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Vacanze al mare

di Sonia

Questa storia si ambienta nella III serie, alcune puntate dopo l'episodio "Xena e le furie".
La voce che narra non è del narratore, bensì di Olimpia (Gab), che racconta tutto mentre scrive una pergamena; tutta la storia è vista dal suo bizzarro punto di vista.
Non ho mai creduto che Olimpia e Xena si amassero veramente, e in questa storia non è citato alcun legame del genere.
per consigli, critiche...ecc, potete scrivermi all'indirizzo : francamogetta@virgilio.it

PS: prima di inizia, volevo ricordare a tutti che i personaggi, di Xena, Olimpia, Corilo, Marte ecc, sono della Universal Pictures,tutti gli altri sono di mia invenzione.

Non posso negare che questa giornata è stata più faticosa delle altre, ma posso giurare che è anche stata la più bella. Ora dorme profondamente. Se sapesse che a quest’ora della notte sto qui da sola a scrivere andrebbe su tutte le furie. Ma io non sono sola. Potrebbe sembrare , ma non è così. Come potrei scrivere se non ci fosse lei a rischiararmi? Si, sto parlando di lei : la luna.

Anche in questo momento , se non ci fosse lei a farmi luce come potrei scrivere?

Poche righe fa ho scritto “ furie” …poco tempo fa questa parola l’avrei voluta cancellare dalla lista dei nomi che conosco, adesso invece non mi fa più effetto … ma quell’avventura l’ho già descritta ed è meglio passare a quest’ultima.

Tutto è cominciato questa mattina, con me, Xena e Corilo che andavamo passeggiando per il villaggio di Atene, sacro alla dea Minerva. Oggi era una bella giornata, tanto calda che Corilo ebbe l’idea di andare al mare. Che idea. Xena era dubbiosa,come sempre. Ma poi qualcosa la convinse. Qualcosa.

Avrei dovuto immaginarlo, che il suo interesse per il mare non era disinteressato.

Ormai sono 4 mesi che viaggio con Xena ma ancora non sono riuscita a capire fino a fondo le espressioni dei suoi occhi, perché sono solo quelli il mezzo, per capire cosa le passa per la mente. Quelle iridi turchine, cambiano espressione, talmente velocemente che a volte passa dal furioso al malinconico ,dal triste all’allegro. È proprio vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima.

Ma credo sia meglio continuare a narrare la nostra storia.

Il fatto è che ne io, ne Xena avevamo per la testa cosa siano i costumi. Parola che Corilo si pavoneggiava di conoscere. Sosteneva che erano degli abiti che si mettono solamente per fare il bagno. Io non ne avevo mai sentito parlare. Così andammo al mercato per saperne di più ed eventualmente acquistarne qualcuno.

Xena era sempre meno convinta.

Il mercante ci mostrò quelli che Corilo definiva “costumi”. Per dirla tutta e senza tanti giri di parole, erano reggiseno e mutande , solo che colorati. Ancora rido se penso alla faccia che fece Xena, quando il mercante gli mostrò il “ costume” per lei.

- ma per chi ci ha preso?- attaccò Xena. Ero sicura che sarebbe andata a finire a botte. Sicurissima.

- sono questi i costumi, signorina. Guardate là, sulla spiaggia… vedete? Sono di moda. -

- io non indosserò mai nulla del genere.-

- vuoi dire ti voglio truffare , straniera?-

- hai afferrato il concetto.-

sapevo che tanto Xena non è contenta se almeno una volta a giorno non spacca il collo a qualcuno, ma qualcosa mi diceva che questa volta era in torto. Difesi il negoziante con queste parole.:

- su, Xena il mercante non cerca di truffarci, se lo farebbe perché questi costumi li indossano tutti?-

- Xena, Olimpia ha ragione… per andare al mare, servono i costumi. Con loro tu puoi fare il bagno, senza spogliarti completamente …mi capisci? Poi dopo, quando ti sei asciugata ti ci metti sopra tranquillamente l’armatura che ne dici?- incalzò Corilo

Xena sembrava convinta ma non ce lo mai avrebbe mostrato a vedere, si limitò a dire:

- quanto vengono?-

- 20 monete a testa-

vidi l’ira avvampare nei suoi occhi.

- 20 monete… ma si, in fondo noi ne prendiamo tre quindi fanno 60 monete, un vero affare. -

- esatto, straniera…-

quel poveraccio ,sono sicura, che non voleva prenderla in giro… solo non aveva capito il gioco di parole che aveva fatto Xena e non aveva capito il tono sarcastico che aveva usato, tutto qui…credo.

Fatto sta che neanche a dirlo Xena l’aveva sollevato di almeno 20 cm e non lo faceva scendere ,almeno finché non avrebbe abbassato il prezzo. Mi toccò dividerli ancora una volta.

- Xena mettilo giù sono sicura che troveremo una soluzione anche senza la violenza. Ehi, lei noi non vogliamo essere derubate, o ce li mette a 10 monete o non ne prendiamo neanche uno. Chiaro?-

- va bene, va bene… farò come dite. – solo allora Xena lo sganciò e quel poveraccio cadde a terra, mezzo svenuto.

Acquistati i costumi, ci accorgemmo che il sole si stava oscurando e del mare non se ne sarebbe parlato più. Decidemmo quindi di aspettare un po’, almeno fino a che il sole non fosse tornato a splendere. Visitammo il mercato . era tutto molto bello, anche se costoso. A Corilo venne la geniale idea di comprarsi una spada nuova.

- che cosa ci fai con una spada nuova, me lo spieghi? Le spade sono come i cavalli. Non li puoi cambiare in continuazione, devono affezionarsi a te.- obbiettò Xena

Ecco un’altra massima da principessa guerriera.

- la voglio, perché questa non mi è mai stata fedele. Ecco perché, mi sconfiggevano..perché la mia spada non faceva il suo dovere!!-

- ma fammi il piacere, sei tu che guidi la lama. Non fa mica tutto da sola…-

a volte Xena sopportava benissimo la cavolate che le rifilava Corilo, ma quando ne diceva una di troppo su un argomento di cui lei , diciamocelo, se ne intende….. ecco penso che questa volta l’avrebbe anche potuto uccidere. Se non fosse stato per me.

- su Xena, che ti importa in fondo sono suoi i denari-

cercai di rimediare, anche se già Corilo era corso ad una bancarella di spade, molto assortita.

- compro questa- disse indicando una spada meravigliosa. Il commerciante rise.

- e allora? Che c’è da ridere?-

- ce li hai 100 denari?-

- no… ma scommetto che vuoi trattare, vero amico?-

- no, non voglio trattare…brutto idiota. Questa è una spada per guerrieri non per te…-

l’atmosfera si stava surriscaldando , così io e Xena ci avvicinammo.

- perché io cosa ti sembro?-

- non voglio dirlo oh la tua fanciulla qui, potrebbe offendersi- disse indicando me.

Io, la fanciulla di Corilo? No. Non volevo si dicesse in giro.

- io non sono la fanciulla di questo imbecille, ci siamo spiegati? Dillo a tua sorella piuttosto!-

Xena alzò gli occhi al cielo. L’avevo detta grossa. Il guerriero si alzò furioso.

- che c’entra mia sorella? Pagherai per questo affronto. -

Poco tempo dopo si riempì di guerrieri. Con intenzioni poco nobili, supponevo.

- avrai quello che ti meriti, brutta strega bionda. -

e alzò la spada su di me ,quando intervenne Xena.

- no , non gli farai del male.-

- perché non dovrei?-

- perché non voglio. Ecco perché -

- e chi sei tu, sentiamo.-

- sono una che ti spezzerà il collo se non la lasci in pace.-

- in questo caso…catturatela-

all’udire di queste parole, come fosse stata una calamita, la folla incominciò ad affluire per assistere allo spettacolo. Tutti uomini., tutti contadini o mercanti che erano curiosi di vedere come andasse a finire con la guerriera straniera.

Qualcuno addirittura urlò:- non ucciderla, quando gli hai dato un po’ di botte vendila al mercato degli schiavi. Io pagherei bene per una donna del genere.-

Neanche a dirlo , Xena estrasse la spada e duellò con quello che sembrava il capo. In poco fu sistemato. Ma poi c’ erano gli altri. Almeno 10.

Xena, incominciò a far volteggiare la spada, con aria sicura. È quasi impossibile descrivere con quanta maestria fa il suo dovere. Si fecero avanti due uomini. Correndo. Xena con un salto, divaricò le gambe in modo da dargli un calcio a testa. Volarono più il là. Eccone altri due. Ma questa volta attaccavano su due lati, uno avanti e uno dietro. Xena doveva quindi affrontarne due alla volta, uno alla sua spalle e uno di fronte a lei. Non fu un problema. Parando un colpo avanti e uno indietro riuscì a cavarsela , fino a che con una giravolta in aria li sistemò tutti e due.

Ma non pensate che io e Corilo ce ne stessimo senza fare nulla, cercavamo piuttosto di aiutare Xena.

O almeno ci provavamo, per quanto ci fu possibile.

Presi un bastone, che mi capitò per sbaglio in mano, e incominciai a colpire un uomo che mi veniva in contro. Ma non vidi quello che mi stava attaccando da dietro. Me ne accorsi, quando vedi sopra la mia testa il brillare di una spada. Poi vidi un lampo, un rumore metallico e vidi l’uomo cadere inerme a terra. Non capii subito chi o cosa mi aveva salvato. Poi vidi il chakram roteare in aria, per poi ritornare fedele nelle mani della sua padrona. Che mi sorrideva. Ricambiai il sorriso.

La lotta proseguiva bene, ma serviva un modo per sbarazzarsi di tutti e in maniera veloce ed efficiente.

E naturalmente Xena l’avrebbe trovato.

- te lo rubo solo un istante , Olimpia- mi prese il bastone e roteando su di esso prese a calci i nemici una , due, tre volte finché non caddero mezzi morti.

- e lo chiamano sesso debole- era stato un ragazzo ha pronunciare quella parola. Ma non era un contadino. Non uno come gli altri. Xena aveva l’aria di conoscerlo. Xena accennò un sorriso, mentre ci faceva senno di andare. Il sole si stava ribellando alle nubi e finalmente era tornato a splendere. Potevamo andare al mare. Quel ragazzo ci seguì.

- Xena , sei Xena non è vero?-

- e se fosse?-

- complimenti, quello che si dice sul tuo conto è vero. Sei incredibile. Combatti in modo incredibile . sai in questi paesini piace raccontare le gesta impossibili degli eroi , ma a quanto pare quello che si dice su di te è tutto vero.-

- che si dice su di lei?- domandò quell’idiota di Corilo.

- be… che è forte, invincibile ma soprattutto bellissima. -

è evidente che mentiva. Per il semplice motivo che Xena, per 6 anni era stata temuta perché era una Signora della Guerra, come poteva in 4 mesi aver completamente cambiato la sua reputazione? Assurdo. Evidentemente quel ragazzo era attratto da Xena e voleva attirare la sua attenzione. Tipico.

Quanto tempo perso, povero ragazzo. Xena non era interessata in alcun modo a lui, ma in qualche modo io sentivo che a lei serviva. Il motivo lo scoprii solo alla fine.

- senti, come ti chiami?- disse fingendo di non conoscerlo.

- Tallero- continuò, stando al gioco di Xena.

- bene, Tallero ci puoi indicare la spiaggia più bella?-

il ragazzo sembrò esitare, poi si fece avanti .

- volete andare al mare?-

- certo, non senti che afa?- che ragazzo stupido.

- Xena, io pensavo che tu il tuo tempo libero lo passassi ad allenarti- era evidente che c’era qualcosa sotto.

oh no ci mancava solo questa. Portare Xena al mare era stata una fatica enorme , perché lei riteneva che il suo tempo “ prezioso” doveva dedicarlo a mantenere la muscolatura. E adesso questo stecco d’ un fesso, voleva convincerla ad allenarsi , dopo tutta la fatica che ho fatto per convincerla del contrario?. No ,non potevo permetterlo.

- guarda che lei non è un robot o quelle strane creature delle divinità , con scritto INSERT COIN sulla faccia. Inserisci due monete e inizia a combattere. È una persona umana ed ha bisogno del riposo di cui abbiamo bisogno tutti, ma lei di più perché le servono le energie per combattere-

ero stata talmente stupida e sgradevole che quel poveraccio se ne andò schifato. Ma Xena era contenta.

- brava.- sussurrò .

§;§

l’acqua era calda e rilassante. Quel commerciante aveva avuto ragione. Questi costumi erano fantastici. Io preferivo starmene a galla, senza nuotare per rilassarmi. Corilo, da perfetto idiota che è stava sulla spiaggia , perché non sapeva nuotare. Invane erano state le mie parole per persuaderlo che si toccava. Che stupido.

Xena stava più sotto che sopra. Praticamente stava sempre sotto l’acqua. Si era bagnata tutti i capelli, chi sa quanto tempo le sarebbe servito poi per asciugarseli, visto che li tiene così lunghi. Anch’io li tengo lunghi, che c’entra, ma io mi sono fatta furba e me li ho legati per bene , per evitare che si bagnino.

Ad un certo punto ho sentito qualcosa afferrarmi per le caviglie, trascinarmi dove non si toccava , mi immerse sott’acqua e poi mi lasciò. Naturalmente bevvi un tir d’acqua. Quando riemersi la prima cosa che vidi furono gli occhi cristallini di Xena che mi guardavano divertiti.

- invidiosa. Ecco cosa sei , invidiosa che io ho avuto l’idea geniale di legarmi i capelli, tu no. E adesso me li hai bagnati per vendetta. Vendicativa-

- io parlerei meno, fossi in te.-

- perché? Mi stai forse minacciando?-

- chiudi la bocca , ti conviene.-

- non lo farò-

in quel momento mi arrivò un getto d’acqua in bocca. Xena aveva preso l’acqua con la bocca e poi , al momento opportuno me l’aveva sputata centrando in pieno la mia bocca.

- che schifo-

- io ti avevo avvertita-

- non potresti usarlo con i guerrieri, questo trucco?-

- non ho l’acqua ha portata di mano -

- è vero ma potresti usare la saliva, basta prendere bene la mira, tutto qui-

- sai che questa è una buona idea?-

-grazie, ma non fare nulla del genere quando ci sono anch’io. Ho una reputazione da difendere-

un urlo interruppe i nostri discorsi.

- sono già arrivati. – sussurrò la principessa guerriera poi si immerse per ricomparire sulla spiaggia.

Con fretta belluina si mise l’armatura, anche se ancora tutta bagnata. Andò verso una direzione ben precisa. Dopo poco vide un gruppo di uomini che stavano cercando di violentare una giovane donna.

- chiedo scusa.-

- ciao Xena- era una voce conosciuta.

- Tito- fece una pausa- come mai qui?

- piuttosto come mai tu qui. Te la stavi spassando al mare, eh?-

- almeno quanto te.-

- uomini uccidetela.-

in quell’istante arrivammo io e Corilo. La battaglia era quasi terminata, perché Xena usando il chakram ne aveva decimati la metà . per quanto riguarda gli altri, un calcio ad uno, uno ad un altro e tutti gli uomini di Tito erano stesi al suolo inermi. Ma Tito e Tulio (il suo vice) se la stavano svignando. Xena gli corse dietro, ma fu invano perché arrivarono ad un punto della foresta dove era scritto “ proprietà degli Dei” ( una sorta di proprietà privata attuale, ma con la differenza che chi entrava ne restava fulminato. )

Xena sorrise. Non sarebbero potuti andare oltre. Ma qui accadde quello che ne io , ne tanto meno Xena potevamo immaginare. Tito e Tulio passarono tranquillamente il confine, senza neanche un graffio. All’espressione sorpresa di Xena dettero subito una risposta.

- abbiamo l’appoggio di una divinità, che ce lo permette, ciao!!!! -

se ne andarono.

- Xena, nei territori divini, si può entrare solo se autorizzati, non è così?-

- infatti. E so anche chi può essere stato ad autorizzare quei due.-

Capii. In un attimo, non poteva essere che lui.

Non Corilo che fece la stupida domanda:

- chi?-

- qualcuno cha ha tutto il piacere nel farli passare. Marte ,il Dio della Guerra.- sussurrò Xena.

§;§

- dobbiamo trovare un modo per entrare nella riserva divina- constatò Corilo.

Io per dir la verità non ci stavo capendo nulla. Come sapeva Xena che c’erano dei banditi nei paraggi???

Poi finalmente mi decisi e glielo domandai. La sua risposta fu secca, breve e anche un po’ scocciata.

Ma senza dubbio era contenta che ne io ne Corilo avessimo capito da soli il perché a quelle risposte.

- quando combattevamo, quel giovane mi ha sussurrato all’orecchio che c’erano altri di banditi da combattere, ma che non erano semplice briganti, piuttosto molestatori. E qual è il posto migliore per andare a caccia di fanciulle, in estate? -

- il mare-

- esatto. Quando poi gli ho chiesto la spiaggia migliore, lui sapeva quale spiaggia volevo intendere io. Quella da cui poteva sentire se qualcuno era in difficoltà, questo è tutto. Ora dobbiamo trovare il modo, di entrare in quella riserva. -

- possiamo chiedere a Venere. Loro hanno chiesto a Marte.noi chiediamo a Venere.-

ma lei scosse lentamente la testa. Poi ci spiegò.

- questa non è una decisione che le divinità prendono dall’oggi al domani. Marte non è un erede al trono. Quindi ha dovuto chiedere il permesso a Discordia o a Minerva. Che mi risulti Venere non va d’accordo non nessuna delle due-

Aveva ragione, purtroppo. Non avevamo grandi speranze contando su Venere. La situazione era tragica. Anche Corilo aveva smesso di dire cavolate. Non capii bene quello che accadde. Notai solo un lampo di genio accendersi negli occhi della principessa guerriera .

- per il mare. Olimpia passeremo per il mare. -

- e se verrete bruciate?-

- non verremo bruciate ed ora te lo spiego. I pesci passano tranquillamente, senza problemi.-

- ma i pesci stanno sotto l’acqua. Noi ogni tanto dovremo mettere fuori la testa e a quel punto ci fulmineranno.-

- questo è vero. Ed è proprio per questo che ci servirà Venere. Olimpia invocala, a te da più ascolto.-

Non ero arrivata all’idea di Xena, ma volli comunque fare quello che mi aveva detto.

-Venere- e lo dissi con più solennità che potevo, forse per far capire alla Dea che era una richiesta d’aiuto.

In poco tempo un lampo di luce gialla rivelò la presenza della Dea e si materializzò in Venere in persona.

- dite, amiche mie… oh ciao Corilo, ti è passata la voglia dei filtri d’amore?-

- non capisco di cosa parli, Venere- Corilo era arrossito. Che male c’era nel chiedere un filtro d’amore… per chi poi… non credo alle parole di Xena… Corilo innamorato di me, che sciocchezza.

Ma continuiamo il nostro racconto.

- Venere è una questione seria. – iniziò Xena - quello che vogliamo da te è un incantesimo che ci tramuti in Sirene. Ma attenta deve essere solo una cosa temporanea… appena fuori dall’acqua io devo avere le gambe assolutamente. Ne ho bisogno.-

Venere sembrò esitare.

- è per il fatto che Marte ha fatto passare quei due, vero?-

Io annuii.

- va bene, vi aiuterò. Ma in cambio, vi prego catturateli e spenditeli da Plutone, è orribile quello che fanno alle donne. Questo non è amore. -

- avranno ciò che si meritano.- le assicurò Xena.

Andammo nei pressi del mare.

Per prima cosa Venere fece apparire delle erbe in una sacca , da mangiare appena uscite dall’acqua per farci ritornare umane.

- non perdetele, vi serviranno per ritornare umane. Mangiatene appena uscite. Il viaggio per arrivare da quei due…oh non dovrei dirvelo…-

- avanti Venere….- cercai di metterle coraggio. Per lei non doveva essere facile. Mettersi contro tutta la sua famiglia, ma soprattutto contro Marte. L’unico fratello con cui andava d’accordo. Le doveva pesare i una maniera orribile. Povera Venere.

- il viaggio…non dovrebbe essere eccessivamente lungo, forse un paio di ore se nuotate velocemente. Marte ha intenzione di trasportarli molto lontano, forse nel celeste impero. A quel punto consegnerà loro un’armata… il resto ve lo immaginate da voi.-

- un’armata? E per che cosa?- chiesi

- per avere dominio sul celeste impero. Dove le divinità greche non possono avere effetto.. dobbiamo sbrigarci, presto Venere l’incantesimo. -

- si, ah, ascoltate…quei due scemi sono diretti verso il tempio di Marte, ok?-

- si, tutto chiaro,basti che ti muovi… sbrigati!!!- fece fretta Xena

- si, si ecco: “primule bianche, rose profumate

voglio queste 2 donne come due sirene fatate.”

In quegli attimi, ricordo, incominciai ad avere male alle gambe. Sentii come un crampo dall’addome in giù.

In poco tempo incominciò a mancarmi il respiro. Xena mi prese per mano ed insieme ci tuffammo in acqua.

§;§

Ci eravamo come trasformate. Tutto quello che vedevo era magico, soffice…non pensavo che il mare visto da sotto fosse così bello. Xena mi teneva ancora per mano. Vedevo il volteggiare dei suoi capelli neri. Nell’acqua perdevano la forma consueta, le onde del mare dava loro una magia che solo il mare può dare. La sua pinna era viola , fatta con tanti veli e con tante sfumature…bellissima. Si questa era la parola giusta per definirla. Corpetto di Xena era stato sostituito con un reggiseno viola che brillava come se qualcuno ci avesse appiccicato sopra dei diamanti.

Io non nuotavo. Stavo a peso morto e mi lasciavo trasportare da lei, senza farmi troppi problemi. Xena aveva capito i movimenti da fare quasi immediatamente. È fantastica, si sa adattare in ogni situazione, anche scomoda, in cui vada a parare. Volevo anch’io nuotare bene come faceva Xena ma non sapevo da dove cominciare. Poi vidi i movimenti che faceva, la contrazione dei suoi addominali scolpiti. La imitai e ben presto fui capace di muovermi liberamente.

Nuotammo per almeno un paio d’ore, come ci aveva detto Venere. Poi Xena si girò verso di me, facendomi cenno che era ora di risalire. Ma dovevamo fare attenzione. Dovevamo arrivare alla spiaggia e solo lì alzare la testa. Xena calcolò bene i tempi e quando si assicurò che eravamo abbastanza vicine, risalimmo. Non ci accadde nulla. Come al solito e per fortuna , Xena aveva calcolato bene i tempi. Avevamo passato il confine. Ora, anche se non regolarmente , ci trovavamo dentro e ormai non poteva accaderci niente di brutto.

- prendi queste, mangiale.- e anche lei mangiò le erbe.

Dopo poco vidi la pinna sparire e comparvero le gambe. Ma non comparvero i vestiti di prima.

- Xena come farai a combattere….in costume?-

- mi adatterò e poi non sono disarmata.-

dalla folta capigliatura corvina apparve un qualcosa di metallico. Il chakram. Se lo aveva infilato tra i capelli usandolo tipo cerchietto. Incredibile. Questa donna non finirà mai di stupirmi.

Era terribilmente buffa. Riaveva i suoi calzari ( solo quelli erano comparsi) per il resto era vestita con il costume da sirena ( in più le mutande sempre violacee). Così vestita, con i capelli bagnati, quegli occhi che le facevano capolino nel viso e con quel fisico scultoreo, che con l’armatura non aveva modo di mostrare, Xena sembrava proprio una divinità.

Quando anche a me furono ricomparsi i calzari ci avviammo verso il tempio che trovammo quasi subito.

Sentimmo delle voci al suo interno e sia io che Xena tirammo un sospiro di sollievo.

Almeno eravamo arrivate in tempo.

- Allora Marte , quando si parte per il celeste impero?-

- subito, Tito, Tulio, preparatevi a comandare un’armata. Si parte-

- io credo di no-

- shyshhssyhsyhsyhsyhs-

con una serie di acrobazie incredibili Xena arrivò proprio davanti a loro , puntando loro il chakram al collo-

Marte non poté fare a meno di osservarla. La squadrò da cima a fondo. Lo sguardo che le rivolse poi era di desiderio, gli occhi velati dalla lussuria.

- Xena… come mai qui?-

- come se non sapessi i crimini di questi malviventi.-

- ah, non esagerare..sono solo persone amanti del sesso -

- certo con le persone indifese tutti sono bravi, vediamo se avete il coraggio di fare a me quello che fate a loro-

- come hai fatto ad entrare?-

- non si intuisce?-

- te la sei fatta tutta a nuoto e con quel peso morto a carico?- indicando me.

- non sono un peso morto…ho nuotato anch’io.-

Tito e Tulio si rivolsero a Marte:

- lanciagli contro una sfera di potere ed andiamocene.-

- no, sconfiggetela voi…voglio proprio vedere di quello che siete capaci con la spada-

e fece apparire la spada sia per Tito, sia per Tulio. Non per Xena. Naturalmente.

Io ben presto trovai un bastone. Corsi, non verso Tito —troppo forte— ma verso quell’altro, Tulio. Iniziammo a combattere.

Xena si difendeva a colpi di chakram o solamente evitando i colpi dell’avversario.

Io me la cavavo abbastanza bene, certo per Xena era diverso. Ma io ero sicura che sarebbe riuscita a cavarsela e così è stato.

Io ero troppo impegnata a difendermi che non ho visto tutti i movimenti di Xena, ma diciamo mi sono voltata per vedere quello essenziale.

Tito, ad un certo punto ha sferrato un fendente al busto. Xena abbassandosi l’ha evitato. Poi rialzandosi ha sputato proprio nella bocca dell’avversario. Non pensavo che fosse capace. Tito schifato sputò a terra più volte e Xena ne approfittò per togliergli la spada di mano. Ben presto Tito si ritrovò a terra con la spada puntata al collo. A quel punto Xena l’affondò.

Tulio vedendo la fine dell’amico si distrasse e per me fu il momento decisivo.

Marte non sapeva se ridere o dispiacersi . Sul volto aveva dipinto un’espressione mista tra contentezza e scherno.

- dove hai imparato quella….quella mossa fantastica?- rise

- è stata un’idea di Olimpia-

- complimenti streghetta…solo tu potevi avere un’idea del genere…- rise di cuore.

E rideva ancora quando uscimmo dal tempio.

- hai visto? Ha funzionato…-

- si, devo ammetterlo è stata una bella idea.- poi aspettammo Venere che ci riconducesse da dove eravamo venute.

§;§

quella sera dopo una cena breve ,Corilo andò a dormire,era stanco . Chi sa per cosa, lui era stato l’unico a non fare niente.

Xena rimase un po’ intorno al fuoco.

- hai freddo?- gli chiesi.

- no è che anche d’estate il fuoco mi fa un certo effetto….Olimpia per quanto riguarda quel periodo di riposo..io…-

- neanche io voglio riposarmi più. È meglio che ricominciamo la nostra vita. – ma mentivo. In realtà lo sanno solo gli dei quanto desideravo un po’ di vacanza.

Lei prese la mie mani tra le sue.

- una settimana di mare non ce la toglie nessuno…te lo prometto.-

non mi sembrava vero.

- Xena non è che mi stai prendendo in giro?-

- sono serissima-

-ma mi prometti che durante questa settimana non combatterai? Niente violenza e non perderai le staffe?-

lei ci pensò su poi disse:

- lo prometto-

e si coricò per andare a dormire.

Credo che abbia incrociato le dita o magari le gambe mentre lo prometteva. Non credo che Xena sia capace di stare una settima senza combattere. Impossibile.

Magari ha promesso con sincerità , ma sono sicura che il suo lato “ grigio” ( perché non lo posso definire nero) verrà fuori molto, molto presto.

Già ora ho visto con quanta crudeltà schiacciava una povera zanzara che le si era posata sul viso.

Ma infondo lei si impegna, ci prova….almeno.

Una donna bella, forte, coraggiosa, leale, pronta a dare la sua vita per le persone a cui tiene, che combatte per il giusto.

A volte penso – che cosa ci sto a fare io con lei?-

Ma poi la risposta mi viene spontanea.

Lei è la mia migliore amica e la nostra amicizia è come un puzzle. Ci completiamo a vicenda.

Lei ha la forza e il coraggio che manca a me, io ho qualcos’altro che manca a lei.

Anche se adesso non me ne rammento.

Ma lei questo senso d’inferiorità che ha volte provo standole accanto no me lo fa pesare in alcun modo.

O almeno ci prova.

Sei unica Xena.




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