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          Arrivi, 
            ritorni e partenze!  di 
            Giù capitolo 
            II  Mi 
            scuso per aver fatto passare un bel po’ di tempo prima di inserire 
            questo secondo capitolo, ma di tempo a disposizione ne ho poco. Come 
            sempre commenti, critiche o qualsiasi altra cosa potete inviarmeli 
            a questo indirizzo: gi_gabrielle@yahoo.it 
              -Hai 
          ragione! Ho finito, andiamo di là??-Dopo un po’ si trasferirono nell’ufficio di Lidia, che si 
          sedette alla scrivania, e Sabina si accomodò sul piccolo divano 
          che c’è nell’ufficio e continuarono a parlare, fin 
          quando Sabina si addormentò, poverina, aveva lavorato tanto: 
          era stanca morta. Lidia, si alzò e la coprì con il suo 
          giubbotto. Incominciò a fissarla: era così bella.
 Ma che cavolo sto facendo perché non riesco a toglierle lo sguardo 
          di dosso? Basta Lidia! pensava
 Decise di andare a prendere un altro caffè, prima che si addormentasse 
          anche lei. Erano circa le cinque del mattino quando decise di svegliarla, 
          visto che non era il luogo adatto per dormire. Si avvicinò e 
          le sfiorò la guancia, a quel contatto, Sabina sorrise, ma non 
          aveva alcuna intenzione di svegliarsi. La chiamò due o tre volte, 
          era una vera e propria dormigliona. Quando si svegliò disse:
 -Dove mi trovo?-
 -Sei a lavoro! Ti sei addormentata mentre facevamo due chiacchiere.. 
          -
 -Oh, mio dio, scusami, non so come sia successo. -
 -Ma, no, non preoccuparti! Che ne dici se ti accompagno a casa? Il tuo 
          turno finisce tra mezz’ora e non succederà niente se te 
          ne vai un po’ prima. -
 -OK, ma posso anche andare da sola. -
 -No, ti accompagno, tanto non ho più niente da fare. -
 -Se insisti...dammi un attimo che vado a prendere le mie cose. -
 Mentre lei andò prendere le sue cose, Lidia andò un attimo 
          in bagno, e quando uscì la trovò già appoggiata 
          alla macchina.
 -Allora, andiamo?-
 -Si!-
 -Dove abiti?-
 -Via Bretoni. -
 Scoppiò a ridere e pensò: Guarda un po’ la vita: 
          che coincidenze.
 -Cosa c’è che ti fa ridere?-
 -Niente, è che è la stessa strada di dove abito io. -
 -Bene, ma tu guarda il mondo com'è piccolo. -
 -Dimmi un po’: abiti per caso nel palazzo verde al secondo piano? 
          -
 -Si, come fai a saperlo?-
 -Siccome nella via c’è un unico palazzo, ed è da 
          due giorni che sento mobili spostare, non poteva essere che là! 
          -
 -Non mi dire che tu abiti nell’appartamento affianco!?!-
 -Si! E dovrò anche ad abituarmi a vederti tutti i giorni, al 
          di fuori del commissariato. -
 -Perché ti dispiace per caso?-
 -No, affatto! Ma devi fare un po’ più silenzio!-
 -Già, ma il silenzio non fa per me!-
 -Va bene, a patto che non sia quando io devo dormire!-
 Passarono, il resto del tempo, per arrivare alle loro rispettive case, 
          parlando di quando fosse strana la vita.
 Lidia era stranamente felice, ma fece in modo che lei non se n'accorgesse, 
          ma anche lei, era contenta. Salirono le scale, Lidia stava per infilare 
          le chiavi nella serratura della sua porta quando:
 -Merda!!!-
 -Cosa succede?-
 -Non posso entrare...-
 -Ah, c’è tua sorella...che ne dici di aspettare da me?-
 -Non mi sembra il caso, ti ho accompagnata a casa, per farti riposare. 
          Grazie, ma torno in commissariato. -
 -Ma no, aspetta, tanto non posso riposare, ho tante di quelle cose da 
          fare, figurati se penso a dormire. Dai, così mi dai una mano 
          o, quell’offerta non è più valida? -
 -Certo che è valida, ma ti avviso che sono una frana col fare 
          le pulizie. -
 -Correrò il rischio. -
 Aprì la porta ed entrarono. C’era un vero e proprio caos.
 -Ma qui, servirebbe un’intera impresa di pulizia!!-
 Passarono circa due ore a sistemare le sue cose e a pulire casa, poi 
          andarono a fare colazione fuori, e a fare anche la spesa. Passarono 
          l’intera mattinata a parlare, Lidia scoprì molte cose su 
          di lei, amava scrivere e leggere, mentre lei le raccontò che 
          adorava andare in palestra.
 Trascorsero cinque mesi, ormai Lidia e Sabina eravamo diventate grandi 
          amiche, ma per entrambe sapevano che c’era qualcosa di più 
          di una semplice amicizia, si amavano, ma non riuscivano a dirselo.
 Entrambe nei primi tempi, avevano cercato di reprimere quel loro sentimento, 
          ritenendolo perfino osceno, dato che erano due donne. Lidia aveva provato 
          un paio di volte a dirglielo, ma non ci riusciva, mentre Sabina, non 
          osava dirglielo, perché aveva paura di un suo rifiuto. Nessuna 
          delle due si accorgeva dei sentimenti dell’altra.
 Un giorno Sabina entrò nell’ufficio di Lidia e le disse:
 -Avrei bisogno di un permesso di un giorno, ti prego è importante!-
 -Cosa c’è, è successo qualcosa?-
 -No niente, ma domani è il compleanno di mio padre è vorrei 
          fargli una sorpresa, anche se so che non sarà gradita, ma devo 
          dirgli una cosa importante!-
 -Sei sicura che vuoi andare?-
 -Si, allora me lo dai il permesso?-
 -Certo, un attimo, firma qui. -
 -Grazie. -
 -E di cosa?-
 In quel momento entrò Valeria e avvisò Lidia che c’era 
          bisogno di lei, salutò Sabina e andò di là. Sabina, 
          si sedette, e incominciò a pensare a quello che avrebbe detto 
          ai suoi genitori, Aveva deciso, di confessare il suo amore a Lidia, 
          ma prima voleva dirlo ai suoi, non per avere il loro permesso, ma voleva 
          che fosse stato lei a dirglielo, prima che lo venissero a sapere da 
          qualcun altro.
 La mattina seguente, uscendo di casa, le nostre due poliziotte s'incontrarono.
 -Allora, sei ancora qua, non mi dire che ci hai ripensato!-
 -Devo ammetterlo, ci stavo rinunciando, ma poi mi è venuta in 
          mente il motivo per cui ci vado, e non posso proprio fare a meno di 
          non andarci. -
 -Bene, ma se ci sono problemi chiamami. -
 -Non preoccuparti, ci vediamo stasera. -
 -Si, a stasera. -
 Lidia passò l’intera mattinata a pensare a lei. Perché 
          era voluta andare dai suoi genitori?Cosa aveva di tanto importante da 
          comunicargli? Ovviamente non sapeva dare una risposta alle sue domande. 
          Più la guardava, e più capiva di amarla…era strano, 
          lei non era il tipo che si innamorava facilmente…le era successo 
          solo una sola volta…con Davide…
 Verso le tre del pomeriggio andò nell’ufficio di Sabina, 
          Luca e Valeria, per fare due chiacchiere con Valeria, sapendo che Luca 
          era fuori per un’urgenza.
 -Ciao Vale, allora cosa si dice?-
 -Ciao Lidia, niente, sto facendo delle ricerche su Moranti, quello trovato 
          morto...-
 -Ah, bene se trovi qualcosa d'interessante, fammelo sapere, ti va di 
          andare a prendere un caffè al bar, devo chiederti una cosa..-
 -Si, perché anch’io ho intenzione di dirti qualcosa…-
 Si recarono al bar, era intenzionata di dire tutto a Valeria, perché 
          aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno, e poi sapeva che si potevo fidare 
          di lei, e quindi non avrebbe fatto parola con nessuno.
 Si sedettero ad un tavolo libero ed ordinarono.
 -Allora, cosa devi chiedermi?-
 -Non so da dove cominciare!-
 -Dall’inizio, è qualcosa che riguarda Sabina?-
 -Come fai a saperlo?-
 -Mia cara Lidia, te lo si legge in faccia che ti sei innamorata di lei! 
          Da come la guardi…-
 -Da quanto lo sai?-
 -Da quando lei è arrivata nel nostro distretto. Da quando è 
          arrivata, hai una strana luce negli occhi, è la luce dell’amore! 
          -
 -E non me lo hai mai detto?-
 -Aspettavo che lo facessi tu. Comunque, cosa dovevi chiedermi?-
 -Sabina ti ha detto qualcosa? Sai ieri mi ha chiesto un permesso per 
          tutto il giorno di oggi e mi ha detto che doveva andare dai suoi genitori, 
          perché aveva una cosa importante da comunicargli...-
 -Vuoi, proprio saperlo?-
 -Perché, ti ha detto qualcosa?-
 -Si, mi ha detto che doveva andare dai suoi genitori, perché 
          doveva dir loro che...che si era innamorata, e prima che lo dicesse 
          alla persona di cui è innamorata, voleva dirlo a loro!-
 Quando Valeria affermò disse cio, a Lidia, crollò il mondo 
          addosso, l’aveva persa prima che potesse rivelargli il suo amore, 
          solo allora si pentì di non averle mai detto niente. Si alzò 
          e stava per andarsene, quando Valeria la fermò.
 -Aspetta, dove vai, non vuoi sapere di chi è innamorata?-
 -No, non mi importa!-
 -Nemmeno se la persona di cui è innamorata saresti tu? -
 -Cosa hai detto?-
 -Hai capito bene Lidia, la persona di cui Sabina è innamorata 
          sei tu!-
 -Ma perché non me lo hai detto subito…-
 Non riusciva a crederci…prese il suo giubbotto, e scappò, 
          senza far caso alle domande di Valeria, corse in macchina, prese il 
          cellulare e la chiamò, sperando di non farsi tradire dalla sua 
          inaspettata felicità.
 -Sabina, dove sei?-
 -Cosa c’è, stai bene?-
 -Dimmi dove sei, devo dirti una cosa importante che non posso dirti 
          al telefono...-
 -Sto tornando a casa, ma cosa c’è, è per caso successo 
          qualcosa?-
 -Si, senti, dimmi con precisione dove sei, così ti raggiungo!-
 -Sono in autostrada, comunque anche io devo dirti una cosa importante, 
          facciamo una cosa, vediamoci direttamente a casa, farò il prima 
          possibile!-
 -OK, ma va piano, mi raccomando!-
 -Non preoccuparti, ci vediamo tra poco!-
 Non poteva crederci, anche Sabina provava i suoi stessi sentimenti, 
          ma perché non glielo aveva mai detto, forse per il suo stesso 
          motivo.
 Anche Sabina fu colta da un' inaspettata felicità, sentiva che 
          qualcosa stava cambiando.
 Lidia arrivò per prima, ma non salì, l’aspettò 
          per circa tre quarti d’ora, fin che non vide la sua macchina. 
          Scese e le corse incontro e le disse semplicemente:
 -Ti amo…-
 Sentendo quelle magiche parole, che aveva tanto sognato he Lidia le 
          dicesse, le si gettò tra le braccia, ed incominciò a singhiozzare, 
          neanche Lidia riuscì a fermare una lacrima che le rigò 
          il volto.
 -Ti amo anch’io -
 Dopo detto questo, non resistette e la baciò, fu un bacio timido, 
          ma poi la timidezza si trasformò in passione, ma dopo un po’ 
          si tirò indietro e Lidia non capiva il perché ma poi si 
          accorse che molti passanti le stavano guardavano, così le prese 
          la mano e senza dire niente la trascinò nel suo appartamento.
 -Abbiamo fatto spettacolo giù, ma non mi importa niente, perché 
          ti amo e non mi vergogno di dirtelo!-
 -Neanche io Sabina, neanche io…-
 Si baciarono di nuovo e la passione cresceva forte.
 -Sai, non ho...ecco...si, non ho...mai baciato una donna, ma con te...con 
          te è diverso e come se ti conoscessi da...da tanto tempo…-
 -Anche per me è la stessa cosa, e anche per me è la prima 
          volta che bacio una donna, ma tu, Sabina, sei così diversa, mi 
          trasmetti una tale emozione, che mai nessuno mi ha trasmesso. -
 -E tu, mi fai sentire protetta. -
 Detto questo continuarono a baciarsi, andarono nella camera da letto 
          e li passarono la loro prima notte insieme.
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