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Un viaggio nel passato

di Cristina Creek

terza parte

Il giorno seguente, andammo in un altro villaggio molto vicino all’accampamento delle amazzoni, mi sfiziai a guardare quel paesaggio così, rustico, xena e olimpia mi diedero dei denari per comprarmi qualcosa, girai molte bancarelle, ma quasi tutto quello che c’era là sopra non mi piaceva, ero abituata a comprare altri tipi di cose, però pensai che un ricordino me lo sarei preso, comprai un oggettino di legno, la sua forma era quella di un piccolo leone, poi comprai un olio profumato…..quando ritornai alla locanda dove alloggiavamo entrai nella camera di xena e olimpia che si stavano preparando…….<<ah ho fatto davvero un bel giretto, ho comprato qualche oggetto che porterò come ricordino….carino è?>> e gli feci vedere sia la piccola scultura che l’olio
<<vedo che hai gusto nel scegliere le cose non è così?>>disse olimpia << no è solo che scelgo le cose più carine….>> così io xena olimpia e evi, girammo un po’ per il villaggio, quando fu sera evi si ritirò nel tempio, e io xena e olimpia che ci eravamo congedate già nel pomeriggio avevamo intrapreso un viaggio verso un paese non lontano da lì e quella sera dormimmo coperte soltanto da un manto stellato. Eravamo stese già da 10 minuti ma visto che nessuna di noi 3 sembrava aver sonno, xena cominciò a parlare:<<Ah……Olimpia vedi quel gruppo di stelle laggiù? È una costellazione chiamata cassiopea……>> << quella specie di M messa al contrario?>> << Si esatto…>> io ero girata di lato e non stavo molto seguendo quello che dicevano e Olimpia se ne accorse e mi tirò in ballo dicendo: << E tu Kate? Sai qualche costellazione o qualche stella?>>così mi tirai a mezzo busto e dissi: << Si ne so una ma è più che altro una stella a cui poi è stata attribuita una favola…>> << Qual’è?>> << Seconda stella a destra e poi diritto fino al mattino….>> << questa più che altro sembra una strada..>> << infatti è la strada fantastica che porta all’isola che non c’è, nella quale abita il bambino più famoso del mondo colui che non voleva diventare adulto,e voleva rimanere sempre bambino, Peter pan, e con lui su quell’isola c’erano anche capitan uncino, il più grande e il più temuto dei suoi avversari, con tutta la ciurma e il simpatico spugna………>> mentre raccontavo la favola di peter pan, le due guerriere mi guardavano come se tutto quello che dicevo le divertisse, si interessavano a quello che dicevo, io non avevo mai ricevuto attenzioni solamente per far sentire una favola, ma quel loro sguardo così penetrante e attento mi lusingava, voleva dire che qualcuno da qualche parte mi ascoltava…
<< c’erano anche i bimbi sperduti, coloro che caduti dalle carrozzine erano stati portati all’isola, c’erano sirene, indiani, e la più importante di tutti Trilli o campanellino se volete, era la fatina di Peter, fu lei a portare peter nell’isola che non c’è>> << è davvero una bella storia>> << una bella favola vorrai dire>> << definisci favola, cos’ha la favola che non ha la storia?>> << Bè prima di tutto la storia è un sostantivo che si usa per raccontare una cosa realmente accaduta, quello che ti ho appena detto è una favola, qualcosa che non esiste, io ne so a centinaia come questa. Le favole le hanno inventate per far sognare la gente, per far credere in qualcosa di più della vita reale, ma non esiste, è pura fantasia, esiste solo la vita reale e nient’altro….>> << Come puoi dire questo, ognuno di noi appena ha vissuto, la sua vita diventa automaticamente una favola,ciò che è realtà può essere trasformata anche in finzione, facendo si che la vita reale si mescoli alla pura fantasia e questo è un bene, tutte le persone devono vivere una favola.>> << Se fosse così facile come hai detto…… io te l’ho detto, il tempo in cui vivo, non è affatto una favola, non potrò mai mescolare la fantasia con la realtà là esiste solo quelle, è come vivere ogni giorno in un incubo da cui tu non puoi svegliarti…e alla fine vedere che potevi avere qualcosa di meglio, ma non potrai mai più averlo.>>
<< Allora perché non ci racconti chi sei, cosa hai fatto in questi 17 anni, com’ è stata la tua vita prima di venire qui…..>>
<<non l’ho già detto??>> << No, noi sappiamo solo quanti anni hai, come ti chiami, ma niente di più, tu ci racconti che la tua vita fa schifo ma perché?>> <<Perché è così……non mi va di parlarne, né dal passato da cui provengo né della mia vita>> allora olimpia mi dice: << Ti prego
kate dicci chi sei? Noi volgiamo solo aiutarti a farti avere un futuro migliore, un posto sereno in cui vivere, se non ci dici prima le cose davvero orrende che hai passato come potremo aiutarti??>>
<< Olimpia io…..>> << Ti prego>> …………………..un attimo di silenzio ci avvolse, si sentiva solo il fruscio delle foglie attorno a noi e lo scoppiettio del fuoco ma poi....<< Avevo 5 anni quando mia madre morì di cancro, mio padre da quel giorno distrutto dal dolore si mise a bere giorno e notte…..Mio fratello che era più piccolo di me almeno di 3 anni, piangeva in continuazione e ……a lui dovevo pensarci io…..ho sempre dovuto cavarmela da me e il posto in cui vivevo era ancora peggio, quando arrivai a 8 anni mio padre cominciò a rubare finì in carcere e noi non avendo parenti fummo mandati all’orfanotrofio, ma io speravo che un giorno le cose sarebbero andate meglio, appena 5 anni più tardi mio padre neanche dopo 2 giorni di libertà prese un pistola e se la ficcò in bocca. Così la speranza che un giorno avrei potuto vivere felice si era esaurita del tutto, quando ebbi 15 anni la cosa si aggravò, mio fratello si ammalò e la malattia non si poteva curare…….in quei 2 anni mi ero innamorata di un ragazzo misterioso si chiamava Angel, e mi amava veramente, ma un anno dopo quando stavamo per compiere un anno di “fidanzamento” si può dire così…..lui fu investito da un auto, entrò in coma e non si svegliò mai più…….da allora sono rimasta completamente sola, io fui affidata 2 mesi dopo a una buona famiglia, dopo tutto quello che avevo passato ……loro mi volevano bene ma da tutti questi episodi chissà perché io sono l’unica che ancora non è …...morta. Non mi sono mai arresa, ma sono sempre così triste , mi sento così sola..>>
<< Tu non sei sola….dio, ne hai passate così tante, adesso capisco perché sei così riluttante verso il tuo mondo>> << però a volte sembri…..come dire allegra..>>
<< Essere allegri non significa necessariamente essere felici, talvolta si ha voglia di ridere e scherzare per non sentire che dentro si ha voglia di piangere>>
Detto questo mi infilai sotto le coperte e da quel momento nessuna parola mi uscì dalla bocca, e tutto tacque attorno a me.

Il mattino dopo ci mettemmo in viaggio, nessuna di noi tre si sentiva in vena di parlare, dopo quello che ho avevo detto la scorsa notte, nessuna di noi voleva parlare.
Dopo 2 giorni di cammino arrivammo alla città che aveva bisogno del nostro aiuto
La città era sempre sotto assedio, un potente signore della guerra chiedeva tasse hai poveri contadini, che però non avevano niente da dargli, ma se non trovavano i soldi entro la fine del mese egli avrebbe assediato al città e l’avrebbe conquistata, così Xena e Olimpia parlarono al popolo e dissero di non preoccuparsi perché non avrebbero più permesso una cosa simile.
Quando entrammo nei nostri alloggi io volevo rimanere da sola con i miei pensieri, quando sarebbe stato il momento,sarei uscita da quella tristezza che mi affliggeva, intanto xena e olimpia si erano appartate in camera e….<< Dio, non ci posso ancora credere che tutto quello sia successo a una ragazza di 17 anni>> << Già, ma se lè cavata egregiamente, è stata molto forte, e forse questo l’ha portata da noi, forse il suo dolore si allevierà proprio qui…..>>
Dopo essere stati almeno 3 ore chiuse nelle nostre stanze, appena xena si addormentò, olimpia uscì dalla sua stanza per recarsi nella mia…..bussò e disse.<< Kate ci sei, Disturbo?>> << No no entra….fa come se fossi nella tua stanza…dimmi posso fare qualcosa per te?..>>
<< No in verità sono venuta qui perché io posso fare qualcosa per te…tieni l’ho composto per te >>
<< Grazie cosè?>> << Avrai modo di scoprirlo se lo apri>> detto questo con fare misterioso si girò e se ne andò…appena chiuse la porta mi gettai su quella specie di letto, mi misi a gambe incrociate e aprì la pergamena….lo lessi in due secondi e mi colpì profondamente…
Troppo acuta per le mie lacrime,
Troppo forte per riavere speranza,
perduta in un mare di nebbia…
nessuno lo conosce
solo l’illusione del pensiero:
esso è libero ma la mente imprigionata
in quel dolore……che ti tormenta.
(la poesia è stata scritta da:Federica)

Era davvero bellissima, mi colpì perché mi ritraeva in quel momento, sapeva benissimo quello che stavo pensando, passando e quella poesia me l’aveva fatto capire.
Dopo un po’ uscimmo dalle nostre stanze, perché xena avrebbe tenuto un piccolo discorso ai cittadini, ci incontrammo tutti nella piazza del villaggio, io come al solito ero un po’ in ritardo….(ehi non si è detto che le donne devono farsi aspettare?).... Xena si ergeva su un carro o su un tavolino non avevo visto bene e Olimpia le era affianco, stava quasi per finire il suo discorso, Olimpia appena mi vide mi corse quasi in contro e ci incontrammo dietro al tumulto di gente
<< Olimpia era davvero bellissima la poesia, sei molto brava, dovresti essere famosa in tutto il mondo in questo momento>> << Grazie, ma mi limito a scrivere le imprese di xena in questo momento, quella che ho fatto per te era un eccezione, per farti capire come ti capisco e che ti rimarrò vicino>>
<< Grazie>>…..dopo qualche attimo di silenzio e i nostri sguardi che si incrociano e si dicono mille parole, senza parlarsi….è vero sembra strano ma era così……finalmente avevo trovato qualcuno che in tutta la mia vita non ero mai riuscita a trovare, qualcuno che mi capisse e che mi comprendesse.Xena ci vide e appena ebbe finito il discorso si avvicinò a noi….<< Allora di che state parlando voi due ve ne siete quasi scappate prima, che vi è successo>> << Oh niente xena davvero, ora scusatemi, ma vado nella mia stanza a prepararmi, prendo lo zaino e scendo.>>
<< Olimpia allora?>> << Niente xena. L’hai sentita no? Niente, sta tranquilla, pensiamo adesso solo alla battaglia>> << Se lo dici tu….>> e si allontanarono per preparare le armi.
Insieme affrontarono il signore della guerra e lo sconfissero.
Dopo questa lunga giornata verso le 7 della sera dopo che le guerriere avevano ricevuti molti ringraziamenti, ci avviamo verso la foresta dove forse ci avrebbero atteso molte altre avventure.


I sentieri che percorre un uomo sono segreti, come segreto è il pensiero divino. Esso indica una via, non è un senso unico.
Unica è la nostra vita, il nostro io, le nostre scelte.
Posate nel cielo le stelle, illuminano il nostro cammino,viaggiatori senza tempo e senza remore, andate alla scoperta del vostro destino.
La speranza di un mondo migliore vi sosterrà.
Ma il migliore dei mondi, perché non potrebbe essere il nostro senza andare oltre l’orizzonte?.





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