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"AMORE VERO - Uno studio sul subtext in XENA WARRIOR PRINCESS"

di A. Scaglioni

QUARTA STAGIONE (1998-1999)

(seconda parte)

>>sezioni speciali>>Amore Vero


XENA CONTRO IL DISTRUTTORE

Ed eccoci al gran finale di una saga che ha occupato praticamente un’intera stagione della serie, essendo iniziata al quarto episodio della terza e terminando con una perfetta parabola al terzo della quarta. E’ la più lunga storia delle sei stagioni e quella che più di ogni altra ha segnato profondamente e dolorosamente la vita di Xena e Olimpia. L’episodio finale è così ricco di avvenimenti da chiedersi se non sarebbe stato il caso di dividerlo in due parti, infatti mai come questa volta i 42 minuti canonici appaiono in diversi momenti insufficienti. Di ritorno dal lungo viaggio che l’ha portata alle soglie dell’aldilà ed a scontrarsi con un’altra fetta importante del suo difficile passato, Xena si reca nel luogo dove ha visto per l’ultima volta Olimpia mentre precipitava insieme a sua figlia Speranza nell’abisso che le ha inghiottite entrambe. Dopo la visione ispiratele da Antinea, Xena è convinta che Olimpia sia sopravvissuta e lo comunica ad un perplesso Corilo, giunto sul luogo per deporre fiori in memoria della loro amica. Arrivati a Potidea, Xena avverte a pelle sempre più vicino il momento in cui potrà riabbracciarla e come per un desiderio improvvisamente realizzato, come se sentisse la sua presenza, si volta e scorge la sagoma di Olimpia tra la folla del mercato. L’incontro tra le due donne avviene di fronte allo sguardo incredulo di Corilo mentre Xena non riesce a smettere di stringerla a sé.

CORILO(quasi sentendosi un terzo incomodo): Già, io…ehm… oh, voi due, ehm… fate pure. Io vado a controllare i dintorni.
OLIMPIA(a Xena): Non riesco a credere che tu sia qui.
XENA: Neanche gli Dèi avrebbero potuto impedirmelo.

E tuttavia, i fedeli fans della serie non possono sentirsi totalmente tranquilli. Qualcosa nell’aria non va e presto questi sospetti si confermeranno. La zona di Potidea è teatro da qualche tempo delle sanguinarie imprese di un mostro che ha cominciato ad uccidere e smembrare per nutrirsene anche esseri umani. Si tratta del “Distruttore”, l’immonda progenie di Speranza che Xena vuole eliminare una volta per tutte. (E se il figlio di Speranza è vivo, questo significa che anche Speranza è sopravvissuta all’abisso.) Ma l’accoglienza che riceve dalla famiglia di Olimpia è piuttosto fredda e particolarmente gelida quella di Erodoto, il padre.

ERODOTO(gelido): Xena… Ci chiedevamo quando saresti arrivata.
XENA: Salve. E’ bello rivedere anche tutti voi.(…) Allora… Come sta Olimpia?
ERODOTO: Senza di te… benissimo.
XENA: Intendevo dopo tutto quello che ha passato.
ERODOTO: Dovresti saperlo… Seducendola e allontanandola dalla sua casa con le tue imprese eroiche? Riempiendole la testa con strane idee? Come sta? E’ cambiata per sempre… a causa tua.

Il padre di Olimpia non ha evidentemente mai perdonato a Xena di averle “rubato” la figlia e anche se non lo dice chiaramente è evidente che crede che Olimpia sia stata affascinata da qualcosa di più di una vita avventurosa. Intanto una trappola montata da Xena per catturare il mostro è fallita, ma ha dato un imprevisto risultato: il mostro che ha attaccato la Principessa guerriera e la famiglia di Olimpia, non ha mai neanche sfiorato Olimpia stessa, che peraltro se n’è stata a guardare senza fornire il minimo aiuto. Secondo Xena, questo può avere solo una spiegazione: quella non è Olimpia, ma sua figlia Speranza! Intenzionata a non far sospettare a Speranza di essere stata scoperta, Xena arriva dai genitori di Olimpia, proprio mentre stanno parlando di lei.

ERODOTO(a sua moglie Ecuba): Le sono grato per averci salvato la vita, ma questo non le dà il diritto di portarci via la nostra bambina.
ECUBA: Oh, tesoro… Olimpia non è una bambina. Se vuole andarsene con Xena non possiamo rinchiuderla nella sua stanza.
ERODOTO: Parlale! Cerca di farle capire l’errore che sta facendo.
XENA(sopraggiungendo in quel momento): Di che errore si tratta?
ERODOTO: Il tipo d’errore che può rovinare una vita… o distruggerla.
ECUBA(a Xena): Se stai cercando Olimpia, è uscita a passeggiare…
ERODOTO: …Senza di te.

L’ostilità di Erodoto verso Xena si taglia con il coltello, mentre la moglie sembra molto più disponibile ad assecondare la “passione” della figlia per la Principessa guerriera, e questo è uno dei risvolti sub-text più interessanti dell’intero episodio, che deve venire purtroppo necessariamente accantonato per l’accavallarsi degli avvenimenti. Speranza, che vuole evidentemente cibare il suo mostruoso figlio sta portando Leuca, la sorella di Olimpia, verso la sua tana, quando Xena che le ha inseguite, arriva in tempo per salvarla. Ormai si gioca a carte scoperte e Xena decide di non perdere più tempo e uccidere Speranza. Dopo averla seguita all’interno della foresta sta per colpirla con la spada (e qui c’è un bellissimo montaggio incrociato con Corilo che sta facendo altrettanto in un altro punto della foresta, ma noi non ce ne rendiamo conto finché le due scene non vengono chiaramente distinte e capiamo che Corilo ha incontrato Speranza, mentre…) quando il suo braccio si blocca. Lo sguardo, l’espressione non sono quelle di Speranza e questa volta Xena può riabbracciare davvero la sua Olimpia.

XENA(incredula, con la spada ancora alzata): Olimpia? Olimpia… sei tu? Oh, tesoro*. Mi dispiace, mi dispiace così tanto. ( E abbassa la spada che Olimpia sta ancora fissando spaventata e confusa, e, piangendo, l’abbraccia, mentre anche gli occhi della sua compagna si riempiono di lacrime nel vederla.) Ti ho cercata. Ti ho cercata. Avevo paura che…
*(Breve interruzione. Questa parolina che io ho segnalato con un asterisco, che in inglese suona come “sweetheart” e io ho tradotto in “tesoro”, talmente sussurrata, quasi sospirata, che solo l’orecchio super allenato di un sub-texter potrebbe udire, e naturalmente omessa nella versione italiana, a me sembra fondamentale. Nel momento in cui ritrova Olimpia, le inibizioni di Xena saltano e dalla sua bocca esce questa espressione estremamente rivelatrice e generalmente usata nei rapporti di coppia. Ed ora riprendiamo.)
OLIMPIA: Pensavi che fossi morta.
XENA: Sì.
OLIMPIA: Che altro potevi pensare?
XENA: Avrei dovuto avere fede. Tu l’avresti avuta. Avrei dovuto sapere che eri sopravvissuta.
OLIMPIA: Come potevi? Io stessa non sapevo se sarei sopravvissuta. E non sono sicura di esserlo davvero…
XENA: Siediti. Cosa è successo?
OLIMPIA: Non ricordo molto. Ricordo la caduta. Oh, ricordo il fuoco… e le rocce.
XENA(cercando di calmarla): Shhh. (Le bacia una mano.)
OLIMPIA: Ricordo speranza… urlante mentre moriva. Ho perso i sensi… e poi mi sono svegliata in quel ricovero. Apparentemente ci sono rimasta per molto tempo, e ti ho mandato un messaggio.

Questa volta l’incontro è esattamente come avrebbe dovuto essere e ci rendiamo conto di cosa ci aveva disturbato la prima volta. Speranza può avere l’aspetto di Olimpia, (e qui corre l’obbligo di rendere omaggio a Renée O’ Connor, per l’abilità con cui riesce a gestirsi nelle due interpretazioni) ma non avrà mai il suo cuore, il suo sorriso, la sua anima, e quando questa si riunisce a quella di Xena, ne nasce un’armonia difficile da definire, ma quasi tangibile, che era stata assente nell’incontro con Speranza. Tornate a Potidea, Olimpia si nasconde e Xena si reca a casa della sua famiglia. Speranza nel frattempo ha finto di essere stata picchiata da lei, e la costringe ad andarsene, con la minaccia di uccidere gli ignari parenti. La situazione precipita. Xena corre nella foresta e trova il rifugio del mostro, mentre Olimpia che ha rivelato la sua presenza a Leuca, viene scoperta da Speranza, ma riesce a fuggire in tempo per arrivare a distrarre il mostro, facendogli credere di essere Speranza e salvare Xena che sta per soccombere. Mentre il mostro abbraccia quella che crede sua madre, Xena lo trafigge con la spada. Nell’agonia, questi colpisce alla cieca uccidendo proprio Speranza appena giunta. L’incubo è finito e Xena e Olimpia, ferite e sconvolte da quel macabro finale cercano conforto l’una nell’altra.

OLIMPIA: E’ finita… ma lo è davvero, Xena? Lo credi? Non hai l’impressione che a volte… niente finisca davvero? Sai, come se… continuasse a tornare, ma indossando maschere diverse. E tuttavia sotto è lo stesso volto. Capisci cosa intendo?
XENA: Certo. Ero intrappolata in un circolo di violenza e odio. E non importa quanto tentassi di liberarmene, qualcosa sempre mi ritirava dentro… Fino a che giungesti tu.
OLIMPIA: Xena…
XENA: No, è vero. Tu parli di trovare la tua strada, ma per me sei tu la mia strada.
OLIMPIA: Come posso essere la tua strada, quando io stessa… mi sento smarrita?
XENA: Anch’io sto cercando risposte. Ma come le cerchiamo non importa… finché continuiamo a cercarle insieme…Tu ed io.

Olimpia le sorride e si siede accanto a lei, passandole un braccio intorno e appoggiando la testa sulla sua spalla. E’ un bellissimo e tenerissimo momento e aumenta il rimpianto ripensando a quanto le molte tematiche di questo episodio avrebbero potuto essere ancor meglio evidenziate se fosse stato doppio e quindi un ancor più degno finale per una grande storia.

XENA E LA FUGA DI ARGO

Abbiamo già detto come una delle caratteristiche più felici di questa serie, sia quella di riuscire a cambiare registro da una puntata all’altra, e così dopo la sofferta, ma lieta conclusione della lunghissima saga di Speranza e la sospirata riunione delle due compagne, si torna alla commedia pura con uno degli episodi più divertenti e trasgressivi, anche se ha lasciato perplesso molti fans, scandalizzati nel vedere Xena e Olimpia perseguitate da parassiti di ogni genere che provocano loro disgustose eruzioni cutanee (con Olimpia intenta a grattarsi e spellarsi praticamente per l’intero episodio), invasioni di pidocchi nella folta chioma di Xena (altrettanto occupata a spulciarsi) e violenti attacchi di diarrea che le costringono alla continua ricerca di luoghi appartati dove scaricare le viscere doloranti. In un episodio così, non è certo la trama (la ricerca del cavallo di Xena, scomparso e forse rapito) a rimanere impressa nella mente, ma le divertentissime e imbarazzanti conseguenze dei problemi sopra descritti e due pezzi da antologia con protagonista Olimpia: la sua lotta disperata per non finire divorata da un coniglio trasformatosi in una belva zannuta a causa di alcune bacche da lei usate come esca per catturarlo, nonostante Xena l’avesse avvisata sulle loro particolari proprietà, e un originale sistema di interrogatorio da parte di un Olimpia con le labbra paralizzate e sbavanti (a causa di un uso improprio di olio di semi di lino, bevuto e non spalmato sulla pelle contro l’infezione) che colano saliva giallastra direttamente sulla faccia di un disgustatissimo e terrorizzato guerriero sciita, pronto a confessare tutto purché la ragazza gli stia lontana. Nonostante un lungo bagno condiviso dalle due donne, ma tutt’altro che sensuale, il sub-text sarebbe assente, se non fosse per l’interessante titolo originale: “In Sickness and in Hell” (In malattia e all’inferno) che fa il verso alla formula del matrimonio “in salute e in malattia”, che rimanda appunto alle nozze e ci ricorda con una buona dose di ironia e sadismo come Xena e Olimpia, proprio come due coniugi siano destinate a condividere sempre tutto, diarrea e pidocchi compresi.

XENA E LA BATTAGLIA DI FARSALO

Episodio senza particolari elementi di sub-text, ma importante perché rappresenta un’ulteriore evoluzione del carattere di Olimpia. Forse per la prima volta, la giovane collabora spalla a spalla con Xena in una battaglia. La maturazione a cui è giunta attraverso le sofferenze, ma anche gli insegnamenti della stagione precedente hanno convinto Xena a non considerarla più una persona solo da proteggere e da tenere nelle retrovie ma qualcuno su cui contare davvero nei momenti di difficoltà.

E Xena decide di affidarle la difesa di un intero villaggio e il comando di un contingente di uomini nella sua battaglia per impedire che la lotta intestina tra Cesare e Pompeo possa portare la distruzione in Grecia. All’inizio, Olimpia sembra spaventata all’idea di assumersi una simile responsabilità, ma poi farà la scelta giusta e riuscirà a portare a compimento la sua missione e il piano di Xena, anche se a prezzo della vita di un loro alleato, padre e sposo, sacrificatosi per salvare la sua famiglia e il suo villaggio. E Olimpia sconvolta ottiene il conforto della sua compagna.

XENA: (…) Ho visto così tanti cambiamenti in te… Cose che non mi sarei mai aspettata… Ma per quanto difficili siano stati, devi sapere che hanno una ragione. Tutto ha una ragione. Altrimenti quale sarebbe lo scopo? Stavo chiedendomi la stessa cosa quando ti ho incontrata per la prima volta.

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