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Sweet dream in my life

di Lady_ghiaccio


Genere: Alt
Ambientazione:Canada nei pressi di Vancouver/giorni nostri
scritto da: Lady_ghiaccio
Disclaimer: I personaggi di Xena e Gabrielle appartengono alla MCA/Universal Renassiance Pictures; ma sono adattati e visionati per questo mio racconto, con il quale non intendo infrangere alcun copyright. Il racconto è stato scritto per puro divertimento, e senza scopo di lucro.
N.B. In questa storia viene ampiamente trattato una rapporto tra persone dello stesso sesso,se ciò vi disturba o in qualche modo vi offende non proseguite la lettura.

Ringraziamenti:
Questa storia è stata scritta dopo la pubblicazione di Take me away che se non avete ancora letto vi inviterei a farlo (potete trovare il racconto su Xandrella.com oppure richiederlo inviandomi una mail a P.antares@virgilio.it) In queste righe che seguono vorrei ringraziare tutte le xenite che dopo aver letto Take me away mi hanno contattato via mail dandomi i loro pareri e i loro preziosi consigli,che oggi mi hanno spianta a creare quest’altra opera. Spero tanto che la lettura sia di vostro gradimento.Ci tengo a precisare che le vostre considerazioni sull’opera per me sono fondamentali,vi chiedo cortesemente di contattarmi a P.antares@virgilio.it per dirmi cosa vi ha colpito di più e cosa invece non vi è piaciuto.Vi aspetto e vi ringrazio ancora, se è nato questo sequel è soltanto per merito vostro!

dediche:
Vorrei dedicare questo racconto ad una lettrice in particolare,una persona dolcissima che ho conosciuto via mail.Per questioni di privacy non divulgo il suo nome,ma posso assicurarvi che è una persona stupenda.Purtroppo viviamo in due città distanti fra loro,ma tra noi è nato comunque un sentimento speciale.Sei la mia stella dolce poetessa!
P.S. i personaggi che interpretano il seguente racconto sono gli stessi di Take me away anche se in ruoli e situazioni diverse.


TITOLO
1.1 Apparsa dal nulla
La ragazza dai capelli neri si trovava nel campo di grano intenta a cercare il suo braccialetto d’argento -è come cercare un ago in un pagliaio-pensò. Immersa nei suoi pensieri continuava a scrutare attentamente fra le spighe.Una goccia d’acqua bagnò il suo volto e fù allora che la ragazza si accorse che stava iniziando a piovere.
Il fratello affacciato alla finestra la chiamava a gran voce

C:Xena?coraggio vieni dentro,sta arrivando un temporale!

X: Arrivo,arrivo.Cavolo ci tenevo a quel bracciale!
C: Non vorrai beccarti una bronchite per un bracciale!
X: No tanto tu me ne comprerai un altro vero?
C: Ho un'altra scelta?
X: No.

La sera non tardò a venire e con essa anche il temporale. L’orologio segnava le 22:30.Xena era sdraiata sul divano,il suo sguardo era rivolto nel vuoto.Erano già sei mesi che il sorriso le si era cancellato dalle labbra.
Nervosamente faceva roteare una collanina fra le mani pensando e ripensando a cosa l’avesse fatta
cadere in quello stato -non si va in depressione senza un motivo!cos’è che ti a ridotta cosi?- Quante volte le avevano fatto quella domanda,ma lei non sapeva contrapporvi una risposta.Quante energie sprecate a scrutarsi dentro,quanta fatica per risalire in superficie -tutto inutile!Orami è finita per me-Quasi senza rendersene conto aveva pronunciato quella frase ad alta voce,poi la sua attenzione fù catturata da Clarck e Megan che si stavano dirigendo verso di lei.
M:tesoro non stare qui,coraggio vieni su con noi
C:ti va di ascoltare un po’ di musica?

Improvvisamente Xena ebbe un sobbalzo e il suo volto si velò di paura.

M: Ehi che c’è?
X: L’avete visto anche voi?
C: Cosa?
X: Clarck ho visto un ombra fuori.
M: Un ombra?
C: Ma dai sarà stato il vento.
X: No,no sembrava un uomo.
C: Ok vado a dare un occhiata.
X: Io vengo con te.
M: Non vorrete lasciarmi qui!mi aggrego anch’io.

Con il cuore in gola i tre ragazzi si diressero fuori uscendo dal retro.Gli ombrelli aperti servivano a poco,il vento spingeva l’acqua in tutte le direzioni. Megan scorse qualcosa fra la penombra e subito dopo senti un rumore metallico.

M: Ra..ragazzi credo ci sia qual ’uno in cantina
X: Chiamiamo la polizia.
M: Potrebbe essere un ladro.
C: Calma ragazze ci penso io.

Clarck afferrò un accetta dall’armadio degli attrezzi.

X: Cosa ci vorresti fare con quella?
C: Tranquilla solo spaventarlo.
M: Ma siamo sicuri che sia un ladro,forse è solo un cane o una volpe.
X: Bene scopriamolo!

I ragazzi tirarono un sospiro e poi con determinazione e prudenza si diressero giù per le scale fino in cantina.Accesero la luce anche se quella piccola lampadina da anni appesa al soffitto non illuminava gran che.

X:Beh sembra tutto a posto.
M:Giuro io ho visto qualcosa entrare qui!
C:Forse è megl…
D’improvviso tutti e tre si paralizzarono.Immobili nella penombra della cantina,mantenevano lo sguardo fisso su quel sacco di tela posto di fronte ad essi,che avevano visto prender vita dal nulla…

C:Chi c’è la dietro?ti avverto siamo armati!

Il sacco cadde scoprendo chi si celava al suo interno.Non era una ladro,non era un animale selvaggio,era una ragazza.Aveva lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo.Un espressione angelica modellava il suo volto.Indossava una giacca jeans e un vestitino bianco corto ed attillato,non aveva le scarpe ed era bagnata fradicia.
Tremante ed impaurita osservavo le tre figure che mi si imponevano di fronte. Ero confusa e disorientata dove mi trovavo?come ci ero finita li dentro?chi erano quelle persone che fino ad un attimo prima sembrava volessero difendersi da me?Nella mia mente aleggiavano solo due ricordi:il mio nome e la mia età,il resto era un sentiero imperscrutabile un vuoto incolmabile.

C:E’ una ragazza!
M:Ma come ci sei finita qui?

Una di quelle tre figure che fino ad allora vedevo sfocate e in penombra mi si avvicinò.Aveva lunghi capelli neri e stupendi occhi azzurri.Con calma avanzava verso me.Capiva che ero terrorizzata e cercò in tutti i modi di infondermi tranquillità:anche se il suo profumo dolce ci era riuscito meglio di mille parole.

X:Ehi va tutto bene!Sta tranquilla.Io sono Xena e loro sono:mio fratello Clarck e mia sorella Megan. Tu invece come ti chiami?
A:Io mi chiamo Alisea e ho 20 anni.
X:E come sei finita qui?stavi scappando da qualcuno? ti sei persa?
A:Non lo so,non mi ricordo niente.
M:Forse è meglio che vieni dentro ti diamo qualcosa di asciutto.
X:Si fa freddo qui.Coraggio vieni!
A:Non mi farete del male vero?
C:Perché dovremmo!Vogliamo solo aiutarti.


La ragazza dai capelli neri mi aiutò ad alzarmi e assieme uscimmo dalla cantina dirigendoci dentro casa. Camminando nel prato bagnato avvertivo di nuovo quell’insopportabile sensazione di freddo,che svanì velocemente non appena mi fecero entrare nella loro confortevole abitazione.
Megan mi portò un pigiama pulito e mi preparò un bagno caldo.


X:Adesso immergiti in acqua e poi indossa questo pigiama,noi ti aspettiamo giù, fai pure con comodo.
A:Grazie,siete molto gentili
X:Sarebbe impossibile non esserlo con te!

Xena richiuse la porta lasciandomi libera di rilassarsi un po’ con l’acqua calda e si diresse giù in soggiorno dove vi erano Clarck e Megan.

C:Tutto a posto?
X:Si.
M:Poverina non ricorda niente,deve esserle accaduto qualcosa di orribile!
C:Dovremmo avvisare la polizia,ma non sappiamo la sua storia e potremmo metterla nei guai.
X:Si è meglio tenerla qui finché lei non ricorderà cosa le è accaduto.

Adesso andava molto meglio,quel bagno mi aveva rigenerata.Indossai il pigiama e mi diressi giù in soggiorno dove si trovavano quei ragazzi gentili.

A:Grazie per avermi fatto usare il vostro bagno ora mi sento meglio.
C:Siamo a tua disposizione,non preoccuparti.

Megan mi porse una tazza di latte fumante.

M:Tieni ti aiuterà a scaldarti.
A:Grazie.
X:Davvero non ricordi niente?
A:Io ricordo: il mio nome, la mia età e poi...è tutto così confuso!
M: prova a pensare cos’è successo un ora fa.Come mai ti trovavi da queste parti?La città dista da noi 20 km,qui ci sono solo pochi isolati distanti gli uni dagli altri.
A:Ricordo solo che correvo fra il grano e non sopportavo la pioggia battente,avevo tanto freddo allora mi sono rifugiata nella vostra cantina.
C: ricordi certe cose come:in che anno siamo,in quale stato ci troviamo.
A:E’il 2005 siamo in Canada,si questo lo ricordo,ma tutto quello che riguarda il mio vissuto personale mi è totalmente sfuggito.
X:Devi aver subito uno shock, forse la tua mente ha reagito così.
C:Vedrai che presto tornerà tutto a posto.
X:Adesso ti preparo il letto in camera mia, dormirai qui sta notte.
A:Va bene.

1.2 Al sicuro

Si era già fatta mezza notte il temporale non accennava a placarsi. Da dietro i vetri Megan osservava la pioggia incessante,poi lo sguardo distolto tornò al testo che stava leggendo.Al piano di sotto Clarck non avendo molto sonno eseguiva un ripetitivo zapping in tv,pensando che era meglio mettere un dvd.Xena invece era in camera sua,in mia compagnia.
La stanza di Xena era la piu grande della casa e non a caso la più carina:una finestra in legno con tendine semitrasparenti si affacciava direttamente al campo di grano,due mensole piene di peluche ravvivavano la parete, una scrivania tutta rosa ospitava il computer e tante penne colorate, e per concludere l’immancabile letto pieno di cuscini variopinti.

X:Spero sia comodo il letto che ti ho montato,sai sono anni che non dormo più su quel materasso.
A:Starò benissimo.Voi tre vivete qui da soli?
X:Si i nostri genitori sono sempre in viaggio,sono due archeologi.Prima da bambini eravamo costretti a seguirli e cosi ci toccava spesso e volentieri cambiare città,cambiare scuola e lasciare gli amici.Adesso siamo cresciuti e sappiamo badare a noi stessi, quindi abbiamo preferito stabilirci qui in Canada.
A:Avrai girato il mondo allora!
X:Devo dire che ho visto molto:gli Stati uniti,l’Australia,la Grecia,l’Italia,la Spagna ecc ecc.
A:Ch’issa se io ho mai visitato questi posti.
X:Beh è probabile.Non ricordi almeno il volto di qualcuno:un tuo caro, oppure un nome?
A:Purtroppo no . I miei ricordi iniziano da quando mi avete trovata nella vostra cantina.
X:Vedrai che col tempo ricorderai.
A:Da quanto vivete qui?
X:Tre anni,prima vivevamo in Nuova Zelanda.Mio fratello era venuto qui in vacanza con un amico e ha deciso di restare avendo trovato un posto in una società di telefonia.Dopo tre mesi nemmeno a farlo apposta nella stessa società si liberano due posti,allora io e Megan ci siamo tuffate.Morale della favola:noi tre viviamo qui e i nostri genitori continuano a vagabondare fregandosi dei figli.
A:Capisco.Mi dispiace solo non poterti dire niente di me,tu mi hai raccontato la tua vita e io invece…
X: Beh non c’è solo il passato da raccontare,puoi anche parlarmi del tuo presente…cosa provi in questo momento.
A:In questo momento mi sento molto a mio agio con te,sei stata cosi premurosa nei miei confronti, e poi non so come ma… mi ispiri familiarità.
X:Se ti dico che anch’io ho provato lo stesso non appena ti ho vista mi credi?
A:Certo perché non dovrei?Sai è strano,ma è come se io non fossi finita qui per caso,come se avessi deciso io di venire…ma perché avrei dovuto farlo se non vi conoscevo?


X:Io..io questo non lo so,però adesso sei qui al sicuro e sono felice di averti potuta incontrare…
A:Sei fortunata ad avere una stanza cosi carina tutta per te!
X:Fortunata?Beh si effettivamente lo sono…
A:I tuoi occhi mi sembrano tristi,c’è una grande sofferenza dentro te,non è vero?

Xena rimase perplessa da quell’affermazione.come aveva potuto una misteriosa ragazza che conosceva si e no da due ore scrutarla cosi nel profondo?

X:E tu come fai a saperlo?
A:Non lo so io lo avverto,e come se qualcosa ti avesse rubato la gioia di vivere e tu hai perso il cammino per ritrovarla. Scusami.Forse sono stata troppo invadente,magari ho detto un mucchio di sciocchezze
X:No…no non è affatto cosi!Tu hai capito tutto invece!sono mesi che non sorrido più.
A:Perché?
X:Non lo so…tutti continuano a ripetermi che non ho motivo di stare in questo stato ed effettivamente hanno ragione.Voglio dire…oggettivamente non vi è nulla nella mia vita che non va:ho una sorella ed un fratello che mi adorano,un buon lavoro,una bella casa,ho ottenuto l’indipendenza che sognavo però…non lo so cos’è che mi far star male.Non vorrei sembrarti una stupida viziata,che ha tutto e vuole ancora di più.
A:Non mi sembri affatto una stupida viziata. Ascolta,si è vero non si ci deprime senza una giusta causa,ma il fatto che tu non riesca a capire quale essa sia non vuol dire che non esista.
X:Forse un giorno capirò.Che ne dici di andare a dormire?

A:Ok.buona notte allora e grazie ancora!

Xena spense l’abat jour sul comodino,io mi sdraiai sul letto rilassando tutti i miei muscoli,dopo cinque minuti ero già tra le braccia di Morfeo.
Xena si sdraiò nel suo letto con molta calma per non fare rumore,non voleva svegliarmi.Dopo essersi sdraiata volse uno sguardo al mio volto addormentato.

X:Come sei bella!Lo sai che sei proprio un mistero?Ma da dove vieni?Dov’eri diretta?Chi sei?Ma soprattutto che cosa hai fatto al mio cuore?


La porta della stanza di Xena si apri facendo entrare uno spiraglio di luce proveniente dal corridoio.Xena ancora sveglia si porto una mano agli occhi disturbata dalla luce,poi si accorse che sua sorella stava entrando. Megan richiuse la porta alle sue spalle e si diresse verso il letto di Xena in punta di piedi,non voleva fare rumore.

M:Tutto bene?si è addormentata vedo.
X:Si per fortuna,credo sia molto stanca.E’ bella vero?
M:Ti piace?
X:Si è una bella ragazza.
M:Ha telefonato la mamma poco fa.
X:Ah si?allora si ricorda di avere tre figli!
M:Veramente ha chiamato perché voleva un indirizzo è-mail
X:Non mi sorprende. D’altronde di noi non le è mai importato nulla!
M:Prima credevo che fosse solo nostro padre l’insensibile:quello a cui non importava niente del nostro disagio ogni qual volta dovevamo trasferirci,ora invece mi rendo conto che sono uguali.
X:Fa male lo so,ma adesso è acqua passata.Siamo stati in grado di crearci una vita nostra,non abbiamo più bisogno di loro.
M:Infatti.Ok adesso dormi che è tardi.Domani voglio vederti sorridere!
Megan diede a Xena un bacio sulla guancia e poi si diresse verso la porta.
X:Notte sorellina!
M:Buona notte a te!


Il mattino arrivò velocemente,portando con se un vento freddo.
Clarck scese in soggiorno e preparò la colazione,erano già le otto in punto.

C:Megan?Farai tardi di nuovo!
M:Arrivo!

Megan scese velocemente le scale,era già pronta per andare al lavoro.Con un gesto veloce si raccolse i capelli alla nuca e poi diede il buongiorno al fratello.

C:Sei bellissima sta mattina!
M:No,sono solo in ritardo.

La voce di Megan mi svegliò e così mi diressi anch’io al piano di sotto. Com’era bella quella casa!La sera precedente ero talmente confusa da non rendermene conto.Mentre scendevo le scale che portavano in soggiorno sentivo la moquette soffice accarezzare i miei piedi e poi un profumino invitante provenire dalla cucina.

A:Posso?
C:Certo vieni pure,stavo preparando la colazione.
M:Ciao, dormito bene?
A:Si,adesso mi sento molto meglio rispetto a ieri sera.
C:Xena?
A:Passi tutta la mattina a chiamarle?
C:Si,se non fosse per me farebbero sempre tardi.
M:Come no!Quando imparerai che le migliori donne si fanno attendere?
C:Appunto,le migliori donne,non tu.
M:Antipatico!
X:Uno a zero per Clarck

Xena si era svegliata e ci aveva raggiunti in cucina.Non appena la vidi provai nuovamente quella strana morsa allo stomaco,che aumentò quando mi si avvicinò chiedendomi con molta dolcezza se avevo riposato bene.

Clarck sfornò i cornetti caldi servendoli, a quel punto ci sedemmo tutti a far colazione.
M:Io oggi esco un ora prima dal lavoro,Xena forse ne possiamo approfittare per andare al centro commerciale,sei libera oggi giusto?
X:Si sono libera,vengo a prenderti io.
A:Forse qualcuno da qualche parte mi starà cercando.
X:Si è probabile.
A:E adesso cosa devo fare?dove devo andare?
X:Da nessuna parte.Questo deve essere l’ultimo dei tuoi problemi,puoi restare a tempo indeterminato.

1.3 Ricordi confusi

Ci trovavamo al centro commerciale Galaxy future passeggiando indisturbate nel reparto abbigliamento.Mi guardavo incessantemente intorno,cercando faticosamente di trovare:un volto,un luogo,qualcosa insomma che mi aiutasse a ricordare chi ero,ma..niente niente da fare.Non era una situazione piacevole e di tanto in tanto guardavo Xena: non so come ma il suo volto credevo di conoscerlo da sempre.
Un uomo tarchiato con una giacca in pelle marrone un po’ usurata, sembrava seguirci da qualche minuto.Il suo aspetto non era molto rassicurante,aveva l’aria di un serial killer.Prima si era limitato a venirci dietro senza dare troppo nell’occhio mimetizzandosi tra la folla,adesso preso quasi da una furia impetuosa mi si parò davanti bloccandomi il passaggio.Alla vista di quell’uomo un flascback mi travolse:ero in un luogo buio e pioveva,io bagnata sotto la pioggia tenevo un oggetto in mano. La voce rauca di quell’uomo mi distolse dal mio ricordo e mi riportò alla realtà.


U:Ma dove ti eri cacciata Esperia?
A:Chi sei?
U:Piantala di fare la stupida ora! Verrai punita per quello che hai fatto!
A:Io non mi chiamo Esperia e non ho idea di cosa stai parlando.
U:Ah no?adesso ti aiuto io a rinfrescarti la memoria!E ringrazia il celo che non stai già marcendo in prigione!
A:In prigione?perché dovrei andare in prigione?
U:Senti carina adesso mi hai proprio stufato!Nessuno di noi due dirà alla polizia quello che è successo,ma ti rammento che siamo nella merda fino al collo,e se io finirò all’inferno tu mi seguirai.Sono stato abbastanza chiaro?Adesso aiutami ad occultare la misfatta!
A:Te lo ripeto per l’ultima volta:io non so chi sei,non so che vuoi e non ho intenzione di aiutarti, a fare cosa poi non lo so!
U:Adesso hai oltrepassato ogni limite!

Quell’uomo mi prese con forza per un braccio ed iniziò a trascinarmi via.

A:noooo,lasciami!Lasciami io non ti conosco.Non vengo con te!Hai capito lasciami!

Megan e Xena gli si avventarono contro cercando in tutti i modi di fargli mollare la presa ma quell’uomo sembrava avere molta forza e non demordeva.Xena gli diede un calcio allo stomaco tanto forte da farlo ripiegare in due,e fu allora che in fretta ci dileguammo.
Adesso eravamo a casa al sicuro.Ero molto confusa e stavo seduta nel divano del soggiorno senza proferire parola.Xena percepiva il mio disagio,e spinta dalla voglia di alleviare la mia sofferenza mi si avvicinò dolcemente…

X:Ti va di parlare un pò?
A:Certo,siediti.
X:Sei pensierosa per quello che è accaduto oggi al centro commerciale vero?
A:Si,quell’uomo mi ha trasmesso una strana energia,non so..forse lo conoscevo..io ho avuto una visone appena l’ ho visto.
X:Che visione?
A:Ero sotto la pioggia,era tutto buio attorno a me,e io tenevo qualcosa tra le mani,ma non so cosa.
X:Quando sei arrivata qui era buio e…
A:Pioveva!
X: Forse inizi a ricordare.
A:A questo punto non so che cosa è meglio.
X:Non vuoi ricordare?
A:Vedi…ha detto che dovevo marcire in prigione,che dovevamo occultare qualcosa,e se io avessi…
X:Ehi…non devi saltare a conclusioni cosi drastiche solo perché un pazzo pervertito si è messo a delirare.
A:E se non stesse delirando?
X:Va bene:ammesso il fatto che ciò che dice sia vero,tieni ben presente che alle sue parole ci possono essere un miliardo di interpretazioni.
A:Si hai ragione,mi sento compresa da te.Come fai a capirmi cosi bene?
X:Se non sbaglio poco fa hai parlato di energia:hai detto che quell’uomo ti emanava un energia negativa.
A:Si è cosi.
X:Tu invece mi emani un energia positiva.
A:Allora l’avverti anche tu!Voglio dire è una cosa reciproca!

Il feeling tra noi due stava crescendo,i nostri sguardi si incrociarono e per un interminabile istante provammo un brivido inconfondibile.La situazione avrebbe assunto sviluppi imprevisti se la suoneria del cellulare non ci avrebbe distolte.

X:Scusami credo sia per me.
A:Tranquilla rispondi.

Xena prese il cellulare poggiato sul tavolino antistante e rispose,era la madre.Nel sentire la sua voce Xena assunse un atteggiamento freddo e distaccato,ma io sapevo-anche se non so come- che dentro lei c’era una gran sofferenza e che tanta freddezza fosse solo un meccanismo di difesa.
La madre di Xena è sempre stata una donna ambiziosa,competitiva e molto determinata a raggiungere i suoi obbiettivi.
Nonostante un simile profilo psicologico possa farla apparire come una donna forte e impavida,essa ne è tutto l’opposto.Continuamente tormentata dai suoi demoni: i complessi di inferiorità,la paura del giudizio altrui,l’ossessione di essere una perdente.La sua vita è stata sempre vissuta come una strenua competitività con se stessa,talmente spasmodica da non concedere alcuno spazio alle esigenze dei suoi tre figli.
Xena terminò la conversazione con un aria affranta


A:Tutto bene?
X:Si,ormai sono abituata al suo caratteraccio!
A:Non vai molto d’accordo con tua madre vero?
X:No.Non ti voglio affatto apparire come una che fa la vittima…voglio dire: a me non importa di chi sia la colpa,vorrei soltanto poter vedere in lei un punto di riferimento.Avrei solo voluto che fosse stata più presente nella mia vita.Pensa che ai miei 18 anni non c’era
A:Perché?
X:Riunione di lavoro!sempre e solo riunioni!Ne aveva una quando mi sono diplomata,quando ho vinto la gara di danza,quando mi hanno eletta miss autunno a scuola.
A:Sono momenti importanti me ne rendo conto. E’ cosi anche con i tuoi fratelli o è un problema che ha avuto solo con te?
X:No lei è cosi con il mondo intero!Pensa soltanto a se stessa.
A:Capisco
X:Comunque lasciando perdere questi discorsi,che ne dici se mandiamo a quel paese il mondo intero ed usciamo sta sera?
A:Si perché no
X:Ti piace ballare?
A:Molto.Avresti qualcosa di adatto da prestarmi?
X:Certo!Tutto quello che vuoi.Vieni andiamo in camera mia.





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