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"Censure & Polemiche - Quando i telefilm fanno scandalo e finiscono sotto attacco"
da "Telefilm Magazine" di febbraio

Di seguito vi riportiamo un articolo scritto da Leo Damerini e Fabrizio
Margaria (i fondatori dell'Accademia dei Telefilm e organizzatori
del Telefilm Festival) .
Questo servizio (che continuava anche sul numero di marzo) tocca diversi
temi come le accuse di violenza gratuita o di razzismo, le censure di scene
considerate troppo sexy, i doppiaggi italiani non sempre fedeli, i tagli,
le puntate saltate dalla programmazione, e molto altro. Una parte di questo testo tratta l'omossessualità facendo una menzione anche al telefilm Xena: principessa guerriera.

L’omosessualità è sempre stata vista come un taboo in televisione, ma l’esempio più eclatante lo vanta Ellen, interpretata dalla gay dichiarata Ellen DeGeneres. Il suo personaggio scopriva di essere omosessuale nel corso di un party al quale partecipavano volti noti come quello di Demi Moore e Oprah Winfrey (quest’ultima nei panni della terapista alla quale Ellen confidava la sua passione per una donna interpretata da Laura Dern). L’episodio al quale hanno assistito 42 milioni di americani – trasmesso da ABC il 30 aprile 1997 – ha raddoppiato la consueta platea della serie e ha coinciso con la contemporanea dichiarazione pubblica di omosessualità della DeGeneres, innamorata della collega Anne Heche, con tanto di apparizione della coppia proprio al talk show di Oprah Winfrey. La puntata ha naturalmente suscitato clamore in America, provocando il ritiro degli spot da parte della Chrysler e l’etichetta di “DeGenerate” e “gay-centric” affibbiata dai più acerrimi accusatori anche verso la società di produzione, la Touchstone Television (sussidiaria della Disney). Tanto per dire, lo stato dell’Alabama si è rifiutato di trasmettere l’episodio (le comunità gay locali si sono però organizzate collegandosi via satellite).
Brothers (1984), la prima serie ad avere come protagonista un personaggio omosessuale, è stata rifiutata per i suoi contenuti sia da ABC sia da NBC. Paul Regina interpretava Clifford, il minore dei fratelli al centro della storia, il quale quando prendeva avvio la serie dichiarava di essere gay. Nel corso di 115 episodi dove non mancavano baci tra uomini e liti gay, si sono toccati temi come l’AIDS e la gelosia omosessuale.
Annunciata in terza serata dalla neonata La7 nel settembre del 2001, la serie gay inglese Queer as Folk, seppure confortata dal plauso del presidente onorario dell’Arci Gay Franco Grillini e dalla non-bocciatura del Moige, non è mai partita su quel canale: l’ha poi proposta via satellite Gay Tv nel maggio del 2002 ed ora torna, questa volta doppiata, su Jimmy. Da segnalare che nell’estate di quell’anno, poco prima della messa in onda su La7, era intervenuto sul serial britannico anche il Ministro delle Comunicazioni Gasparri: <<Tratterà d’omosessualità e droga, proponendo anche immagini di consumo di stupefacenti che rischiano di annullare le campagne pubbliche di prevenzione e d’educazione contro l’uso di droga. La trasmissione non è il massimo, trasmette un modello culturale non positivo e sbagliato, dove non c’è spazio per il mondo reale e dove non esiste l’idea del lavoro. In quella trasmissione non lavora nessuno. Questa linea non mi piace, così si sposta il limite sempre più avanti>>.
Due serial en travesti come Buffy (1997) e Xena – Principessa guerriera (1995), hanno invece sorpreso i programmatori, che pensavano di avere in palinsesto una storia teen-horror nel primo caso ed una avventurosa-mitologica nel secondo. Con il passare degli episodi, le storie di entrambi i telefilm hanno rivelato a sorpresa la loro vera natura, virando verso geniali divagazioni oniriche ed inaspettate come l’omosessualità latente e poi pseudo-romantica di Xena (Lucy Lawless) per Olimpia (Renee O’Connor), nonché quella “magica” di Willow (Alyson Hannigan) per Tara (Amber Benson). Inutile dire che entrambe le eroine sono divenute idoli delle comunità gay internazionali (la Lawless è stata addirittura eletta “donna più sexy del 1996” dalle lesbiche americane), nonché vittime sacrificali del Codice di Regolamentazione della Tutela dei Minori, che non prevedeva baci saffici in determinati orari nei palinsesti italiani. L’episodio in cui Willow e Tara facevano coming out, intitolato Luna nuova è stato addirittura saltato nella programmazione pomeridiana, nella cosiddetta “fascia protetta”, mentre in America è andato regolarmente in onda in prima serata.
Tutte bazzecole in confronto alla cautela imposta alla sitcom del 1984 Kate e Allie, in cui due amiche del collegio – interpretate da Susan Saint James e Jane Curtin – decidevano di convivere in un appartamento di Greenwich Village con i rispettivi figli, dopo che i reciproci matrimoni erano andati a rotoli. Per evitare qualsiasi sospetto di lesbismo, la CBS impose che le due protagoniste venissero sempre filmate mentre andavano ciascuna nella propria camera da letto.
In Dawson’s Creek (1998) ha fatto parlare, ma questa volta in positivo, la presa di coscienza gay da parte di Jack (Kerr Smith), il quale ha dovuto far fronte ad un padre che non ammetteva un figlio “diverso”. <<Il tema è stato trattato con diretta semplicità e perspicacia – ha scritto Mirella Poggialini sull’Avvenire – il telefilm è risultato onesto nel descrivere la vicenda di una crisi che certamente non è limitata al villaggio americano: ha aiutato a capire, a riflettere, ad aiutare, e non è poco>>.
Sembrano lontani i tempi della sitcom Con affetto, tuo Sidney (1981), una sorta di sequel del film-tv Sidney Shorr: a girl’s best friend del 1980. Nella pellicola, il protagonista era omosessuale; nel telefilm i dirigenti NBC – nonostante il parere contrario degli autori – imposero l’eterosessualità ai produttori.

Ringraziamo Debora per aver trascritto questa parte dell'articolo e di avercela inoltrata.




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