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I giorni dell’amore e della gloria

Di IPPOLITA

XII Parte

MENTRE LA STORIA AVANZA.

"IO vi amo come bisogna amare: nella disperazione"

"Ed io non sono che il lato oscuro di una vita in cui la luce è coscienza del mio amore"

(BOUSQUET)

Marco e Renato guardavano esterefatti il ben di dio stipato nel capannone. L’infermiere

aveva confessato ad Anna dove veniva conservato tutto il materiale che lui e i suoi complici sgraffignavano per poi rivenderlo al mercato nero. Renato Fontana era il medico più giovane dell’ospedale, un promettente ginecologo, snello, nervoso, i suoi occhi erano scuri e penetranti, un bel ragazzo serio e coscienzioso, si sarebbe buttato nel fuoco per la dottoressa Sanzio. Era stato riformato alla visita militare perché lievemente claudicante, il segno di una ferita che gli aveva inciso la carne e il cuore per sempre. "Marco, io ho l’elenco di Anna". "Ne ho una copia anch’io-rispose Marco carezzandosi la barbetta fulva- ci sono le famiglie e le persone bisognose della città

a cui faremo arrivare il cibo"- "Prima di tutto all’orfanotrofio, Anna è stata perentoria".

I due amici cominciarono coscienziosamente a organizzare le provviste, l’inverno di guerra era interminabile, ma anche stavolta la popolazione di Montesangioioso sarebbe riuscita a sopravvivere. Renato ad un tratto si fermò, i suoi occhi s’illuminarono: snella, fiera, strafottente, la bella Magda Sanzio si stava avvicinando ai due uomini. "Ehi, avete bisogno di una mano? Renato ti vedo piuttosto preso da quelle forme di prosciutto!" Renato sorrise arrossendo, era un giovane sicuro di sè, schietto, ma, forse perché ne era innamorato e non riusciva a capire se i suoi sentimenti erano contraccambiati o a causa della sua sferzante ironia, quella donna aveva il potere di confonderlo. "Magda, hai visto Vanessa?" chiese Marco accigliandosi. La ragazza non gli rispose, godeva di far stare sulle spine gli uomini verso i quali non nutriva una grande stima, i tipi gelosi e possessivi come Marco poi, eccitavano al massimo il suo sadismo mentale. "Vanessa? Oh, sì, stava prendndo un caffè con Belisario, sai, il figlio del notaio, sembra che avessero molte cose da dirsi, ma forse è solo una mia impressione!" Marco la fissò contrariato, stava per chiederle ancora altro quando Anna fece il suo ingresso nel capannone, dietro di lei, strisciante, l’infermiere Sorciano. "Bene, vedo che siete già al lavoro, Magda, già che sei qui aiutami a preparare i pacchi per i bambini e le suore"- "Lo sapevo, adesso è arrivata lei, l’unica, l’inimitabile, la divina e che fa? Comincia a dare ordini a destra e a manca!"

"Dò solo un senso al tuo bighellonare. A proposito, non dovresti essere a scuola ad....ammazzarti di lavoro?" "Oggi è il mio giorno libero, anzi, avevo un appuntamento con una mia amica, la mia nuova collega di lettere, ma pare che le sia capitato un impegno all’improvviso!" replicò di malumore la giovane. "E’ forse giovane, bionda, molto carina?" replicò Anna con una certa allegria-"La descrizione corrisponde alla perfezione"- "Beh, allora l’ho incontrata da poco, raccomandale di essere più prudente!" Magda sentì una punta di fastidio e stava per dire qualcosa quando la camionetta dei carabinieri piombò nel capannone, il maresciallo Rapagnetti ne discese con una certa fretta e si fece avanti rispettosamente verso la dottoressa,nel frattempo Marco, Renato e lo stesso Sorciano stavano ancora confezionando i pacchi di viveri destinati alle famiglie della città.Il maresciallo

esaminò attentamente la lista, poi dando un’occhiata sospettosa all’infermiere:" Da chi avete saputo che c’era questa...dispensa, dottoressa Sanzio?" "Il mio informatore è un tipo discreto, rispose prontamente Anna, ma non preoccupatevi, gli sciacalli ormai sanno d’essere tenuti d’occhio:" "La cosa più importante adesso è distribuire questi viveri, i bambini del paese sono allo stremo" disse Marco. La camionetta si avviò per la prima distribuzione.

XIII

LA RABBIA E LA SOLIDARIETA’

IL colonello Wolf Mayer era fuori di sé. Passeggiava per tutta la stanza agitando il frustino come a voler colpire l’oggetto del suo livore." Quella donna, perché non si limita a fare il suo lavoro? Perché deve mettermi continuamente il bastone tra le ruote?" Il suo uditorio, il tenente Jungermann, la sua segretaria Inge e infine il capitano Klaus Troelscht, lo guardavano tra il preoccupato e l’infastidito. "Puoi neutralizzarla se vuoi- interloquì Inge, socchiudendo i suoi gelidi occhi celesti- offrile qualcosa in cambio della sua complicità" "Che cosa? Tu che mi suggerisci?" "Forse di spartire con te il potere" intervenne Klaus. "Non le interessa, anche se con il suo carisma potrebbe facilmente portare la gente dove vuole".

"Già, Anna Sanzio è una donna decisamente fuori dall’ordinario, le basta un’occhiata per capire come è una persona, i suoi pregi, le sue debolezze e anche come medico, vi ricordate come ha salvato la vita al Generale Von Screben..." rifletteva ad alta voce Ernest Jungermann. "Grazie tante, amici miei, siete davvero portentosi, come farei senza le vostre incredibili intelligenze?" sussurrò furioso Mayer-"Lo volete capire che mi state dicendo delle cose che so gia?" urlò, "Voglio un suggerimento sensato, dobbiamo tenerla lontano dai nostri affari ma senza nuocerle. Anna mi piace. La voglio. Quello stupido del conte non la merita, tuttavia, non possiamo più permetterci d’averla nemica. Ecco la questione!" "Per me- disse Inge- la lusinga è l’unica strada, darle ad intendere che abbiamo a cuore il benessere della popolazione" "E, proseguì Klaus- fingere di tenere in maggior conto l’autorità del conte Valerio di cui è pateticamente innamorata". Wolf girò i suoi occhi neri, acuti, infossati, dall’espressione grifagna, verso il giovane, il suo volto pallido assunse una fisionomia addirittura benevola e gli sorrise, Klaus sentì un senso di calore, finalmente qualcuno mostrava d’apprezzarlo. "Bene, amici, disse Wolf, comincerò proprio da stasera, sono a cena dai Sanzio.A proposito, quell’idiota di Sorciano, eliminatelo...un incidente." "Ma, come faremo a procurarci la...merce?" disse cautamente Klaus- "Per le medicine da rivendere al mercato nero e per la morfina non preoccuparti, con Anna dalla nostra parte non avremo più problemi!" Rispose sicuro Wolf- "Ma se per caso il tuo piano non dovesse riuscire?" s’intromise Inge- "Ci penseremo al momento, quello sciocco infermiere sa troppe cose e la nostra affascinante dottoressa conosce troppo bene l’arte di manovrare un uomo a suo piacimento! Non dobbiamo dolerci della sorte di Sorciano, gli esseri come lui vanno soltanto utilizzati e poi buttati via...anzi, tutta questa gente ha senso unicamente perché ci permette di forgiare il nostro nuovo mondo: Il terzo reich!" Così detto i quattro soci si separarono.

 




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