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UNA NUOVA VITA

settimo episodio

di Enemek

PREMESSA
Vorrei innanzi tutto scusarmi per il tempo che ho fatto trascorrere tra una puntata e l’altra, ma gli avvenimenti imprevisti che avvolte ci capitano, ci lasciano un po’ tramortiti. Questo è il mio nuovo indirizzo per qualsiasi commento…. enemek@aliceposta.it

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Dopo qualche ora la nave attraccò nel porto, Xena consegnò i furfanti alla giustizia e affidò le donne e i bambini, per provvedere loro alle cure necessarie e riportarle nella loro terra d’origine.
Tutto sembrava risolto…!
Olimpia e Xena rimasero ferme immobili, in mezzo alla folla… Olimpia notò in lontananza un mercatino, così ne approfittò per scappare da quell’imbarazzante mutismo che si era creato tra di loro “io vado a comprare qualche cosa” Xena non obbiettò “Va bene, io vado a trovare un mezzo di trasporto, ci vediamo tra un ora alla fine del villaggio”.
Così si separarono…..
Olimpia aveva comprato del cibo e Xena tornò con un cavallo e varie sacche attaccate alla sella “Ma Xena…quante cose hai comprato!”- “le cose necessarie”, Olimpia stava per aprire una sacca ma Xena la fermò “Adesso non perdiamo tempo, muoviamoci se vogliamo arrivare a casa”
Olimpia la guardò stupita “Casa? Che espressioni usi? Non è da te”-“Olimpia la smetti di analizzare tutto quello che faccio e quello che dico?”-“Va bene, andiamo”
Così partirono…
Camminarono in silenzio, stranamente per Olimpia.
Dopo diversi km , Olimpia pensò ad una cosa “Xena, perché non ci fermiamo, in quel posto dove c’era quel piccolo fiume? ” Xena la guardò sul vago “ Quando ci siamo fermate all’andata con Evi?”-“Quale posto?”-“Dai Xena, quel piccolo paradiso, dove trovammo la capretta”-“Ah, adesso mi ricordo, va bene…se ci tieni tanto …non credo di siano problemi ” Olimpia guardò ancora una volta lo strano comportamento dell’amica, così accondiscendente.
Arrivarono in quel luogo “E’ veramente meraviglioso”, Xena la portò alla realtà “Se vuoi farti un bagno, non perdere altro tempo”-“E tu non ti bagni?”-“No preferisco perlustrare la zona” Olimpia incominciò ha spogliarsi prima che Xena potesse cambiare idea.
Mentre lei si riposava nelle acque candide del fiume, notò lo strano comportamento dell’amica.
La vide fare diversi viaggi, trasportando una alla volta le sacche e sparire di nuovo.
Ma non era il caso d’innervosirla, con le mille domande che avrebbe voluto farle, così continuò il suo riposo rinfrescandosi sotto la cascata.
Dopo un po’ uscì dall’acqua, si sdraiò e si lasciò asciugare da i raggi del sole.
Xena la raggiunse e le gettò addosso un telo corto “Se vuoi rilassarti… almeno copriti. Qualcuno potrebbe vederti e saltarti addosso, se rimani come mamma ti ha fatto” Olimpia sorrise divertita “Se lo dici, vuol dire che vorresti farlo tu” Xena la fulminò “Scherzo, Xena” così si coprì.
Poi stranamente notò Xena spogliarsi “Scusa, cosa fai?”-“Un bagno”-“Ma è tardi, il sole sta per tramontare, non dovevamo ripartire?”-“Ho cambiato idea”
Olimpia non ci capiva più niente “Allora vado ha cercare un po’ di legna, per accendere il fuoco”-“Non ci serve, ci ho pensato già io” e si tuffò.
Olimpia incominciava a stufarsi del suo comportamento, Xena aveva portato via tutta la sua roba, anche le sue pergamene, così si sedette aspettando che finisse di farsi il bagno.
Xena uscì dall’acqua, si coprì con un telo, notando con la coda dell’occhio l’agitazione dell’amica. Cercò di approfittare degli ultimi raggi solare per asciugarsi, rimanendo sempre in silenzio.
Appena i raggi del sole vennero coperti dalla vegetazione, Xena si alzò lasciandola da sola.
Olimpia era in preda al nervoso “Ma tu guarda questa!” per sfogarsi lanciava dei sassi nell’acqua “Pazienza, pazienza, pazienza”.
Xena tornò dopo un po’ con un pezzo di stoffa tra le mani, Olimpia la guardò infuriata “Si può sapere che cosa stai architettando?”-“Vieni qui, devo metterti una cosa…”-“Non ci penso ne anche…scordatelo”-“Stai tranquilla, non è niente di terrificante” –“certo, questo è quello che dici tu. E’ da stamattina che ti comporti stranamente, ed io dovrei essere tranquilla? Scusa ma non ci capisco più niente…!”-“Sono qui per questo…voglio che tu veda cosa ho preparato per te! Ma è una sorpresa”, Olimpia la guardò con un aria indagatrice, Xena aspettò un suo cedimento, ma nello stesso tempo era divertita
“Dai Olimpia fatti bendare?”-“Cosa? Adesso ho capito tutto…tu vuoi farmi uno scherzo, vero?”-“No, è una sorpresa, fidati”-“Certo come No. In tutto questo tempo avrai scavato una buca e messo chissà cosa, per buttarmi lì dentro”, l’agitazione di Olimpia aumentava sempre di più, notando soprattutto lo sguardo sorridente di Xena “e perché dovrei farlo?”-“perché hai visto che mi sono comprata altri saponi profumati e dato che per te sono denari sprecati, me la vuoi far pagare”-“certo che parli proprio tanto!”-“Perché secondo te dovrei accettare ogni tuo ordine, padrone!”-“Posso bendarti?”-“Ho detto di no”, Olimpia notò che il sorrisetto nel viso di Xena sparì “Va bene Olimpia, come vuoi”, Xena fece finta di voltarsi per andare via…quando all’improvviso si voltò verso di lei, le circondò la vita portandola sempre più vicino a sé baciandola con dolcezza.
Il corpo di Olimpia venne completamente tramortito, da quel vortice d’emozione inaspettato che la paralizzò.
Xena si allontanò lentamente “Credimi non giocherei mai con i tuoi sentimenti”, Olimpia non riusciva a muovere ne anche un dito. L’unica cosa che riuscì a fare, fu quello di pronunciare poche parole sotto voce “va bene…”
Xena aspettò qualche secondo, facendola riprendere “Posso bendarti adesso?”-“Va bene…”.
Xena la bendò e piano piano , tenendola per mano, la portò dove voleva lei.
Mentre si faceva condurre senza fiatare, Olimpia, ripensava al dolce sapore di quel bacio che l’aveva sconvolta e frastornata.
Ad un certo punto si fermarono e Xena la fece sedere su un masso di roccia “Aspetta qui, torno subito” Olimpia rimaneva in silenzio cercando di capire cosa stava facendo “Ho capito dove siamo” –“Davvero?”- “Si, sento il rumore della cascata e deduco che sei entrata in quella grotta che abbiamo scoperto con Evi”, Xena continuava nel suo da fare “E cosa te lo fa pensare?”- “Xena, la tua voce rimbomba leggermente”-“Ma brava, vedo che ormai sei diventata un ottima ascoltatrice”-“Xena, il fatto che mi piace parlare non significa che non mi piace ascoltare”-“Lo so benissimo”.
Passò qualche minuto, il sole stava tramontando “Xena, sto sentendo un po’ freddo”- “Vieni” le prese la mano e la condusse dentro la grotta.
Olimpia sentì subito un tenero calore circondare il suo corpo. Xena le tolse la benda, aprendo finalmente gli occhi.
Un’emozione le invase il cuore, davanti a lei un centinaio di candele sparse illuminavano la grotta.


Olimpia osservò accuratamente la sua disposizione;
le sacche messe in fondo in ordine , un piccolo focolaio nell’altro lato pronto per essere acceso e poco vicino un grande giaciglio fatto di tante coperte, una sopra l’altra.
Olimpia si avvicinò e si chinò accarezzando il morbido spessore “Ma quante pelli di montone hai comprato?”Xena imbarazzata non rispose.
Olimpia si rialzò continuando ad ammirare con stupore l’atmosfera che creavano tutte quelle candele “Hai comprato anche le candele profumate”-“Si, quelle che piacciono a te”, Olimpia respirò profondamente “E’ vero…che buon profumo” si girò su se stessa euforica della sorpresa “Xena, ma è tutto così meraviglioso. Tutto così pulito…ordinato…” la guardò negli occhi “perché?”
Xena cercò di trovare le parole “perché…sei una persona meravigliosa. Perché in questo periodo mi sono comportata male e volevo regalarti qualcosa di particolare da non dimenticare facilmente ”, Olimpia sorrise “E sei stata bravissima, non credo che sarà tanto facile dimenticare questo dono”.
Xena abbassò lo sguardo “ Mi piace vederti serena e felice, e non sai quanto vorrei che potessi vivere nell’agiatezza più confortevole”-“ Xena…lo sai che per me non è un problema….anzi vivere nell’abitudine più confortevole ci fa dimenticare quale gioia si può provare nel ricevere simili regali”, Xena sorrise alzando lo sguardo e incontrando i suoi occhi “non sai quanto adoro la tua semplicità e la tua umiltà nel dirmi queste cose”.
Le prese la mano avvicinandola a sé “Olimpia…vorrei che d’ora in poi tra di noi, ci sia la spontaneità di dire quello che sentiamo e di dircelo senza che l’imbarazzo o la paura d’essere fraintese ci possa spaventare. Perché oggi… come non mai, mi accorgo che tu sei…. tutto quello che ho…
ed io ti amo,
come in passato,
come adesso e
come sarà in futuro”,
Xena le circondò la vita portandola sempre più vicino a sè
“Olimpia, mi dispiace se avvolte la mia gelosia prende il sopravvento , specialmente quando tengo ha qualcuno d ‘importante , reagisco impulsivamente e faccio altro che creare tensione tra di noi. Vorrei poter migliorare ma non ci riesco. Non sai quanto vorrei non farti rattristare e non creare soprattutto problemi” – “ ma Xena tu non crei problemi , sono cose normali” –“no non dovrebbero capitare, specialmente quando involontariamente ti ferisco… vorrei donarti tutto l’oro del mondo per dimostrarti quanto tengo a te…” alcune lacrime scesero nel suo volto e Olimpia gliele asciugò delicatamente “Non mi serve altro oro, quello che ho trovato mi basta e lo terrò stretto con me sempre….e per sempre”.
Olimpia non resistette più, nel desiderare le sue labbra... “Basta parlare…Xena”
Olimpia fece scivolare via il telo che copriva il corpo di Xena.
La passione stava avvolgendo i loro corpi, Xena incominciò a spogliare la sua Olimpia…
Si adagiarono sopra quelle morbide pelli “Finalmente, sole…io e te” Olimpia la guardò con un tenero sorriso “e nessun altro”.
I loro corpi, le loro anime, le loro labbra, i loro desideri si unirono intensamente quella sera come non avevano mai vissuto.
Una sensazione di pace e benessere circondò quella grotta.
Dopo tanto tempo erano di nuovo felici, complete di appartenersi ancora una volta.

Passarono quattro giorni da quella notte e la serenità e la tranquillità riuscì a sommergerle completamente. Il profumo della pelle di Olimpia avvolgeva Xena ogni mattina al suo risveglio, era una sensazione unica. Anche per Olimpia sentirsi prigioniera dalle calde braccia di Xena, le donava tanta sicurezza e amore.
Non erano mai state così in sintonia, parlavano delle loro impressioni, delle loro emozioni di quel sentimento tanto represso.
Giocavano nel fiume come bambine, alternando i loro schizzi d’acqua con innumerevoli baci e in alcuni momenti cercavano di passare il tempo in solitudine; come Xena che desiderava pescare, ma veniva interrotta da Olimpia che finiva per saltarle alle spalle, spaventando così tutti i pesci.
Così che Xena si vendicava distraendola nel baciarle il collo e farle il solletico, quando cercava di scrivere qualcosa.
Ma se il giorno i giochi e gli scherzi non avevano mai fine, la notte la serietà era d’obbligo per appagare il loro desiderio, di sentirsi una sola cosa.

L’ultima sera che trascorsero nella caverna, Olimpia rimase ipnotizzata dall’immagine di Xena che le dormiva accanto “A cosa pensi?” le chiese la guerriera “Ma allora non stai dormendo!”-“Come faccio a dormire se continui a guardarmi così?” Olimpia arrossì “Così come?”-“Come se ti desse fastidio questa coperta che copre il mio corpo”-“Ma Xena mi stai dando della maniaca?”-“No assolutamente! E’ bello sentirsi desiderati” le disse esprimendo tutta la sua serietà. “Posso chiederti una cosa?”-“Certo”-“E’ da tanto che volevo fartela questa domanda” –“Dimmi pure Olimpia” “…perché quando ci siamo conosciute, cambiasti idea, nel portarmi con te…?”, Xena si sorprese della domanda che rinvangava il passato “Perché…mi resi conto…che mi potevi essere d’aiuto”, Olimpia si stupì “E come?”-“Bè…Argo doveva essere pettinato, più spesso del solito”, uno strano silenzio invase la grotta “Cosa????”, Olimpia offesa stava per alzarsi, ma Xena conoscendola la prese in tempo, imprigionandola con le sue braccia “Dai…scusa, scusa stavo scherzando” le supplicò con un sorriso compiaciuto “Perché devi sempre rovinare tutto”-“Dai… stavo scherzando, ti rispondo subito”, la liberò dalla sua presa e Olimpia le si sdraiò accanto, aspettando prevenuta “Cambiai idea, perché mi colpì la tua determinazione nel volere una cosa”, Olimpia si distese e la guardò teneramente “Mi resi conto che tu eri come me, decisa nel voler cambiare certe regole assurde. Sai Olimpia fin da piccola, mi affascinava la guerra e crescendo con fratelli maschi non avevo ne il tempo e ne la voglia di passarlo con le bambine, con le loro bambole e le loro treccette. Io aspiravo ha qualcos’altro…. alla libertà”-“Lo sai che quando parli in questo modo i tuoi occhi s’illuminano? Io venni colpita proprio da loro!”-“Ma dai smettila” Xena s’imbarazzò e Olimpia ne fu compiaciuta.
“Un'altra domanda…”-“Dimmi”-“Cosa ti dava più fastidio di me?...Attenta a come rispondi…” Xena sorrise divertita, da questo interrogatorio “tranquilla…sono seria. Vediamo, nel primo periodo…che ti ho conosciuto m’irritava la tua facilità nell’affezionarti alle persone, specialmente ai giovani che incontravamo” Olimpia era un po’ irritata ma la lasciò continuare “Voglio dire…che non facevi altro che innamorarti continuamente”-“E allora? Ero solo una bambina”-“Ah, adesso eri una bambina? Quando ti trattavo così ti arrabbiavi sempre”-“Ma Xena io ho vissuto in un villaggio per anni, vedendo sempre le stesse persone, è normale che conoscendo altre persone imparavo a notare i difetti e i pregi “-“No, tu notavi solo i pregi”-“Ma dai!”, Xena divenne seria “sapevo che prima o poi ti saresti allontanata da me, per amore”-“Parli di Perdinca?”-“Già…Quando decidesti di sposarlo, rimasi spiazzata. Prendesti quella decisione così su due piedi, dopo avermi confermato il contrario. Non potevo far altro che accettare ed essere felice per te”-“lo so, ero decisa che il mio posto era accanto a te. Ma poi ho creduto nel destino. Rivedere Perdinca cambiato e deciso nel rendermi felice, mi fece cambiare idea, e poi…”-“E poi cosa?”-“Ogni giorno che passavo con te, sentivo il mio affetto crescere sempre di più e… ne ebbi paura”-“Di cosa?”-“Di esternare i miei sentimenti per te e sentirmi presa in giro, per un sentimento che magari avevo frainteso. Così decisi di scappare… da te, accettando l’amore di un uomo che per giunta era stato scelto dalla mia famiglia”.
Rimasero qualche secondo in silenzio “Sai Olimpia, riuscirei ad allontanarmi da te, solo se sapessi che ti aiuterebbe a vivere felice, in quel caso lo accetterei. Ma perderti senza motivo…” una lacrima scese nel volto di Xena “La tua presenza mi aiuta ad essere quella che sono, stare senza di te sarebbe in vivibile ” Olimpia le asciugò il viso “Lo so, già me le hai dette queste cose..” Xena non capì “E quando?”-“Quella sera sulla nave, quando hai avuto quella crisi”-“Ma allora …”-“E’ già, non sei riuscita a sentire che stavo dietro di te”-“Sei diventata proprio brava”, cercarono di sdrammatizzare quel momento “Ascoltami Xena, io appartengo a te come tu appartieni a me. Dobbiamo vivere i nostri giorni serenamente cercando di allontanare le negatività” le diede un bacio e appoggiò la testa sulla sua spalla.
“Sai Xena, stavo pensando….che se dovessi rivivere…mi piacerebbe nascere in un tempo diverso”-“Perché non sei stata bene in questi giorni?”-“Si infatti è per questo…Mi piacerebbe vivere così, tranquillamente, senza avere la paura che ti assale ogni giorno, incontrando qualcuno che vuole appropriarsi della tua vita, solamente perché si sente minacciato o perché decide di essere il tuo carnefice”-“Olimpia, questa è la vita di sempre”-“Già una vita che non mi piace. Pensa ha come potrà essere il futuro”-“Non credo che la violenza potrà mai cessare”-“Cessare no, ma diminuire perché no! Vivere in un posto dove la giustizia crei sicurezza e dove il detto -Vivi e lascia vivere- sia primario e non -Morte tua, vita mia- sia il motto delle persone che si appropriano, del diritto di scegliere cosa fare per gli altri”-“Olimpia, dobbiamo accettare il nostro tempo anche se non ci piace”-“Lo so…però vorrei tanto poter invecchiare tranquillamente”, Xena sorrise “Ma dai, io non ci tengo a diventare vecchia”-“Ma che c’entra, io voglio invecchiare per avere più tempo… per trascorrerlo con te” il cuore di Xena fu toccato da quelle parole…e non solo lei.
“vuoi dire che mi vorrai anche in una vita futura?”-“Si certo. Ne vivrei cento di vite con te”-“Davvero! E sentiamo come farò ha riconoscerti e a ricordarmi di te”, Olimpia ci pensò un attimo “Vediamo…guardandomi negli occhi” Xena inarcò il sopracciglio “Non credi che sia un po’ troppo banale?” Olimpia ci pensò ancora, avvicinandosi a lei “Vediamo…toccando le mie labbra?” Xena assaporò un suo bacio “Troppo semplice” Olimpia capì dove voleva arrivare, così si mise sopra di lei, incominciando a baciarle il collo “ vediamo…facendoti provare quant’emozioni si possono sentire in un attimo?”-“Io.. veramente…non me le ricordo” Olimpia era divertita “davvero? Che strano…io i tuoi lamenti li ho sentiti”-“Bè…in effetti se mi ci fai pensare…anch’io ho sentito i tuoi”-“Mi sa che ti stai sbagliando con il vento”-“Non credo…sarebbe difficile dimenticarli, sono musica per le mie orecchie”, Olimpia si fermò e guardò Xena intensamente “Qualsiasi vita futura ci sarà donata, riuscirò a trovarti, perché tu appartieni a me, in ogni tempo…sempre”-“E per sempre”.
Queste parole le sigillarono con un lungo bacio d’amore e amandosi completamente.

Il giorno seguente riordinarono tutte le loro cose e decisero a malincuore di ripartire per far ritorno al villaggio di Anfipoli, dove Evi le stava aspettando.
Xena andò a cercare il cavallo che aveva comprato al villaggio e Olimpia riordinava le cose.
Dopo un po’, Xena tornò innervosita “Ma tu guarda quel somaro!”-“Che è successo?”-“Sapevo che quel cavallo era vecchio ma addirittura stupido…Si è allontanato non c’è più”-“e perché ti scaldi?”, Xena non le rispose con le parole, ma lo sguardo che le lanciò lo decifrò alla perfezione.
Così tutte e due infagottate si misero in viaggio.
Olimpia fece fare a Xena una strada diversa del solito, perché nel tragitto le disse che avrebbero incontrato un amico.
Xena non indagò più di tanto e si lasciò condurre.
Durante il loro cammino, Olimpia non faceva altro che chiederle del loro passato
“Xena ho bisogno di farti un'altra domanda, è una vita che voglio chiedertelo”-“Avanti sentiamo…”-“Perché quando ti trovasti nel corpo di Autolico mi baciasti?”-“Fu un desiderio istintivo. Se ci ripenso rischiai di compromettere la nostra amicizia, anche perché non sapevo come avresti reagito. Però alla fine mi hai stupito”-“sapessi il mio di stupore quando mi trovai tra le labbra di Autolico”-“Già e non solo lui…” Olimpia si accorse di aver toccato un tasto dolente. Le prese la mano e la portò su per una salita dove davanti a loro si estendeva un campo immenso di margherite.
Olimpia era felice per questo paesaggio, non quanto Xena “Olimpia non mi dire che abbiamo fatto tutta questa strada per raccogliere fiori?” e la fulminò con lo sguardo.
Ad un certo punto Olimpia scese giù per la vallata “Olimpia stai attenta, non correre, se ti sloghi ancora la caviglia, non ti porto in braccio”-“ Dai Xena smettila di fare la mamma e vieni qua” le due donne si trovarono circondate da mille fiori “Allora?” chiese Xena stufata “Aspetta e vedrai” fischiò con tutto il fiato che aveva stordendo la sua amica “Ehi”-“Xena, smettila di lamentarti, vedrai che la sorpresa sarà bellissima”, Xena incominciava a capire cosa si nascondeva in quella sorpresa “Olimpia lo sai che se il tuo piano non si realizza, avrai sulla coscienza il mio stato d’animo demoralizzato?” Olimpia la guardò sorridendo e continuò a fischiare “Olimpia se non è quello che penso, mi vedrai piangere per ben due giorni interi”
Se prima era solo lei ha girarsi in torno, adesso anche la guerriera era in preda al panico, non sapeva dove guardare. Ma poi alla fine l’attesa fu ricompensata, si sentì in lontananza e piano piano avvicinarsi il rumore di un cavallo al galoppo, fino a quando non lo videro apparire dietro di loro. Bello e scattante come sempre.
L’euforia di Xena andò alle stelle, ma prima di andare incontro al suo fedele amico, abbracciò stritolando Olimpia e alla fine ringraziandola con un bacio.
Corse felicissima come una bambina, Olimpia rimase a guardare , condividendo la sua gioia nell’accarezzare e stringere il muso dell’animale “Adesso vorrei proprio sapere chi è la ragazzina” prese dalla sua sacca delle briglie e le portò all’amica “E queste?”-“Non solo tu fai compre al mercato”-“Olimpia sei un angelo” dopo vari ringraziamenti, ripresero il viaggio.
Olimpia rimase stupita nel vedere il volto di Xena così raggiante, era così orgogliosa di camminare accanto al suo amico che per un po’ venne sopraffatta dalla gelosia “Se sapevo che Argo ti avrebbe donato il sorriso, te l’avrei fatto vedere direttamente al porto”-“dai Olimpia non dire così, lo sai quanto sono legata ”-“No quanto?” Olimpia si fermò aspettando una risposta “A te piace scrivere io invece sono affezionata a lui”- “per questa volta ti perdono” chiarite ripresero il cammino.
Tutto sembrava procedere tranquillamente, quando…


Vennero bloccate da cinque uomini dall’aria poco piacevole. Xena a differenza di Olimpia gli brillavano gli occhi, ci voleva proprio un po’ di movimento. Le accerchiarono senza dire nulla. Uno di loro aveva il volto coperto “Finalmente ti ho trovato!”-“perché ci conosciamo?” chiese incuriosita Xena “Abbiamo un conto in sospeso noi due, cara!” Xena inarcò il sopracciglio “Ma guarda…neanche le catene riescono a farti stare lontano da me” Olimpia non capiva “Xena, ma chi è?”-“Giulio Cesare, la vendetta!” Xena fece allontanare Argo.
All’improvviso i quattro uomini gli puntarono delle frecce, Xena li guardò attentamente con Olimpia pronta a scattare.
Il silenzio contava i secondi di tensione. L’uomo mascherato fece cenno e tutti i suoi uomini scoccarono le loro frecce, Xena non ci pensò un attimo, afferrò il suo chacram e lo lanciò, tagliando le frecce. Ma qualcosa non andò al verso giusto, perché il loro capo si era inserito un braccio di ferro, così che il cerchio rotante si andò ad incastrare su di lui “ecco fatto, adesso voglio vedere come farai senza di questo” l’uomo era soddisfatto “Olimpia, ce la fai da sola?”-“Si Xena, non preoccuparti per me” Xena fischiò e l’uomo ordinò un altro attaccò, gli uomini schioccarono le frecce e sia Xena che Olimpia riuscirono a schivarne alcune e a tagliarne altre con le loro armi. Le due guerriere non aspettarono che i loro nemici caricassero i loro archi , così che questa volta furono loro ad attaccarli. Venne anche Argo in loro aiuto a sistemare due di loro.
L’uomo con il volto coperto incominciò a ridere, nonostante vide cadere tutti i suoi uomini “perfetto…come previsto” Olimpia lo guardò meglio “ma io questa voce la conosco” l’uomo si tolse la maschera “adesso ti ricordi di me…biondina?”-“Ma tu sei il capitano della nave!”-“In persona…e oggi io ti ucciderò” Xena stringeva sempre di più l’impugnatura della spada “perché invece non ci lasci in pace”-“E per quale motivo…tu ti sei presa gioco di me , e mi hai portato via la mia nave…Così io oggi mi prenderò qualcosa di tuo” . L’uomo afferrò il chacram dalle mani e lo staccò dal suo braccio “Stavo pensando perché non duellare con la tua amichetta…” Xena si tranquillizzò ormai aveva completa fiducia nella bravura di Olimpia “Come preferisci…” - “cara Xena, davvero pensi che io sia così idiota? Lo so che questo cerchio tra le mie mani non funziona” e lo gettò ad un metro da Olimpia “vediamo chi è più veloce, tu o io” l’uomo tirò fuori un coltello, Xena sgranò gli occhi “ti rendi conto che quello che perderà la vita sei tu?”le disse cercando di spaventarlo…-“La mia vita non ha alcun senso, senza la mia nave. Dovrai soffrire come hai fatto soffrire me” Olimpia si era stancata “Adesso basta, facciamola finita, sei pronto?” il pericolo stava assalendo il cuore di Xena “Olimpia non ti muovere”-“Xena non ti preoccupare so cosa devo fare” anche l’uomo si stancò “Al mio tre, biondina”.
La tensione era rovente
“Uno” l’uomo sorrise
“Due” Olimpia guarda senza preoccupazione il suo nemico, sottovalutandolo
“Tre”….
Xena si precipita verso Olimpia,
Olimpia scatta…prende il chacram e lo lancia verso l’uomo
Che a sua volta…le tira il pugnale contro…
Un attimo dopo il silenzio….
L’uomo cade a terra senza vita, con il cerchio conficcato al petto.
Xena aveva bloccato il pugnale dell’uomo; Olimpia fiera della sua reazione andò a riprendere il chacram “Vediamo se adesso ci lasci in pace” tornò verso Xena “Che ti avevo detto! Xena devi fidarti di me, so affrontare certe situazioni”, Xena la guardò delusa “Olimpia devi imparare ancora alcune cose”-“Quali cose?.. Ecco lo sapevo cosa ho sbagliato questa volta?”-“Le armi che usano i tuoi nemici avvolte…non sono quelle che sembrano” un velo di preoccupazione scese nel volto di Olimpia “Che vuoi dire?”, Xena mostrò il pugnale a Olimpia “Questa è un arma antica, non se ne vedono molte” Olimpia non capiva “ Quando il pugnale viene lanciato, una seconda lama più piccola si stacca, rotando su quella principale”-“Così è difficile bloccarla!”-“Esatto”.
Olimpia si girò in torno “ma tu l’hai schivata non è vero? Xena…io non mi sono preoccupata del pugnale perché sapevo che l’avresti bloccato tu”, Xena sorrise a fatica “Lo so, ma se l’avessi schivata ti avrebbe colpito” Olimpia si voltò, sgranando gli occhi in direzione della sua amica “Xena non mi dire che…” Olimpia spostò il braccio di Xena guardando il suo fianco “No, che stupida che sono stata” notò la piccola lama conficcata nel suo fianco “Xena…è tutta colpa mia”-“Olimpia tranquilla non è niente. Io avrei fatto la stessa cosa”-“NO non è vero tu lo dici solo per tranquillizzarmi” Olimpia si agitava sempre di più, il sangue incominciava ad uscire. Xena s’inginocchiò “Olimpia prendi il telo e fanne diverse fasce, devo togliere la lama” Xena cercava di rimanere tranquilla.
Olimpia fece quello che le disse Xena, incominciò ha fasciarla “Olimpia stringi più forte…”-“ma non è meglio cucire la ferita?”-“No non è un posto sicuro questo, lo faremo al villaggio tanto manca poco”, Olimpia aiutò Xena a montare a cavallo e continuarono il cammino.

Olimpia non parlava, il rimorso della situazione che aveva creato per colpa della sua superficialità l’obbligava al silenzio “Olimpia che cosa hai?” –“E’ tutta colpa mia”-“Smettila, sono cose che capitano, vedrai domani starò già meglio”.
In quel momento una preoccupazione sfiorò la mente di Olimpia che fermò Argo, guardando Xena negli occhi “Ti prego…non dirmi che la lama era avvelenata”-“Olimpia basta è un piccolo taglio, niente di più” Olimpia cercò di non tornare più sull’argomento.

Dopo un ora, la sfortuna sembrava non abbandonare quella giornata.
Sbucarono altri uomini, Olimpia non chiese di meglio che sfogare la sua rabbia “Vi conviene passare oltre, non è giornata!” gli uomini incominciarono a ridere “Lo faremo solo quando vi avremo scannato” Xena scese da cavallo e sfilò la sua spada “Avanti allora, cosa aspettate!”-“NO, Xena ci penso io”-“Olimpia è solo un graffio” Olimpia cominciava a dubitare delle sue parole dato che le vedeva il sangue colare dalla gamba.
“basta parlare, qui non si passa donne!”, due uomini si scagliarono contro Olimpia e altri due su Xena.
In quel momento Xena fu costretta a lanciare il chacram, ma quel movimento le fece allargare la ferita, strillando dal dolore. Olimpia non ci vide dalla rabbia e sistemò i suoi perditempo, e mentre Xena ne aveva atterrato due, un terzo attaccò la guerriera alle spalle sferrandole un calcio sul fianco ferito, atterrandola. Ma quello fu l’ultima cosa che fece l’uomo perché Olimpia lo trafisse dietro la schiena lanciando uno dei suoi sais.
Xena si rialzò, Olimpia la raggiunse mettendosi di fronte a lei come protezione .
“Adesso mi avete stancato” prese il chacram dalla cinta di Xena e lo lanciò con tuta la sua rabbia, eliminandoli in un attimo “Brava Olimpia così si fa” le disse Xena sorridendo con fatica.
Ma il peggio non era ancora venuto, si presentarono davanti a loro una quindicina di uomini tutti a cavallo “No, non è possibile” disse Olimpia sottovoce, Xena cercò di trovare le ultime forze “Coraggio Olimpia abbiamo affrontato situazioni peggiori”.
I sensi di colpa invasero lo stato d’animo dell’amazzone “E’ tutta colpa mia se ci troviamo in questa situazione” Olimpia sfilò i sais, mettendosi in posizione di combattimento….quando una voce tranquillizzò il suo cuore “Olimpia…” un uomo si fece largo tra gli uomini che rimanevano immobili senza fiatare “Amos? Sei tu?” il ragazzo si fece vedere sbucando tra i suoi amici “fermi ragazzi! Loro sono Olimpia e Xena” Amos corse verso Olimpia che l’abbracciò felice di rivederla “Olimpia, girava voce che dei briganti volevano attaccare delle donne, ma non immaginavo che potevate essere voi!”-“Per fortuna Amos”-“Che è successo” Olimpia si voltò verso Xena, la guerriera vide la figura di Olimpia avvicinarsi e sbiadire sempre di più “Xena!” Olimpia riuscì ad afferrarla, ma Xena cadde tra le sue braccia priva di sensi “Presto, portate qua il carro delle provviste” Amos prese subito la situazione sotto controllo, portando Xena e Olimpia al villaggio.
La preoccupazione di Olimpia aumentò vedendo il volto sempre più pallido.

Arrivati al villaggio, Xena venne portata al coperto “Ascolta Olimpia alcuni giorni fa è arrivata una guaritrice al villaggio, la vado a chiamare”, le disse Amos uscendo di corse dalla stanza.
Olimpia era in preda al panico, quando tolse l’armatura e vide la ferita essersi allargata a vista d’occhio.
Amos entrò insieme con una donna…Olimpia si voltò e quando la vide sfilò da i suoi stivali i sais puntandoglieli contro “Se ti azzardi ha toccarla ti uccido, Antinea!” - “Olimpia calmati, non è Antinea”-“E dovrei crederci?-“Certo, anch’io all’inizio la pensavo come te, ma se non fosse stato per lei, molti uomini sarebbero morti, quando ci hanno attaccato” –“Amos, Antinea è furba non bisogna sottovalutarla”.
La donna intervenne “Se perdi tempo in chiacchiere, rischi di far morire la tua amica dissanguata” Olimpia non aveva scelta, ma qualcosa dentro di lei le diceva che poteva fidarsi. Ma controllò ogni sua mossa, Amos uscì dalla stanza.
“Chi sei?”- “Mi chiamo Alti e Antinea è mia sorella, siamo gemelle”-“perfetto, ci mancava solo questo, non ce ne bastava una…”-“Lo prendo come un complimento”-“Il coltello non ha toccato nessun organo vitale, vero?” “No, ma è una brutta ferita. Vado a preparare un impasto di erbe per il veleno”-“Veleno? Xena mi ha detto che non c’era”-“Guarda la ferita, signorina, non possiamo ricucire perché la lama era bagnata di un veleno particolare, che corrode la pelle…basta guardare il colore che è diventata tutta violacea….Se te l’ha detto, lo ha fatto solo per non farti agitare”, Olimpia non rispose…
Passò qualche ora e la febbre sopraggiunse, Olimpia vegliava su Xena senza allontanarsi un attimo.
Alti sedeva in un angolo della stanza “Vedrai…è una donna forte, riuscirà a passare la notte”-“E’ tutta colpa mia, non dovevo sottovalutare la situazione”-“Capita avvolte, non te ne fare una colpa. L’esperienza la si acquista anche con gli errori” Olimpia rimaneva pensierosa, nel vedere una persona gentile e premurosa identica ad Antinea.
Alti si alzò e andò verso Olimpia “Perché non vai a prendere qualcosa da mangiare? Resto io con lei” Olimpia si lasciò convincere “Si forse è meglio” ma appena si alzò dalla sedia , Alti la sorresse prima che potesse perdere l’equilibrio “Che cos’hai Olimpia?”,la giovane si riprese per un secondo “Niente, è stato un giramento” Alti la guardò negli occhi “Ti capita spesso?”- “Avvolte”-“Siediti, vado ha prenderti qualcosa di caldo”-“Grazie Alti”.

La notte scese e Xena incominciò a delirare “Olimpia, devo farlo…non c’è altra scelta” Olimpia le asciugava la fronte “Cosa devi fare Xena?”
“Lo so…sono un mostro ma devo farlo!” Olimpia non capiva lo stato di Xena che si agitava sempre di più
“Olimpia perdonami è tutta colpa mia, non dovevo…”-“Cosa Xena?”
Alti rimaneva seduta , lasciando che Olimpia si occupasse dell’amica “E’ inutile non sta parlando con te è la sua persona che sta lottando con i suoi sensi di colpa”-“Olimpia, lo devo fare….devo uccidere Speranza” Olimpia impallidì
“Olimpia… lo so che mi odierai…anche per questo è meglio che io muoia” Alti notò l’espressione della donna “Di cosa sta parlando?”-“Di un fatto accaduto molto tempo fa”-“E ancora le pesa nel cuore”-“Già…, Xena calmati ormai è tutto passato”, ma la guerriera non cessava di parlare
“Olimpia dove sei?”

La notte passò lasciando ad un nuovo giorno il dovere di nascere, tra i lamenti di Xena e le parole di Olimpia, che spiegavano ad Alti la loro storia .

La sera sopraggiunse velocemente e Xena continuava ha delirare “Olimpia….non te ne andare, non mi lasciare da sola…Ma non posso fare altrimenti…devo farmi uccidere, ma combatterò contro quell’armata, dovranno faticare per uccidermi…”, il viso di Olimpia venne rigato dalle lacrime, quando gli ritornò in mente in quell’occasione in cui Xena le insegnò ad usare il pinc.
“Ho paura…ma devo farlo…perdonami”, Olimpia le venne istintivo avvicinarsi al suo orecchio “ Basta…è tutto finito , calmati ti prego…calmati”, le baciò teneramente la guancia, cercando di trattenere il suo pianto “Sono qui…vicino a te”.
Dopo qualche minuto Alti si avvicinò ad Olimpia cercando di farle forza
“devi considerarti fortunata, questa donna ti ama veramente molto ”, Olimpia asciugava il sudore dal volto della sua amata, sorrise guardandola dolcemente “Si lo so, l’ho sempre saputo”

La mattina seguente, Xena aprì gli occhi, sentendo delle teneri e caldi mani accarezzare il suo viso “Ciao” le disse sottovoce Olimpia.
Alcuni raggi di sole, riuscirono ad entrare nelle fessure della finestra facendo brillare i capelli color oro di Olimpia “Sembri un angelo” le rispose Xena ancora debole.
Dopo qualche minuto cercò di riprendersi “Come ti senti, Xena?” –“meglio, ho l’impressione di aver dormito un secolo”-“Se fosse così, non credo che mi avresti trovato accanto a te”-“Per fortuna allora è solo una mia impressione”, le due donne sorrise dolcemente alla situazione.
In quel momento entrò nella stanza Alti.
Xena sgranò gli occhi “Maledizione, anche qui” si alzò di scatto, afferrando la spada ma Olimpia la bloccò “No Xena, non è Antinea. Lei è Alti la sorella gemella” Alti notò con stupore l’unico indumento che aveva in dosso, le bende “Complimenti per il fisico e per lo scatto” Olimpia più imbarazzata di Xena, la coprì con un telo e l’aiutò a rimettersi a letto “Dovresti cercare di non muoverti, altrimenti rischi di riaprire la ferita e credimi, io e la tua amica abbiamo sudato due giorni interi per fartela cicatrizzare”.
Alti con l’aiuto di Olimpia controllarono la ferita “Per fortuna i nostri sforzi non sono stati vani” –“Vuoi dire che la ferita si è chiusa?” chiese Olimpia “Si, ma tu Xena non devi fare movimenti bruschi e almeno per due giorni dovrai stare sdraiata”-“Ma sei impazzita, non ci penso assolutamente”-“Senti bellezza, visto che hai rischiato di morire e tu lo sai benissimo…il minimo che potresti fare è quello di stare zitta e fare quello che ti dico”, Olimpia si alzò “Ma…adesso è fuori pericolo, vero Alti?”-“Questo dipende dalla sua testardaggine” in quel momento entrò Amos “Finalmente ti sei svegliata?”, stranamente Xena non fece i salti di gioia nel rivederlo “Ciao Amos, felice di vederti” Olimpia gli andò vicino contenta e involontariamente le scesero le lacrime “Amos è fuori pericolo…ho rischiato di perderla…ma adesso” si aggrappò al suo braccio “Adesso è salva…per colpa mia stava per morire…” non fece in tempo ad aggiungere altro che Amos sentì la presa di Olimpia diminuire e la sua prontezza nel sorreggerla, evitando così di farla cadere a terra svenuta “Olimpia!”, Amos la prese tra le braccia, Xena si alzò ma Alti la bloccò “ferma, tu rimani a letto, sta bene, non è nulla è solo la troppa tensione accumulata” Amos la fece sdraiare nello stesso letto di Xena e sotto il consiglio di Alti uscì dalla stanza.
Alti portò delle bende con dell’acqua fresca “Adesso sta a te prenderti cura di lei, poverina fino alla fine ho cercato di tenerle nascosta la gravità dell’accaduto…Per fortuna è una donna forte” detto questo uscì dalla stanza .
Xena prese le bende e rinfrescò il viso di Olimpia, guardandola dolcemente “Ogni volta che ti guardo, non riesco a non chiedermi se ho fatto bene o male a portarti con me. Sei così dolce Olimpia, che i panni della guerriera non ti si addicono. Tu combatti il male, l’arroganza, l’odio e adesso devi affrontare anche la parte più vulnerabile di te stessa”.


Passarono alcune ore, il sole bruciava alto nel cielo, mentre Amos cercava di scaricare la sua tensione nel tagliare la legna.
Alti lo raggiunse “Tagli la legna per l’intero villaggio?”-“Avvolte, cerco di darmi da fare”, era l’ora di punta e il sole non dava tregua. Amos si tolse la maglia che aveva in dosso “Come sta Olimpia?”-“Sta in buone mani”-“non avevo dubbi”-“Combatti una battaglia persa già dal principio, lo sai questo vero?”-“Si perfettamente”-“Dormi tranquillo la notte?”, Amos si fermò con aria interrogativa “Perché me lo domandi?”-“Così…per curiosità”-“Non sempre”-“e cosa ti turba!”-“Sogni strani”, Alti si avvicinò al ragazzo “Chi ti ha graffiato dietro la schiena?”-“Mi sono graffiato con dei rami”- “che dici Amos di fare una pausa ?”-“va bene…”.

Passarono diversi giorni, Xena si riprese alla perfezione ed Olimpia si tranquillizzò. In questi giorni Xena notò uno strano affiatamento tra Amos ed Olimpia crescere giorno dopo giorno. Xena lì osservava in silenzio, quando mangiavano tutti insieme, Amos si mostrava gentile e premuroso nei sui confronti e la cosa che più la infastidiva era il comportamento che Olimpia aveva nei suoi.
Quando una sera, finito di mangiare Olimpia chiese a Xena di fare una passeggiata.
Le due donne camminavano in silenzio, poi Olimpia prese parola “Finalmente da sole!” le prese la mano “Perché ne sentivi la mancanza?”-“Certo! In questi giorni non hai fatto altro che trascurarmi”-“Se l’ho fatto è perché sapevo che non stavi da sola”-“Sbaglio o questa è una battuta, poco piacevole”-“Non è una battuta è un dato di fatto”-“Xena, che vuoi dire?” Olimpia si fermò “Che in questi giorni hai trovato il modo di passare il tempo non con me”-“Questo pizzico di gelosia perché esce fuori? Non ti riferisci mica a Amos!”-“Ti sei risposta da sola”-“Xena, per favore Amos è un amico”-“Certo come le tante persone che abitano in questo villaggio”-“Lui è un amico speciale…dopo tutto quello che ha fatto per noi, non trovi che dovremmo essergli riconoscenti?”-“Non ha fatto poi…niente di particolare. A meno ché non ha fatto, qualche altra cosa di cui io non sono al corrente” Olimpia fulminò la sua affermazione, ma nel momento della risposta Amos le raggiunse “Ehi ragazze!”, Xena guardò Olimpia senza stupirsi della sua presenza inopportuna “Finalmente vi ho trovato”-“ma guarda, come se non fosse strano” rispose Xena seccata “stasera c’è la luna piena, vi voglio far vedere una cosa nel bosco, venite!” –“No grazie, io torno in taverna, vi lascio soli” così Xena se ne andò lasciando Olimpia infastidita dal suo comportamento “Che cos’ha?”-“Niente, vedrai che le passerà. Dov’è questo posto Amos?” i due si allontanarono nel bosco.
Dopo qualche passo, Xena decise di tornare indietro e seguirli.

Amos camminava davanti tenendole la mano, si fermò e scostò dei rami che nascondevano la splendida vista. Un grande prato illuminato da centinaia di lucciole ornavano il terreno “E’ bellissimo, Amos”-“Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto”-“La natura è qualcosa di spettacolare”-“Già peccato che Xena non è venuta con noi”.
Xena li aveva raggiunti, ma si nascose senza farsi notare.
Era una notte splendida….
Rimasero un po’ in silenzio ascoltando i suoni della natura “Olimpia, quando parlerai con Xena?”-“Non lo so è una situazione delicata”-“Se vuoi parlo io con lei”-“No non voglio”.-“Ma lei deve sapere come sono andati i fatti”-“lo so ma non posso rischiare di rovinare tutto”-“Olimpia, l’ami veramente?”-“Certo!”-“Posso farti una domanda?”-“Dimmi Amos” il ragazzo aspettò qualche secondo per trovare il coraggio “Se Xena non ci fosse, ti saresti accorta di me?”-“Amos ma che domande mi fai…Tu sei un ragazzo meraviglioso, come potrei non accorgermi di te” Amos non riuscì a trattenere il suo istinto di voler baciare Olimpia, ma la ragazza riuscì ad anticiparlo mettendo una mano tra la sua bocca “No non farlo, ti faresti solo del male”-“Scusami tanto Olimpia”-“Non ti devi scusare, è normale avere certi desideri. Ma devono essere corrisposti per renderci felici” Amos abbassò lo sguardo, si vergognò per il gesto appena fatto “Amos, tu sei un ragazzo meraviglioso e la donna che saprà amarti sarà la più fortunata, ma quella donna non sono io. La mia vita è Xena e lei esiste, è dentro di me da anni. E se ci pensi bene… se lei non fosse mai esistita, io non ti avrei mai incontrato”-“Hai ragione, che stupido è così imbarazzante”-“E perché, è bello esternare i propri sentimenti. Vedrai, anche tu troverai la donna della tua vita, e sarà fortunata come lo sono io con Xena”-“Già”, sorrisero entrambi “Xena è veramente una donna fortunata”-“ Si…e molto cocciuta, sai che faccio? Vado ha cercarla e la porto a farle vedere queste spettacolo della natura”, così si allontanò.
Amos rimase ancora un po’ da solo e sentendosi abbandonato, si alzò per tornare al villaggio.
Ma qualcuno gli bloccò la strada “Xena!”- “Noi due dobbiamo parlare”.

Olimpia tornò in taverna, ma nessuno si era accorto della sua presenza “e adesso dove è andata…?”

Amos inghiottì con fatica la sua saliva “E di cosa?”-“Non fare il finto tonto con me, vi ho sentiti” Amos impallidì “Non so di cosa parli..”.
Xena capì che era inutile insistere, sapeva benissimo che Amos non le avrebbe detto niente pur di non tradire la fiducia di Olimpia. Così in silenzio si mise seduta ammirando le piccole lucine fluttuare nell’aria.
“Ascolta Amos, se io per qualsiasi motivo…tu saresti in grado di proteggerla e starle accanto, senza farle mancare mai nulla?” Amos si sedette “Xena, io darei la mia vita per lei”-“Certo che domanda stupida, tu l’ami!”-“Con tutto me stesso, ma questo non significa niente, visto che lei ama solo te” Xena non rispose, Amos vide scendere dal viso della guerriera una lacrima, che asciugò prima che rigasse il suo viso. Amos cercò di rassicurarla “Xena non devi mai dubitare dei sentimenti di Olimpia, sono sinceri devi solo fidarti di lei”-“Non ho dubbi in merito, ma l’amore non dev’essere egoista, ho sbagliato già una volta, non voglio fare lo stesso errore”-“Che vuoi dire?” Xena si alzò “Sei un vero amico Amos, buonanotte” Xena sorrise al ragazzo e si allontanò. Amos rimase un po’ confuso, non capiva cosa stesse pensando veramente .

Xena tornò in taverna, Olimpia stava bevendo qualcosa di caldo, quando la vide le andò incontro “Xena, ma dove sei stata ti ho cercato da per tutto”-“In giro”-“Vieni ti voglio far vedere quel posto,”-“No, grazie. Preferisco andare a riposare”-“Che cos’hai?, non ti senti bene?”-“troppi pensieri, vado a dormire” si voltò ma prima di allontanarsi tese la mano ad Olimpia “Vieni con me?”-“Certo” Olimpia le sorrise con dolcezza per quel gesto. Andarono nella loro stanza, ma prima di entrare Xena si fermò “certo che le situazioni avvolte sono strane. Possiamo dire che il nostro amore è iniziato in questa stanza” Olimpia capì che Xena era infastidita ancora da quel pensiero “Io direi che il nostro amore è cresciuto piano piano, insieme a noi e non in questa stanza” Olimpia aprì la porta ed entrò seguita da Xena che chiuse la porta dietro di se “Anche questo è vero…ma insieme all’amore spero che ci sia anche la sincerità e la fiducia” Xena si avvicinò “certo è naturale” Olimpia notò il tono serio che usò nel dire quella frase “Quindi tra noi non ci sono segreti, giusto?”-“perché lo dici con questo tono”-“Non lo so, dimmelo tu” Olimpia impallidì “Olimpia perché non mi dici il tuo segreto. Ti ho sentita stasera”-“Ma bene, adesso mi spii”-“Non dovevo è vero, ma almeno adesso puoi sentirti libera di dirmelo”-“Libera? O in dovere!” ci fu un attimo di silenzio “No… non posso mi dispiace, non adesso”-“E quando…? Perché Amos è informato e io No. Cosa è accaduto tra di voi?” Olimpia si sentiva messa alle strette “Xena non insistere, non posso”-“qualcuno ti ricatta?” Olimpia si voltò “Olimpia è qualcosa che mi può allontanare da te? Rispondimi” il terzo grado di Xena la fece esplodere “basta, ti prego non insistere” Xena rimase sorpresa dalla sua agitazione “La cosa che più mi fa pensare, è che tu sei più sincera con Amos che con me. Tu hai paura della mia reazione, perché sai già come la prenderò” Xena la guardò intensamente poi andò verso la porta “Forse è meglio che stasera dorma fuori. Scusa ma ho bisogno di stare un po’ da sola” Olimpia la vide scomparire dietro la porta.
Voleva tanto poterle dire quello che le pesava, ma non poteva….
Rimase in stanza per tutta la notte, pensando allo stato d’agitazione dell’amica.
Xena aveva bisogno di un po’ di silenzio, aveva la testa che le scoppiava, tante immagini, tante parole, tante promesse si accavallarono.
Olimpia si asciugò le lacrime e uscì dalla stanza, decisa di risolvere quella situazione che le opprimeva il cuore, l’andò a cercare.

Quella notte la luna osservò le loro preoccupazioni nel voler fare la cosa migliore.
Xena era confusa la disperazione la stava soffocando.
Quando ad un tratto sentì dei rumori, si alzò di scatto, sfoderando la spada.
Olimpia sbucò fuori, come se fosse intimidita, ma poi sorrise.
Xena si scusò per lo scatto e rifoderò l’arma “Perché ridi?”-“E’ buffo, questa scena, l’abbiamo già vissuta la prima volta che ci siamo conosciute, ricordi?” anche Xena ricordò con piacere la loro prima notte passata davanti ad un fuoco “Già è buffo”-“Ascolta Xena, mi dispiace per questa tensione che c’è tra di noi, ma ti chiedo solo di aspettare. Io non ti farei mai del male, sei la mia vita è come se facessi male a me stessa”-“Lo so Olimpia, questo non lo metto in dubbio, ma…”-“io ti amo e ogni giorno che passiamo insieme, mi sento più legata a te. Non voglio perderti, ti prego fidati” Xena alzò gli occhi lucidi al cielo “Olimpia basta, con questa parola. Io mi fido…è solo che…”-“Cosa?”, l’imbarazzo scese nel volto della guerriera
“Mi vergogno per quello che provo”-
“Di cosa?”-
“Rabbia per quello che penso...”-
“Xena parlami non tenere tutto dentro…, confida il tuo peso”-
“Mi sento esclusa e vi invidio. Così in questo modo tradisco te e tutto ciò in cui credevo. Non pensavo di dover dividere il mio amore con qualcun altro”-
“Ma Xena è umano provare gelosia, è provocata dall’amore è anche un modo per manifestare questo sentimento. Condannarla, respingerla vorrebbe dire dimenticare che proviene dal nostro animo”-
“credimi Olimpia, una parte di me sarebbe felice, se tu mi dicessi che oggi hai trovato l’amore, con una persona come Amos, tu hai così tanto amore da dare”-
“Xena è per merito tuo”
“Dimmi in cosa possiamo sperare noi due…Non abbiamo altro che limiti”-
“Nessuno di noi ha stabilito quali siano. Esiste una vita senza limiti?”, Olimpia cercava in tutti i modi di tranquillizzare lo stato d’animo dell’amica “Xena io so solo che la mia vita esiste se ci sei tu. Se questa dev’essere la mia vita, io l’accetto volentieri, non chiedo di più. Voglio vivere così. Non devi avere dei rimorsi, questa è una mia scelta, voglio stare con te”-
“Tu meriti tanto, meriti tutto”, Olimpia la strinse a sé, appoggiò la sua fronte sulla sua “Io voglio meritarmi solo te” e le diede un tenero bacio.
Il silenzio ed il dolce calore delle sue parole fecero tranquillizzare il suo stato d’animo .
“Vieni, andiamo a riposare, voglio dormire tranquillamente tra le tue braccia”, così Olimpia asciugò le lacrime di Xena e tornarono nella loro stanza.
Olimpia entrò per prima, Xena chiuse la porta. Olimpia si voltò intenzionata a dirle un'altra cosa, ma Xena le andò incontro baciandola con passione “basta parlare, Olimpia”.
Quel gesto fece impazzire Olimpia che si lasciò travolgere, da quella sensazione devastante di desiderio.
Spensero la candela, e la luna quella sera spiò la loro intimità, illuminando quelle labbra, infuocate di passione, quelle mani desiderose di possedersi e quella voglia sfrenata di sentirsi una sola cosa.

Il sole sorse più splendente che mai quella mattina, svegliando il canto delicato di alcuni uccellini che si posarono sul davanzale della loro finestra, svegliando dolcemente Olimpia.
Distese il suo braccio cercando la presenza di Xena, ma lei non c’era.
Si vestì e andò fuori ha cercarla. La vide da lontano entrare nella stalla, così la raggiunse.
Xena stava sellando Argo “Buongiorno.. mattiniera!”-“Buongiorno”-“Vai in perlustrazione?”-“Si”-“Posso farti compagnia?”-“No Olimpia”-“va bene, allora ci vediamo più tardi”, Olimpia stava per andarsene quando “No , non so quando tornerò”, Olimpia si voltò “Che vuoi dire?”-“Che forse è meglio che mi prenda una pausa di riflessione e mi allontani un pò. Tornerò tra qualche giorno”-“perché ? per il mio segreto? Pensavo che avessimo risolto”-“No Olimpia per vari motivi”-“Dimmeli alcuni?”-“non voglio vivere con il rimorso di averti rovinato la vita”-“Ma che cosa dici? Torniamo al solito discorso? Xena qual è il tuo problema?”-“Siamo noi”-“spiegati”-“E’ stato un errore, seguire il cuore”-“No, non sono d’accordo”-“Olimpia io voglio la tua felicità e con me sarai sempre limitata”-“Tu sei la mia felicità”-“Mi dispiace Olimpia, ma voglio che tu possa avere una famiglia tutta tua ed io non potrò mai dartela”-“Ci sono molti bambini soli che vorrebbero essere amati, non è certo un legame di sangue a farmi avere una famiglia”, Xena non parlò, uscì dalla stalla con Argo. Olimpia sapeva che ormai niente avrebbe fatto cambiare idea, uscì e la raggiunse “Xena?” la guerriera si fermò voltandosi e Olimpia le corse tra le braccia stringendola forte a se “Non ti fermerò, ma sappi che io ti aspetterò, non importa quanto. Non sarà la tua lontananza a farmi cambiare i miei sentimenti per te”, Olimpia si avvicinò nel darle un bacio, ma Xena si scansò…
Olimpia si sentì ferita, fece due passi indietro e guardandola dritta negli occhi si voltò ed incominciò ad allontanarsi da lei.
Xena salì a cavallo e fece muovere Argo a passo d’uomo, dandole le spalle.
Olimpia camminava ed in quel momento sentì un peso enorme, schiacciarle il petto. Sapeva che quella decisione presa da Xena, l’avrebbe fatta allontanare, per molto tempo da lei.
Il desiderio di non volerla perdere, la fece girarsi e gridare il suo nome “Xenaaa!!!!”
La guerriera strinse forte le briglie e comandò all’istante il suo amico Argo, di aiutarla nella difficile decisione di staccarsi da lei. Così che Argo partì al galoppo portandola via da Olimpia.
Amos dopo aver sentito Olimpia gridare , gli andò in contro preoccupato “Cosa è successo Olimpia ?” il ragazzo trovò l’amica in lacrime “se né andata”-“Ma che dici? Non può!”-“Invece l’ha fatto. Lo persa di nuovo” si voltò notando Xena scomparire oltre la foresta “no Amos, non può finire così, io…devo dirglielo, lo devo fare” incominciò a correre ma Amos la raggiunse bloccandola con le sue braccia “No Olimpia, non farlo. Questo è quello che vuole Antinea, non puoi rovinare tutto, ascolta”, Olimpia si agitava cercando di liberarsi dalla sua presa ma Amos la teneva stretta “Lasciami non m’importa, lasciami lei ha il diritto di sapere la verità!”.

Anche Xena stava sfogando la sua rabbia, facendo correre più veloce Argo. Correva sempre di più, senza una meta stabilita, l’unica cosa da fare era allontanarsi dalla sua Olimpia. Doveva andare lontano, per il suo bene sentiva di doverlo fare.
Entrambe sentivano quel distacco schiacciare il loro amore…


Passarono quasi venti giorni dalla partenza di Xena e Olimpia era riuscita a calmare il suo animo con la certezza che prima o poi, Xena sarebbe tornata.
Nel frattempo, con l’aiuto di Amos e di Alti, Olimpia era riuscita a distrarre la sua malinconia anche se non era facile. Il suo pensiero era sempre rivolto nel veder apparire il viso radioso e pieno di gioia della sua Xena.
Una mattina stava passeggiando con Amos, quando nella via principale che portava al villaggio i due giovani incontrarono una bella sorpresa
“Evi! Sei tornata!” disse Olimpia felice di vederla “Olimpia” ma la gioia fu grande quando vide che non era sola “Virgilio, anche tu!” –“Ciao Olimpia, che gioia vederti” si abbracciarono felici tutti quanti, quando Olimpia presentò il suo nuovo amico “Virgilio, lui è Amos!” il giovane improvvisamente sfoderò la sua spada puntandogliela contro “Olimpia allontanati, quest’uomo merita una lezione” Olimpia non credeva alla reazione dell’amico che rimase interdetta.
Anche Virgilio non rimase con le mani in mano “La lezione te la darò io pivello!” i due incominciarono a duellare .
Olimpia ed Evi si allontanarono senza intervenire, non capirono bene il vero motivo del loro comportamento. Entrambe cercarono di far cessare quella lotta “Amos smettila” gridava Olimpia.
“Virgilio ma cosa ti prende!” ripeteva Evi senza successo.
“sei un misero ladro, la pagherai per tutto l’oro che mi hai rubato” disse Amos “te la darò io una lezione, per tutte le volte che mi hanno sgridato per colpa tua” disse Virgilio.
Olimpia ed Evi non dissero più nulla, ma cercarono di capire meglio che cosa si stavano dicendo.
“Questa sarà la volta buona che ti batterò!”, ma le parole di Amos non si avverarono perché Virgilio riuscì a disarmarlo e ha farlo volare a terra “Ancora deve arrivare quel tempo, fratello mio!”.
Virgilio tese la mano e Amos l’afferrò rialzandosi “mi mancava così poco per farti mio”-“certo, fai passare altro tempo” i due giovani si abbracciarono, lasciando a bocca aperta le due donne.
Olimpia non ci poteva credere “vuoi dire che lui è tuo fratello, Virgilio?”-“certo, perché non lo sapevi?”-“Amos perché non me l’hai detto?”-“perché non c’è stata mai occasione”-“tu sei figlio di Corilo e Melania?”-“Si proprio così, sono il secondo di due fratelli e due sorelle”.
Tutti erano contenti di questa scoperta, eccetto Evi, il suo volto all’inizio si stupì della bella notizia, ma la verità sul conto di Corilo sarebbe sempre stato, un rimorso doloroso d’affrontare, ogni volta che l’argomento veniva fuori.
I giovani raggiunsero il villaggio, si raccontavano le loro varie avventure, Evi cercava di comportarsi normalmente nei confronti di Amos.
Cenarono tutti insieme una sera “Lo sai Evi che sei una ragazza molto interessante e la tua fede ti rende ancora più profonda di quanto puoi far credere” disse Amos guardandola negli occhi “Ti ringrazio Amos per il complimento, eppure in passato la mia vita era diversa”-“Va bè ma che importa, mica sarai stata una carnefice?” disse involontariamente Amos e un silenzio sopragiunse nella stanza.
Evi non sopportò quella tensione di sguardi che intravide in tavola così si alzò ed uscì “Che è successo, ho detto qualcosa che l’ha ferita?”-“Non ti preoccupare Amos, non è niente” Virgilio si alzò e la raggiunse.
La donna in silenzio cercava di trattenere la sua agitazione, con lo sguardo verso il cielo stellato “non posso dirglielo”-“Evi, non puoi continuare a vivere con queste preoccupazioni”-“Ogni volta è sempre così doloroso. Quando siamo andati a parlare con tua madre è stato così straziante”-“ma ti ha perdonato”-“Si con le parole, ma capivo i suoi occhi quando mi guarda, per non parlare dell’indifferenza delle tue sorelle”-“ vedrai che con il tempo capiranno anche loro”-“E adesso Amos, gli spezzerò di nuovo il cuore. Mi odio per quello che sono stata e per quello che vi ho tolto, sono stanca di dover chiedere perdono…vorrei tanto morire per non sentire il peso di questo rimorso”, Virgilio l’abbracciò “Smettila di dire queste cose, smettila”.

Amos girava la sua portata nel piatto “Olimpia mi spieghi che cosa ho detto?”-“E’ il passato che le turba”-“Questo l’ho capito ma deve cercare di dimenticare, altrimenti non farà altro che vivere male”-“vedrai che quando si calmerà, forse te ne vorrà parlare”-“Se è come la madre, allora aspetterò invano” Amos si alzò “dove vai?”-“cercherò di sollevarla”-“No aspetta Amos!” Olimpia lo seguì, uscendo dalla casa.

Virgilio asciugò le lacrime di Evi “ti sei calmata un po’?” Evi scrollò la testa come una bambina “sai la differenza tra me e Amos è molta. Io non so come potrebbe reagire, ma non devi avere paura se ti giudicherà male, il tempo è un ottima cura, guarda me! Prova ha dirglielo, almeno ti sentirai meglio!” Amos aprì la porta di casa “Dire cosa e a chi?” Evi sgranò gli occhi, Virgilio capì che forse quello ancora non era il momento giusto “Niente d’importante, adesso…” ma Evi lo fermò e andò verso Amos “no è giusto che te lo dica” Amos la guardava serenamente “d’accordo, sono qui pronto ad aiutarti”-“vieni Amos torniamo dentro”, entrarono tutti in casa.
La tensione si tagliava con il coltello, solo Amos aveva il volto sereno.
“Si tratta di tuo padre” iniziò Evi “tu sai chi l’ha ucciso?”-“Mi è stato detto, che è stato un comandante dell’esercito romano, di nome Livia”-“E sai che fine ha fatto?”-“Dicono che è morta in battaglia”-“cosa faresti se ti dicessi… che è viva?”, Amos non capiva quelle domande “Ma non saprei…perché tu sai dov’è?”- “si…in questo preciso momento”-“Dov’è?” gli occhi di Amos cambiarono espressione.
L’aria era diventata pesante, la preoccupazione era presente nei volti di tutti e tre .
Evi in quel momento chiuse gli occhi e fece un grande respiro, aprì gli occhi e trovò la forza di parlare
“Di fronte a te” .
Un silenzio glaciale avvolse la stanza….
Amos scoppiò a ridere “ma dai Evi, che dici…stai scherzando!”-
“No Amos è la verità. Ho passato la mia infanzia ad imparare a combattere per governare Roma e le miei mani sono sporche del sangue di molte persone innocenti. E tra queste c’è il sangue di tuo padre…
Non posso cancellare il passato… ma credimi se ti dico che non c’è notte… che il mio animo non è turbato dalla mia coscienza… che non fa altro che tormentarmi”, le lacrime rigarono il volto di Evi “Ci sono giorni che evito di pensarci, perché il rimorso di ciò che ho fatto mi porta ad un dolore immenso e desidererei tanto….morire per questo. Ma se anche tu, vorrai giudicarmi, io l’ accetterò e accetterei anche la giustizia delle tue mani” Virgilio si agitò, non approvando quella affermazione.
Amos rimase immobile, fissandola negli occhi , poi le chiese “Evi…fammi vedere le tue mani”.
Olimpia e Virgilio stavano all’erta, nel prevenire qualsiasi reazione negativa da parte di Amos.
Evi tese le mani e Amos le guardò “Io… non vedo nessuna traccia di sangue” gli occhi di Evi scoppiarono in lacrime, ma non fu la sola a farlo “Vedi Evi mio padre è morto da guerriero, come voleva lui, sacrificando la sua vita per una amica” Amos guardò Olimpia, che a sua volta si commosse “Ed io penso che non ci sia una morte più desiderata da chiunque di noi. Non potrò mai giudicarti per quello che hai fatto, perché il tuo pentimento ti ha portato ad essere una persona diversa, una persona nuova e per me è difficile credere che la Evi di adesso, farebbe mai una cosa del genere” Amos l’avvicinò a sé e l’abbracciò.
Evi scoppiò a piangere liberando quel grande dolore.
Olimpia e Virgilio rimasero colpiti dalla sua reazione, non se la sarebbero mai aspettato un comportamento così nobile e profondo “perdonami Amos, ti prego perdonami”-“devo perdonarti, perché altrimenti nessuno di noi potrà dimenticare questo dolore”, Olimpia rimase ad ammirare quelle parole e per la prima volta lo vide piangere.


Nel frattempo Xena si era fermata dopo giorni di cammino, si accampò vicino ad un ruscello, fissando il fuoco. I mille pensieri le davano il tormento, quando ad un certo punto sentì una voce “Xena?”-“Chi diavolo è?”-“ma come non riconosci più gli amici?”-“Sascia?”-“Che cos’hai Xena? Ti sento afflitta”-“perché me lo chiedi, se già sai il perché!” –“hai sacrificato il tuo amore per la felicità di Olimpia”-“Bravo!”-“pensi di aver fatto la cosa giusta?”-“Si ne sono sicura. L’amore significa anche sapersi sacrificare, giusto?”-“Bisogna vedere se è a beneficio di entrambi”-“Non ho dubbi in questo. Potevo risparmiare tutta questa sofferenza molto tempo fa. Non portando Olimpia insieme a me. Dovevo essere più ragionevole”-“Sei sicura che avresti migliorato le vostre vite?”-“Ne sono sicura”-“Io avrei qualche dubbio”-“A me non interessano i tuoi dubbi. Se potessi tornare indietro cambierei tutto”-“E così sia…”-“Che vuoi dire? Sascia che vuoi dire…rispondi!” ma Sascia non si fece più sentire “Ma tu guarda questo.…Buonanotte Argo è meglio dormirci su, domani partiremo presto”, così Xena si sdraiò e si addormentò.


Il sole spuntò e Xena era già in viaggio.
Ad un certo punto si trovò di fronte ad un bivio, c’erano due vie che si separarono “decidi tu Argo dove andare”, l’animale non si muoveva “va bene, faccio io” voltò l’amico verso destra.
Dopo qualche metro Argo incominciò a zoppicare, Xena preoccupata scese “Dannazione ti si è staccato un ferro. Vediamo se troviamo qualcuno che ci può aiutare”.
Dopo un km Xena si fermò, accorgendosi di essere seguita “esci fuori, chiunque tu sia!” Dopo qualche secondo sbucò fuori da un albero un ragazzino, con in mano un lungo bastone “fermati” Xena alzò gli occhi al cielo “mi fai quasi paura lo sai?”-“sei circondata, dove credi di andare!”-“Sto semplicemente cercando qualcuno che riattacchi lo zoccolo al mio cavallo”-“non m’interessa, vattene straniera, questo è il mio territorio”-“guarda che non sono cattiva a meno che, non mi ci fai diventare tu”-“Una donna armata fino hai denti non è cattiva? Le capisco certe cose, straniera”-“Bè sai mi devo pur sempre difendere dagli omoni cattivi”, il ragazzino tentennò poi dopo vari scrutamenti cedette “va bene, seguimi ma prima…dammi la spada”-“Non ci penso proprio”-“Allora scordati il mio aiuto” Xena si trovò alle strette, prese la spada e la tirò sotto i suoi piedi “Sta attento a non tagliarti, non è un giocattolo”-“Lo so per chi mi hai preso, per un bambino?”-“certo che no”, Xena sorrise divertita. Il ragazzino le camminava di fronte facendogli strada “perché non dici hai tuoi amici di uscire allo scoperto” il giovane si fermò, mise le dita tra la bocca e fischiò, in quell’istante sbucarono altri tre ragazzini “Loro sono i miei fratelli”-“però siete coraggiosi”-“Certo nostro padre ci ha incaricato di proteggere nostra madre e di sorvegliare il nostro terreno”-“E’ un compito importante e come vi chiamate?”-“Io sono il più grande e mi chiamo Atos, lui è Milos a 11 anni, lui è Paride a 9 anni e Taddeo di 7 anni”-“però… vostra madre dev’essere una donna fantasiosa. E dietro il cespuglio manca qualcuno?” , Atos si stupì dell’intuito della donna “Si è vero, l’ultimo è incaricato ad uscire dopo il secondo fischio, perché se il forestiero si trasforma in nemico, lei può correre e avvisare nostro padre del pericolo. Sai è molto veloce, è la più piccola e a 5 anni…Xena esci fuori!”, la guerriera sorrise nel vedere una bambina avere il suo stesso nome. La piccola uscì fuori ed il suo aspetto le ricordò qualcuno di familiare.
La piccola corse a nascondersi dietro al fratello più grande, aveva lunghi capelli biondissimi e due occhi verdi smeraldo, Xena le andò vicino “Ciao piccola, lo sai che questa è la prima volta che conosco qualcuno che ha il mio stesso nome?” Atos ed i fratelli rimasero a bocca aperta “Cosa? Vuoi dire che tu sei Xena? La principessa guerriera?”-“Si sono io, in persona” un grido di gioia esplose da tutti e cinque, per loro era come una favola divenuta realtà “presto vieni, nostra madre sarà contentissima”, alcuni di loro cominciarono a correre .
Tutti erano euforici, per sino Atos che le camminava accanto senza togliergli lo sguardo di dosso. Arrivarono davanti alla loro casa, con il cammino che fumava. I ragazzini cominciarono a chiamare la madre e Milos e Paride la trascinarono fuori.
Per Xena fu un tuffo al cuore “Olimpia?!” la donna uscì dalla casa, scese i scalini d’ingresso, con un bambino di 2 anni tra le braccia “Xena? Santi lumi, sei proprio tu!” lo stupore per Olimpia era tanto che rimase ammutolita, in quel momento intervenne Atos “Mamma porto il cavallo dal nonno, così gli sistema lo zoccolo” Olimpia ritornò in sé “Certo, vai pure” Atos prese Argo e lo portò nella stalla “Milos, Paride andate da vostro padre a vedere se gli serve una mano nei campi. Taddeo tu vai con tua sorella ha giocare. Vieni Xena entra ti offro qualcosa, nel frattempo che aspetti il tuo cavallo”.
Xena entrò in casa e si sedette, ammirando la sua amica “Quanti figli!”-“Già una bella famiglia e un altro in arrivo”-Bè è meraviglioso”-“Vuoi una tazza di latte appena munta?”-“Si grazie”.
Un attimo di silenzio scese tra di loro, Olimpia mise a dormire il più piccolo che teneva tra le braccia “Sono contenta Olimpia di vederti”-“Già, anch’io. Tutti dicevano che ti avevano giustiziato”-“Davvero?”-“Si , ma per fortuna erano solo parole”-“Mi fa veramente piacere vedere che sei felice” detto questa frase Olimpia sbatté la tazza che teneva tra le mani sul tavolo, portando una mano davanti alla bocca per trattenere le lacrime.
Xena rimase sconcertata da quella sua reazione “Che hai?”-“niente è che mi fa rabbia, sentirlo da te”-“perché?”-“Chiedermi se sono felice, credi davvero che lo sia?”, Xena si rattristò nel vedere il suo stato.
“Oh… non fraintendermi, io amo i miei figli, sono loro la mia gioia, il mio scopo di vita, ma non era questo che avrei voluto per me. Avrei voluto viaggiare, conoscere tanta gente. Conoscere posti nuovi. Ma la cosa che mi emozionava di più, era quello di poterti conoscere meglio, perché sapevo che da te avrei imparato molte cose. Ma tu hai distrutto i miei sogni, i miei desideri, con un semplice No”-“Olimpia io volevo solo il tuo bene”-“Allora mi avresti portato con te, in fondo non ti avevo chiesto l’oro del mondo”.
Olimpia si asciugò il viso “Ma adesso è inutile cambiare il passato, quello che è stato è stato. Ma stai sicura che i miei figli non faranno la mia fine. Quando saranno un po’ più grandi li incoraggerò a viaggiare a scoprire il mondo, perché la conoscenza che ci circonda non si finisce mai di imparare”.
Atos entrò “Mamma il cavallo è pronto”-“Immaginavo che tuo nonno, ha fatto più veloce possibile. Bene Xena allora puoi continuare il tuo viaggio”, Xena non disse nulla “Ma mamma perché deve andare via subito?”-“perché deve fare molta strada, non insistere Atos!”, il ragazzino arrabbiato uscì dalla casa.
“Mi dispiace , vorrei tanto invitarti a rimanere qualche giorno…chissà quante cose avrai da raccontare, ma sicuramente ne Perdinca e ne tanto meno mio padre accetterebbero volentieri la tua presenza”-“sapevo di tuo padre, ma anche Perdinca… non mi può vedere? Eppure eravamo diventati amici!”-“Chi? Tu e Perdinca? Ma se non vi siete mai conosciuti”, Xena rimase per un attimo pensierosa “Abbiamo combattuto alla guerra di Troia!”-“Ti stai sbagliando Xena, Perdinca non ha mai preso parte ad una battaglia”, in quel momento Xena capì che anche il cambiamento di Perdinca era legato alla partenza di Olimpia.
Non aggiunse altro “Come vuoi Olimpia, addio e cerca di perdonarmi se non ti ho aiutato a realizzare i tuoi sogni” Olimpia le sorrise e Xena uscì dalla casa.
Montò a cavallo e si allontanò.
Dopo qualche metro venne raggiunta da Atos “Prima che tu te ne vada, posso farti vedere una cosa, Xena?”-“Ma certo” .
Atos portò Xena dentro la foresta, scesero da cavallo. Atos prese una sacca dentro una corteccia di un albero “guarda…questi sono tutti i viaggi che mia madre ha fatto con te,ovviamente con la sua fantasia”-“ma sono delle pergamene perché le tieni qui e non a casa”-“Perché l’ultima volta che mio padre si è arrabbiato ne ha strappato alcune”-“Immagino che non voglia che tua madre sprechi il suo tempo a scrivere …”-“Si, troppe volte l’ho trovata in lacrime, ma le ho promesso che quando sarò grande la porterò da per tutto”-“Sei proprio un caro ragazzo lo sai?”-“Tieni, questa lettera è per te”-“Grazie”-“Adesso devo tornare da mio padre, mi ha fatto piacere conoscerti Xena. Mia madre aveva ragione nel dire che sei una donna bella come una dea” il ragazzino le sorrise e si allontanò, scomparendo tra gli alberi.
Xena s’incamminò ritrovando la via principale. Aprì la lettera, continuando a camminare accanto ad Argo “Mia madre mi ha detto che da oggi, diventerò una vera donna e che il mio scopo sarà quello di rendere felice il mio sposo. Diventerò madre donando la vita ad altre creature e mi sentirò fiera e orgogliosa di me stessa, perché sono una donna e questo è il mio scopo di vita. Allora perché mi sento così male, così persa, perché mi guardo allo specchio e non vedo la felicità di cui parla mia madre, perché… non volevo questa vita. L’avrei voluta diversa, piena d’avventura, piena di pericoli. Avrei potuto conoscere tante persone, tanti posti. Sarei diventata una donna coraggiosa una donna pronta ad aiutare il prossimo e chissà quante persone sarei riuscita a salvare. E avrei soprattutto imparato a conoscere lei, che si è rifiutata distruggendo così…” Xena si fermò “I miei sogni, i miei desideri. Vorrei tanto che ci ripensasse e tornasse indietro ma non accadrà questo lo so, sono una persona insignificante e nessuno farebbe mai una cosa del genere per me . Il mio sogno sta per spengersi, ma non voglio rinunciare ad una piccola speranza, di vedere la mia Xena tendermi la mano e farmi salire sul suo grande cavallo e portarmi con se, per un viaggio meraviglioso. Ti prego Xena non mi lasciare, portami con te” .
Richiuse la lettera e pensò tra se “Devo tornare da lei, parlerò con Perdinca e l’aiuterò ad essere un uomo più sensibile e premuroso” salì in groppa ad Argo e partì.
Dopo qualche km si ritrovò nello stesso bivio di prima, si fermò cercando di capire come aveva potuto non accorgersi di aver fatto il giro, ma non voleva perdere altro tempo, scelse la stessa via di destra e dopo qualche metro Argo cominciò a zoppicare “Ma che ti succede” il cavallo si spaventò ed incominciò ad indietreggiare, tornando al punto di prima.
In quel momento Xena si accorse che non zoppicava più “Ma che diavolo sta succedendo!” incoraggiò Argo a rifare lo stesso tragitto, ma accadeva la stessa cosa, Xena scese da cavallo, ma lui ritornò indietro impaurito “Ok Argo calmo, non è niente stai tranquillo” lo accarezzava dolcemente. Sentì dei rumori ed una carrozza avvicinarsi.
Si fermò davanti la guerriera, lo sportello si aprì e la persona che scese non sorprese più di tanto la donna “Lo sapevo che centravi tu in questa storia, Sascia!”-“Xena, ti vedo in ottima forma, come stai?”-“Potrei stare meglio se tu mi lasciassi in pace”-“Ma sbaglio o ti servono delle risposte”-“Certo ma non credi di aver esagerato?”-“Quello che hai visto non è dipeso da me. La vita che hai appena vissuto è frutto della tua scelta, non puoi migliorare la situazione, il Perdinca di questa vita è ben diverso da quello che hai conosciuto tu”-“hai fatto tutta questa strada per dirmelo?”, Sascia alzò il braccio e Xena vide scendere dal cielo la colomba che regalò a Olimpia “Sono venuto perché Olimpia ha chiesto il mio aiuto”-“Vuoi dire che è in pericolo?”-“E’ in pericolo perché lei sa che tu vuoi cambiarle la vita. In questo momento, tu puoi farle continuare a vivere la vita che ha sempre desiderato avere acconto a te, oppure farle vivere quella che hai appena vissuto. Non siamo noi a decidere per gli altri, sono gli altri che decidono per se stessi, nonostante i problemi che possono incontrare” Xena guardò le due strade che le stavano di fronte “Sta a te ora decidere per lei”.
Guardò di nuovo le due strade, quella di destra o quella di sinistra?
Xena si voltò e guardò Sascia sorridendo, montò a cavallo “ho deciso e questa volta non avrò nessun ripensamento” Argo incominciò a galoppare per una decina di metri, poi Xena lo fece voltare verso Sascia “che fai… stai venendo al villaggio o torni in Egitto?!”-“Dopo tutti questi giorni di viaggio, vorrei tanto vederla, che dici!”-“certo hai ragione, ci vediamo al villaggio”-“Aspetta Xena”-“Cosa c’è?”-“hai fatto la scelta giusta, se avresti scelto la via opposta saresti morta”-“E per quale motivo?”-“Senza Olimpia tu non avresti mai avuto la forza necessaria di voler tornare a vivere” Xena si rese conto che Sascia diceva la verità “Lei è la tua speranza di vita, come del resto tu lo sei per lei” Xena sorrise euforica dal desiderio di tornare dalla sua donna “Ci vediamo, amico” Argo liberò tutta la sua voglia di correre più veloce, sentendo la gioia della sua padrona esploderle dentro. Sascia sorrise e mentre stava per risalire in carrozza, un energia negativa lo fermò “Corri Xena, corri più veloce che puoi, perché Olimpia… adesso… è veramente in pericolo”.


IN UN ALTRO MONDO

Finalmente il tempo è mio amico, sto riprendendo possesso delle mie mani. Riesco a sentire la sensibilità delle mie labbra. Ma qualcosa mi turba, una voce di donna sento accompagnare i miei momenti di silenzio, ma il più delle volte la sento piangere e non posso aiutarla….





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