episodio n. 7
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La dea dell'amore non ci mette molto ad accompagnare Eve al tempio; la ragazza è davanti al porta dell'edificio e prima di entrare si volta verso Venere:
- Immagino che tu non te la senta di entrare -
- Già...è meglio di no. Ti aspetto qui, ma caccia un grido se dovessi avere bisogno d'aiuto. - Risponde la dea sorridendo timidamente, quasi rispettosa della sacralità del luogo nonostante si stia parlando di qualcosa che è contro la sua essenza.
Eve ricambia il sorriso di Venere e entra nel tempio. L'aria è fredda e vi regna un silenzio che ricorda la pace dell'anima. La ragazza cammina lentamente verso l'altare con gli occhi fissi verso la statua in pietra che vi è posta nel centro e che raffigura Belur. Poi si inginocchia, chiude gli occhi e con i palmi delle mani protesi in avanti inizia la sua richiesta a colui che l'ha generata e l'ha resa messaggera della sua Parola.
- ... Non lasciare che Vendetta si abbatta su di noi. L'Amore è nei nostri cuori e ci ha reso fratelli capaci di perdonare. Non guardare ai nostri errori ma solo ai nostri sforzi per cercare di imitarti. Hai messo l'amore in noi, non abbandonarci adesso. Indicami quello che devo fare... -
Un alito di vento impercettibile alla vista, sfiora il viso di Eve. La ragazza lo avverte ma è consapevole che non si tratta dall'entità a cui sono rivolte le sue invocazioni. Apre gli occhi e si volta, ma alle sue spalle non vede nessuno: Venere è all'ingresso, appoggiata al muro immobile, a scrutare all'orizzonte.
Non curante Eve si volta nuovamente a guardare l'altare e riprende a pregare in silenzio: non avrebbe mai creduto che su di lei vi era puntato lo sguardo di Vendetta; la dea una volta visto quello che voleva, torna al comando dell'armata, che nascosta tra le montagne, è in attesa di nuovi ordini dopo aver recato morte e scompiglio a Melfi per un'intera giornata.
Le spie di Vendetta avevano richiamato la sua attenzione allontandola così dalle grotte di Eco per riferirle il piano di Xena; consapevole dei cambiamenti attuati dalla nemica, la dea ha appurato le posizione degli avversari e può ora stendere il suo piano; dopo essersi avvicinata al comandante della sua armata gli da istruzioni osservando una pianta geografica della zona:
- Bene. Xena ha pensato di mandare la sua indifesa figlia al tempio in compagnia di quella sciocca di Venere. Mi occuperò io di loro. Voi dirigetevi ai piedi della montagna. I seguaci di Belur si nascondono nelle grotte protetti da Marte e Xena. Sterminateli tutti ... quando avrò finito con quelle due verrò io ad occuparmi personalmente della principessa guerriera portandole in dono la testa di sua figlia. Andate ora! -
Il comandante china umilmente il capo e raggruppando gli uomini, da lolo istruzioni prima di lanciarli al galoppo pronti ad eseguire gli ordini della dea che ha soggiogato le loro volontà.
Vendetta resta a fissare la sua armata allontarsi e riflettendo sulla faccenda trae le sue considerazioni ad alta voce:
- Bene ... la situazione è molto più rosea di come me l'aspettavo .. non solo sterminerò molti seguaci di Belur in un solo colpo, ma ucciderò presto sia la Messaggera di Pace che la principessa guerriera ... presto resteranno in gioco solo Marte e Venere, ma senza la protezione di Xena sarà un gioco da ragazzi farli fuori!
... Quegli smidollati hanno fatto male i loro conti se hanno pensato che mi fossi arresa tanto presto ... me la pagheranno cara ... parola di Vendetta. -

CAPITOLO XI

Nel frattempo alle grotte tutto è pronto per la battaglia; Xena ha dato precise istruzioni nella speranza che lo scontro finisca con il minimo numero di perdite: ha fatto piazzare diverse trappole artigianali ben nascoste tra le rocce e i cespugli, ha fatto preparare delle vie di fuga rapide e dei punti di protezione con barriere o solchi nella terra.
La principessa guerriera sa bene che non si preannucia uno scontro semplice: ha a che fare con un gruppo di uomini abituati a predicare la pace e non a praticare la violenza e per di più si troveranno sicuramente in minoranza numerica.
Olimpia dopo aver istruito gli ultimi uomini armati con poche spade e molti arnesi agricoli sul da farsi, va a sedersi accanto a Xena seduta su un piccolo masso a lucidare la spada per la battaglia. Sedendosi avverte uno strappo alla ferita infertale da Vendetta di cui si era quasi dimenticata; Xena si accorge della sua smorfia di dolore e le presta attenzione dicendole:
- Fa un pò vedere... -
La principessa guerriera posa la spada e fa per scostare le vesti di Olimpia ma lei si ritrae:
- No, lascia stare ci penseremo dopo ora non c'è tempo -
- E' una brutta ferita ... non dovresti combattere in campo. Voglio che entri nella grotta con gli altri e resti lì ... sicuramente ci sarà minor movimento. - controbatte Xena cercando gli occhi dell'amica.
- Non dire sciocchezze sai bene che non lo farò -
- Vuoi davvero combattere in queste condizioni? -
- Me la cavo bene, in fondo non sarò io a dovermela vedere con Vendetta. Posso battere gli altri tranquillamente visto che sono solo uomini qualunque sotto il sortilegio della dea e non veri guerrieri. Ti sono d'aiuto qui non negarlo. -
Xena non è molto convinta ma accetta la decisione di Olimpia solo perchè non può fare altrimenti:
- Ho paura di non aver fatto la scelta giusta... -
- A che ti riferisci? -
- Eve è praticamente da sola al tempio. Vendetta potrebbe decidere di cambiare strada ... -
- Non dire così. Vedrai che riusciremo a fermarla senza che ci rimetta nessuno.-
- Lo credi davvero? -
- Io credo in te. Come tutta questa gente. Anche se le cose non dovessero andare come programmato avrei la certezza che nessuno avrebbe saputo fare una scelta migliore della tua. Stai tranquilla e abbi fiducia. -
- E' questo il punto. Non riesco a credere che riceveremo ancora l'aiuto in cui speriamo e che molte volte ci ha tolto dai guai. Sarebbe troppo bello. -
Le parole non servono più a molto. Olimpia abbraccia Xena con tutto l'amore che ha nel cuore nel tentativo di infonderle forza mentre la principessa guerriera con lo sguardo fisso per terra, ancora immersa nei suoi pensieri, accarezza i capelli del bardo.

All'improvviso l'uomo posto a vedetta urla e corre spaventato verso la piccola armata scomposta:
- Stanno arrivando!!! Ai posti!!! Stanno arrivando!!! -
Olimpia e Xena scattano in piedi e si affiancano in prima linea a Marte che sguaina per primo la spada impugnandola a due mani. Xena tiene la guardia con la mano sinistra già pronta ad afferrare il chakram e brandisce la spada con la destra facendola volteggiare due volte, mentre Olimpia, due passi più dietro, tieni i sai in posizione da difesa.
L'armata nemica è davvero numerosa: un gruppo di uomini si avvicina al galoppo minacciosi, seguiti da una cinquantina di uomini in corsa ben armati.
L'urlo di battaglia di Xena dà il via al loro attacco contro l'avanzata dell'armata di Vendetta. Il piccolo esercito composto dai seguaci di Belur corre verso le proprie case nella valle che i guerrieri a cavallo stanno percorrendo in direzione opposta.
Lo scontro è frontale e ai primi colpi di Marte e Xena molti guerrieri cadono da cavallo feriti, mentre Olimpia guida un squadrone a fronteggiare gli avversari privi di cavalcatura: il loro scopo è ferirli ed evitare di ucciderli; in fondo è solo una battaglia tra innocenti.
Mentre Marte e Olimpia continuano a farsi strada tra i nemici a colpi di lama bianca, Xena prende un cavallo e montandolo si muove rapidamente nel campo cercando di aiutare i gli uomini in difficoltà per evitare che perdano lo scontro. La principessa guerriera è visibilmente tesa: nonstante la battaglia stia volgendo chiaramente a favore dei seguaci di Belur, la mancata presenza di Vendetta la irrequieta; più passa il tempo e più il timore di Xena aumenta. Oramai ne è certa: Vendetta non è sul campo di battaglia...

La voce di Eve risuona nel tempio vuoto:
- ... Ti prego dacci un segno! Non abbandonarci!...-
Ma il silenzio è l'unica risposta che la ragazza continua ad ottenere
- Gli uomini commettono degli sbagli e non sempre riescono a camminare sul tuo sentiero di Pace ... ma ti prego scaccia questo essere che ci minaccia e ci impedisce di vivere nell'Amore ... -
Il silenzio continua a regnare sovrano nella stanza del tempio quando Vendetta compare all'improvviso chinandosi davanti al viso di Eve:
-Bhù!!! -
La ragazza che era in ginocchio finisce col cadere all'indietro per lo spavento e la dea la afferra subito per i capelli:
- Volevi un segno? Questo è l'unico che avrai! E' ora che tu la smetta di riempiere la testa di questi inetti di stupidaggini! Tanto non c'è nessuno che vi salverà perchè il vostro Belur è morto e sepolto da un pezzo e ha altro di meglio da fare che ascoltare i vostri lamenti! -
- No! Lui ci salverà invece essere immondo! - controbatte Eve tenendole testa.
Vendetta tira con forza i capelli di Eve costringendola ad alzarsi urlando per il dolore:
- Sei un'illusa! Siete tutti degli illusi! Avete solo rinnegato un padrone per seguirne un altro! Non capite che Belur è esattamente uguale agli dei?! Cosa vi ha dato, quali sono le promesse che ha mantenuto? Dov'è il suo "Regno di Pace"? -
Eve è talmente vicina al viso di Vendetta da poter guardare la fiamma che arde costantemente nei suoi occhi, ma essendo una ragazza coraggiosa ha ancora la forza per parlare e difendere fermamente ciò che le ha cambiato la vita:
- Gli uomini stanno costruendo un regno di pace seguendo i suoi insegnamenti, ma per colpa di altri che sono spinti da odio, superbia e smania di potere come te non ci sono ancora riusciti! -
Vendetta lascia i capelli della giovane donna ma subito la colpisce con violenza in volto facendola cadere. La dea estrae la spada e la punta contro il collo di Eve. Una goccia di sangue inizia a scorrerle dal taglietto fino al petto:
- Riceverete tutti la punizione che meritate per aver ripagato gli dei con la vostra ingratitudine! ... Ora morirai e ti assicuro che non verrà nessuno a salvarti ... porterò la tua testa a Xena e si pentirà di averti messa al mondo! -
Vendetta solleva la spada pronta a colpire la ragazza al collo. Ma il chakram giusto in tempo arriva a spezzarne la punta per poi ritornare nella mano della sua proprietaria, impedendo alla dea di terminare ciò che aveva in mente.
Davanti alla porta del tempio ci sono Xena e Marte a spade sguainate pronti allo scontro finale:
- E voi che ci fate qui?! -
- Immaginavo che mi avresti giocato qualche brutto tiro mia cara e dal momento che non ti ho vista al comando della tua armata, ho capito che potevi essere solo in un altro luogo: il Tempio della Luce! - risponde Xena con disprezzo.
- Oh, ma quanto sei brava!! ... Beh, per me è tutto tempo guadagnato ... vorrà dire che invece di uccidervi uno alla volta vi sistemerò tutti di colpo! -
La dea scaglia una sfera infuocata a due mani che a sorpresa è indirizzata al dio della guerra. Marte non fa in tempo a parare il colpo e per la violenza viene scaraventato fuori dal tempio rimanendo a terra come in preda alle convulsioni mentre scariche di energia gli percorrono tutto il corpo e lo incatenano mani e piedi al terreno.
- Voglio vedermela solo con te Xena...di Marte finirò di occuparmi dopo. Ora non voglio interruzioni - conclude Vendetta mettendosi in posa da combattimento.

Venere intanto, fuori dal tempio, osservando ogni cosa si teletrasporta da Olimpia molto impaurita. Lo scenario non è certo migliore: la battaglia sta volgendo al termine e ci sono morti e feriti ovunque lungo il campo di battaglia. Per qualche istante i suoi occhi devono scrutare la zona per intravedere l'amica tra i guerrieri, ma una volta trovata la raggiunge. Dopo aver atterrato l'ennesimo avversario, Olimpia afferra la dea per il braccio e si allontana dalla mischia con lei per parlarle:
- Venere!... Ti prego non darmi cattive notizie! Dimmi che Xena è arrivata in tempo! -
- Si, Eve è salva... per ora. Marte è fuori combattimento e Xena deve vedersela da sola con Vendetta. -
- Cosa?! .. Portami da lei subito!! -
- Non puoi Olimpia ... cerca di ragionare .. se te ne vai anche tu chi resterà ad aiutare questa gente?! Lo scontro non è ancora finito e il campo è pieno di feriti che necessitano di cure immediate! -
Olimpia chiude gli occhi e sospira contrariata mentre Venere continua:
- A Xena non puoi essere di grande aiuto, ma a queste persone si. -
Il silenzio di Olimpia si protrae per qualche altro minuto per poi essere spezzato dalla sua decisione:
- Si, hai ragione tu ... anche la tua presenza è inutile altrove, resta anche tu e dammi una mano con i feriti. -
- D'accordo. -

Nel frattempo lo scontro tra Vendetta e Xena è cominciato: la dea sta scaricando sulla nemica tutta la sua furia ma la principessa guerriera, seppur a fatica, riesce a tenerle testa grazie alle sue grandi capacità combattive.
Più volte Vendetta la colpisce con dei globi infuocati, ma la guerriera riesce a respingerli con la spada. Xena sta subendo il gioco dell'avversaria ma alla prima occasione si costruisce una sua offensiva compiendo un salto mortale che le permette di portarsi rapidamente alle spalle della dea e di attaccarla con un calcio. Vendetta sbilanciata barcolla in avanti mentre Xena non le concede tregua scagliandole contro il chakram; a mezz'aria l'arma si divide in due parti costringendo la dea a balzare in avanti per evitare le lame che soppraggiungono da due diverse direzioni, ma la principessa guerriera prevedendo questa mossa corre verso di lei e la colpisce con una spallata. Vendetta cade a terra e non ha modo di rialzarsi perchè la sua avversaria, una volta recuperato il chakram, la immobilizza facendo pressione sull'addome con un ginocchio.
Xena si guarda intorno in cerca di una soluzione: sta combattendo contro una divinità, non ha alcuna speranza di vincere. Come può porre fine ad un combattimento con un essere immortale?! Nulla sarà efficace per placare la furia di quella divinità assetata di sangue.
Nel tentativo di guadagnare tempo ed elabora un piano, Xena colpisce ripetutamente la nemica al volto con dei pugni. A sua volta Vendetta, inizialmente si vede costretta a subire il gioco, ma appena ne ha la possibilità coglie l'occasione di divincolarsi dalla presa di posizione avversaria colpendo Xena alla schiena con un calcio.
La guerriera cade in avanti ma con una capriola guadagna lo spazio sufficiente per rialzarsi senza calare la guardia. La dea si pone di fronte a lei a qualche metro di distanza con aria di sfida per poi invitare in una prova di forza.

Eve, approfittando dell'intervento della madre, si allontana da Vendetta e và verso Marte nel tentativo di soccorrerlo: il dio è completamente immobilizzato al terreno da alcune scariche energetiche che gli invadono tutto il corpo. La predicatrice di pace tenta di afferrare il braccio di Marte per cercare di liberarlo ma al momento del contatto con il guerriero, violente scariche di elettricità le si scagliano contro costringendola a ritrarre la mano.
- Lascia stare Eve .. è inutile - interviene Marte ancora stordito - ... Io sarò libero solo quando Vendetta sarà sconfitta. -
La ragazza lo guarda per qualche istante, quasi rassegnata poi sposta la sua attenzione sul combattimento: sua madre è in chiara difficoltà e lei non sà come aiutarla.
Preoccupata per le sorti di Xena, Eve torna a inginocchiarsi a terra e riprende le sue suppliche a Belur nella speranza che giunga presto l'aiuto sperato.
La sua concetrazione è tale da riuscire ad estranearsi da ciò che le accade intorno e con gli occhi chiusi riprende a invocare le forze del bene. Ma continua a non accadere nulla.
Vendetta vede Eve pregare e infastidita vorrebbe fermarla, ma al momento non può distrarsi da Xena senza passare in svantaggio.
La Principessa Guerriera non si dà per vinta e sebbene sia convinta che la sua sconfitta sia inevitabile, fa di tutto per temporeggiare nel tentativo di trovare una soluzione. Appena le è possibile sfuggire dalla prova di forza di Vendetta, la principessa guerriera compie una rotazione e posando le mani a terra, fa tre rapidi balzi all'indietro allontanandosi dalla dea. Poi corre verso il muro, fa leva con una gamba sulla superficie e facendo un balzo verso l'alto afferra il gancio di un tendone e lo fa cadere in testa alla nemica. Un'istante dopo Xena torna a terra e recupera rapidamente la sua spada mentre la dea si divincola e riesce a liberarsi dal tendone. La principessa guerriera le si fa contro aggredendola a colpi di spada, ma Vendetta riesce a schivarne i colpi con discreta facilità. Stufa di doversi proteggere dall'offensiva nemica la malvaglia dea blocca un fendente di Xena afferrandola per il polso, per poi colpirla con violenza al gomito spezzandole i legamenti del braccio. La guerriera lascia cadere la sua spada gridando per il dolore, mentre Vendetta ne approfitta per afferrarla al collo e sollevarla da terra. Non riuscendo a respirare, Xena tenta di allentare la presa della dea sul suo collo con la mano sinistra e riesce nell'intento colpendo l'avversaria a sorpresa con un calcio diretto allo sterno. Vendetta lascia la presa sulla principessa guerriera che, caduta a terra, resta immobile per qualche istante cercando di riprendere fiato. La dea guardandosi in giro, raccoglie la spada di Xena e la attacca con un veloce fendente rivolto al collo; la principessa guerriera nota il pericolo con la coda dell'occhio e appoggiandosi sui gomiti evita il colpo rotolando lungo il terreno per poi rialzarsi di scatto prendendo il chakram in mano.
Vendetta: - Aaah! Quando ti deciderai a morire maledettaa! E' tutto inutile perderai comunque! - estrae un piccolo pugnale dal corsetto della sua armatura e lo scaglia al centro della schiena di Eve ferendola alla spalla sinistra.
Xena - Noo!!! -
La ragazza dopo un urlo fa per accasciarsi in avanti ma poggiate le mani a terra continua a pregare Belur.
Vendetta si avvicina a Xena a colpi di spada e per un po' riesce, malgrado stia usando solo la mano sinistra, a tenerle testa ma la dea si aiuta lanciando spesso dei globi infuocati e la principessa guerriera si vede spesso costretta a respingerli o evitarli. Il duello si protrae per qualche minuto senza che nessuna riesca a prevalere fin quando Vendetta con una finta riesce a sorprendere Xena e con un rapido colpo la disarma. Il chakram infatti, le cade di mano e Vendetta ne approfitta per aggredirla con tutta la sua furia attaccandola ripetutamente a colpi di spada e alternando ai fendenti anche qualche calcio e qualche colpo ben mirato. Xena, anche se ormai stremata, riesce a tenerle testa ma il braccio rotto la sta vincolando molto e le impedisce di contrattaccare efficacemente. Ad un tratto Vendetta finge un attacco alle ginocchia e voltandosi su se stessa finisce col colpire Xena in pieno torace ferendola anche alla gamba con un colpo di spada. Xena ferita alla coscia si inginocchia terra e Vendetta ne approfitta per colpirla al volto con un calcio e dopo averla afferrata nuovamente per la gola, la guarda fissa negl'occhi e sussurra:
- Salutami Giove quando lo vedi! -
Un istante dopo la malvagia dea la trafigge in pieno busto con la spada trapassandola da parte a parte; Xena grida per il dolore mentre dalla sua bocca scivola un rivolo di sangue che le percorre il mento fino a scendere lungo il collo.
Vendetta continua a guardarla negl'occhi con uno sguardo carico di soddisfazione, compiacimento e orgoglio mentre la principessa guerriera a poco a poco abbandona ogni resistenza. Non acora soddisfatta, la dea lancia Xena contro il muro facendola cadere a pochi passi da Eve che riesce con le ultime forze a sollevare i palmi delle mani al cielo e sempre con gli occhi chiusi bisbiglia ancora le sue invocazioni.
Xena con gli occhi aperti guarda la figlia senza poter più muovere un dito. Sente la morte arrivare. Conosce già quella sensazione. Ma mai come questa volta aveva desiderato vivere e vincere la battaglia.
Un raggio di luce abbagliante proveniente dal rosone dell'edificio, si posa su Eve fino a propagarsi in tutta la sala accecando Vendetta e impedendole di muoversi per finire madre e figlia. In quella luce Xena vede Eve parlare con lo spirito di Belur che aleggia nell'aria senza però riuscire ad udire le loro parole.
La ragazza sembra non soffrire più e sorride felice. Belur tende la mano verso il suo messaggero rimarginandole le ferite poi entrambi guardano Xena e Eve le si avvicina giungendo le mani sul suo corpo.
La principessa guerriera avverte un forte calore invaderle corpo e anima e sente una sensazione di beatitudine mai provata prima. E' il potere di Belur che tramite sua figlia la sta riportando alla vita ancora una volta, rimarginando le sue ferite. Poi sente una voce
- Non puoi morire Xena. Proteggi gli uomini come hai fatto finora affinchè camminino su un sentiero di Amore e Pace. Tu sei il guerriero del bene ... solo la tua spada sà difendere i giusti senza macchiarsi di colpa. Perciò ti è concesso di liberare il mondo da questa minaccia ... -
La luce e Belur scompaiono all'improvviso: madre e figlia consapevoli dell'accaduto rimangono a guardarsi negli occhi per qualche secondo. Ma Xena vede anche Vendetta che alle spalle di Eve riprende in mano la spada e inizia ad avvicinarsi.
- ...Eve esci dal tempio adesso...ora la battaglia non sarà più impari! - Xena si rialza con uno scatto e in perfetta forma e senza armi in mano, aspetta che la dea attacchi:
- ... Ora vedrai cosa succede ai sacrileghi che cercano rissa in un tempio! -
- Ti è tornato anche il senso dell'umorismo? Sinceramente mi piaci di più quando ti disperi e soffri! -
La dea crea un globo infuocato nella mano destra e lo scaglia con forza contro l'avversaria. Xena lancia il suo grido di battaglia e lo schiva compiendo una ruota verso sinistra per poi correre a recuperare il suo chakram. Una volta recuperato lo smonta in due parti e con un salto in avanti raggiunge Vendetta che, pronta a uno scontro con armi bianche, estrae due pugnali dai calzari e si difende dalla raffica di attacchi di Xena.
La dea avverte che la principessa guerriera ha ritrovato pienamente le forze: è agile e veloce e riesce a schivare ogni suo colpo senza difficoltà. Xena rivolge un suo fendente al viso dell'avversaria sfiorandole una guancia e si ferma a distanza di sicurezza con aria soddisfatta aspettando una sua reazione:
- Non noti nulla? -
Vendetta non capisce ... poi sente un pò di bruciore sul viso, sensazione mai provata prima, e vede il sangue sulla lama del chakram.
Vendetta comprende in quel momento che Xena ha riaquistato il potere di uccidere gli dei ma maschera la sua paura sotto un velo di sicurezza, per evitare di dare soddisfazione all'avversaria.
Xena riprende ad attaccare finchè annoiata dalla tattica con una giravolta seguita da un calcio atterra la dea. La principessa guerriera rimonta il chakram e lo lancia facendolo colpire ripetutamente contro le pareti del tempio; Vendetta lancia un colpo a un grosso reggicandele sospeso sul soffitto che crolla in direzione di Xena. Nel tentativo di schivarlo la nostra eroina da il tempo a Vendetta di recuperare un pugnale e riprendere la sua offensiva: i colpi sono veloci e violenti ma Xena riesce a controllare la situazione. Il suo sguardo scruta la stanza in cerca della spada persa in precedenxza e non appena la vede si sposta in quella direzuone senza far capire alla dea le proprie intenzioni. Quando è a pochi passi dalla sua arma, la principessa guerriera blocca un fendente di Vendetta bloccandole il braccio è colpendola al fianco sul fianco scoperto la fa cadere, guadagnando il tempo sufficiente per recuperare la sua spada. Vendetta si rialza e le si fa nuovamente contro ma Xena ha buon gioco ora che brandisce la sua spada e in pochi istanti pone fine al duello affondando la spada nel fianco della nemica:
- Fa male vero? -
La dea rimane senza fiato finchè la principessa guerriera non estrae l'arma. Vendetta si accende di rabbia e urla come un'aquila: fiamme vive si propagano dal suo corpo e Xena fa giusto in tempo a trovare riparo dietro una colonna prima di essere coinvolta. Poi il silenzio: la principessa guerriera ascolta attentamente per capire la posizione della sua nemica e non rischiare di rimanere uccisa uscendo allo scoperto dalla parte sbagliata, ma deve muoversi se non vuole fare la fine del topo. Xena sporge la spada davanti a sè per usarla come specchio e vedendo Vendetta che si muove lentamente verso la sua sinistra, esce allo scoperto con uno doppio salto in avanti; la dea le lancia contro un pugnale all'altezza del cuore ma riesce a fermarlo con la mano: è giunta l'ora di finirla, il gioco sta diventando pericoloso.
Xena attacca Vendetta cercando di sfoderare i suoi colpi migliori con la spada. In quello scontro, la dea ha dato prova di grandissime qualità combattive ma l'essere ferita l'ha spaventata e le ha fatto perdere parte della sua sicurezza in merito all'esito della battaglia. In compenso ha acquistato maggiore ferocia: vuole terminare il combattimento il prima possibile, ma Xena ha la stessa intenzione.
... E' solo questione di minuti ormai ....
I colpi di spada si susseguono finchè un fendente di Vendetta fa perdere la spada a Xena che finisce a circa due metri da lei. In una frazione di secondo la principessa guerriera con una capovolta finisce in ginocchio per recuperare l'arma dando le spalle all'avversaria che ne approfitta alzando spada pronta a decapitarla .. ma in quell'istante accade un cosa che la dea non immaginava proprio: il chakram sopraggiunge all'improvviso e le taglia la testa facendola svanire completamente in una nube rossa come se non fosse mai esistita. Xena aveva calcolato tutto: aveva lascaito che la sua arma continuasse a rimbalzare tra le mura del tempio, fino a quando non avrebbe condotto Vendetta sulla sua traiettoria.
- Tempismo perfetto! -
La guerriera alza il braccio e prende al volo il chakram che nel frattempo ha fatto un altro giretto per la sala. Eve le corre incontro e l'abbraccia felice che sia tutto finito. Le due restano qualche secondo a fissare il punto in cui Vendetta si è spenta: Xena non crede ancora possibile che tutto sia finito, che l'icnubo sia svanito. Dopo qualche istante il potere che imprigionava Marte si dissolve lasciando il dio della guerra che finalmente può rialzarsi
- Bello scontro principessa guerriera .. mi sono divertito molto ad assistervi. - esordisce Marte in tono ironico.
- Davvero? - risponde Xena scettica
- Si .. anche se a dire la verità mi hai fatto prendere un bello spavento a un certo punto .. -
I due si guardano per un istante, poi Marte continua:
- A proposito .. volete dirmi che è successo? Come hai fatto a riottenere il potere di uccidere gli dei? -
- E' stata opera di Belur. - interviene Eve.
La ragazza fa un pausa di pochi attimi, poi rivolta alla madre continua:
- Madre, ho avuto paura che non ce la facessi ..-
- Ne ho avuta anch'io Eve. Ma dobbiamo ringraziare solo "lui" se ce l'abbiamo fatta -
- Ragazze .. che ne dite ... ce ne andiamo a casa? - interviena Marte.
Il dio della guerra non ha mai codiviso ne rispettato Belur e suoi pensieri, ma questa volta deve ammettere di dovergli essere riconoscente, ma non volendo far notare agl'atri si nasconde dietro un velo di indifferenza.
- Torniamo da Olimpia. - sentenzia Xena.
I tre si guardano per un istante poi Marte prende le due donne per le spalle e lascia il Tempio della Luce.

CAPITOLO XII

E' ormai l'alba. Xena, Marte e Eve raggiungono Olimpia e Venere intente a medicare gli ultimi feriti. Il bardo corre ad abbracciare Xena e Eve felice di rivederle sane e salve dopo una notte di preoccupazione:
- E' stata sconfitta vero? -
- Si, non rivedremo quel suo brutto uso mai più. Mai più. - risponde Xena.
Olimpia intuisce che Belur ha ascoltato le invocazioni di Eve e Xena ha potuto uccidere una divinità ancora una volta.
- Sapevo che Belur non ci avrebbe abbandonato... -
- Xena ma puoi di nuovo uccidere gli dei? - interviene Venere.
- Ormai ce ne sono davvero pochi in giro e non saprei su chi provare per saperlo ... a meno che tu non ti offra volontaria ... - sorride Xena con aria furba.
- ... Non ci penso proprio!!! -
L'aria è ormai allegra e non resta che salutarsi:
- Ragazzi io ho un massaggio che mi aspetta da giorni ormai. Ci vediamo presto! -
Venere scompare frettolosamente ma si sente ancora la sua voce - ... Ah dimenticavo! Grazie ragazze! -
- La solita Venere! - commenta Olimpia col sorriso sulle labbra
- Anche se non sono più la dea dell'Amore un bagno adesso lo farei volentieri anch'io! - commenta Xena guardandosi le braccia.
- Magari potrei insaponarti io la schiena... - azzarda Marte con aria da Casanova.
- No ti ringrazio per quello c'è già Olimpia! -
- Per te ormai sono solo un uomo oggetto: mi usi quando ti fa comodo e mi butti via subito dopo! -
Olimpia sorride divertita dalla loro gara a chi la spara più grossa:
- Diciamo pure che ti ho usato in assenza di Olimpia...-
- Ehi! Cosa vorresti dire che sono una sorta di serva per te?! - esordisce il bardo fintamente in collera.
- Io?! Quando mai ho detto questo?! -
Entrambe sanno che si sta scherzando ma vengono interrotte da Marte:
- Ragazze rimarrei ancora qui con voi a perdere tempo ma la guerra mi chiama! Alla prossima! ... -
Marte sta per andarsene quando Xena lo ferma:
- Aspetta un attimo.... -
Il dio resta a guardarla in attesa che la principessa guerriera continui a parlare:
- Grazie. -
Marte le sorride e si teletrasporta al suo tempio senza proferire parola.
- Madre anche io vorrei andare. Mi stanno aspettando a Roma. - interviene Eve
- Lo immaginavo. Ma prima vorrei che tu venissi con noi dall'oracolo. Se tu la inviti a ritornare a vivere a Melfi, gli abitanti della città la riaccoglieranno tra loro. E' solo una donna anziana ormai, merita di vivere gli ultimi giorni che le restano serenamente e non dà eremita su una montagna. -
- Va bene. Lo faccio volentieri. -
Xena tenendo abbracciate le due donne della sua vita, si incammina serenamente per raggiungere l'altro lato del monte.

Nella parte più buia di una caverna, nel precipizio, risuona una voce, come al solito seguita da un eco - ... Rimarrò per sempre così e non avrò più la possibilità di riavere un corpo a causa della superbia di Vendetta... senza nemmeno la speranza della morte ... -

Ritroviamo le nostre al cospetto dell'Oracolo e delle sue ancelle. Dopo i ringraziamenti Eve invita la donna a lasciare quel posto desolato e ritornare a Melfi. Ma l'oracolo risponde prontamente:
- No. Resterò qui fino alla fine dei miei giorni. Non dovete dispiacervene, voglio essere lontana da questo nuovo mondo che non ha più dei e si prepara ad adorarne uno soltanto. Non c'è più spazio per le mie profezie e voglio essere dimenticata. E' giusto così. Io l'ho accettato, fatelo anche voi. -
Xena comprende il punto di vista dell'anziana donna :
- ... Almeno noi non dimenticheremo quello che hai fatto per gli uomini. Ti ringrazio e se ci fosse bisogno non esitare a chiamarmi -
- Grazie a te e alla tua amica. -

Xena, Olimpia e Eve camminano lungo un sentiero finchè la strada si divide:
- Ci siamo madre. Io mi dirigo a Roma. -
Olimpia: - Fai buon viaggio e abbi cura di te -
- Non dare troppa confidenza agli sconosciuti! - scherza Xena prima di abbracciarla.
La ragazza si incammina dopo aver salutato anche Olimpia e le due restano a guardarla per un pò mentre si allontana.
- Allora Xena dove andiamo? - domanda Olimpia
- Non lo sò ... ti lascio scegliere stavolta! -
- Davvero? Allora andiamo... - Olimpia si concentra pensando a una meta che l'aggradi - ... Dalle amazzoni! -
- Sempre a poltrire! Un posto più "movimentato" non c'è? -
- Senti hai detto a me di scegliere perciò non puoi sindacare! E poi dopo tutto questo caos vuoi ancora "posti movimentati"? -
Xena fa una smorfia di disappunto e riprende a camminare strofinando un pò i piedi al suolo:
- E va bene .. andiamo dalle amazzoni - conclude con un finto tono annoiato e rassegnato.
- Visto che ora abbiamo un pò di tranquillità devi dirmi tutto quello che hai combinato mentre eri sola con Marte! -
- Cosa?! ... Bhè ecco ... -
La strada è lunga e la principessa guerriera avrà il tempo di confessare ...

Fine

di Darkamy e Xandrella

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