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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni

POKE

Dopo una serie di disavventure nel loro stile ("Terremoti, incendi, smottamenti e sommosse... cosa ALTRO potrebbe capitarci?"), Xena e Olimpia, sporche, infangate fino ai capelli e piene di lividi, giungono in un villaggio dal quale non sperano altro che di riuscire ad ottenere un letto soffice, un bagno caldo e un buon pasto, ma il periodo non sembra propizio, visto che il luogo è preso d'assalto da torme di visitatori che hanno la curiosa peculiarità di essere in maggioranza donne e quasi tutte vestite con costumi che ricordano qualcosa al nostro magnifico, anche se momentaneamente disastrato, duo. Ma la fame, la stanchezza e l'irritazione montante nel non riuscire nemmeno a muoversi in mezzo alla folla che sembra aver invaso ogni angolo, impedisce loro di fermarsi a rifletterci sopra, almeno finché non riusciranno a trovare una stanza per riposare. Mentre Xena si reca a cercare un maniscalco per accudire Argo, Olimpia ha il suo daffare per riuscire a farsi sentire nell'affollatissima e rumorosissima taverna, ma alla fine, mettendo in opera un po' di sana determinazione "alla Xena" riesce a procurarsi una stanza e poco dopo, raggiunta dalla compagna, le due donne si rendono conto della ragione di quella bolgia. Come recita un cartello, nel villaggio è in corso il DICIOTTESIMO SIMPOSIO ANNUALE PER POETESSE E GUERRIERE - OSPITE D'ONORE: AUTOLICO, IL RE DEI LADRI. Cercando di capire meglio quella situazione che dà loro la netta impressione di esservi in qualche modo coinvolte, le due donne si mescolano alla folla nella taverna per indagare discretamente e fanno così la conoscenza di Kazia, Janee e un gruppetto di partecipanti che si complimentano con loro per i "costumi" e che confermano la presenza in città di Autolico, che sperano accetterà di firmare autografi, anche se, affermano, conoscendo Kadmus farà pagare anche quelli. Sempre più perplesse, Xena e Olimpia, cercano di farsi dire la ragione di tutto questo e apprendono che sono tutti lì per incontrare persone che le hanno conosciute.("Conosciute chi?" "Xena e Olimpia, naturalmente."). Ora forse, le cose cominciano ad avere un senso.

XENA: Allora tu sai in che stanza è Autolico?
KAZIA: Oh, qui no di certo. Sarà alla locanda in fondo alla strada. Kadmus non mette mai i suoi ospiti nello stesso posto. Teme che possano mettersi a parlare con noi per conto loro.
XENA: Presumo che questo Kadmus sia quello che organizza questa festicciola?
KAZIA: Già, credo che dovrei essergli più grata, ma è difficile, sapete.
OLIMPIA: Perché?
KAZIA: Voi davvero non ci siete mai venute prima. E' che c'è una tariffa su tutto. Se riuscisse a pensare un modo per farti pagare anche l'aria, lo farebbe.
XENA: Così fa un mucchio di soldi con questa cosa?
KAZIA: A sacchi.
OLIMPIA: A parte Autolico, cos'altro succede in queste manifestazioni?
KAZIA: Beh, c'è il mercato dove potete fare compere. C'è una gara per il miglior costume, che credo vincereste a mani basse, se vi iscriveste.
JANEE: E non dimenticare l'asta.
KAZIA: Già... l'asta.
OLIMPIA: Non sembri eccitata.
KAZIA: Non mi fate neanche parlare dell'asta.
OLIMPIA: Ma allora, se ci sono tante cose che non ti piacciono, perché ci vieni?
KAZIA: Per le mie amiche. Vengo qui per incontrarle. La maggior parte di noi riesce a vedersi solo una volta l'anno. Così ci riuniamo qua, e passiamo il tempo tra di noi facendo qualcosa che ci piace.

Introdottesi nella locanda dove è alloggiato Autolico, le due donne non riescono però a trovarlo e scoprono così che per incontrarlo dovranno prenotarsi e mettersi in coda insieme alle centinaia di persone che attendono. Fortunatamente, Kazia è già lì e le invita ad unirsi a lei, prima che la guerriera cominci a dare segni di nervosismo di fronte a tante impreviste difficoltà. In cambio Olimpia le rivela le loro identità con la promessa che manterrà il segreto per il momento. Ammutolita dalla gioia, Kazia acconsente. Finalmente, riescono ad arrivare ad Autolico che appare felice di vederle, ma che capisce subito che il piacere non è condiviso.

OLIMPIA: Autolico, che sta succedendo qui?
XENA: E perchè tu ci sei in mezzo?
(...)
AUTOLICO: D'accordo. E' molto semplice. Questo tizio, Kadmus, è venuto a sapere che c'erano persone vostre fanatiche ammiratrici. E ha deciso che tenere questo simposio era un bel modo per farle riunire.
XENA: Mentre lui ci ricava una piccola fortuna.
AUTOLICO: Capisco che questo è quello che può sembrare a prima vista...
OLIMPIA: Vuoi negarlo?
AUTOLICO(esitando): Va bene, è vero, ma credimi, Olimpia, non è che lui costringa questa gente a venire. Vengono di loro spontanea volontà.
XENA: E questo dovrebbe mettere tutto a posto?
(...)
OLIMPIA: Autolico, perché lo fai?
AUTOLICO: Perché mi paga bene?(...) Come potevo rinunciare? Ho ricevuto un messaggio qualche settimana fa. Kadmus mi offriva un piccolo patrimonio per venire a parlare qui.

Xena è furiosa all'idea che qualcuno faccia soldi sfruttando il loro nome, ma Olimpia l'invita a non prendere iniziative affrettate e così la guerriera comincia ad esplorare la mostra mercato dove con suo stupore trova centinaia di riproduzioni del suo chakram, della sua spada, delle pergamene di Olimpia, vendute a prezzi esorbitanti e scopre che i ragazzini collezionano e scambiano figurine di loro e degli altri personaggi delle loro storie. Incredula e incuriosita per quel giro d'affari, si avvicina ad un gruppetto di donne.

XENA: Potrei farvi un paio di domande? (Le donne sorridendo la invitano ad unirsi a loro.) Non vorrei sembrare brusca, ma perché lo fate?
ADELE: Non sono sicura di capire la domanda.
XENA: Beh, perché venite qui ad ascoltare storie di altre persone? Perché pagare denaro per questo?
ADELE: Perchè sono storie bellissime. Olimpia ha scritto alcune delle pergamene più emozionanti sulle loro avventure ed è bello ascoltare gente che le conosce davvero.
XENA: Ma perché Xena e Olimpia? Perché non Hercules e Iolao?
KATHA: Perché Hercules e Iolao non sono pupe con le palle.
XENA: Pupe con le palle?
KATHA: Già, non solo sono due donne che non hanno bisogno di uomini, ma sono anche bellissime.
XENA: Capisco. E questo vi piace?
KATHA: Ma sei vissuta sotto una roccia?
XENA(che comincia ad avere mal di testa): In apparenza.

Mentre Xena sta cercando di conciliarsi con l'idea di una tale popolarità, Olimpia, accompagnata da Autolico incontra Kadmus che non appena appresa la sua identità, immediatamente pensa di sfruttarla per la sua manifestazione facendola esibire davanti al pubblico offrendole una grossa somma, poi troppo preso dalla sua organizzazione la lascia a rifletterci, ma Autolico che la conosce ha già capito che Olimpia sta progettando qualcosa. Nel frattempo, Xena sta parlando con Kazia per cercare risposte alle sue domande.

XENA: E' questo che non riesco a capire. Perchè non si appassionano alle loro vite?
KAZIA: Perché per lo più le nostre vite sono noiose come il frumento che cresce ad Amphipoli.
XENA: Va bene, questo lo capisco.
KAZIA: Esattamente, e le vostre avventure danno sapore alle nostre vite. Non è che non stiamo bene come stiamo, ma molte di noi non hanno il coraggio e neanche i mezzi di andarcene e fare quello avete fatto voi due. Celebrare le vostre avventure, è un po' come viverne una nostra.
XENA: Ma perché non lo fate insieme per conto vostro? Tutto questo costa un sacco di soldi.
KAZIA: Vuoi la risposta semplice?
XENA: Certo.
KAZIA: Perché è divertente. Vieni con me. (Kazia conduce Xena ad un banco pieno di rotoli di pergamena. Ne prende uno e glielo tende.) Le vostre avventure hanno ispirato altri bardi a cominciare a scrivere. Alcune storie sono su di voi, racconti immaginari di avventure. Guarda questa.

Xena prende il rotolo, legge qualche riga poi si rivolge all'uomo dietro il banco.

XENA: Quanto costa?
UOMO: Dieci.

Con un sospiro, tira fuori delle monete e le consegna all'uomo, poi s'infila il rotolo nella vita.

XENA: Olimpia darà i numeri.

Intanto Olimpia sta mettendo a punto un piano per rompere le uova nel paniere a Kadmus, ma per farlo la strada passa necessariamente dalla partecipazione sua e di Xena allo spettacolo previsto per quel giorno, mentre Autolico cerca di spiegare le ragioni della sua partecipazione.

AUTOLICO: La gente non si ricorda di me.
OLIMPIA: Cosa?
AUTOLICO: Non si ricorda nessuno del "Re dei Ladri". Si ricordano di voi, di te e di Xena. Per una volta è bello far parte di qualcosa di positivo. Queste persone vi amano e a prescindere da chi le riunisce, hanno tutte una sola cosa in comune... te e Xena.
OLIMPIA: Xena ed io non meritiamo tutto questo.
AUTOLICO: Perché no? Avete passato l'intera vita a cercare di migliorare le cose...
OLIMPIA: Stai esagerando. Abbiamo fatto ciò che dovevamo. Questo non ci rende meritevoli di una cosa del genere.
AUTOLICO: Oh, per favore, Olimpia. Non stanno cercando di divinizzarvi. Si godono solo le vostre gesta. Voi date loro speranza. Tu sei quella che ha scritto le pergamene. Avresti dovuto aspettartelo.

Arrivata Xena, le due donne e Autolico si mettono d'accordo per coordinare le loro mosse e poco dopo nella grande sala stipata di gente all'inverosimile, Kadmus dà inizio allo spettacolo, ma non prima di aver messo all'asta un paio di stivali indossati da Olimpia per l'avventura nella città in cui la musica era bandita ("A Tale of Two Muses", quarta stagione). Nel vederli, Olimpia tira una gomitata ad Autolico. Ma lui si giustifica: non li ha rubati, li ha solo presi dopo che lei li aveva abbandonati. E mentre le quotazioni degli stivali salgono sempre di più, Xena, anch'essa tra il pubblico insieme a Kazia, ma mascherata in modo da rendersi assolutamente irriconoscibile con gli abiti maschili di Reconzio (Anthrax, in originale. Ricordate? Li aveva già indossati in "Many Happy Returns", sesta stagione), attende il momento propizio per farsi avanti. Presentata da Kadmus, intanto Olimpia è al centro della scena, in mezzo ad una folla semplicemente impazzita ed incredula che sia davvero lì tra loro. Olimpia non lo è da meno davanti a quell'accoglienza a dir poco entusiasta e comincia a scaldare l'atmosfera con un racconto ancora inedito (tratto da "Bardcage", in questa stessa stagione), dopodiché si predispone a rispondere a qualche domanda del pubblico. La sala si popola di mani alzate e, anche se originariamente il piano prevedeva una finta domanda di Xena, Olimpia decide prima di risponde a qualcuna vera.

OLIMPIA: Tu laggiù, con la tunica rossa.
DONNA(alzandosi): Vorresti risolvere una questione controversa?
OLIMPIA: Se posso.
DONNA: Xena e Marte...
OLIMPIA: D'accordo, fermati qui. So già dove vuoi andare a parare e lascia che ti dica che a lei sto bene io.

Dal pubblico esplode una risata e la donna non sembra gradire.

DONNA: Ma anche nei tuoi scritti, parli della relazione tra Xena e Marte. Come puoi starle bene tu, se lei è ovviamente innamorata di Marte?

Un colpo di tosse dalla zona dove si trova Xena, fa quasi impaperare Olimpia.

OLIMPIA: Marte ha preso sotto la sua tutela Xena quando lei ancora lottava per cercare il suo sentiero nella vita, ma l'ha anche manipolata e non può esistere amore basato sul raggiro. Personalmente credo che ci fosse rispetto reciproco. Ma Xena mai ha amato o amerà Marte.

Evidentemente infastidita dalla domanda almeno quanto la sua interlocutrice dalla risposta, Olimpia passa oltre accondiscendendo sorridente alla richiesta di un giovanissimo ammiratore di darle un bacio e finalmente dando spazio all'intervento di "Reconzio" che si erge nella sua posa solita, pollici nella cintura e atteggiamento di chi stia per sputare in terra da un momento all'altro. Nessuno ha ancora capito di chi si tratta.

XENA("RECONZIO"): Puoi dirmi che si prova a baciare Xena?
OLIMPIA: Sali quassù e te lo mostrerò.

A questo punto qualcuno tra il pubblico mangia la foglia e la voce "E' Xena!" si propaga rapidamente, e mentre Xena, ancora intabarrata nei pesanti panni di Reconzio, sale sul palco, la sala esplode nuovamente in urla ed applausi assordanti. Le due compagne attendono divertite che quell'incredibile frastuono si plachi, quindi Olimpia si volta verso Xena.

OLIMPIA: Credo di averti promesso un bacio.

In un silenzio improvviso, Xena si china su Olimpia e presale il viso tra le mani, dolcemente la bacia. Da qualche parte, in fondo alla sala, si ode un suono sospettosamente simile a quello di qualcuno che sviene.La donna in tunica rossa si alza dal suo posto e si dirige a passo deciso verso l'uscita. Gli addetti alla sicurezza non sembrano disposti a farla passare, ma Xena fa loro un cenno.

XENA: Oh, lasciatela andare dove vuole. (Le porte si aprono e la donna esce.) Marte? Ma fatemi il piacere.

Olimpia libera Xena del suo travestimento, sciogliendole i capelli tenuti fino ad allora legati sotto il cappello, e le due donne possono finalmente dedicarsi al loro pubblico, con la ciliegina sulla torta della notizia che il trenta per cento dell'incasso sarà devoluto in beneficenza ad opera del generoso Kadmus, organizzatore del simposio, e non solo per quell'anno, ma anche per tutte le future edizioni. E Xena e Olimpia promettono di passare a "dare una mano" molto spesso. Preso in contropiede, Kadmus impallidisce, ma non può sottrarsi all'obbligo, e deve accondiscendere con un sorriso molto tirato. Che diventerà presumibilmente ancora più tirato quando scoprirà che dalla cassa sono scomparsi almeno diecimila denari, grazie alle arti del "Re dei Ladri", che saranno restituite alla maggior parte dei partecipanti. Di nuovo sulla strada, Olimpia legge la pergamena che Xena le ha comprato.

OLIMPIA: Questo è proprio contorto.
XENA: Oh, andiamo, Olimpia. Sai come si dice, l'imitazione è la più sincera forma di adulazione.
OLIMPIA: Ma Xena, guarda qui. (indicando un punto sulla pergamena a Xena che si ferma e la prende) E' mai possibile?
XENA(pensandoci sorride): Perché no, se avessi tre mani.
OLIMPIA: Xena!

PS: La sesta ed ultima stagione televisiva di Xena diede spazio ad un elemento fondamentale del mondo della Principessa Guerriera: il suo pubblico. E questo non solo riportando in primo piano l'aspetto romantico del rapporto tra le due protagoniste, come era richiesto dalla stragrande maggioranza, che si era un po' perso nella quinta stagione, e neppure dando un posto tra gli sceneggiatori della serie ad un simbolo del fandom come Melissa Good (e se vogliamo anche ad una fan vip di Xena come Katherine Fugate, sceneggiatrice professionista di Hollywood che si propose spontaneamente per scrivere un episodio, e finì per comporre quello che è forse il capolavoro assoluto dei sei anni televisivi, "When Fates Collide"). Ma soprattutto rendendo gli xeniti veri e propri protagonisti di alcuni episodi, "You Are There", "Send in The Clones" e "Soul Possession", in cui i pregi e i difetti della categoria erano messi in bell'evidenza secondo lo stile della serie. Era pensabile che nella SVS, coordinata e gestita in prima persona da xeniti, non si arrivasse prima o poi ad affrontare l'argomento? Questa volta, TNovan, autrice di questa sceneggiatura (ancora una volta dal titolo di difficile traduzione, ma tra i vari significati in inglese dell'espressione poke, credo che in questo caso quello che si adatti di più sia spingere, accalcarsi) non porta il discorso nella nostra epoca, come avveniva nei tre episodi citati, ma ci mostra come già ai loro tempi, ci fosse un vero culto nei confronti di Xena e Olimpia e come qualcuno avesse già pensato a come sfruttarlo adeguatamente. E con questo sistema, ci introduce nel mondo delle conventions, mostrandocene però anche il lato puramente speculativo, e facendo sognare a tutti quelli che almeno una volta nella vita ne sono stati vittime, pagando cifre iperboliche sull'altare della loro passione, una specie di rivalsa proprio per mano dei loro idoli. Ma ci dà anche un ritratto variegato degli stessi fans, spiegandocene alcune motivazioni e prendendo bonariamente in giro le loro manie (comprese le fantasie erotiche riversate su Xena e Olimpia), che sono poi quelle delle stesse autrici della SVS, che non dimentichiamocene sono fans a loro volta. Dalla copiosa corrispondenza sul sito seguita all'episodio, si desume che l'ispirazione principale sia nata dalla convention di Burbank del 2004 (qualcuno ha perfino ricordato una donna vestita di rosso che fece effettivamente una domanda su Xena e Marte) e la scena sul palco sarebbe stata presa di peso dalla performance di Lucy e Renée in quell'occasione (anche se non ci fu nessun bacio o sarebbe venuto giù il teatro). A questo proposito, è curioso osservare come dopo tre stagioni e quarantasette episodi della SVS, si possa sentire ancora la necessità di ribadire, e in modo anche abbastanza aggressivo, lo stato di coppia tra Xena e Olimpia come appunto nella sequenza della donna in rosso, dimostrando tutto sommato ancora una certa sensibilità alle contestazioni, sia pur ormai sporadiche, ad un dato di fatto che più nessuno veramente discute, retaggio evidente di anni di lotte mai completamente superate sulle mura del fortino del subtext. L'ultima nota è per gli osservatori più attenti: due frasi di questa sceneggiatura sono prese di peso dalla serie tv, le avete riconosciute? "Olimpia darà i numeri", detta da Xena è la stessa frase pronunciata dalla Principessa Guerriera in "Animal Attractions", "Xena e il villaggio termale", quinta stagione, quando si preparava a dire ad Olimpia che si era scoperta incinta, mentre "a lei sto bene io", sono le stesse parole pronunciate da Olimpia in "A Day in The Life", seconda stagione, e riferite alla sua vita insieme a Xena.


DESERTING THE PAST

Mentre si godono la pace di un bivacco notturno sotto le stelle, e un nuovo piatto ideato da Olimpia, sospettosamente simile al toast, Xena e la compagna discutono su alcune possibili idèe per il loro futuro. Xena ha deciso di comporre un manuale per registrarvi tutte le conoscenze mediche acquisite, mentre Olimpia sta pensando di usare le sue arti nell'insegnamento.

OLIMPIA: Ci siamo lasciate guidare dalla vita così a lungo, che ora sembra un po' strano, fare progetti per il futuro, eh?
XENA: Davvero.
OLIMPIA: Voglio dire, abbiamo sempre aiutato la gente. Ma di solito, è...
XENA: Tutto lì.
OLIMPIA: Già, mi piace l'idea di donare loro qualcosa per il futuro... come insegnare loro a leggere.
XENA(soddisfatta): L'idea piace anche a me. E' tempo di gettarsi il passato alle spalle. E di pensare a qualcosa per il futuro.

Entrambe tacciono. Il canto dei grilli aumenta d'intensità. Le stelle brillano su di loro.

OLIMPIA(schiarendosi la gola): Di solito non è a questo punto che qualche messaggero dal tuo passato ci casca in testa da qualche albero?
XENA(ridacchiando): Non siamo sotto un albero.
OLIMPIA(appoggiando la testa sulla spalla di Xena): Forse un giorno potremmo anche aprire una scuola.
XENA(con aria scettica): Beh...
OLIMPIA: Ehi, dovremo pur ritirarci un giorno.
XENA(baciandola): Un'altra volta. Per il momento, ho altre idèe.

Olimpia ride accogliendola tra le braccia, ma il momento di serenità, il giorno dopo è presto dimenticato quando proseguendo nel loro viaggio senza meta, le due compagne giungono a guadare un torrente, e sotto la superficie dell'acqua rinvengono una spada spezzata ed un teschio. Pessimi auspici per l'immediato futuro che si presenta presto sotto forma di un villaggio di poche case, talmente cadente da parere abbandonato, ma la vista d'aquila e l'udito perfetto della Principessa Guerriera hanno individuato subito movimenti dietro le finestre delle case. Improvvisamente un bambino che insegue una capra irrompe sulla scena e senza guardare va a sbattere contro Xena che lo afferra. Immediatamente il luogo si popola di persone armate di falci, pietre e bastoni che con aria minacciosa urlano di lasciare andare il bambino che tra le mani di Xena sta strillando come se lo uccidessero. Confuse dal cambio repentino di situazione, Xena e Olimpia cercano di spiegarsi con la gente infuriata ed impaurita che si trovano di fronte, ma soprattutto le donne non vogliono sentire ragioni. Finalmente uno degli uomini si fa avanti e grazie anche al sorriso di Olimpia che con tutta la sua diplomazia cerca di chiarire l'equivoco, lentamente gli abitanti del villaggio sembrano rilassarsi, anche se il gruppo delle donne, apparentemente guidato da una certa Peti, non pare dello stesso avviso e continua a guardarle con diffidenza. La questione è che la popolazione è assediata da una banda di misteriosi predoni che rapiscono i bambini del villaggio e che pare siano guidati da una donna. Ecco quindi le ragioni della reazione violenta che tutti hanno avuto, quando hanno pensato che loro fossero venute a rapire un altro dei loro figli. Ormai restano pochissimi bambini nel villaggio e le madri sono pazze di terrore di vedersi sottrarre anche loro. Davanti ad una situazione del genere, Xena e Olimpia non hanno altra scelta che cercare di aiutare quella povera gente, anche se la diffidenza verso loro è ancora forte. Intanto però, decidono di integrare il povero pasto del villaggio con un po' di cacciagione e si spingono nel cuore della foresta in cerca di selvaggina. Qui, vicino al ruscello, dove le donne tutte in gruppo sono venute a prendere l'acqua, le due compagne scorgono alcuni uomini in agguato ed evidentemente pronti ad assalirle, ma anziché intervenire, si liberano delle loro armi e si uniscono alle altre donne, mescolandosi tra loro. E in un attimo il gruppo viene fatto oggetto di un lancio di dardi soporiferi che immediatamente le addormentano tutte, costringendo anche Xena e Olimpia a fingersi prive di sensi. Legate tra loro, le donne vengono costrette a seguire i rapitori fino al loro rifugio dietro una cascata, e qui mentre stanno per essere rinchiuse in gabbie di legno, all'improvviso una voce femminile risuona imperiosa ed ordina che Xena non venga messa insieme alle altre e se Xena nel riconoscere il volto della persona che ha parlato, resta sorpresa riesce a nasconderlo benissimo. Anche se la sorpresa sarebbe più che giustificata perché la donna che le si avvicina con negli occhi uno sguardo di odio è Boadicea, la condottiera britanna. Già i trascorsi giovanili tra le due guerriere non erano stati improntati alla serenità, ma il loro ultimo incontro ("The Deliverer", terza stagione) ha evidentemente lasciato strascichi notevoli, infatti, corsa a salvare Olimpia dalle grinfie del demone Dahak e del suo emissario Oroveso, Xena aveva dovuto abbandonare Boadicea e i suoi uomini impegnati in battaglia contro le truppe di Cesare e da questo tradimento, agli occhi della britanna, è scaturita la disastrosa sconfitta del suo paese e il conseguente suo imprigionamento nelle carceri romane. Ora Boadicea comanda solo un manipolo di superstiti male in arnese di quello che una volta era l'orgoglioso esercito della Britannia, ma è intenzionata a rimpinguare le sue truppe e intende farlo grazie all'apporto di bambini e ragazzi rapiti e addestrati fino dalla più tenera età e al ratto di donne in grado di partorirli. Ma al momento, la priorità di Boadicea è la vendetta contro colei che l'ha tradita lasciandola nelle mani di Cesare. Xena viene appesa per i polsi ed i piedi a rami d'albero, e Olimpia non può che assistere impotente dall'interno della sua gabbia da cui cerca vanamente di evadere segando le sbarre con una corda, per di più dovendo sopportare il sarcasmo di Peti, prigioniera con lei e le altre donne ("Bene, sembra che non siate poi quegli eroi che vi vantavate di essere, eh?"). Ma i commenti taglienti di Peti sono l'ultimo dei loro problemi, mentre Boadicea "visita" la sua prigioniera per ricordarle quei tragici momenti.

BOADICEA(indicando i suoi uomini): Vedi le loro facce? Loro ricordano ancora quel giorno, Xena.
XENA(tranquillamente): Anch'io.
BOADICEA: Loro credevano che tu avessi un piano. Maledizione. Io lo credevo. (sollevando la torcia verso il volto di Xena) E tu ci hai voltato le spalle e sei scappata, lasciandoci alla mercè di Cesare.
XENA(battendo le palpebre per il fumo): Avreste perso comunque. Non è mai stato per te.
BOADICEA: No. E' sempre stato per te, vero? Tu e lui. Ti ha pagato per guidarci, Xena? E quanto? (prendendo Xena per i capelli e tirandole indietro la testa) Quanto valeva il tuo onore... se mai ne hai avuto? (Dopo aver piantato la torcia da una parte, Boadicea estrae un pugnale e riavvicinatasi a Xena, ne afferra una ciocca di capelli e la taglia.) In tuo ricordo.(Poi poggia la lama sulla gola di Xena, mentre si leva un suono di tamburi intorno a loro.) Una cosa, prima che decida come morirai, Xena. Voglio una cosa da te. Una cosa che mi devi. Che devi a loro.
XENA: Io non ti devo niente.
BOADICEA(afferrandola per la gola): Bugiarda! Tu hai distrutto il mio popolo, e adesso voglio sentire dalle tue labbra che lo ammetti. Dimmi come ci hai abbandonati e sei fuggita. Dimmi che ti dispiace, Xena! DIMMELO! (perdendo un'attimo la presa, per uno strattone di Xena, ma immediatamente riafferrandola più saldamente) Dillo! Dillo e forse ti lascerò passare la notte, Xena. (sussurrando) Dillo.
XENA(fissandola): Va bene.

Olimpia, che assistendo a quella scena, scuote sempre più rabbiosamente le sbarre, si blocca e si tende nell'ascolto. Boadicea si volta verso i suoi uomini che hanno smesso di battere sui tamburi.

BOADICEA: Ascoltate! Ascoltate tutti! Tenete a mente questo momento. Ricordate tutti i vostri amici e compagni morti. Ricordate le loro urla. (a Xena) Avanti. Dillo a loro. Dillo!
XENA: Mi dispiace.

Olimpia la guarda attraverso le sbarre con tristezza, mentre Boadicea getta indietro la testa con una risata roca.

XENA(gridando): Mi dispiace di non averti abbandonata prima. (Boadicea la fissa.) Tu non valevi quello che ho perso quel giorno.

Furente Boadicea si getta su Xena, e Olimpia non resiste più e ne richiama l'attenzione urlando e accusandola di voler scaricare su Xena le colpe che lei stessa ha per non essere riuscita a condurre il suo popolo alla vittoria. La britanna si avvicina alla gabbia e la fissa attentamente. Riconosciutala, con un ultimo sguardo gelido, ordina ai suoi uomini di tirarla fuori e legarla insieme a Xena. All'alba moriranno entrambe, dice. Vedere la sua compagna legata accanto a lei, a condividere la sua sorte non riempie di felicità Xena, ma Olimpia non è d'accordo.

XENA: C'era una ragione perché entrambe finissimo così?
OLIMPIA(contorcendosi per alleviare la tensione): Sì. (...) E per la cronaca, non averti seguita nascosta nella tua sacca mentre andavi in battaglia quel mattino è una delle cose che rimpiangerò fino al giorno della mia morte.
XENA(con gentilezza). Olimpia...
OLIMPIA(ironicamente): Che comunque cominciano già ad essere diverse. Quante sono finora, due o tre?
XENA(sorridendole): Stai acquistando senso umoristico nella vecchiaia?
OLIMPIA: Dovevo. Ti ho sposata.

L'aumentare del rullio di tamburi segnala che l'ora dell'esecuzione si avvicina. Inutilmente, Xena cerca di farsi dire da Boadicea dove sono i bambini rapiti. La vecchia guerriera ordina ai suoi uomini di afferrare le quattro corde che legano Xena e cominciare a tirare nelle opposte direzioni finché il corpo della donna non finirà squarciato. Ad Olimpia spetterà invece vedere morire la sua compagna in quella maniera orribile. E sotto gli occhi agghiacciati della ragazza, almeno una decina di uomini per capo cominciano a tirare le corde sottoponendo Xena ad una terribile tensione. Olimpia urla a Boadicea che sta commettendo un errore, che Xena non è colpevole della distruzione del suo popolo, ma la britanna intende far scontare alla sua nemica la stessa sorte che molti suoi uomini hanno subito dai Romani, e mentre perfino l'indifferenza di Peti è scossa davanti a quello spettacolo, un bambino spunta da una delle capanne e immediatamente viene riconosciuto da sua madre rinchiusa in gabbia con le altre donne. Nel vedere la mamma, il piccolo vorrebbe correre da lei, ma è trattenuto dalla paura delle grida di Boadicea che gli ordina di tornare dentro. Ma, dopo aver ritrovato uno dei loro figli, niente più può fermare le donne che cominciano a gridare i nomi degli altri rapiti e a scuotere con forza e tutte insieme le sbarre della gabbia. Accorgendosi che la situazione le sta sfuggendo di mano, Boadicea corre ad aiutare i suoi uomini che stanno sudando le proverbiali sette camicie nel tentativo di squartare Xena, ma senza alcun esito, perché la guerriera, con il corpo teso allo spasimo, sta esercitando tutta la sua forza per combattere contro quella di tutti loro, riuscendo a farli perfino arretrare. Temendo di vedersi sfuggire la vendetta, Boadicea compie un ultimo disperato gesto e afferra Xena per i capelli, spingedole indietro la testa, pronta a colpirla alla gola con la sua spada.

OLIMPIA: NO!!!!!
BOADICEA: Questo è per la mia famiglia. I soli che mi siano rimasti dopo che i bastardi di Cesare ci stuprarono!

Olimpia è gelata. sapendo che non riuscirà a liberarsi in tempo. Boadicea tira completamente indietro la testa di Xena, esponendone la gola. Xena cerca di contrastare la presa, ma non può liberarsi.

OLIMPIA: Boadicea! Hai portato la tua gente in guerra, per cosa? Hai rischiato tutto, PER COSA?
BOADICEA(voltandosi a guardarla con occhi resi vitrei dalla sete di sangue): Per la mia famiglia. Per vendicare quello che accadde loro. (posando la lama sulla gola di Xena) Per vendicare quello che accadde a me.

La sua mano sale verso l'alto, prima di ridiscendere per il colpo mortale. Xena lotta contro la sua presa, contro gli uomini che continuano a tirare, contro le corde, un sordo ringhio che le erompe da dentro.

OLIMPIA(disperatamente): Allora come puoi condannare Xena per aver fatto lo stesso?

La lama s'arresta sulla pelle di Xena, mentre Boadicea la fissa, e questa le rimanda lo sguardo fermamente.

OLIMPIA: Non stava scappando da Cesare. Solo... aveva un'amica in guai seri.

I tamburi cessano lentamente, mentre gli uomini le guardano. Cade il silenzio, rotto solo dal cigolio delle corde che ancora tengono teso il corpo di Xena, ed Olimpia legata all'albero.

BOADICEA(con voce inespressiva): La tua famiglia?
XENA(guardando verso Olimpia): Sì.

E qualcosa sembra spezzarsi nella cieca furia che agitava fino ad un attimo prima Boadicea. L'anziana guerriera lascia la presa su Xena e si allontana, ordinando ai suoi uomini di rilasciare i prigionieri. Ordine che, pur tra qualche perplessità, viene eseguito, e le due compagne finalmente libere, osservano lei e il suo gruppo svanire tra gli alberi, mentre madri e figli possono riunirsi. Al mattino, dopo aver incassato i ringraziamenti della popolazione, Xena trova Olimpia occupata a raccontare una delle sue storie a tanti piccoli ascoltatori tutti radunati intorno a lei. Quando i bambini corrono via, ridendo e senza apparenti tracce di traumi per la loro brutta avventura, Xena le si avvicina.

OLIMPIA: I bambini mi hanno detto che Boadicea aveva già iniziato a insegnare loro le tradizioni del suo popolo. Non li aveva presi come schiavi.
XENA: No. Le legioni di Cesare avevano razziato le terre di Boadicea. Ucciso la sua famiglia. Stuprato lei. Lei guidò la rivolta successivamente, ma non riuscì mai a condurre una campagna.
OLIMPIA: Aveva bisogno di te per questo.(...) Spero che riesca a trovare quello che cerca.
XENA: Credo che stia solo cercando di tornare a casa fin da allora.
OLIMPIA: Mi dispiace per lei. Per loro. Adesso che non ci tengono più appese come pesce affumicato, cioè.
(...)
OLIMPIA(guardandosi intorno): Potrebbero aver bisogno di aiuto qui. Ti andrebbe di rimanere per un po'? Dovrebbero esserci delle erbe in quei boschi, e questi bambini avrebbero bisogno di qualche bella storia.
XENA: E saremmo qui in caso di nuovi guai.
OLIMPIA(circondandole la vita con un braccio): Xena, siamo noi i guai.
XENA: Hm. Giusto. Ma forse se siamo qui noi, non ne arriveranno altri.
OLIMPIA(ridacchiando): Non ci contare.

PS: Dopo un inizio fulminante di stagione con ben tre episodi consecutivi firmati da lei, Melissa Good torna per l'episodio di chiusura della stagione, e lo fa riprendendo a sorpresa un personaggio praticamente dimenticato, quella Boadicea (o Boudicca, come nell'originale), regina guerriera dei Britanni che lungamente osteggiò le invincibili legioni romane che tentavano di invadere la sua terra. Xena l'aveva conosciuta in un lontano passato e si era ritrovata casualmente al suo fianco contro l'odiato Cesare nel quarto episodio della terza stagione, il già citato "The Deliverer", che avrebbe dato inizio ad uno dei periodi più difficili e tormentati della vita delle due compagne. In quell'occasione, mentre le truppe di Boadicea si apprestavano a combattere contro l'esercito romano, Xena aveva dovuto abbandonare la battaglia per correre in soccorso di Olimpia, lasciando i Britanni al loro destino. Poi, fin dalla fine di quello stesso episodio, completamente presa dal dramma di Olimpia, sconvolta per aver appena compiuto la sua prima uccisione, Xena dimentica semplicemente (e credo gli sceneggiatori con lei) la sua alleata e di Boadicea si perde ogni traccia. Ecco quindi un altro filo sparso, riannodato dalla SVS, che riporta nella saga il personaggio, ormai trasformato nel fantasma della gloriosa condottiera che fu, un essere roso dalla frustrazione e assetato di vendetta non solo contro la donna che lei ritiene l'abbia tradita (e di cui comunque solo casualmente reincrocia la strada), ma contro la vita stessa che ha vessato lei e il suo popolo oltre ogni limite, fino a spingerla alla follia e al crimine, ma la cui coscienza pur sepolta nell'odio riesce nel finale (forse un tantino precipitoso, però) a ritrovare tracce di umanità sufficienti a riconoscere analogie tra le sue motivazioni e quelle che hanno spinto Xena a fare la sua scelta e a recedere all'ultimo momento dalla sua vendetta. Con questo episodio il team della SVS chiude la nona stagione di Xena, dando appuntamento agli xeniti di lì a qualche mese per la decima. E' una piacevole, anche se a questo punto attesa, sorpresa per tutti i fedelissimi fans, ma l'impegno sta cominciando a farsi pressante per questo gruppo di autrici che, ricordiamolo hanno realizzato finora quarantotto episodi distribuiti su tre stagioni, con una professionalità ed una cura incredibile, sostenute solo dal loro entusiasmo e dall'amore per questi due personaggi, rubando, felici di farlo, tempo e sonno alle loro vite, e la vita e, tutte ne sono consapevoli, sta già esigendo di riprendersi i propri spazi.






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