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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni

 

A FRIEND INDEED (seconda parte)

Dopo la battaglia, Olimpia si sforza di spiegare ad una stupefatta Zenobia e a Yavin, il suo generale, quello che è successo e come sia riuscita a distruggere un demone. Lei sospetta che dietro gli attacchi di Brakus ci sia il signore dell'Inferno, Lucifero, che si contrappone al Nuovo Unico Dio predicato dai seguaci di Belur (e, ma questo non lo dice, che abbia assoldato tra le sue forze anche Xena). Proprio in quel momento nel suo regno, Lucifero sta studiando il modo di riportare Xena alla vita perché possa compiere la sua missione. Dopo un lungo studio in un campo che a suo stesso dire non gli appartiene, dato che a differnza di "quell'altro", lui è più portato a distruggere che a creare la vita, riesce a trovare la formula giusta e l'entità demoniaca che una volta era Xena, viene avviluppata da una forza invisibile che la solleva e la scaglia attraverso il portale privato del demonio nel mondo dei mortali. Nel frattempo, Olimpia sta organizzando nuove difese nell'ampia ragnatela di tunnel che attraversano sotterraneamente la città, trappole mortali destinate a neutralizzare per sempre chiunque cercasse di penetrare oltre le mura per quella via, mentre Zenobia ispirata dal tatuaggio protettivo che Olimpia ha sulla schiena, sta facendo coprire le mura dei tunnel di simboli sacri che possano proteggere il suo popolo contro le forze del male. Ma Olimpia è stanca, la tensione nella quale vive costantemente, la responsabilità della vita di tanta gente che conta solo su di lei e infine lo sforzo sostenuto per distrugere il demone stanno avendo ragione di lei e della sua risolutezza e Zenobia teme che questo possa influire negativamente sul morale dei suoi uomini. Ma la nostra attenzione adesso è richiamata altrove e su un momento lungamente atteso. In una desolata tomba sul fondo di una piramide, un lampo improvviso squarcia le tenebre e nel buio che subito dopo si rideposita sul luogo, udiamo distintamente un respiro, dei piedi, un corpo solido e delle mani che si muovono a tentoni finché non raggiungono una torcia e l'accendono, rivelando davanti ai nostri occhi la figura inconfondibile della Principessa Guerriera, viva, sana e completamente nuda! Xena lentamente si riappropria delle funzioni del proprio corpo, mentre gusta nuovamente il piacere di riempire i propri polmoni d'aria, sia pur l'aria fetida di una tomba, e di sentire i muscoli che si muovono e si flettono ad ogni suo passo. Ma prima di poter pensare a quello che le resta da fare, la sua priorità è quella di trovare dei vestiti, dato che le sarebbe piuttosto difficile entrare senza essere notata nella città fortificata in quella tenuta. E i suoi bisogni sono subitamente soddisfatti sotto forma di tre superstiti dell'esercito di Brakus che non troppo desiderosi di tornare a fare rapporto al loro signore dopo l'ultimo fallito assalto, hanno pensato di depredare invece una tomba per avere qualcosa con cui mitigare la loro sorte. Xena non ha molte difficoltà a neutralizzare i tre uomini e con gli abiti di uno di loro, penetra nella città e raggiunge i tunnel che la porteranno all'interno del palazzo reale. Intanto Olimpia ha scoperto che le riserve d'acqua sono inutilizzabili e con l'aiuto di Yavin (che dimostra una chiara simpatia per lei), esce dalla fortezza col favore della notte per raggiungere i canali d'irrigazione del Nilo da dove potranno ricavare nuova acqua potabile, ma la ragazza è irrequieta, come se avvertisse qualcosa di indefinibile e guardando il cielo stellato, la memoria le riporta ricordi delle sue notti con Xena a guardare le stelle fantasticando sulle forme che assumevano. Ricacciando indietro le lacrime, cerca di mantenersi concentrata sull'obiettivo, non immaginando certo che l'oggetto dei suoi pensieri proprio in quel momento, sta penetrando nel palazzo dopo essersi sbarazzata facilmente delle trappole disseminate nei tunnel. Trappole che conosce anche troppo bene visto che è stata lei ad insegnarle ad Olimpia. Appena dentro, Xena assale Amun, il consigliere della regina e minacciandolo lo costringe a portarla fino alla stanza di Olimpia. Tornata alla fortezza, insieme a Yavin, Olimpia viene aggredita verbalmente da Zenobia, che non messa al corrente della loro missione, ritiene che abbiano corso un rischio eccessivo.

ZENOBIA: Potevate mandare qualcun altro. Vi rendete conto di ciò che sarebbe potuto accadere se vi foste fatti catturare dal nemico? I capi non possono sacrificarsi senza necessità, Olimpia.
OLIMPIA(freddamente): Hai ragione, Zenobia. Ma a volte succede, che lo vogliamo o no.

E' evidente che Olimpia non si riferisce solo alla sua situazione.

ZENOBIA: Ti sei fermata a pensare cosa sarebbe accaduto se foste stati attaccati e uccisi là fuori?
OLIMPIA: Sì. Mi sarei riunita all'altra metà della mia anima e finalmente avrei potuto riposare.

Olimpia è ormai ai limiti e duramente provata si ritira nella sua stanza. Prima di cedere ad un sonno irrequieto, la ragazza rivolge il pensiero alla sua Xena.

OLIMPIA(sussurrando): Xena..? So che sono stata io a mandarti via, ma per tutti gli dèi del mondo, cosa non avrei dato per averti con me adesso. A volte è come se tu fossi così vicina da poterti sentire. Ma... (con un sospiro) Buonanotte, Xena. Ti amo.

E rincalzandosi la coperta Olimpia si addormenta, inconsapevole dell'ombra che lentamente si profila su di lei. L'ombra si avvicina alla ragazza preda di un sonno inquieto e tende una mano verso di lei, come per accarezzarle i capelli biondi e scarmigliati.

XENA(sussurrando): Ti amo anch'io, Olimpia.

Ma fa appena a tempo a spostarsi perché in un lampo Olimpia schizza in piedi con il sai in pugno, pronta ad affrontare qualsiasi pericolo, prima ancora forse di aver riacquistato la piena coscienza. Ma di fronte a lei non c'è nessuno. Xena, con una leggera ferita al braccio, è tornata nel punto più buio della stanza, e Olimpia cerca di capire quanto tutto ciò sia frutto di un sogno.

OLIMPIA: Xena? (Scruta nelle tenebre con timore e speranza.) Xena?

Xena lentamente esce alla luce tenue della stanza.

OLIMPIA(implorando): Ti prego, Xena. Ti prego... o Dèi...di' qualcosa. Qualunque cosa.
XENA(sussurrando): Olimpia.

Al suono del suo nome pronunciato da quelle labbra, le gambe di Olimpia quasi cedono.

OLIMPIA: Sto sognando?
XENA(dolcemente): No. Non stai sognando.

Olimpia soffoca con la mano un singhiozzo, mentre lacrime cominciano a scorrerle lungo le guance.

OLIMPIA(con voce soffocata): Ma come? Perché?

Xena fa un altro passo avanti. Il suo volto è ancora parzialmente in ombra, ma i suoi occhi scintillano d'amore.

XENA: Perché tu l'hai chiesto... E perché io ti amo. (Fa un altro passo e tende una mano verso di lei.) Va tutto bene.
OLIMPIA(come paralizzata): Io... non posso...

Poi i suoi occhi si posano su una macchia rossa sulla veste di Xena, e le parole le si bloccano in gola.

XENA(preoccupata): Olimpia?

La paralisi si scioglie d'un tratto e Olimpia, sempre senza una parola, le si avvicina e tocca la lieve ferita con la punta dell'indice, fissandolo, quindi come in trance lo sfrega contro il pollice e se lo porta alla bocca e lo assaggia. Poi, alza lo sguardo, sfavillante di emozioni impossibili da descrivere.

OLIMPIA: Xena?
XENA(sussurrando): Sì?
OLIMPIA: I fantasmi non sanguinano... Vero?

Gli occhi di Xena si chiudono per un attimo e quando si riaprono sono pieni di lacrime.

XENA: No. Non sanguinano.

Xena non ha il tempo di prepararsi all'impatto, quando all'improvviso si trova le braccia piene di Olimpia. Fa un passo indietro e si appoggia alla parete alle sue spalle, stringendo la ragazza con tutte le sue forze, mentre questa è scossa da violenti singhiozzi non più trattenuti. Olimpia abbraccia Xena, posandole la testa sul seno e le sue orecchie le rimandano un suono che credeva non avrebbe sentito mai più: il battito forte e sicuro del suo cuore. La donna che sta stringendo fra le braccia è viva! Allora, mentre cerca di riprendere il controllo delle emozioni che l'hanno travolta, solleva la testa e immerge la mano tra i capelli di Xena, attirandola verso di sé, finchè le loro labbra non si incollano riaffermando un legame che esiste oltre la vita e la morte. Col respiro affannoso, finalmente si stacca da lei e resta a guardarla sempre tenendola stretta come per timore che possa svanirle di nuovo davanti agli occhi. Con le dita percorre i lineamenti di lei, come per memorizzare le sue sopraciglia, le sue guance, le sue labbra, e giù giù lungo la linea del collo, quella tra i seni, fino a fermarsi all'altezza della vita.

OLIMPIA(sussurrando): Non riesco a credere che tu sia qui. Viva.
XENA(con voce roca): Olimpia, c'è qualcosa che devo dirti. Io...
OLIMPIA: No, Xena. No. Non ora.
XENA: Ma dobbiamo parlare. La situazione...

Olimpia la interrompe, coprendole le labbra con le dita, immobilizzandole.

OLIMPIA: ... dovrà aspettare.

L'espressione di Xena si addolcisce nella comprensione. Olimpia le sfiora le labbra, avvertendone sulle dita il respiro. Un sorriso tremulo da spezzare il cuore appare sul suo volto.

OLIMPIA: La mia anima è appena uscita dalle tenebre. La vita deve fare un passo indietro e lasciarmi assaporare questo momento.

Xena mette le braccia intorno ad Olimpia e la sente rabbrividire. La ragazza posa l'orecchio sul suo seno per sentire ancora il suo battito. Xena chiude gli occhi, accarezzandole i capelli.

XENA: In questo caso, sarà meglio metterci comode.

Olimpia annuisce, poi solleva la testa, e le due donne si dirigono verso il letto, rannicchiandovisi insieme, mentre Xena tira le coperte su di loro. (All'inizio di questo nuovo lavoro mi ero ripromesso di non interrompere la narrazione con commenti personali che potessero in qualche modo distogliere i lettori, ma qui mi è davvero impossibile. Io ho scoperto la SVS, solo un anno fa, e ho cominciato a leggerla, o meglio a "vederla", perchè vi assicuro che è una vera e propria esperienza visiva, solo la scorsa estate, quindi a distanza di poco più di tre anni dall'infausto giorno in cui anche in Italia è andato in onda l'ultimo episodio televisivo di Xena. Quella notte, e lo dico senza vergogna, io avevo pianto come un bambino. La morte straziante di Xena, ma ancor di più la vista di Olimpia, sola su quella nave che si allontanava all'orizzonte, è stato un ricordo che ha mi ha perseguitato per mesi. Esagerato? Forse, ma andatelo a dire al mio cuore trafitto da un dolore lancinante che per di più non potevo neanche condividere in famiglia, se non volevo che mi credessero impazzito. Ma se qualcuno di voi ha provato anche in minima parte qualcosa del genere, può capirmi e potrà capire quello che ho invece sentito in quel pomeriggio estivo, mentre "vivevo" letteralmente questi momenti. L'incontro tra Olimpia e Xena mi ha riempito di indicibile emozione e mi ha alleggerito di un peso che gravava su di me da quell'Aprile 2002, e io, lo confesso, ho pianto di nuovo, ma questa volta, lacrime di felicità e liberazione. E adesso torniamo alla storia.) Dopo la notte trascorsa insieme, il mattino dopo Olimpia osserva Xena mentre si riveste dei suoi soliti abiti, dell'armatura e della spada, che lei aveva conservato religiosamente perché voleva qualcosa di più di un'urna di ceneri in ricordo della sua guerriera. Per completare l'opera non resta che un'unica cosa e Olimpia tende a Xena il suo chakram. La mano di Xena trema leggermente nel ricordare una scena molto simile, ma questa volta le dita non attraversano prive di consistenza l'arma, ma si stringono solide e sicure intorno ad essa. Olimpia piange e ride, mentre Xena si riappende il chakram al fianco nel posto in cui è nato per stare.

OLIMPIA: Ti ringrazio.
XENA: Di cosa?
OLIMPIA: Di essere tornata a casa.

Ma questa scena di commozione è bruscamente interrotta dall'arrivo di Zenobia seguita dalle sue guardie. La scomparsa del consigliere ha messo in allarme tutto il palazzo e la regina venuta ad avvisare Olimpia, resta letteralmente a bocca aperta nel trovarla tra le braccia di una sconosciuta. Ancor di più quando, incredula, sente raccontare dalla persona a cui ha affidato le sorti del suo paese che quella donna è proprio la rediviva Xena. Ci vuole del bello e del buono ad Olimpia per convincere Zenobia che quello a cui sta assistendo non è un astuto piano concepito da Lucifero che si sta servendo del suo amore per Xena come "quinta colonna" per penetrare nelle difese della città e certo l'ammissione di Xena di aver fatto un patto proprio con Lucifero che sarebbe all'origine della sua resurrezione non aiuta. Solo la fiducia che ripone in quella ragazza, che in poco tempo ha ridato speranza a tutto il suo popolo, e l'assicurazione che il suo consigliere sta bene, la convincono a soprassedere per il momento, anche se con riserva. ("Ti sto dando la mia fiducia, Olimpia. Non farmene pentire.") Uscita Zenobia, Olimpia si volta verso Xena, mani sui fianchi.

OLIMPIA: Adesso, vuoi dirmi la verità vera circa il tuo piccolo patto con Lucifero?
XENA: Praticamente è questa la verità vera. Ho soltanto omesso un dettaglio.
OLIMPIA: Sì?
XENA: Avrei dovuto ucciderti, tornare all'Inferno, diventare il suo secondo in comando e intrappolare la tua anima prima che tu andassi in Paradiso così avrei potuto averti al mio fianco per sempre.
OLIMPIA: Oh, è tutto?
XENA: Più o meno, sì.
OLIMPIA: Beh, non puoi catturare ciò che già ti appartiene, non credi?
XENA(sorpresa): Ancora?
OLIMPIA: Sempre.

Olimpia sorride al pensiero di aver reso Xena incapace di parlare, ma adesso è ora che la Principessa Guerriera e la Poetessa Combattente tornino a formare una squadra per affrontare la battaglia che le aspetta. Nel frattempo Lucifero ha scoperto l'inganno di Xena e si prepara a fargliela pagare in un grande assalto finale a cui parteciperanno anche i suoi demoni comandati da lui in persona. Nella città fortificata, Xena sta allestendo le ultime difese contro i nemici, umani e sovrumani, che si troveranno ad affrontare. Il suo piano è di spingere l'esercito di Brakus ad attaccare, quindi chiuderlo sui lati e costringerlo all'interno delle mura dove trappole e fossati pieni di aste appuntite li attendono per far scempio di loro. Xena e Olimpia usciranno con un contingente di uomini ciascuna, pronte a far scattare la manovra a tenaglia, ma Zenobia è ancora poco convinta e confida ad Olimpia i suoi timori.

ZENOBIA: Non mi fido di lei, Olimpia. Ti sta conducendo nelle mani degli uomini di Brakus. Come fai a sapere che non ti consegnerà a loro, per poi guidarli oltre le mura? Lei conosce quei tunnel e quelle trappole meglio di noi.
OLIMPIA: Non lo farà.
ZENOBIA: Ma come fai a dirlo?
OLIMPIA: Perché lo so.
ZENOBIA: Potrebbe farti del male. Ucciderti.
OLIMPIA: Non lo farà.
ZENOBIA: Ma...
OLIMPIA: Zenobia, non ti sto chiedendo di fidarti di Xena. Ti sto chiedendo di fidarti di me. Xena è la mia anima gemella. E io so, qui dentro... (toccandosi il petto) che lei merita la mia fiducia. E il mio amore.

E a Zenobia non resta che guardarla allontanarsi, pregando per lei. Ma Olimpia stessa al momento di partire a fianco di Xena non può fare a meno di rammentare l'esito dell'ultima battaglia che hanno combattuto insieme.

XENA: Stai bene?
OLIMPIA: Continuo a ricordare il Giappone.
XENA(gentilmente): Questo non è il Giappone.
OLIMPIA: Questo lo so. E posso ripetermelo un milione di volte, Xena, ma la mia anima non vuole ascoltare. Tutto quello che riesco a vedere è... (ingoiando a fatica) ... dèi, non posso perderti di nuovo, Xena. Non posso.

Xena afferra le mani di Olimpia e le tiene strette nelle sue.

XENA: Tu non mi perderai, Olimpia. Te lo prometto.
OLIMPIA: No. Non fare promesse che non puoi mantenere, Xena.
XENA(afferrandola per le spalle): Olimpia, non ho affrontato l'Inferno e imbrogliato Lucifero, solo per tornare al punto di partenza. Sopravviverò. Entrambe sopravviveremo. Te lo prometto. D'accordo?

La dichiarazione solenne raggiunge il suo scopo e, sollevata, Olimpia torna a concentrarsi sul vicino combattimento. I piani riescono perfettamente e gli uomini di Brakus vengono intrappolati e sconfitti, ma i demoni di Lucifero attaccano Olimpia. Xena che si sta divertendo un mondo a combattere nel suo ritrovato corpo, sente d'improvviso il pericolo che minaccia la sua anima gemella e si lancia in soccorso. Nel tunnel dove Olimpia ha attirato i demoni trova le spoglie di alcuni di questi distrutti o dal tatuaggio sulla schiena della sua compagna o dalle trappole di fuoco greco preparate appositamente, ma le pareti cedono improvvisamente creando un muro di rocce. Urlando il nome di Olimpia Xena si getta fuori dirigendosi con tutta la velocità che ha nelle gambe all'uscita opposta del tunnel, dove le pareti hanno per fortuna retto e da dove può estrarre la ragazza, contusa leggermente, ma salva. La battaglia, intanto, sembra vinta, ma, una volta uscite all'aperto, le attende una brutta sorpresa: Lucifero e i suoi sgherri demoniaci hanno catturato Zenobia. Il demonio ricorda a Xena il loro patto, ma quando capisce che questa non ha nessuna intenzione di rispettarlo cerca di colpirla attraverso la sua compagna, dimenticando Zenobia e lanciando contro Olimpia i suoi demoni. Ma questi che hanno visto che fine hanno appena fatto i loro colleghi, accorgendosi che il tatuaggio sulla schiena comincia a brillare, esitano e quel momento è sufficiente agli arcieri nascosti sugli spalti per bersagliarli con frecce intrise di fuoco greco riducendoli in cenere. Furente Lucifero fa per avvicinarsi a Xena, ma Olimpia, col suo tatuaggio che fiammeggia quasi, si interpone fra i due.

LUCIFERO: Tu sei mia, Xena. Io ti possiedo, e ti avrò.
XENA: No, tu non mi possiedi, e no, non mi avrai... Vedi, il tuo più grosso errore è stato rendermi la mia mortalità, Lucifero. Nel momento in cui l'hai fatto hai perso la partita. Eri così sicuro che i miei poteri demoniaci mi legassero a te. Ma ti sbagliavi. Qua ho qualcosa di molto più potente di qualunque altra tu possa mai offrirmi. (Prende la mano che Olimpia gli tende con un sorriso luminoso.) Tu non hai poteri nel mondo dei mortali. Non puoi costringere nessun mortale a fare ciò che non vuole. L'unica cosa che puoi fare è tentarli. E non c'è nulla nel tuo regno o in qualunque altro che possa mai distogliermi da quello che ho in questa vita.

Vedere le due donne affrontare il demonio, trasmette coraggio a tutto il popolo radunato nella fortezza, Zenobia in testa che tende il sacro ankh, il simbolo della dèa Iside, portatrice di vita, contro il signore del male. Lucifero, preso in mezzo a due fuochi, scompare in un lampo accecante, lanciando minacce a Xena. Olimpia va da Zenobia e l'abbraccia, indicando l'oggetto che stringe in mano.

OLIMPIA: Come sapevi che avrebbe funzionato?
ZENOBIA(con un sospiro di sollievo): Non lo sapevo. Ho bleffato.

Grata per l'aiuto, Zenobia le porge l'ankh.

OLIMPIA: Non posso.
ZENOBIA: Si, invece. Devi. Conservalo come ricordo della vita che ti è stata restituita.
OLIMPIA(guardando Xena, con un sorriso): Ho già il miglior ricordo possibile.

E il giorno dopo, salutata Zenobia, le due compagne lasciano la città a cavallo di Argo, con Olimpia davanti, stretta tra le braccia di Xena.

XENA: E adesso dove andiamo?
OLIMPIA: A casa.
XENA: Grecia?

Olimpia si appoggia all'indietro contro Xena e chiude gli occhi come in estasi.

OLIMPIA: Non necessariamente.

Xena avvolge le sue braccia ancor più strettamente intorno ad Olimpia, mentre si allontanano verso l'orizzonte.

PS: Ci sarà mai un giorno un film su Xena che riprenda la storia da dove si interruppe la serie tv? Non lo so. Quello che so è che difficilmente potrà essere più soddisfacente di questo doppio episodio iniziale della SVS, a meno che naturalmente non venga utilizzato proprio questo come soggetto. Basato sulla storia di Melissa Good (a cui accennavo nell'introduzione), e scritto da Susanne Beck e TNovan, gli altri due membri della triade che ha dato origine a questa nuova serie, possiede tutti gli elementi che ogni subtexter ha sempre desiderato vedere in un episodio di Xena, ma soprattutto risponde in modo magnifico ai problemi posti da "Friend In Need", servendosi di tutte quelle trovate che hanno fatto della serie tv un mito incancellabile negli anni, il dramma, la commozione, ma anche l'ironia e il divertimento. Qui, per ragioni di spazio e di scelta personale, ho deciso di privilegiare i primi sui secondi, ma ad esempio, l'idea che dopo aver danneggiato il suo portale in uno scatto d'ira, Lucifero per continuare a ricevere le immagini dal mondo dei mortali, usi uno dei suoi demoni come antenna è favolosa. La Good nel forum del sito ha affermato di aver scritto la storia solo per quei due intensi minuti dell'incontro tra Xena e Olimpia, che ho doverosamente descritto nei dettagli, (oh, quell'impagabile momento in cui Olimpia si rende conto che Xena è viva e non è un fantasma!), ma la verità è che ogni singola scena, dialogo o frase rivelano aldilà di ogni dubbio una cura ed un amore immensi per queste due donne, dal primo momento con la ribellione, sorprendente ma umanamente comprensibile, di Olimpia alla vita a cui la decisione di Xena l'ha condannata, fino all'ultima immagine in cui assistiamo quasi ad una replica, nave a parte, del dialogo conclusivo di "Friend in Need", ma con ben altro esito, come estrema liberazione da quell'ultimo doloroso ricordo, passando attraverso l'elaborato piano, che è pura Xena al 100%, per ingannare Lucifero, l'Ingannatore per antonomasia, costringendolo a ridarle la sua mortalità per tornare da Olimpia, che abilmente inganna anche noi, perchè fino all'ultimo non siamo ben sicuri che l'identità demoniaca non abbia preso il sopravvento su di lei. E non tacendo (e come potremmo?) della strada libera che finalmente viene data all'amore tra le due compagne, senza più doppi sensi o dubbi. Prima il lungo bacio, che le splendide illustrazioni "fotografano" da più posizioni, come in un montaggio in dissolvenza cinematografico, e poi, in conclusione della scena, quel letto condiviso (ma non certo per la prima volta, come vedremo), anche se al momento giusto, una coperta opportunamente presente restituisce allo show la sua identità di spettacolo anche per minori, sia pur accompagnati. E su questo episodio e sul metodo di lavoro del team, ecco le parole illuminanti del trio di autrici. Sue Beck: " Cercammo con molto impegno di dare alla storia il "sapore" dell'originale serie tv. Credo che ne avessimo bisogno per creare un "ponte" tra ciò che era e ciò che sarebbe stato." TNovan: "Ricordo che abbiamo lavorato sulla quella sola scena (dell'incontro tra Xena e Olimpia) più a lungo che su qualunque altra dell'intera stagione per essere sicure che fosse corretta, raccogliendo suggerimenti e commenti da tutti nello staff e cercando di assicurarci che fosse fatta nella maniera giusta. E non si trattò tanto di riscriverla, quanto di ottenere l'effetto desiderato fin dalla prima volta per poi rifinirla un poco." Melissa Good: "E' stato un episodio difficile da realizzare, perché nessuna di noi era abituata ad un lavoro di gruppo, e si trattava di una sceneggiatura molto complessa. Ci siamo sforzate per mantenere la nostra visione di Xena e Olimpia in qualche modo compatibile con quella di Rob, e di onorare lo spirito dello show quanto meglio potessimo. Credo che ci siamo riuscite."






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