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Il pugnale di Tax!

di Aurora


Il luogo della vicenda non è di mia invenzione; è preso dal romanzo "L'ultima Amazzone" <libro, a mio parere, bellissimo, che consiglio a tutti> di S. Pressfield.
TIMELINE: dopo "Il ritorno della Principessa", ipotetica settima serie (se riuscirò a completarla!!…Si presume, quindi, che la nostra Principessa sia tornata in vita).
Un urlo agghiacciante.
- Marte!! -
- Ti amo Xena…Addio…-
Xena si svegliò in un bagno di sudore. Messasi a sedere, rimase ansimante, gli occhi fissi nel vuoto. Tra le mani stringeva la pelliccia che la ricopriva ancora per metà. Allentò lentamente la presa e si alzò. La testa le girava, si portò una mano alla fronte e cominciò a camminare dirigendosi verso la foresta.
- Marte! - sentì la sua presenza - Marte, appari! - eccolo: Xena distolse lo sguardo.
- Salve Xena. A cosa devo questa visita? -
- Sono qui per parlarti…-
- Sentiamo. -
- La prima e la seconda volta non credevo fosse opportuno avvertirti, ma, dopo la terza notte che ripeto lo stesso sogno… ho pensato che fosse il caso di chiederti spiegazioni: tutto ciò che ricordo è un'immensa radura. Da lontano scorgo qualcuno. Mi avvicino, sei tu, ferito. Ogni tentativo di salvarti risulta vano… - Xena posò i suoi occhi blu sul dio che distolse prontamente lo sguardo.
- Sai Xena: per quanto tu possa desiderare la mia morte, ciò non può accadere - fece per scomparire.
- Aspetta… - il volto di Marte era teso e nervoso - Tu hai paura… Cosa c'è che non mi dici? -
- Non c'è nient'altro da dire. -
- Va bene, vorrà dire che lo scoprirò in altro modo. - lo guardò scomparire, poi, si dileguò nell'oscurità.
Scrisse poche righe per informare Olimpia; prese Argo e lo spronò tra gli alberi, molto più simili a scheletri, in quella notte autunnale.
- Venere - Xena si trovava, ora, nel suo tempio - Venere! - al terzo richiamo, la dea si materializzò accanto all'altare.
- Xena! Non che io non sia contenta di vederti, ma… che ci fai qui? -
- Salve Venere. Arriverò subito al punto: c'è la possibilità che un dio possa perdere la sua divinità? - la dea sembrò sorpresa.
- Non mi risulta… perché mi fai questa domanda? -
- Sono tre notti che ripeto lo stesso sogno: Marte è ferito, cerco di aiutarlo, ma muore. -
- Che cosa?! - rimase un attimo pensierosa - Hai detto ferito, non che non avesse più poteri, vero? -
- Questo è ciò che ho sognato. -
- No, non può essere! -
- Cosa? -
- Si dice che esista un pugnale, il Pugnale di Tax, che dovrebbe togliere temporaneamente la mortalità a un dio… perciò non è mai stato considerato un problema: anche senza immortalità, c'è, ad ogni modo, la possibilità di difendersi. In base al sogno che hai fatto, non mi vengono altre idee. -
- Ti ringrazio Venere! Se passa Olimpia, dille di aspettarmi ad Atene. -
- Lo farò.- Appena fu fuori, Xena rabbrividì. Saltò in sella al cavallo e partì al galoppo, nella direzione opposta.
Legato l'animale, entrò nel tempio di Marte.
- Ma chi si rivede! - il dio le si stanziò davanti, ancor prima che Xena lo chiamasse. Le si avvicinò, posandole due dita sotto il mento e fissandola negli occhi; lei scostò il viso.
- Non ho tempo da perdere; Venere mi ha parlato del Pugnale di Tax, sai cos'è, vero? -
- Si, ne ho sentito parlare - la voce del dio non era convincente e Xena se ne accorse, lo prese per il gilet.
- Se sai qualcosa, è meglio che tu la dica in fretta. -
- Ti stai preoccupando per me? -
- Voglio solo dormire in pace!… Allora? -
- Sai essere più convincente. -
- Non farmi perdere la pazienza! - il dio scosse la testa.
- Più convincente…-
- Ok, l'hai voluto tu - continuando a tenerlo per il gilet gli assestò una ginocchiata. Il dio si contrasse in una smorfia, mentre Xena, braccia ai fianchi, lo guardava trionfante.
- Ripeto la domanda: il mio sogno ha, o può avere a che fare con il Pugnale di Tax? - Marte si sedette su un divanetto respirando a fatica.
- E va bene: si ne ho sentito parlare e…-
- E…? -
- Sono stato ferito; nella terra degli Sciti. -
- Vicino al territorio amazzone…-
- E' stata una di loro. -
- Perché l'avrebbe fatto? - Xena gli si sedette accanto.
- Ho sentito dire che le poche superstiti di quella zona abbiano deciso di allearsi con lui; Tax farà in modo che la loro tribù s'ingrandisca e loro…-
- …Devono uccidere gli altri dei, in modo che lui resti unico padrone del mondo - si alzò - Bisogna fermarlo! -
- Non lo fare Xena: è una trappola; appena arriverai Tax ti ucciderà. -
- Quel pugnale va distrutto e non sarai tu a fermarmi. -
"Ma che novità!" - Non devi farlo - l'afferrò per un braccio, un attimo prima che salisse sul cavallo, attraendola a sé.
- Xena! -
- Che c'è, ti preoccupi per me?- chiese con un filo di maliziosità.
- Potrebbe anche darsi…- Xena scivolò via dalle braccia del dio e montò in sella, partendo al galoppo.
Non passò molto che il dio si materializzò alle sue spalle.
- Il cavallo non può reggere entrambi. -
- Rinuncia! -
- Mai! -
- Allora dovrà sopportare il peso - Xena rallentò un po' l'animale. Ben presto tra loro cadde il silenzio. La guerriera socchiuse gli occhi: lo stretto contatto con il corpo di lui, che seguiva il suo movimento, le dava fastidio; quel fastidio che deriva dal trattenere se stessa, dal non lasciarla andare; i dio la strinse ancor più e lei sospirò sommessamente stringendo fortemente le mani attorno alle redini, mentre un fuoco le avvampava in corpo.
- Appena raggiungiamo il prossimo villaggio, ti cerco un cavallo - disse a fatica.
- Ti do fastidio? - la voce del dio era provocatoria.
- Questa bestia non può reggere il peso. -
- Perciò non ti do fastidio. -
- Basta Marte! -
- Capelli d'oro? -
- Chi?! Ah, Olimpia: è andata ad Atene ad assistere ad una rappresentazione teatrale. -
- Xena. -
- Che c'è! -
- Ciò significa che siamo soli. -
- Smettila! -
- E va bene! -
- Quanto dura l'effetto del pugnale? -
- Una luna…Potrei usare i miei poteri: arriveremmo molto più in fretta. -
- E tu saresti ancora vulnerabile, no, non è una buona idea. -
I giorni passarono. Raggiunsero il confine con la terra degli Sciti e percorsero l'argine del fiume Tanai, aspettando la luna nuova.
Era sera.
Xena si trovava immobile, davanti all'acqua cristallina; la guardava scorrere, sempre uguale, senza ostacoli; la sua testa era immersa in un mare di pensieri. Per tutti quei giorni aveva resistito a Marte…sarebbe ancora riuscita a farlo?
Qualcuno alle sue spalle gettò un sassolino nell'acqua; questa s'increspò. Xena si riscosse, si voltò; eccolo, imponente, in tutto il suo fascino.
- Tutto bene? -
- Stavo pensando. -
- A Tax? -
- Sì. Domani andrò ad ispezionare il luogo. -
- Ma mancano due giorni alla luna nuova. -
- Non ho intenzione né di attaccare, né di essere attaccata; voglio solo controllare il posto - Marte le prese le mani tra le sue.
- E' troppo rischioso. -
- Io amo il rischio… -
- Non è il momento di scherzare. -
- Mai stata così seria - lo fissò negli occhi: ecco che la solita barriera difensiva scattava tutto attorno al suo cuore - E' ora che io vada a dormire - fece due passi indietro, ma le mani del dio stringevano ancora le sue e lui non sembrava essere intenzionato a mollare la presa. La tirò; la distanza tra loro era ormai impercettibile: le loro labbra quasi si sfioravano e i respiri inondavano il viso dell'altro; quanto avrebbe dato Xena perché le cose tra loro fossero diverse…
- Buona notte - Xena svincolò le mani da quelle del dio e si sdraiò accanto al fuoco.
Scostò un ultimo ramo, ma il sole filtrante la costrinse ad indietreggiare. Ripetuta l'azione con maggior diligenza, sbocco in una radura. Ci mise un po' a riabituare lo sguardo alla luce; davanti a lei si stanziava in tutta la sua imponenza il tempio di Tax. Un rumore alle sue spalle l'allertò: tese l'orecchio.
- Xena! Che piacere conoscerti! - la voce proveniva dal nulla.
- Tax, vero? - un sibilo maligno le confermò la sua supposizione - Si può sapere perché, voi dei con me, preferite non materializzarvi? -
- Allora Xena, che sei venuta a fare qui? -
"Quanta eloquenza…" - Sono venuta per portarti un'offerta. -
- Sei qui per la vecchia divinità della guerra Marte? -
- Hai intenzione di comparire o devo continuare il discorso al vento? - un fulmine squarciò l'aria e il dio comparve. Aveva un bel viso e un corpo scultoreo, i capelli bruni legati in una coda. In mano teneva il pugnale. Xena puntò gli occhi su di esso; mosse qualche passo nella direzione di Tax, ma questo impugnò fermamente l'arma e la puntò verso la guerriera. Lei si fermò, spostando lo sguardo dal pugnale al dio. I suoi movimenti erano lenti; Tax mosse qualche passo nella sua direzione e mise la punta del pugnale sotto il mento di lei, costringendola ad alzare il viso.
- La tua fama non è certo pari alla tua bellezza. -
- Non riuscirai a sviarmi dal mio piano - sibilò lei tra i denti.
- Bella, ostinata…potresti diventare una dea e regnare al mio fianco. -
- Ma allora è una moda di voi divinità…- Tax sembrò spazientito.
- Zitta o potrei affondare la lama. -
- No, non lo faresti - sospirò e abbassò il pugnale. Sul volto di Xena si formò un leggero sorriso - Facciamo un patto: tu mi dai il pugnale e io prometto che non ti farò niente…-
- La mia idea è un'altra - tra le sue mani comparve una catena di ferro; la fece volteggiare in aria, poi, la tirò nella direzione di Xena; questa schivò il colpo, ma incespicò e cadde a terra. Comparve una nuova catena, Tax la scaraventò su Xena che riuscì a schivarla rotolando nella polvere. La guerriera si alzò in ginocchio, ma una terza catena la colpì alla testa facendola stramazzare al suolo. Tax la legò, imprigionandola in una gabbia d'oro.
- Ma cosa…?! Ah! - Xena si portò una mano alla testa. Alzò gli occhi e scorse le sbarre che la circondavano. Tentò di alzarsi, ma una fitta alla nuca glielo impedì.
- Ben tornata tra noi - Tax le stava di fronte, le braccia incrociate e un'aria di sfida stampata in viso.
- Maledetto! -
- Oh, se te la sei presa per il colpo alla testa…era l'unico modo per calmare la tua ira furente… - Xena raggiunse le sbarre con le mani e cominciò a forzarle - Mi spiace: si tratta di una lega divina, non potrai mai uscire…a meno che non lo decida io…- Xena lo fissò con occhi di ghiaccio, minacciosa, poi, spostò gli occhi verso la foresta "Marte…Se si dirige da questa parte è…"
- Stai pensando a lui? Sì, hai ragione, verrà per salvarti e allora, io, lo ucciderò - la sua potente risata tuonò nell'aria; Xena gli sferrò un calcio tra le sbarre, ma questo lo schivò, dandole le spalle. La guerriera notò il pugnale, appeso alla cintola del dio. Allungò velocemente una mano verso di esso, lo impugnò estraendolo dal fodero e ritrasse il braccio nascondendo l'arma tra la veste.
- Adesso Xena, ti devo salutare; ho da svolgere altre questioni. -
- Fai con comodo - Xena strinse la mano sul pugnale, ma non lo scoprì, si limitò a sfiorare la lama con le dita. Provò altre volte ad aprire la gabbia, ma ogni tentativo risultò vano.
Le ore passavano e il sole stava calando; Xena stava ad occhi chiusi, nella piccola gabbia. Un rumore improvviso la fece trasalire.
- Xena! - lei scattò in piedi e il suo sguardo si posò sugli arbusti fruscianti "Marte, no!" Il dio comparve e si avvicinò alla gabbia.
- Ma cosa…-
- Marte, scappa; è una trappola! - Marte rimase immobile, gli occhi sbarrati; dalle sue labbra uscì un simbolo e un rivolo di sangue gli cadde dalla bocca. Alle sue spalle era comparso Tax.
- Nooo! -
- Sei stata astuta, Xena. Mi hai rubato il pugnale, ma…come vedi, anch'io sono astuto e, adesso, ho una divinità in meno tra i piedi. -
- Lurido bastardo! - gli occhi di Xena cominciarono a riempirsi di lacrime; sospirò, cercando di trattenere il dolore - L'importante è che la sua vita non sia stata vana… Ci ho messo un po' , ma alla fine ho compreso: il pugnale può essere distrutto solo se la sua lama raggiungerà il tuo cuore - così dicendo affondò il coltello nel petto di Tax - E questo vi distruggerà entrambi - il dio barcollo, poi, scomparì per sempre. Le sbarre della prigione si dissolsero nel nulla. Xena corse accanto a Marte.
- Marte! -
- Ti amo, Xena…Addio. -
- No, Marte…No! -
- Ormai è tardi, non puoi più far nulla per me. sono contento che sia finita così: ho potuto dimostrarti che ti amo veramente…-
- Ma avevo già capito! Non puoi…Marte! - posò le sue labbra su quelle di lui per l'ultima volta, mentre una lacrima le solcò il viso.
- Xena! Svegliati! Xena! - Olimpia la scuoteva - Xena! - la guerriera aprì gli occhi: di scatto si mise a sedere, senza riuscire a calmarsi. Si portò una mano al viso: era umido. - Hai fatto ancora quel sogno? - ignorò la domanda dell'amica; si alzò velocemente e corse verso la foresta.
- Marte! - non ottenendo risposta, un nodo le strinse lo stomaco; gridò ancora, ma la voce le si strozzò in gola - Marte! - il dio le comparve alle spalle.
- Salve Xena, a cosa devo questa visita? - Xena si voltò mentre una lacrima le scese sulla guancia.
- Allora era solo un…- scosse la testa - Sai cos'è il Pugnale di Tax, vero? - Marte la guardò stupito.
- Si…ne ho sentito parlare….-

Fine





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