettere sugli ultimi avvenimenti.

Erano le otto e trenta quando entrò nel suo ufficio. Aveva alcune cose da fare, così passarono due ore, dopo di che andò a prendersi un caffè alla macchinetta, dove trovò anche Sabina, fu contenta, ma allo stesso tempo la turbava stare insieme a lei, ma decise, che avrebbe fatto di tutto per chiacchierare almeno un po’ con lei. Sabina quando la vide avvicinarsi a lei, fu tentata di andarsene, ma non lo fece.

-Ciao, stasera sei di turno?–

-Odio fare il turno di notte, ma così la mattina ho tutto il tempo per sistemare la nuova casa. –

-Se ti posso essere d’aiuto, non c’è che da chiedere. –

-Per il momento avrei bisogno della mia auto. –

-Perché dov’è?–

-Devo andarla a prenderla a Roma, sai, mi ha accompagnata mio fratello con la sua, visto che la mia era dal meccanico. –

-Comunque se vuoi ti presto un po’ la mia per fare quello che devi fare. –

-No, grazie, domani mattina, mio fratello dovrebbe portarmela, sperando che non me la sfasci di nuovo. Scusami devo proprio andare, devo ancora sistemare l’armadietto. –

In realtà, era vero, ma con la scusa dell’armadietto, se ne voleva andare, stare con Lidia, le provocava, strane emozioni, che le facevano paura…

-Ti dispiace se vengo con te, tanto ho finito, e a casa non ci posso andare, visto che c’è mia sorella con il suo ragazzo! –

-Certo!-

In fondo le faceva piacere, stare con lei, anche se si sentiva strana. Si avviarono nello spogliatoio dove non trovarono nessuno.

-Allora, vivi con tua sorella?–

-No vivo da sola, ma ogni tanto mi chiede di poterci fare una cenetta con il suo ragazzo, siccome vive con nostra madre. E tu?–

- Anch’io vivo da sola. –

Mentre diceva ciò, attaccò una foto all’interno dell’armadietto.

-Chi sono? –

-I miei amici, l’abbiamo scattata subito dopo il mio giuramento. Non li vedo da poco, ma già mi mancano. –

-Stai bene in divisa!–

-Sei la prima che me lo dice, ma non abituarti a vedermi in divisa, perché credo che non l’indosserò molto spesso, anzi non la voglio proprio indossare. –

-Come mai, non ti piace?–

-No, non è che non mi piace, ma preferisco vestirmi normalmente. –

-Ti capisco, nemmeno io la indosso molto, anzi è meglio dire che non la indosso quasi mai, l’ultima volta che l’ ho indossata, è stato sfortunatamente, al funerale di un collega, di un altro commissariato! E spero di non indossarla più, per un’occasione del genere!!–





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