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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni


PRELUDE
(Ciclo Amazzone - prima parte)

Olimpia, nelle sue vesti e rango di regina delle Amazzoni, sta esplorando con Xena i confini del territorio amazzone, dove negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli assalti di bande di predoni che per procurarsi schiave da vendere sul fiorente mercato, non esitano a distruggere ed uccidere. Le due donne sono molto preoccupate. In realtà ciò che sta accadendo è solo un segnale della cosiddetta civiltà che avanza e che fa letteralmente terra bruciata di tutti quelli che non si adeguano al mutare dei tempi. E non c'è dubbio che le Amazzoni con il loro stile di vita, le loro tradizioni e la volontà di isolarsi dal resto del mondo costituiscano un ostacolo sul cammino del "progresso" da rimuovere velocemente. L'unica soluzione praticabile sarebbe quella di convincere le tribù ad abbandonare le terre che le hanno viste crescere e prosperare per innumerevoli generazioni, in cerca di territori più sicuri. Ma tra le Amazzoni, c'è molto disaccordo. Alcune, le più anziane che ricordano Anfitea e la sua amicizia con l'attuale regina Olimpia e la sua compagna Xena, sarebbero disposte a seguirle, ma le più giovani non sono affatto d'accordo e preferiscono combattere per la propria terra. E alcune tra queste non riconoscono ad Olimpia la sovranità sul loro popolo, considerandola solamente "una vagabonda che spunta di tanto in tanto per imporre le sue idèe e le sue convinzioni e poi se ne torna via per viaggiare con quell'assassina". Perché un altro grosso problema sulla strada di Olimpia per farsi ascoltare dalle sue sorelle è proprio la presenza di Xena, che ancora molte tra di loro vedono solo come una spietata warlord che in passato ha a sua volta ucciso e schiavizzato molte tribù, e che anche quelle più moderate continuano a ripeterle non appartenere al loro popolo. La guerriera è rattristata da questa situazione, combattuta tra il desiderio di aiutare la sua compagna e mantenere la promessa fatta un giorno ad Anfitea di proteggere il popolo amazzone, e quello di lasciar perdere tutto e voltare le spalle a gente ingrata che di lei riesce a ricordare solo il male. Mentre è occupata a pescare per contribuire agli approvvigionamenti delle tribù, depauperati dai predoni, Xena viene avvicinata da Adelia, una delle Amazzoni più anziane, che non le è ostile e le ricorda che conoscendo tutte le tradizioni amazzoni dovrebbe sapere che ci sarebbe un modo per risolvere la questione. Ma Xena si rifiuta di parlarne. Quella sera nella loro capanna, Xena e Olimpia si concedono un po' di relax ed un bagno caldo e Olimpia sfoga con la compagna tutta la sua frustrazione, ma i tentativi di Xena di tirarle su il morale con una battaglia di spruzzi viene mal interpretato dalle guardie personali della regina che fanno irruzione credendo in un'aggressione. Un'altra dimostrazione della diffidenza che la tribù in genere mantiene verso Xena. E un'ulteriore conferma arriva quella sera al pasto consumato in comune nel centro del villaggio, mentre le due donne sono sedute ad un tavolo insieme ad altre Amazzoni a discutere sull'eventuale trasferimento.

LOURA: Allora, diteci, avete dei suggerimenti su dove la tribù dovrebbe spostarsi?
XENA: Ho sentito di un luogo che è molto lontano di qui. E' inesplorato e si adatterebbe perfettamente alle vostre necessità.
OLIMPIA: E' adorabile laggiù, pieno di pace. Ci sono vaste terre...

Due delle donne sedute ad un tavolo vicino e che Xena ha già individuato come possibile fonte di guai si avvicinano e si rivolgono a lei.

RAYA: Xena, sei ancora al servizio della Regina Olimpia come suo campione?
XENA(scambiandosi uno sguardo con Olimpia): Olimpia è perfettamente in grado di difendersi da sola, ma se ce ne fosse bisogno, sarei il suo campione.
NOFIA: Raya ed io pensiamo che dovresti rinunciare al titolo in favore di una vera Amazzone.

Olimpia si morde un labbro in attesa dell'esplosione.

XENA(con calma): Oh, davvero?
RAYA: Sì, è una disgrazia che la nostra Regina debba avere una che non è un Amazzone come campione. La Regina dovrebbe scegliersene una.
OLIMPIA: La Regina l'ha fatto. Xena è il mio campione. Lo è stata fin da quando sono diventata un membro della tribù e lo sarà finché non ne farò più parte.

L'intervento di Olimpia e l'atteggiamento minaccioso di Xena sembrano avere il loro effetto, ma più tardi nella loro capanna, Olimpia cerca di consolare la compagna.

OLIMPIA: Non tutti lo pensano, sai.
XENA: Cosa?
OLIMPIA: Che tu non sia un'Amazzone.(...) Tu sei un'Amazzone.
XENA: Avrei potuto esserlo una volta, ma adesso non più. Ho fatto troppe cose che non mi permetteranno più di esserlo.

Il mattino dopo, Olimpia cammina per il villaggio con Adelia, mentre osservano Xena che sta addestrando alcune guerriere, e l'anziana Amazzone prova a spiegarle alcune delle motivazioni per cui le loro sorelle non vogliono abbandonare quei luoghi ed una di queste riconduce all'antica storia della Regina Nicia, colei che secoli prima aveva condotto le Amazzoni in quella terra.

ADELIA: E' accaduto generazioni fa, naturalmente... molto prima della nonna di mia nonna. Nicia era una donna di famiglia ricca. La storia narra che suo padre fosse il governatore di una vasta provincia. A quanto pare lei, ehm... s'innamorò di un soldato di nome Aurelius. Era un ufficiale di alto rango dell'esercito locale e da quanto dicevano tutti erano molto innamorati. Proprio ai bordi della provincia c'era un piccolo villaggio di sole donne. Se ne stavano per conto loro e non davano fastidio. Ma il padre di Nicia decise che erano "contronatura" e ne ordinò lo sterminio proprio al giovane ufficiale di sua figlia. Essendo questi un soldato abituato ad eseguire gli ordini, radunò i suoi uomini e partì per distruggere il villaggio. Ma quando arrivò, trovò Nicia ad aspettarlo, fermamente determinata a difendere il villaggio e le donne che lo abitavano. A causa del suo amore per lei, non riuscì a portare a termine il suo compito. Non avrebbe mai potuto ucciderla. Lei gli disse che avrebbe condotto le donne lontano da quella provincia e lui le rispose che se l'avesse fatto non sarebbe dovuta tornare mai più.
OLIMPIA: Perché?
ADELIA: Gli aveva impedito di compiere il suo dovere. E l'aveva costretto a sfidare un ordine di suo padre.
OLIMPIA: Perché non se ne andò con lei?
ADELIA: A quello che racconta la storia, poche settimane dopo ci fu un assalto alla città e lui insieme a tutti gli altri restò ucciso. Nicia era rimasta con quelle donne e giunsero qui. La fecero regina e lei le governò. Ma lei sapeva che non avrebbero potuto restare indifese e così insegnò loro le arti dei guerrieri. Visse lungamente con loro, ma non felicemente. Si dice che il giorno in cui lui morì lei lo avesse saputo. Essere separati dall'altra metà della propria anima lo rende possibile.
OLIMPIA(guardando Xena): Lo so.
ADELIA: Ad ogni modo, la parte della storia che è leggenda dice che Nicia e il suo innamorato saranno riuniti un giorno ed insieme guideranno il popolo amazzone.
OLIMPIA: Tu credi che Xena e io siamo...
ADELIA: Non ho detto questo, ti ho soltanto raccontato ciò che dice la leggenda. Qui io racconto solo le storie. Non decido cosa significano.

Intanto Xena, ha casualmente scoperto che Raya e le sue seguaci stanno preparando un colpo di mano. Faranno in modo che l'Amazzone più forte del loro gruppo sfidi la regina per il trono e quella notte rivela alla compagna quanto ha saputo. La ragazza è ancor più abbattuta dalla notizia, ma non si tira indietro e il giorno dopo quando Raya la sfida pubblicamente a battersi senza ricorrere al suo "cane da guardia", raccoglie la sfida. Lo scontro avverrà quella stessa sera e sarà ai bastoni. E quella sera, infatti, nell'anello appositamente preparato, si presenta l'avversaria di Olimpia, un'Amazzone gigantesca dal nome di Deliz. A quella vista ad Olimpia sfugge una battuta ("Credo di aver incontrato suo padre una volta. Gli avevo offerto le tue gambe come cosce di pollo.") che Xena non capisce, ma noi sì, vero? Ma ci torneremo dopo. Adesso è l'ora del combattimento e Olimpia, nonostante le dimensioni di Deliz, mostra tutta la sua abilità col bastone, e Xena che in più di un momento ha dovuto far violenza a se stessa per non intervenire può alla fine accogliere tra le braccia la vincitrice, un po' pesta ma tutta intera, e prendersi cura di lei. Più tardi, ingoiando coraggiosamente il dolore, Olimpia si presenta al pasto serale e facendo leva sul rinnovato rispetto che si è conquistata, cerca di convincere anche le più recalcitranti che Xena è la persona giusta per guidare una vasta tribù in un lungo viaggio, ma si scontra ancora con le resistenze di Raya e delle altre che si rifiutano di considerare Xena una di loro. E' allora che interviene Adelia e, evitando Xena che cerca di impedirle di parlare, comunica ad una stupefatta Olimpia che un modo per aggirare l'ostacolo c'è: lei e Xena dovrebbero sposarsi. Così facendo, non solo Xena, come sposa di un Amazzone, diventerebbe a tutti gli effetti Amazzone lei stessa, ma dividerebbe con lei anche il rango di sovrana e le altre Amazzoni non potrebbero fare altro che seguirla. Ma Xena è chiaramente furiosa con Adelia, per aver parlato ad Olimpia della cosa ed Olimpia nel vederla di quell'umore ne deduce che la sua compagna non voglia saperne e liquida l'argomento.

OLIMPIA: Sapete cosa? Credo che questa sia la cosa più ridicola che io abbia mai sentito in tutta la mia vita. Xena non può essere costretta a una cosa simile perché la metà di voi è troppo dannatamente testarda o stupida per fare ciò che è meglio per la tribù. (Puntando il dito verso Xena) Quella donna è per prima e soprattutto la mia migliore amica e io non la costringerò a fare una cosa del genere per rabbonire voi.

E Olimpia si allontana, fumante di rabbia, senza accorgersi dello sguardo addolorato di Xena alle sue parole. E poco dopo troviamo la Principessa guerriera in un antico tempio, presumibilmente a poca distanza dal villaggio intenta ad una misteriosa ricerca, che però viene interrotta dall'arrivo di Adelia che stringe tra le mani un fagotto.

ADELIA: Stai cercando questi?
XENA: Dammeli.
ADELIA: Non posso farlo, Xena. Sai che sono una delle ultime autentiche reliquie del popolo amazzone. Sono rimasti nella tribù fino dall'inizio, in attesa dei loro legittimi possessori.
XENA: E' soltanto una leggenda molto antica, Adelia. Non c'è nulla che la provi.
ADELIA: Davvero?

Adelia si avvicina all'altare e vi posa sopra il fagotto, svolgendolo. Dentro ci sono due pugnali cerimoniali. Ne prende uno con un manico d'osso intagliato e lo solleva.

ADELIA: Questo era quello di Nicia, donatole da Aurelius, subito prima che partisse.

Poi prende l'altro e le due lame sembrano attrarsi.

ADELIA: E questo era quello di lui, che Nicia prese dal suo cadavere quando lo ritrovò tra le rovine. Lei aveva provato a salvarlo. Aveva provato a condurre le Amazzoni alla città in tempo per difenderla. Sapeva che lui era in pericolo.
XENA: Vecchie leggende che non trovano conferme nei fatti. Non ci sono prove a supporto della leggenda del legame tra loro.
ADELIA: Allora come mai sei venuta a cercarli?
XENA: Affinché tu non li dessi ad Olimpia. Ha già abbastanza problemi senza che tu vi aggiunga le tue vecchie storie.

Adelia sorride a Xena e riavvolge accuratamente i pugnali.

ADELIA: E' una Regina Amazzone. Può sopportare un po' di storia.

Intanto Olimpia a passeggio nella foresta, incontra le sue giovani amiche, che lei e Xena avevano aiutato nel superare il "Rito di Passaggio" nell'episodio precedente. Le ragazze le dicono di essere dalla sua parte e che seguirebbero lei e Xena dappertutto, ma vorrebbero sapere quali sono le sue intenzioni.

ESME: Allora, sposerai Xena?
OLIMPIA: No.
JINX: Perchè no?
OLIMPIA: Perché questo non è da lei. Lei non è tipo da matrimonio. Abbiamo una bella relazione così com'è.
ESME: E tu? Tu cosa vuoi?
OLIMPIA(ridendo nervosamente): Non c'entra quello che voglio io. E' ciò di cui hanno bisogno le Amazzoni quello che conta.
DORI: Hanno bisogno di te e Xena a guidarle. E l'unico modo in cui puoi farlo è sposandola.
OLIMPIA(sospirando e scuotendo la testa): Xena ed io abbiamo sempre fatto ciò che dovevamo per il bene superiore, ma forzarla a questo è troppo. Devo trovare un altro modo.

Poi, Olimpia chiede loro di tornare al villaggio e le ragazze la lasciano con riluttanza, sola nella foresta. Nel buio della notte, rischiarata solo dalla luce di un piccolo fuoco, Olimpia chiude gli occhi in meditazione e quando li riapre, lo spirito di Anfitea è seduto di fronte a lei.

ANFITEA: Un bel pasticcio, eh?
OLIMPIA: Già. Anfitea, Xena ti ha fatto una promessa...
ANFITEA: Sì.
OLIMPIA: Ma io no. Non posso chiederle di fare questo solo perchè non ci ascoltano.
ANFITEA: Tu stai pensando di portare via quelle che vorranno partire e lasciare le altre?
OLIMPIA: Non credo che ci siano alternative. Quelle che vorranno andarsene saranno portate in un posto sicuro. E le altre...
ANFITEA: Moriranno.
OLIMPIA: Mi dispiace.

Più tardi nella capanna, Olimpia è raggiunta da Xena che vedendola così triste le si avvicina e le si inginocchia accanto..

XENA: Non una gran giornata, eh?
OLIMPIA: Non molto.
XENA: Mi dispiace.
OLIMPIA(sorridendole e baciandola sulla punta del naso): Anche a me. Mi dispiace che abbiano proposto quel rituale stupido.
XENA: Non è un rituale stupido.
OLIMPIA: D'accordo, non è stupido per loro.
XENA: E per noi sì?
OLIMPIA: Sì.
XENA: Perché?
OLIMPIA(ridacchiando): Come se tu mi sposassi solo perché abbiamo delle Amazzoni da trasferire.
XENA: No, ma ti sposerei perché ti amo.

Xena prende entrambe le mani di Olimpia nelle sue.

XENA: Sposami.

continua...

PS: Ed eccoci alla prima parte di quella che potrebbe essere la più straordinaria trilogia della lunga saga di Xena e Olimpia, che dopo i chiaroscuri del subtext in tv, nei primi diciotto episodi della versione on line (per il diciannovesimo e ultimo della stagione andrà fatto un discorso a parte) accumula, per parafrasare un celebre film di Woody Allen, tutto quello che i subtexters avrebbero sempre voluto vedere ma non avevano mai osato chiedere. Fino ad arrivare a questa storia, divisa in tre parti per darle il necessario respiro, firmata da TNovan, in questo primo episodio, e da Melissa Good e da Susanne Beck nei due successivi (che tutte e tre le autrici principali della SVS si riunissero per firmare una storia era accaduto finora solo in "A Friend Indeed"), per far giungere le protagoniste ad un passo decisivo della loro vita (ed al sogno inespresso di ogni coppia non tradizionale, comprese probabilmente quelle di cui fanno parte alcune delle nostre autrici). Ma notiamo come la cosa a differenza che nella fanfiction, avvenga nel rispetto della logica della personalità dei personaggi così come abbiamo imparato a conoscerli nel trascorrere degli anni e a questo proposito lascio la parola a Melissa Good, che firmerà il prossimo episodio, ma che ha ovviamente collaborato a stretto contatto di gomito con le altre scrittrici per questo intero mini ciclo: "Una delle cose che abbiamo molto discusso a proposito di questo ciclo è stato l'atteggiamento di Xena e Olimpia nei confronti del matrimonio (tra di loro). Non volevamo assolutamente duplicare nessuno dei sistemi comuni di affrontare la cosa che si trovano nella fanfiction, e dovevamo anche tenere bene a mente che le due (nello show) hanno una storia personale riguardante questa particolare questione. Uno dei passaggi testualmente più difficili che ho dovuto scrivere è il primo paio di scene della seconda parte del ciclo, perché le emozioni che ci sono dietro sono stratificate a livello profondo." Qualche breve osservazione relativa a questo episodio in particolare: Xena è diventata il campione di Olimpia tra le Amazzoni fin dalla prima stagione in "Hooves and Harlots" ("Xena e la lotta tra centauri e Amazzoni"), l'episodio in cui esordiva il popolo delle guerriere nella saga, Olimpia stessa diventava principessa amazzone e faceva la sua prima apparizione Anfitea; la frase detta da Olimpia in riferimento alla sua gigantesca avversaria invece rimanda addirittura al primissimo episodio della serie, "Sins of The Past", in cui Olimpia che seguiva Xena per convincerla a portarla via dal suo villaggio natale e dalla vita squallida che lì l'attendeva, andava ad imbattersi in un ciclope che voleva mangiarsela e riusciva a sfuggirgli solo con la promessa di portargli le cosce di Xena da divorare, anche se questa storia deve avere sempre dimenticato di raccontarla alla compagna; infine, Xena fa la sua promessa di proteggere il popolo amazzone sul cadavere di Anfitea in "Endgame" ("Xena e la sconfitta di Pompeo"), quarta stagione. Poi da notare l'antica leggenda dei due amanti, Nicia e Aurelius. Qui non c'interessa tanto il suo collegamento con l'origine delle Amazzoni, ma l'eventualità che possa trattarsi di due incarnazioni di Xena e Olimpia del passato. Nella serie tv abbiamo incontrato alcune reincarnazioni future, come Armigedda (Xena) e Shakti (Olimpia) in "Between The Lines", o Harry (Xena) e Mattie (Olimpia) in "Deja Vu All Over Again" ("Xena rivive nel 2000"), entrambi della quarta stagione, ma nessuna antecedente (anche se bisognerebbe ricordare "Sticks and Stones", episodio purtroppo mai realizzato che vedeva addirittura la versione cavernicola delle due compagne, e la cui sceneggiatura in italiano è presente su questo sito con il titolo "Xena e il viaggio nel tempo"). Ancora una volta, le due anime troverebbero alloggio in un corpo maschile ed uno femminile, anche se non ci è dato sapere esattamente le identità rispettive. Questa cosa che avevo già segnalato in "Amore vero" è interessante perché apre prospettive intriganti che non mi pare siano mai state suggerite altrove, nemmeno in altre serie incentrate sulle reincarnazioni. Ultima notazione personale: nel testo originale in realtà il termine marrying, sposarsi, viene usato solo una volta, mentre di solito viene utilizzato joining, unirsi o congiungersi, ma visto che il senso della parola è comunque quello e che in italiano non avrebbe, secondo me, avuto lo stesso effetto ("Unisciti a me" o "congiungiti a me" suona piuttosto male, in confronto a "sposami", non trovate anche voi?) ho preferito usare il termine più diretto ed efficace nella nostra lingua.






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