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UNA VITA PER DUE

di Zeta

(prima parte)

ATTENZIONE: in questa fan fiction appaiono personaggi che s'ispirano, nell'aspetto e nel carattere, ai personaggi di Xena e Gabrielle, chiarisco però di non voler infrangere nessun Copyright.
Non posso dirvi cosa contiene la mia storia perché non l'ho ancora deciso, ma vi chiedo fin d'ora di essere clementi!
Eventuali commenti, critiche, consigli potete scriverli all'indirizzo intubino@libero.it

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[capitolo 1]


Il lavoro, l'ex-fidanzato, persino gli amici… tutto cominciava davvero a risultarmi intollerabile! Non avrei saputo dire quando tutto questo era incominciato, forse però è sempre stato così, tanto che mi ero ormai convita che l'insoddisfazione fosse una costante irrinunciabile della condizione umana.

Dentro di me persisteva un senso di vuoto che nulla riusciva a colmare, ma di tutto questo il mondo sembrava non accorgersene.
La mia vita, vista dall'esterno, sembrava davvero tutto l'opposto di quello che era in realtà; ciò che la gente vedeva era una giovane donna di 26 anni, forte e determinata, certamente di bell'aspetto che, con il suo metro e ottanta, non si faceva certo mettere i piedi in testa da nessuno! Apparentemente allegra e socievole, in realtà non concedevo mai più di tanto alle persone che mi stavano attorno, la parte più vera di me era sconosciuta ai più e a me stava bene così!
C'erano momenti però, in cui anche io, Nadia "la roccia", sentivo forte il bisogno di… non sapevo nemmeno io cosa, di un sogno forse.
Avevo un disperato bisogno d'amore e nemmeno me ne rendevo conto!

Lavoravo come istruttrice di kickboxing nella palestra di Max, il mio unico vero amico; con lui ne ho viste di tutti i colori e forse, almeno in parte, gli ho fatto conoscere la parte più profonda di me. La nostra amicizia era davvero particolare, lo conobbi tantissimo tempo prima in un pub di Milano, lui, un po' brillo, ci provò con me in un modo davvero poco galante, la cosa mi dette sui nervi, una parola tira l'altra e… finì con una rissa nel locale e con noi diventati amiconi, a volte la vita è strana!
Lui divenne quella famiglia che, a causa della mia testardaggine e del mio orgoglio, persi molti anni prima, quando me ne andai di casa alla ricerca dell'avventura e di una vita spesa al massimo. Odiavo il loro perbenismo, la loro mentalità chiusa e bigotta che mi soffocava ogni giorno di più, così a 18 anni e un giorno, presi le mie cose e sparii! Non fu un bel gesto, loro mi amavano, ma non era abbastanza, non era mai abbastanza, volevo di più!

Il fato, a volte, ha davvero un modo tutto suo di venirti in aiuto quando meno te l'aspetti, tanto che spesso non ti rendi nemmeno conto che un incontro, una parola, uno sguardo, stanno per cambiare la tua vita, questo è proprio ciò che è successo a me.

Un venerdì sera Max riuscì a coinvolgermi in un'uscita a quattro. I suoi continui tentativi di trovarmi un ragazzo cominciavano a diventare noiosi, oltre che patetici, ma lui sapeva essere davvero molto persuasivo e, in più, la sua dedizione alla "causa" era quasi commovente!
In ogni caso, esattamente come avevo previsto, la serata cominciò ben presto a soffocarmi, dopo un paio di drink con il sottofondo delle continue chiacchiere del tizio di turno, mi ero già chiusa in un silenzio glaciale che, Max lo sapeva, preludeva alla mia ormai prossima dipartita.
Non deludetti le aspettative, giunta sull'orlo di una crisi di nervi, mi alzai e, rasentando pericolosamente la maleducazione, piantai tutti in asso. Max non se la sarebbe presa, mi conosceva fin troppo bene!

Finalmente libera, mi diressi verso la mia auto, era una serata limpida di fine marzo, l'aria frizzante della sera scompigliava leggermente i miei lunghi capelli corvini e mi congelava le mani. Camminavo con il naso per aria ricercando Orione con lo guardo; adoro osservare le stelle, nella mia camera da letto c'è persino una gigantesca carta stellare, la mia guida durante le romantiche notti stellate, quando mi isolo dal mondo intero alla ricerca di un angolino tutto mio.

Mi trovavo già a pochi metri dalla mia macchina quando fui portata alla realtà da un grido soffocato provenente da un angolo buio del parcheggio. Fui seriamente tentata di tirar dritto e di farmi gli affari miei, ma la mia smodata passione per il brivido, unita alla mega-dose di noia mortale che mi ero già sorbita quella sera, mi spinsero ad avvicinarmi per dare un'occhiata. Fu così che mi ritrovai, mio malgrado, a soccorrere la classica ragazzina sola e sprovveduta, caduta nella rete dei teppistelli di turno. La giovane, sebbene fosse sola, soverchiata dal numero e dalla prestanza fisica dei suoi tre assalitori e decisamente in preda al panico, ancora rifiutava di cedere di fronte al sopruso. Potevo quasi sentire il suo cuore battere a mille, i suoi occhi erano sgranati e pieni d'angoscia, ma, nonostante ciò, li vedevo scintillare d'orgoglio e la cosa mi piacque. Quella ragazza stava dando prova di grande dignità, così, nella sconfitta, risultava vincente.
La osservai per qualche istante, non potevo vederla molto bene, ma intuii la sua figura esile ed il biondo dei suoi corti capelli. Stavo lì, in piedi senza far nulla, fu necessaria una nuova e più violenta minaccia di uno dei malviventi per scuotermi!
I guai e le risse, per qualche strano motivo, mi attirano come una calamita, tanto che non di rado finisco col chiedermi fino a che punto le provochi o ci caschi dentro; fatto sta che in meno di un secondo, e forse senza nemmeno accorgermene, mi ritrovai nel pieno di una lotta furibonda con il mio solito ghigno strafottente stampato in bella mostra sulle labbra.
Il mio spirito guerriero, una volta liberato dalle catene che sempre mi sforzavo d'imporgli, esplose con una violenza forse un po' troppo eccessiva rispetto a quanto la situazione non richiedesse; impossessata dall'ardore della battaglia, non risparmiai nemmeno un colpo a tre malcapitati, tanto che, ancora adesso, fatico a comprendere se, a spingermi nella rissa, sia stato il desiderio d'aiutare la ragazza o piuttosto il puro e semplice gusto di menar le mani!
I tre erano solo dei ragazzini, molte parole e zero fatti, fecero un po' la voce grossa, ma sistemarli non rubò più di qualche minuto del mio tempo. Troppo poco per divertirmi!!!
La ragazzina non si era mossa di un millimetro e, solo dopo essermi avvicinata di qualche passo, mi accorsi che stava piangendo. Dopo aver tenuto duro ed aver ostentato un coraggio in cui lei per prima non credeva, aveva finalmente ceduto alla tensione. Grossi lacrimoni solcavano quel viso che, a causa della fioca luce, non riuscivo a mettere perfettamente a fuoco.
- Oh no! - pensai - vuoi vedere che mi tocca consolarla! -

Si era instaurato un fastidioso silenzio, lei piangeva e forse si aspettava d'essere consolata, ma con le parole sono sempre stata negata, non sapevo proprio cosa dirle! In più avevo il terrore che cominciasse a sciogliersi in mielosi ringraziamenti, Dio non lo avrei sopportato!!! Sentivo di aver esagerato e sapevo che il mio gesto, in apparenza molto altruistico, era stato dettato, con tutta probabilità, soprattutto dalla mia innata aggressività.

Fortunatamente il trambusto della breve colluttazione e il pianto di lei, attirarono l'attenzione di alcuni passanti che si avvicinarono per informarsi sull'accaduto. Una volta assicuratami che la ragazza stesse bene e avendo visto che ormai stava smettendo di piangere, approfittai della confusione per allontanarmi, cosicché, quando lei mi cercò per ringraziarmi, io ero già lontana a bordo della mia Golf.

[capitolo 2]

Lunedì mattina, possibile che debba essere sempre un dramma? Non importa cos'abbia fatto durante il week-end, non importa quanto abbia dormito o, più spesso, quanto non abbia dormito, non importa nemmeno quante birre e quanti drink abbia bevuto, conta solo che è lunedì mattina e tanto basta!
Il bello del lavorare come istruttrice in palestra è che non mi tocca il risveglio all'alba, calcolando che le 8 del mattino per me è notte fonda!
La sveglia suonò alle 9.30, avevo delle commissioni da svolgere in mattinata prima della lezione delle 15.30, ma il sonno ebbe il sopravvento su tutto, d'altra parte lo sapevo già la notte prima mentre puntavo il timer, ma decisi di fare comunque un tentativo, fallito miseramente!
Finii con l'alzarmi a mezzogiorno passato; l'aspetto da zombie, due occhiaie da paura, un mal di testa sconvolgente… va da sé che le commissioni le mandai a quel paese in favore di un bel tuffo in piscina, chi lo sa? Magari mi avrebbe dato una svegliata!
Occhiali scuri sul volto, mi trascinai fino alla palestra di Max, mentre mi dirigevo verso lo spogliatoio lo vidi nel suo ufficio, era impegnato in una conversazione con una bel ragazzo, piuttosto alto, biondo e con un bel fisico asciutto. Quando passai davanti alla porta aperta, Max mi vide, mi salutò con un cenno e con un sorrisetto beffardo dipinto sul volto.
- 'azz - pensai - l'amichetto ne ha in mente una delle sue! Ma… NO!!! Nadia, questa volta non ti lasciare coinvolgere, tanto lo sai come va a finire, no? -
Risposi con un sorriso più falso del bacio di Giuda e allungai il passo per paura che m'invitasse a raggiungerli. D'un tratto, però, mi accorsi che i due non erano soli nella stanza, in un angolo c'era una biondina. Stava seduta, calma e composta, tuttavia il suo disagio e il filo d'irritazione che trasparivano dal suo atteggiamento non poterono sfuggirmi.
- La cosa si fa più intrigante! Diventa quasi una cospirazione! -

Raggiunsi lo spogliatoio e cinque minuti dopo ero già in acqua. Mi piace nuotare, anche se il mare è decisamente un'altra cosa rispetto alla piscina.
Bracciata dopo bracciata la mente mi si libera, annego i pensieri e le preoccupazioni e, quasi per incanto, sono più leggera; finalmente sollevata dal peso che mi schiaccia e mi nega un'esistenza serena, posso sfuggire a quell'abisso che non sa il mio nome, eppure chiama me!
Ciò che mi accadde anche quel giorno, così, quando, poco meno di due ore dopo, mi decisi ad uscire dalla vasca, mi trovavo in quel rarissimo stato di grazia che mi consentiva di guardare alla vita con un filo in più d'ottimismo.
Pantaloni della tutta dell'Adidas blu, magliettina rossa, senza maniche ed abbastanza corta da lasciarmi fuori l'ombelico, capelli ancora umidi… ero pronta a spaccare il mondo!
Fu davvero un peccato l'essermi distratta, facendomi così beccare da Max, che già mi cercava affannosamente da alcuni minuti! E già, altrimenti come avrebbe fatto a mettere in pratica il suo diabolico piano?

Lo vidi che chiedeva di me a Marco che usciva dalla sala pesi, così tentai di rifugiarmi nuovamente nello spogliatoio femminile ma… nulla da fare, mi vide.

- Nadia! Eccoti finalmente! E' mezz'ora che ti cerco!-
- Mi hai trovato! Che fortuna è? - solito sorrisetto a metà tra il beffardo ed il maligno. Poi, diventando seria:
-Tagliamo corto Max, qualunque cosa sia… NO! -
Così dicendo, tentai di svincolarmi allungando il passo.
- Ma come? Non ti ho nemmeno detto di cosa si tratta! - disse lui, non mollandomi; neanche fosse il difensore di una squadra di calcio!
- Non serve che tu me lo dica, so già che non mi piacerà. Quella tua espressione divertita dice tutto, forse anche troppo! Non mi trascinerai in un nuovo appuntamento -
- Ah ecco! Pensi si tratti di questo! No, bella mia, hai sbagliato in pieno! Si tratta di lavoro, solo lavoro, nient'altro che lavoro -
- Lavoro è? - finalmente mi fermai - C'è il tranello, non lo vedo, ma lo sento! OK! Me ne pentirò ma… dimmi -

L'inghippo c'era eccome!

- Questa mattina è venuto a trovarmi qui in palestra, Gabriele, un mio vecchio amico d'università… -
- Hai fatto l'università? - intervenni io maligna.
Sapevo che Max, incalzato dai suoi genitori, aveva iniziato a studiare economia e commercio, ma non era tagliato per l'università, lo stare piegato sui libri non faceva proprio per lui, così come per me del resto! Il mondo accademico lo annoiò presto, così, donando una piccola delusione ai suoi, mollò tutto e aprì la sua palestra.
- Sei davvero la ragazza più spiritosa del mondo, lo sai? - rispose lui solo lievemente piccato - Ti dicevo… è venuto questo mio amico accompagnato dalla sua sorellina. Li hai visti no? Erano nel mio ufficio quando sei arrivata. La ragazzina ha recentemente avuto una brutta esperienza: qualche sera fa ha subito un'aggressione da parte di tre delinquenti che hanno tentato di rapinarla, fortunatamente è andato tutto bene, Sara non si è fatta nulla -
- Sara? -
- Sì, la ragazza… si chiama Sara. Non si è fatta niente, ma Gabriele è andato fuori di testa! Adora la sua sorellina e l'averla saputa in pericolo l'ha reso molto apprensivo, per questo l'ha portata qui! Vorrebbe che l'affidassi a qualcuno che le insegnasse a difendersi e, in un certo senso, a stare al mondo… -
- Chiamare una baby-sitter? - intervenni io piuttosto seccata.
L'idea di fare da bambinaia non mi allettava proprio! Per chi mi avevano preso? Se la biondina aveva bisogno di essere guidata, che si rivolgesse a qualcun altro! Sono un'istruttrice di kickbox io!
- Ma dai! Non devi fare nulla di speciale! Solo… il tuo lavoro e… che ne so, parlarle un po'! Sara non lo vuole ammettere, ma s'è presa davvero un grosso spavento! -
- PARLARLE UN PO'? Ma ti ricordi chi sono io? Ti sembro la persona più adatta a parlare con le persone? -
- Forse no, ma certamente sei la persona più adatta a darle una svegliata! La ragazzina ha preso un grossa batosta, si è improvvisamente resa conto che il mondo non è affatto come lei credeva che fosse ed ora non sa più come reagire!!! E' spaventata a morte, ha bisogno di te! -
- Certo! In più è molto carina e a te piacerebbe vederla girare qui più spesso vero? -
- Non dire scemenze! - questa volta si era irritato, forse le piaceva davvero!
- E poi, Nadia, chi lo sa? Forse la sua compagnia farà bene anche a te! In più… per te ci sarà chiaramente un extra e a me tu devi un favore! -
- Cosa? Quale favore? -
- Non ti ricordi più il modo in cui sei sparita venerdì sera? -

Aveva ragione, gli dovevo un favore! Benché l'idea non mi allettasse per nulla, fui costretta ad accettare, se non altro per dovere d'amicizia!
Mentre Max andava a riferire la riuscita della "Missione impossibile" al suo amico Gabriele, notai la biondina… come si chiamava? Sara? Sì, Sara che ritornava dal giro della palestra in compagnia di Claudia, la maestra di aerobica. La ragazzina mi vide, ma la sua reazione fu davvero particolare! I suoi occhi s'illuminarono di colpo ed un grosso sorriso si stampò sul suo volto.
M voltai per vedere a chi riservasse una tale attenzione, ma non c'era nessuno, stava proprio guardando me!
Mi venne incontro di corsa, come se temesse che scappassi via e, in effetti, era proprio così.

- SEI TU! - gridò - Non ci posso credere! Ma sì sì, sei proprio tu!
- Questa è matta! - pensai
Il mio sguardo perplesso doveva averle fatto intendere che non l'avevo riconosciuta, infatti mi disse:
- Non mi dire che non hai idea di chi sono! Te ne vai in giro a salvare le persone dai malintenzionati e non te ne ricordi nemmeno? -
Salvare? Ma salvare chi? La capivo sempre meno!
- Scusami ma… -
- Venerdì sera! - m'interruppe lei - nel parcheggio di quel pub! Non ti ricordi di aver tirato fuori dai guai una ragazzina bionda, con gli occhi verdi e tanto sciocca da trovarsi da sola negli angoli bui? -
- Cos…? Ah sì! Eri tu? -
Mi ero tanto affrettata a sparire prima che le venisse in mente di ringraziarmi, che non l'avevo nemmeno guardata in faccia! Grosso errore, se l'avessi fatto avrei evitato di ficcarmi in questa situazione!

- Sei sparita così in fretta l'altra sera che non ho fatto in tempo a ringraziarti! E' stata una bella fortuna incontrarti qui! -
- Proprio una bella fortuna!!! - pensai sarcastica
- Io mi chiamo Sara - proseguì lei - e… grazie, grazie davvero, se non ci fossi stata tu… -
- I ringraziamenti non servono, davvero! - intervenni io nella speranza di evitare inutili sproloqui e di chiudere presto il discorso, ma lei continuò:
- Dopo quella sera - proseguì lei - mio fratello è impazzito, vuole a tutti i costi che m'iscriva in questa palestra! Che stress! Hai voglia a spiegargli che non è necessario! Tu ci vieni spesso? -
- Tutti i giorni. Ci lavoro! Anzi, t'informo che da domani sarai affidata a me, quindi… ci si vede domani. Ciao -
Feci per andarmene, la ragazzina parlava troppo per i miei gusti!
Lei avrebbe forse voluto continuare la conversazione, era fin troppo evidente che l'idea del fratello non le era andata a genio e che l'avermi incontrata le dava la speranza di una nuova amicizia, ma io non ero proprio dello stesso avviso! La ragazza era carina e forse anche simpatica, tuttavia il nostro incontro era stato viziato in partenza dal mio involontario svelarle, in quello stramaledetto parcheggio, uno dei miei lati nascosti, forse proprio il peggiore. La cosa non mi piaceva, mi metteva a disagio e mi faceva sentire vulnerabile.
Non mi conosceva, ma già sapeva di me più cose di quanto non desiderassi!
Fingere con lei sarebbe stato molto più difficile, ma, proprio per questo, molto più importante.
Mentre mi allontanavo la sentii nuovamente ringraziarmi, ma il mio lavoro non era ancora iniziato, non avevo motivo di darle retta, no?

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[capitolo 3]

Martedì mattina.
Come un artista che vede i difetti della propria opera troppo tardi per potervi porre rimedio, mi alzai con la consapevolezza che per l'errore compiuto il giorno prima, o forse addirittura la notte stessa della sventata rapina, non c'era più speranza di assoluzione, tutto ciò che potevo fare era cercare di limitare i danni!
Mi svegliai ad un orario decente, il che mi permise di svolgere le commissioni lasciate indietro il giorno prima e di cercare di togliermi dalla mente il fastidioso lavoro del pomeriggio.
Tuttavia l'ora arrivò e, alle 14 in punto, Sara era già in palestra ad attendermi.

Non lo avrei ammesso nemmeno sotto tortura, ma quell'incontro mi rendeva molto nervosa. Per sbaglio ed un po' incautamente, avevo mostrato a Sara uno dei miei lati nascosti, una parte molto intima di me, la cosa mi faceva sentire debole ed in una posizione di svantaggio rispetto a lei.

Non feci nemmeno in tempo ad appoggiare il mio borsone che subito Sara mi assalì con un fiume di parole! In realtà non c'era nulla di strano in questo, stava solo cercando di conoscermi meglio, ma lo stato particolare in cui mi trovavo fece sì che, in un primo momento, tutto di lei mi desse sui nervi.
Ero arrabbiata con me stessa per via della troppa leggerezza con cui mi ero abbandonata alla violenza di fronte ai suoi occhi, ma, alla fine, fu con lei che me la presi; con lei che, in fin dei conti, non aveva nessuna colpa se non quella di essere stata un'involontaria spettatrice.
Ero ancora troppo presa da me stessa per rendermi conto dell'errore che stavo commettendo.

La lezione si prolungò per circa 2 ore, durante le quali, la giovane Sara riuscì davvero a stupirmi!
Sara, una ragazza di 20 anni, capelli biondi, occhi verdi, fisico minuto: nel complesso davvero molto carina, dovevo ammetterlo! Ottima famiglia, ottimi amici, brava nello studio… insomma, le aveva tutte per essere un autentico impiastro!!!
Ero praticamente certa di vederla crollare dopo la prima mezz'ora, ma non fu così! Tenne duro fino alla fine come già aveva fatto quella notte nel parcheggio. Certo era decisamente stanca! Io, nonostante fosse la prima lezione, non c'ero davvero andata leggera, forse, inconsciamente, volevo vederla cedere, ma lei non mi dette soddisfazione.
In più, purtroppo per me, nonostante la fatica, non smise un momento di parlare, quanto fiato sprecato!!! Alla fine, quella che nei miei piani avrebbe dovuto essere una lezione shock, lo fu davvero, ma per ME!!!
Nonostante tutto però, ancora una volta mi ritrovai a lodare la sua determinazione, in fondo era una ragazza in gamba.
Mi venne il dubbio che forse anche lei si sentisse a disagio e che forse il suo continuo parlare era proprio la sua reazione a quel disagio. Quel pensiero, per qualche strano motivo, mi fece sorridere: due ragazze, completamente diverse, nell'aspetto come nel modo di vivere, affrontano insieme una situazione particolare che si rivela essere shockante per entrambe, seppure in modi diversi. Le due reagiscono con atteggiamenti di nuovo opposti, ma che in realtà sono entrambi la risposta ad un identica emozione.
Sì, la cosa faceva ridere, eravamo l'opposto e identiche nello stesso tempo!

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[capitolo 4]

I primi giorni con Sara furono per me davvero insopportabili, ma la verità è che cercavo in ogni modo di non farmela piacere e di tenerla alla larga. Lei cercava in me un'amica, io cercavo solo di levarmela di torno, per questo mi rendevo sempre più sgradevole.
Evitavo le sue domande ed eludevo ogni suo tentativo di discussione, speravo che, vedendoci poco affiatate, Max mi facesse il favore di affidarla ad un altro istruttore.
Non fu così, Max era straconvinto che io, nonostante tutto, fossi la ragazza che faceva al caso di Sara; in più, come già avevo sospettato, nella sua mente malata c'era già il mio bel fidanzamento con Gabriele. Ma si può?

- Guarda Nadia! Gabry è venuto ad accompagnare la sua sorellina - mi disse un giorno che avevo lezione con Sara
- Caspita! Che notizia interessante! Devo telefonare al "Corriere della sera"? Questa è una notizia da prima pagina! - esclamai subito io con fare canzonatorio.
- La pianti? Non lo troverai mai l'uomo per te se continui così! - rispose lui sorridendo un po' per via della mia battuta
- In ogni caso non lo troverò certo grazie al tuo aiuto! Fortuna che non hai aperto un'agenzia matrimoniale, altrimenti… avrei proprio voluto vedere come facevi a campare con quella!!! -
Ridemmo. Sapevamo entrambi che la sua carriera da Cupido faceva acqua da tutte le parti!!!
Poi però tornò alla carica:
- Ma lo hai guardato bene almeno? E' molto carino, gentile, simpatico, ricco… -
- Max, non sapevo avessi cambiato i tuoi gusti! - esclamai io
- Ma… CRETINA!!! - rise lui - ho capito, ho capito, lasciamo perdere ok?… per ora almeno! -
Mi allontanai sghignazzando, avevo vinto la battaglia, ma lui non avrebbe mollato, su questo non c'erano dubbi!

Ad ogni modo, con Sara trovai un modus vivendi: lei si sforzava di parlare meno ed io… iniziai almeno ad ascoltarla. Certo, le nostre conversazioni continuavano ad essere a senso unico, ma, pian piano, iniziavo a sciogliermi.

Un pomeriggio la trovai stranamente silenziosa. La cosa, se da un lato dava un po' di quiete alle mie povere orecchie, dall'altro metteva in allarme il mio sesto senso, lasciandomi sospettare che la mia allieva stesse macchiando qualcosa. Se così fosse stato, non avrei avuto bisogno di fare domande, presto mi avrebbe dato lei stessa tutte le risposte!
Il tutto si rivelo però più difficile del previsto.
Sara si perse in pochi discorsi vuoti e senza senso, girò attorno al discorso prendendolo troppo alla lontana perché io potessi afferrare il punto.
Alla fine della lezione però, mi chiese di poter assistere a quella successiva
- Non mi va di andare a casa - disse - ti dispiace se ti guardo mentre fai lezione con gli altri? -
La guardai un po' perplessa, poi mi strinsi nelle spalle e andai a rinfrescarmi. Non avevo bisogno d'aggiungere altro, fin dall'inizio Sara aveva mostrato una sorprendente abilità nel comprendermi al volo, abilità che andò affinando, imparando così ad interpretare anche il mio silenzio! Nessuno c'era mai riuscito prima! Non fu quindi necessaria alcuna spiegazione per farle intendere che, per quanto mi riguardava, poteva fermarsi quanto voleva.

Mi osservò in silenzio per tutto il pomeriggio e la cosa m'innervosì! Mi metteva a disagio sentire il suo sguardo su di me, mi sentivo sotto esame! Non mi guardava per imparare una nuova mossa o una nuova tecnica, semplicemente mi osservava e basta!
Va da sé che quella di quel pomeriggio non fu proprio una delle mie migliori performance!!!
Era strano! Il giudizio degli altri non mi era mai interessato granché; non avevo mai sentito il bisogno di dimostrare niente a nessuno, se non a me stessa. Ma con lei….. con lei volevo fare belle figura!
Quando me ne resi conto, m'infuriai con me stessa, con la mia stupidità!
- Nadia, che cazzo fai!!! Ti si è annacquato il cervello? Finiscila di fare la bambina e comportati da persona seria! - Mi dissi tra me e me.
Quando però mi voltai a guardarla, la vidi sorridere, la mia piccola defaillance l'aveva divertita!
In realtà, guardandola meglio, notai nuovamente i segnali di un certo nervosismo. Forse dipendevano ancora dal suo "piccolo mistero", oppure da qualcos'altro, ma… vallo a sapere!!!

Quando, pronta per tornare a casa, presi la mia borsa e mi diressi alla mia Golf, non mi sorpresi granché nel trovare lei appoggiata alla portiera!
- Ok - pensai - o parla ora, oppure la fa finita con 'sta storia! -
La guardai e sorrisi divertita, la cosa si stava facendo anche un po' comica!
- Ancora qui? - dissi stancamente senza però smettere di sorridere
- Ti aspettavo - rispose lei imbarazzata
- Sì? Ti dirò che, grazie alla mia incredibile perspicacia, l'avevo intuito - dissi prendendola un po' in giro
Il mio sarcasmo non sciolse la situazione, anzi, se possibile, la bloccò ancora di più
- Oh no! Così non ne usciamo più! - pensai - Coraggio Nadia, fa' uno sforzo, falla parlare e chiudi l'argomento una volta per tutte! -
Così le dissi:
- Allora? Me lo dici che hai o no? -
Alzò su di me un dolcissimo guardo carico d'ingenuità. Credeva davvero di non aver lasciato trasparire lo stato d'apprensione in cui s'era trovata per tutto il pomeriggio?
Continuai:
- Andiamo Sara, non prendermi per il cu… - CALMA Nadia!!! - non prendermi in giro! E' tutto il giorno che hai qualcosa, quindi… sparala e non pensiamoci più, ok? - Troppo diretta? Forse, ma Sara aveva bisogno di una spinta e… beh, ora l'aveva avuta!
- Hai ragione - disse finalmente - qualcosa c'è, ma… dobbiamo per forza parlarne qui? -
Si guardava intorno come alla ricerca di qualcuno ed il suo imbarazzo aumentava.
Mi faceva tenerezza! Si fosse trattato di un'altra persona me ne sarei certamente lavata le mani! Ma… quel suo essere determinata, ma dolce e fragile nello stesso tempo faceva nascere in me un forte istinto di protezione nei suoi confronti.
- Ecco - pensai - un mio nuovo lato nascosto che viene a galla di fronte a lei e, ancora una volta, per causa sua! -
Quella ragazza aveva su di me un impatto del tutto particolare, ciò generava nel mio animo forze contrastanti: da un lato sentivo il bisogno di difendermi, di celarmi a colei che sentivo avvicinarmisi sempre di più; dall'altro però desideravo farmi prendere, ella mi attraeva con una forza irresistibile.
Mi nascondevo disperatamente, ma poi, istintivamente, forse senza nemmeno accorgermene, allungavo le mani per farmi trovare!

- Come vuoi - sbuffai, simulando noncuranza - non so… beviamo qualcosa? -
Sorrise, l'idea le piaceva.

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[capitolo 5]

La feci salire sulla mia auto e decisi di portarla al "GRAAL", uno dei miei bar preferiti!
Il proprietario era un amico ed il suo frappè alla banana è tra i migliori che abbia mai mangiato!
Il locale piacque molto a Sara che, dopo il breve tragitto in macchina caratterizzato da un silenzio carico di tensione, sembrava finalmente più rilassata e a suo agio.

- Bello questo posto! - disse guardandosi attorno - ma non l'avrei mai detto un "locale da Nadia" -
- Che vuol dire "non l'avrei mai detto un locale da Nadia"? Qual è per te un locale adatto a me? - risposi io divertita dall'osservazione.
- Non so… pensavo ad un posto più… o forse meno… boh! Non così tranquillo ecco! -
- Meno tranquillo? M'immagini solo nei night? -

Finsi d'essere stata offesa dal suo commento. Non era così, ma mi divertì il vederla arrossire all'idea d'aver fatto una gaffe!
Imbarazzata e con le gote in fiamme… era davvero bellissima!
Mi riscossi da quel pensiero, la stavo fissando e lei se n'era accorta. Distolsi così lo sguardo e lo lasciai vagare, senza fermarlo in un punto preciso.
Ora ero io ad essere nervosa!

Il locale era molto accogliente, con tavoli e bancone di legno. Sul muro c'era un affresco grande quanto l'intera parete che rappresentava una scena del racconto di re Artù. Lancillotto, dopo aver salvato la sua adorata Ginevra, la riconduce a malincuore dal suo sposo. La donna si stringe al suo eroe un'ultima volta prima di ritornare ad essere una regina e la compagna perfetta del saggio Artù.
La travagliata storia d'amore dei due personaggi mi aveva sempre colpito in modo particolare: l'amore, la passione, il desiderio, contrapposti all'onore, al senso del dovere e alla giustizia.
Nel racconto era impossibile conciliare i due ambiti, nella vita reale funziona allo stesso modo?
Sara doveva aver seguito il mio stesso ragionamento, infatti mi disse:
- La storia di Lancillotto e Ginevra è affascinante, ma non sopporto che non ci sia il lieto fine! Un amore così grande merita di essere vissuto nonostante tutto! -
- Ne sei sicura? - risposi io - l'amore prima di tutto?
- Senza alcun dubbio!!! Tu non lo credi? -
- Io credo che il raggiungimento di un grande sogno comporti necessariamente grandi rinunce -
- Quale grande sogno può valere la rinuncia dell'amore? E, se esiste, varrebbe davvero la pena raggiungerlo ad un tale prezzo? -
Il discorso l'aveva infervorata. La piccola Sara era un'inguaribile romantica, su questo non c'erano dubbi!
- Ad esempio - continuò - Artù desiderava creare un regno di giustizia e pace, no? Ma come poteva pretendere di riuscirci se per primi coloro che gli era più vicino, chi gli era più caro, soffriva per un amore irrealizzabile? Non lo so io…
- Ok, FORSE hai ragione tu! - la interruppi io un po' bruscamente.
Sara non mi aveva convinto, ma si stava chiaramente immergendo in uno dei suoi discorsi senza fine, se l'avessi lasciata fare… chi l'avrebbe fermata più!?

Erano già le 22.30, stavamo in quel bar da più di mezz'ora quando Sara attaccò con il discorso cardine dell'incontro.

- Nadia… -
- Dimmi! -
- Tu… lo conosci bene Max, vero? - disse lei un po' titubante
Dove stava andando a parare?
- Sì, abbastanza bene, perché? -
- Vedi… due giorni fa, dopo la nostra lezione, mi ha offerto un caffè e… -
Cominciavo a capire, forse!
- …mi ha chiesto di uscire con lui venerdì sera -
Lo sapevo! L'amichetto ha visto una bella ragazza e, come al solito, ci si è buttato a pesce! Possibile che debba fare sempre così? Max ha un sacco di buone qualità, ma ogni tanto non pensa con il cervello, ma con qualcosa che sta un po' più in basso!!!
Non la dovevamo aiutare questa ragazza? Era questo l'aiuto che pensava di darle?

- Bene, sono sicura che vi divertirete moltissimo - dissi molto freddamente - ma non capisco cosa c'entri tutto questo con me! -
Ero arrabbiata! Sì, ero proprio furiosa! Perché mi sentivo così? In fondo non mi era mai importato nulla delle ragazze di Max! Allora? Cos'è cambiato?

- Max è simpatico e molto carino, ma… non lo so… non facciamo CLICK -
- 'CLICK'? Che vuol dire che non fate 'CLICK'? -
- Vuol dire che non scatta la molla! Forse è perché non lo conosco ancora bene… -
Calò per un attimo il silenzio. Io ero inspiegabilmente irritata, mentre lei probabilmente cercava le parole adatte per formularmi quella richiesta che tanto le premeva.

- Nadia - disse infine - non mi va di uscire sola con lui, non mi va di dover spiegare qualcosa che non è chiaro nemmeno a me! Lui ci proverà, ci ha già provato per la verità, e a me non va di trovarmi in una situazione imbarazzante. D'altro canto, lui è stato molto gentile con me ed io ho bisogno d'uscire un po', quindi… -
- Quindi? -
Avevo un terribile sospetto…
- Quindi…. perché non vieni con noi? - disse finalmente lei tutto d'un fiato.
- COSA? Per chi mia hai preso? Io non vengo a farti da cintura di castità! Per chi mi hai preso? Non sono un anticoncezionale sai? -
Ero stata un po' brusca, lei mi aveva colto di sorpresa ed io avevo finito per aggredirla con troppa foga!
Le gote di Sara andarono in fiamme mentre balbettava qualche parola di scusa.
- Hai ragione, scusami ti prego io… io non avrei dovuto chiedertelo, ma… dopo quella sera nel parcheggio… non lo so, con te mi sentirei al sicuro ma… hai ragione, hai mille volte ragione! -
Al sicuro con me, questo ha detto! Si sentiva al sicuro con una capace di perdere la testa come avevo fatto io? Possibile?

- Capisco che tu possa essere un po' scossa per via della tua brutta esperienza, ma Max non è certo un tipo pericoloso! Non preoccuparti, non tenterà di scipparti la borsetta! - conclusi con una risata
Non mi resi immediatamente conto del terribile errore di valutazione che avevo commesso! Non avevo capito NIENTE!!! Esisteva un fatto di cui non ero a conoscenza, ma che stavo per scoprire…

Sara divenne improvvisamente pallida, le sue labbra ebbero un lieve fremito ed i suoi occhi prima s'incupirono e poi si velarono di lacrime.

- C'è qualcosa che non sai - disse dopo aver tratto un profondo respiro - riguardo a quella sera, intendo -
Evitava il mio sguardo e le sue mani si contorcevano, mostrando la grande agitazione che albergava nel suo animo.
- Di cosa si tratta? -
- I tre che mi hanno aggredito… non erano sconosciuti e… - faticava a parlare. Di nuovo, lei che era in grado di parlare per interi pomeriggi, si trovava improvvisamente senza parole.
Non volli forzarla. Capivo che ciò che mi voleva dire la turbava molto, ma anche che Sara aveva un incredibile bisogno di sfogarsi. Attesi in silenzio che lei trovasse il coraggio per aprirsi.

- Nadia, non era una rapina. Uno di loro era… possiamo dire il mio fidanzato, ma stavamo insieme da poco, non lo conoscevo ancora! -
- Se non era una rapina e se li conoscevi, cosa volevano da te? -
Il tremito delle sue labbra e le lacrime disperate che solcarono il suo viso, mi fecero capire tutto: i tre bastardi avevano cercato di violentarla.
Ero sconvolta, com'era potuta sfuggirmi una cosa del genere? Ero stata troppo precipitosa, avevo pensato solo a me stessa, al MIO senso di vuoto, al MIO disagio, a bisogno di preservare le MIE emozioni…. In questo modo ho finito col non sentire il suo grido silenzioso! Non era la prima volta che accadeva, lo sapevo bene, avevo sempre concentrato tutta la mia vita su di me. Era però la prima volta che la cosa mi turbava!

Il pianto di Sara aveva attirato l'attenzione dei pochi avventori del locale, i quali si erano voltati per vedere cosa fosse accaduto alla mia amica. Sara, non potendo sopportare quegli sguardi indagatori su di sé, scappò fuori dal bar.
La ritrovai appoggiata alla mia auto ancora in preda alla sua disperazione.
Così come l'altra sera, non avevo idea di come consolarla, ma, questa volta, non potevo certo abbandonarla, improvvisamente non ne ero più in grado!
Mi avvicinai lentamente e le posi una mano sulla spalla, lei subito si voltò per poi stringersi forte a me. Il suo viso era seppellito nel mio petto, la sentivo sussultare ad ogni singhiozzo. Non potei fare a meno di rispondere al suo abbraccio e di nuovo fui invasa dal bisogno di proteggerla. Stretta fra le mia braccia mi sembrava così piccola, fragile, indifesa. Non mi chiedeva di parlarle, non mi chiedeva di consolarla, voleva solo che io stessi lì, con lei, accanto a lei, stretta a lei!
Me lo aveva detto poco prima, con me si sentiva al sicuro, voleva essere protetta? Bene, l'avrei fatto! In quel momento non avrei avuto la forza di negarle nulla!

- Max è un ragazzo in gamba, davvero in gamba! Non ti farebbe mai del male! Ma, se proprio lo desideri….. d'accordo, verrò anch'io a questo "appuntamento", basta che ora la finisci, ok? Mi stai inzuppando il maglione!!! -
Sara sollevò il suo sguardo su di me, aveva gli occhi rossi di pianto, ma ora sulle sue labbra c'era un lieve sorriso.
- Verrai davvero? -
- Sì, verrò? Ma..… è d'obbligo il vestito con le paillettes? -
Il sorriso di Sara si trasformò in una fragorosa risata ed io fui felice d'essere riuscita a vincere, per una volta, la mia naturale freddezza e a farle tornare un po' di buon umore.

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[capitolo 6]

Il mio appartamento era il mio rifugio, era il luogo caldo ed accogliente in cui potevo rimettere insieme i cocci di una vita piena di speranze e di ideali che terminavano sempre con l'infrangersi contro il muro della realtà, contro quello che ero e che non riuscivo a non essere.
Il mio appartamento, dove giravo nuda per ritrovare il contatto più vero con il mio essere, dove c'era sempre musica a tutto volume per non sentire il silenzio di morte che regnava nel mio cuore.
Tutti i miei controsensi, le mie contraddizioni, i miei confitti interiori, si rispecchiavano e prendevano corpo e vita nel mio appartamento, muto spettatore del mio tormento ed insieme immagine dell'abisso da cui cercavo di sfuggire. Lo amavo e lo odiavo, così come amavo ed odiavo me stessa ed il mondo intero. Volevo amare, ma non ne ero capace, volevo essere amata, ma non davo agli altri la possibilità di farlo. I due lati di me si scontravano in un duello all'ultimo sangue, come nel famoso carme di Catullo

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

"Odio e amo. Forse ti chiederai come sia possibile. Non lo so, ma sento che accade e mi dispero". La sensazione che provavo era descritta da Catullo con una chiarezza incredibile, soprattutto per quel "sento che accade", autentica chiave di lettura per comprendere l'impotenza della mia volontà.

Stavo svogliatamente sfaccendando in casa, la quale si trovava nel classico disordine perfetto, in cui nulla era al suo posto, ma nel quale io potevo tranquillamente trovare ciò che m serviva. Nonostante tutto però, le pulizie di casa toccavano anche a me ogni tanto, non fosse altro che per permettere qualcuno di farmi visita senza doversi fare largo a forza tra le mie cose, no?
Finestre spalancate, cuscini e coperte sul davanzale, aspirapolvere avanti tutta e stereo al massimo, non sentii subito il suono del campanello, quando me ne accorsi ed andai ad aprire, mi trovai di fronte un Max furibondo, che entrò a forza in casa!

- Si può sapere cosa ti passa per la testa? - esordì urlando
- Cosa passa a me? Cosa passa a te piuttosto! Da quando in qua è lecito fare irruzione in questo modo in casa d'altri? Ti dovrei sbattere fuori a calci! - me le aveva proprio fatte girare!
- No, bella mia, prima mi devi spiegare cosa ti viene in mente di autoinvitarti al mio appuntamento con Sara! -
Spensi lo stereo tagliando a metà le parole di Cryin' degli Aerosmith

- Non mi sono affatto autoinvitata, me lo ha chiesto lei di venire e, ti assicuro, l'idea di fare il terzo incomodo non mi alletta di sicuro!!! -
- Ti ha invitato lei? Ma smettila, avrai capito male, oppure l'ha fatto così….. tanto per dire! -
- Mi prendi per cretina? Ti pare che verrei a rompervi le scatole se lei mi avesse invitato "tanto per dire"? Guardami, ti sembro il tipo?
- Ma allora? Cosa non va? Non le piaccio? Sta cercando un modo carino per dirmi che non mi vuole fra i piedi? - la rabbia stava scemando e, al suo posto, cresceva una certa ansia. Che Sara gli piacesse davvero?
- Ma no! Almeno…..non credo! -
- Nadia, non dire le cose a metà! Sai qualcosa? Che ti ha detto? Tu cosa c'entri? E poi, perché proprio tu? Da quando siete amiche? -
Max mi stava subissando di domande alle quali non sapevo come rispondere. Non gli avevo rivelato del mio incontro con Sara e certo lui non sospettava la vera natura del suo incidente! Non è mia abitudine spifferare i fatti altrui, non lo avrei fatto nemmeno quella volta, soprattutto quella volta!

- Ma niente, non mi ha detto niente! Mi ha semplicemente invitato ad uscire con voi! Non si sentiva pronta per un'uscita a due, così, sapendo che siamo amici, ha pensato d'invitare anche me. Tutto qui. -
- Tutto qui? Davvero? Beh, ma allora…. -
Un lampo s'accese nei suoi occhi ed io avevo capito dove stava andando a parare prima ancora che aprisse bocca!
- Perché non trasformare il tutto in un'uscita a quatto? -
- NO! NO! NO! Mille volte NO! - interruppi io
- Ma dai, una chiamata a Gabriele e siamo tutti contenti -
- Tutti chi scusa? Sarai contento solo tu!!! -
- No, anche Gabriele! Ti trova molto attraente sai? -
- COSA? Non gli avrai detto che sono disponibile o un'altra delle tue scemenze! Bada Max, lo spero per te! -
- Ma no, solo….. -
- Solo COSA? -
Dio, mi stava dando sui nervi! Quel sorrisino scemo, fatto apposta per prendermi per i fondelli ed innervosirmi, avrei voluto toglierglielo dalla faccia con un pugno! In realtà non lo avrei mai fatto e lui lo sapeva. Sapeva quanto poteva tirare la corda con me e sapeva anche che era l'unico al mondo cui lo permettevo fare.
- Solo, lui mi ha chiesto se eri impegnata e io non potevo certo raccontare una balla ad un mio vecchio amico, no? MA NON L'HO INCORAGGIATO! -
Che faccia di bronzo! Era chiaro che l'aveva incoraggiato eccome!
Avrei voluto incazzarmi di più, ma come facevo a prendersela con uno che ti guarda con quella con quella faccia comicissima da finto innocentino?
Mi misi a ridere e per Max fu chiaro che aveva vinto di nuovo!
- Dai Nadia, alla fine ti sei intrufolata nel mio appuntamento, come minimo quindi ti devi "sopportare" Gabriele! -
- Ok ok, fa come vuoi, ma levati dalla testa di riuscire a distrarmi per svignartela con Sara, il suo fratellino vi controllerà anche meglio di me! -
La faccia di Max fu davvero una bella rivincita per me, era chiaro infatti che l'amichetto aveva fatto male i conti!

- Va bene, il mio piano per la serata è stato completamente rivoluzionato, ma, d'altra parte, è sempre così quando ci sei di mezzo tu! -
- Che ci vuoi fare? E' la legge dell'equilibrio del mondo: io danno l'anima a te, tanto quanto tu la danni a me! -
- Ok dai, io vado ad organizzare tutto. Non devi venire oggi in palestra vero? -
- No, oggi no -
- Allora magari ti chiamo questa sera ok?
- Ok. Ci sentiamo -
Chiusi la porta dietro di lui per poi appoggiarmici con la schiena, tirando un profondo sospiro.
- Di male in peggio - pensai - la serata si prospetta ancora più dura del previsto! -
Rassegnata, riaccesi lo stereo e mi rimisi a sfaccendare.
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[capitolo 7]

Venerdì sera.
La serata "da incubo" era arrivata, mi ero ficcata in questo casino e non potevo più tirarmene fuori! D'altra parte però una vocina dentro di me, lieve lieve, appena un sussurro, tremante e timorosa di farsi sentire, da me stessa prima che da tutti gli altri, mi diceva che… per nulla al mondo avrei accettato di non parteciparvi!
C'era qualcosa, qualcosa di maledettamente affascinante e magnetico in quella ragazzina, qualcosa che, odiavo ammetterlo, mi attraeva in un modo per me fino ad allora sconosciuto, come sconosciuta era la paura che questo sentimento mi provocava!

"Guardati! - pensai osservando il mio viso riflesso nello specchio - ti sei messa tutta in tiro! Hai curato con attenzione ogni dettaglio, hai persino messo un filo di trucco! Perché lo hai fatto? Su chi vuoi fare colpo?"
"NO! - dissi ad alta voce - non è vero! Non è certo per lei! E' per ME! Voglio essere bella ed eccitante e allora? E' vietato?"
Così mentivo a me stessa ed ancora pretendevo di crederci!

Mi presentai all'appuntamento con un clamoroso ritardo di almeno mezz'ora, ma sia Max che Sara non si mostrarono stupiti, sapevano perfettamente che era un classico, solo il povero Gabriele sembrava leggermente irritato dall'attesa.
"Oh-oh! A quanto pare questa ragazzaccia ti ha già fatto seccare, eh? Cos'è, sono poche quelle che ti hanno fatto attendere, caro il mio ragazzo più bello del mondo?" pensai fra me e me mentre allungavo la mano a Gabriele con in viso un sorrisetto falsamente pentito e gli rivolgevo altrettanto false scuse per il ritardo.
Girandomi e vedendo Max e Sara con le lacrime agli occhi nel vano tentativo di trattenere le risate, strizzai l'occhio e ammiccai soddisfatta!
Per il povero Gabriele era iniziata una serata difficile ed io pensai soddisfatta che forse, tutto sommato, quella serata avrebbe potuto diventare davvero molto divertente!

Dopo un breve aperitivo al bar del nostro amico Piero, Max aveva pensato, neanche a dirlo, ad un posticino davvero romantico, un ristorante proprio in riva al lago che regalava un'atmosfera davvero particolare.
Arrivammo sul posto giusto in tempo per goderci lo splendido tramonto, la luce del sole lasciava lentamente spazio all'oscurità della notte e si era alzata una lieve brezza.
Istintivamente mi girai a guardarla… era bellissima! La piccola Sara, gli occhi colmi dell'ultima luce del giorno, i capelli leggermente scompigliati, un'espressione estasiata sul viso e i colori stupendi di quel tramonto che illuminavano il suo viso… sì, era davvero bellissima!
Quando i suoi occhi incrociarono i miei, il cuore mi esplose nel petto!
Mi accorsi solo in quel momento che la stavo fissando intensamente e l'essere stata "beccata", insieme al disagio per il ritrovarmi per l'ennesima volta quasi messa a nudo di fronte a lei m'innervosì e mi fece irrigidire forse fin troppo vistosamente!
Sara rispose con un sorriso al mio evidente disagio, ma la cosa non mi tranquillizzò.
Non avevo notato, o forse non avevo voluto vedere, ciò che bruciava nascosto nei suoi occhi in quel momento, un desiderio inconfessabile per entrambe!

FINE PRIMA PARTE

seconda parte Terza parte




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