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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni


PICTURE PERFECT

Avendo per caso saputo delle imminenti nozze della figlia di Ulisse, re di Itaca, Xena e Olimpia decidono di passare per l'isola del loro vecchio amico. Molti anni sono passati dalla loro avventura insieme ("Ulysses", "Xena e il ritorno di Ulisse", seconda stagione), ma ancora Olimpia non ha del tutto digerito l'accaduto. Come ricorderete, all'epoca qualcosa era sembrato scattare tra la Principessa Guerriera e l'eroe di ritorno dopo dieci anni di peregrinazioni per i mari nella sua isola e per qualche incredibile momento era sembrato che potesse mettere in pericolo il sodalizio tra le due compagne. La città è affollata per le nozze, ma le mura mostrano tracce di attacchi e riparazioni recenti e, fermandosi in una locanda, Xena e Olimpia trovano conferma ai loro sospetti: la città è stata lungamente sotto assedio e solo permettendo le nozze di sua figlia con il principe Kelvin di Keffalonia, il re Ulisse è riuscito ad ottenere una tregua con l'esercito nemico. Desiderose di capirci di più, le due donne si recano a palazzo, ma sulla strada la loro attenzione è attirata da uno strano edificio tutto rosa, "Il celestiale approdo dell'artista". Incuriosite, entrano e vengono accolte da una strana donna, Loocha, che si presenta come una pittrice ritrattista e che affascinata dalla bellezza di Xena le chiede subito di posare per lei. A lei basterebbe una sola giornata dall'alba al tramonto per ritrarre la sua incomparabile perfezione. Ma Xena non pare sedotta dall'idea e anche Olimpia non ne è entusiasta e così le due si sottraggono a fatica alle insistenze dell'impulsiva artista che le insegue fin nella strada prima di desistere quando le vede imbattersi nel re e la sua scorta dirette a palazzo. Ulisse, incredulo, le riconosce immediatamente e le invita alla reggia, dove resteranno ospiti per il periodo delle nozze. Nella sala del trono, il re si confida e racconta loro della morte di Penelope avvenuta anni prima durante una epidemia e dell'attuale situazione del suo regno sotto la minaccia di re Radwar di Keffalonia e del suo esercito, per risolvere la quale ha dovuto non solo concedere la mano della figlia, ma pure un'ingente parte delle sue sostanze come dote, tra cui un grande dipinto raffigurante la sua bellissima sposa, ultimo suo ricordo e opera di quella Loocha appena incontrata da Xena e Olimpia, che Radwar, padre del futuro sposo, ha sentito magnificare come il dipinto della donna più bella del mondo e che non vede l'ora di venire a portarselo via. Le due donne cercano di consolare Ulisse che appare ingrigito, ma il cui spirito non è poi molto diverso da quello dell'uomo che avevano conosciuto. Rivedere Xena ha evidentemente riacceso antichi ardori e il suo atteggiamento da corteggiatore nei suoi confronti non si è attenuato. La cosa ovviamente non sfugge ad Olimpia che comunica a Xena il suo disagio, poco dopo nella stanza a loro assegnata (che hanno insistito per avere ad un solo letto, come silenzioso messaggio al poco fantasioso sovrano).

XENA: Ancora gelosa dopo tutti questi anni, Olimpia? Via, ora potrebbe essere mio padre.
OLIMPIA(riflettendo): Sì, beh, forse quel ricordo mi infastidisce un po', ancora adesso. Sicuramente lo fece allora.
XENA: Io non ero veramente...
OLIMPIA(insieme): Sai, credevo che le cose stessero mettendosi bene tra noi, in quel momento, e...

Entrambe s'interrompono e Xena la fissa.

XENA: Ero spaventata. Sentivo che i miei sentimenti per te stavano cambiando, e volevo... volevo che non fosse solo una cosa fisica. Così ho pensato che se io... comunque è stato stupido.
OLIMPIA(chiudendo gli occhi nel ricordo): Mi hai quasi spezzato il cuore quella notte.
XENA(andandole vicina): Mi dispiace di averlo fatto..
OLIMPIA(tendendo una mano ad accarezzarle il viso): Anche a me. Ma sai quando cominciasti a parlargli di anime gemelle, qualcosa dentro di me mi disse che non era a voi due che ti riferivi, e così mi sono aggrappata a questo.
XENA(con rimpianto): Era così infatti, e appena l'ho detto, ho capito.
OLIMPIA: Di noi?

Xena annuisce in silenzio e le due donne si baciano. L'intimo colloquio è interrotto dall'arrivo di un valletto con abiti adatti al banchetto della sera. Ma il gentile pensiero del re appare subito sospetto ad Olimpia quando vede l'ampia scollatura di quello destinato a Xena. E quando, al loro ingresso nella grande sala, dove sul caminetto fa bella mostra di sé il ritratto di Penelope, Ulisse si fa subito avanti, le due donne cercano di mettere in chiaro le cose una volta per tutte.

ULISSE: Xena! Splendido. Ti ho riservato un posto accanto a me. Vieni.
XENA(evitando il braccio teso del re): Ti ringrazio, ma no. Sono già con qualcuno. Troveremo un posto. Torna pure dai tuoi ospiti.

Confuso, Ulisse fissa Xena, poi guarda intorno, ovviamente provando ad immaginare di chi stia parlando. Finalmente i suoi occhi cadono su Olimpia, che gli sta lanciando occhiate di fuoco.

ULISSE: Oh! Ah, io non intendevo...

Xena , con una bottarella sulla spalla, gli indica il suo tavolo a cui tornare e Ulisse, come un cagnolino sculacciato, si allontana.

OLIMPIA: Credi che l'abbia capita?
XENA: Probabilmente no. Andiamo.

Xena e Olimpia si siedono accanto ai futuri sposi, Shana e Kelvin, e possono constatare che i due ragazzi sembrano entrambi felici e affiatati e non risentono affatto delle tensioni tra le loro famiglie, e rassicurate possono dedicare tutta la loro attenzione al banchetto, dove Ulisse con l'ausilio di abbondanti libagioni, sta intrattenendo i suoi ospiti con personali versioni delle sue avventure che non corrispondono proprio alla lettera alla verità. Giunto alla storia dell'arco (quello che secondo la leggenda solo la sua forza poteva tendere e di cui non ha mai saputo quanto sia debitore a Xena), viene sfidato a provare a rifarlo adesso davanti a tutti e comincia goffamente a prodursi nel tentativo. Xena e Olimpia lo osservano sudare per un po', poi quest'ultima si alza ed avvicinatasi all'affannato monarca, gli prende l'arco dalle mani e aggancia senza sforzo la corda, per poi tornarsene soddisfatta al suo posto, sotto lo sguardo sbalordito del re e quello divertito di Xena. Cercando di attenuare l'imbarazzo, Ulisse incocca una freccia e si appresta a lanciarla, ma nello slancio, perde l'equilibrio e la freccia parte verso l'alto andando a piantarsi esattamente al centro del dipinto di Penelope e facendolo cadere dalla parete sugli alari del caminetto, che lo sfondano, congelando ai loro posti tutti i presenti. Al mattino, dopo una nottata che ha portato senz'altro altre soddisfazioni ad Olimpia a giudicare dalle condizioni del letto (senza contare il farlo proprio nella casa di colui che pensava di portarsi via Xena), la pace della coppia è rotta dall'improvvisa irruzione di Ulisse che disperato, temendo che al suo arrivo Radwar scopra ciò che è capitato al dipinto, annulli le nozze e riprenda la guerra, non sa che pesci pigliare e si aggira per la reggia come un'anima in pena. Per calmarlo, Xena e Olimpia accettano di andare a parlare con l'autrice del dipinto per convincerla in deroga a tutte le sue regole a farne una copia. Loocha apprende con dolore che il suo capolavoro è andato distrutto, ma si rifiuta assolutamente di riprodurlo. E anche l'idea che questo possa causare una sanguinosa guerra non l'affligge più di tanto, dopotutto si vedrebbe commissionare molti ritratti equestri di nobili in armi. Tuttavia forse un modo per ovviare al problema ci sarebbe, suggerisce la pittrice. Re Radwar non ha mai visto il dipinto, sa solo che rappresenta la donna più bella del mondo, quindi l'unica soluzione è che l'esemplare perfetto che sta di fronte a lei e che risponde al nome di Xena accetti di posare per un nuovo ritratto. Olimpia all'inizio cerca di spingere Xena ad accettare, ricordandole che è per una buona causa, ma appare assai meno entusiasta quando scopre che la sua compagna dovrà posare nuda e ancor di meno quando capisce che la sua presenza sul luogo non è gradita. Ironicamente, Xena le rammenta la "buona causa" e la invita ad andare a riferire ad Ulisse che il problema sarà risolto. Letteralmente spinta fuori dalla porta, Olimpia si affretta a dirigersi il più velocemente possibile verso la reggia per poter tornare quanto prima a sorvegliare che la virtù di Xena non venga messa a rischio. Nel frattempo, re Radwar, un enorme energumeno dallo sguardo perennemente feroce, è giunto ad Itaca e recatosi al palazzo di Ulisse, pretende che la sua dote gli venga immediatamente consegnata. Ulisse cerca con tutti i mezzi di guadagnare tempo offrendogli un banchetto in suo onore, e quando vede Olimpia immediatamente l'arruola come narratrice per tenere Radwar occupato con le sue storie. Nello studio dell'artista, Loocha esamina con molta attenzione la sua modella, ora completamente nuda e in attesa che l'opera abbia inizio, ma il bellissimo corpo di Xena presenta tutta una serie di cicatrici che non dovranno apparire nel dipinto.

XENA: Dovrai andare intorno alle cicatrici.
LOOCHA: Accidenti, certo che ne hai. Predisposta agli incidenti?
XENA: No.

Loocha comincia a schizzare i primi abbozzi e indica un segno.

LOOCHA: Quello come te lo sei fatto?
XENA(guardando in basso): Olimpia mi ha morso.

L'artista si blocca e fissa Xena che le sorride, poi ricomincia a disegnare, e indica un altra cicatrice.

LOOCHA: Che mi dici di quella?
XENA: Il coltello per ostriche di Olimpia le è scivolato di mano.

L'artista si blocca di nuovo.

LOOCHA: E quello?
XENA: Olimpia voleva fare pratica di cucito e non avevamo stoffa.
LOOCHA: Mai considerato di farti una compagna meno pericolosa?
XENA: Mai.

Nella reggia, Ulisse e Olimpia paiono aver esaurito le scorte di idèe per trattenere Radwar e questi non vuole più saperne di storie e di cibo. Vuole solo che gli venga mostrato immediatamente il dipinto della donna più bella del mondo, o le nozze salteranno e sarà la guerra. Olimpia scappa allo studio artistico per esortare Loocha a fare più in fretta trovando l'artista completamente immersa nella sua opera e Xena distesa nuda ed annoiatissima che non ne può più di stare immobile e usa una tavolozza come un chakram per passare il tempo terrorizzando il gatto di casa. Loocha non sopportando di sentirsi pressata, reagisce piuttosto male.

LOOCHA: Dipingere più in fretta? Che insensibilità! Io sono un'artista! Una perfezionista! Non hai idea di cosa mi stai chiedendo tu, morsicatette!

Olimpia s'immobilizza, mentre Xena sembra aver trovato improvvisamente qualcosa di interessante da esaminare nel punto più lontano della stanza.

OLIMPIA: Come mi hai chiamata?
LOOCHA: Guarda cosa hai fatto al mio esemplare perfetto! E' un crimine!

Xena interviene appena in tempo prima che Olimpia salti alla gola di Loocha e ricomposta la questione con un po' di fatica, riesce a convincerla a finire più velocemente, minacciando di andarsene lasciando il dipinto incompiuto, ma Loocha non si lascia scappare l'ultima occasione di provocare Olimpia.

LOOCHA. Ehi! Testa calda! Non puoi fare nulla per tenerla ferma? Ho sentito che ci sai fare con la lingua.

Xena intercetta subito lo sguardo omicida di Olimpia e l'accarezza affettuosamente.

XENA: Le ho parlato delle tue doti di narratrice.
OLIMPIA(rabbonita): Oh.
LOOCHA: Ci deve essere qualcosa che puoi fare per tenerla immobile.
OLIMPIA(riflettendo): C'è, ma mi limiterò ad una storia visto che siamo in pubblico.

Xena arrossisce visibilmente e Olimpia si accomoda su una poltrona, con un sorriso soddisfatto.

LOOCHA(osservando con occhio apprezzativo il viso di Xena): Bel colorito. Mi piace.

Mentre nella reggia, Ulisse sta ancora disperatamente cercando di guadagnare ogni possibile secondo, ricoprendo Radwar di tutte le sue ricchezze, per dare il tempo a Xena e Olimpia di tornare, finalmente un racconto dopo l'altro, queste ultime sono riuscite ad arrivare alla fine del dipinto e ora stanno ammirando l'opera compiuta: un bellissimo ritratto di una Xena, coperta solo dalle sue lunghe chiome corvine che maestosa esce dal mare su una grande conchiglia (e se questo per caso vi ricordasse "La nascita di Venere" di Botticelli, adesso sapete da chi è stato ispirato!). Appena Olimpia vi posa gli occhi sopra, una tempesta di sensazioni si abbatte su di lei: sbalordimento, ammirazione, ma soprattutto...

OLIMPIA: Chiunque voglia esporlo dovrà passare sul mio cadavere.

E si lancia all'inseguimento di Xena che, rivestitasi rapidamente, è corsa via, col dipinto sotto il braccio, diretta alla reggia. Messo con le spalle al muro, Ulisse non sa più a che divinità votarsi ed è ormai pronto a confessare al sempre più infuriato Radwar l'accaduto, ma quando il sovrano della Keffalonia entra nella stanza del tesoro resta incantato davanti allo splendido dipinto che pende dalla parete, affermando che "vale la pena sopportare la pace per questo". Stupefatto non di meno è Ulisse che ha immediatamente riconosciuto (e come dubitarne?) il soggetto del quadro, ma con una magnifica faccia di tolla, ingoia la sorpresa ed esibisce il suo miglior sorriso invitando ora l'iracondo re a mantenere i patti. Incapace di staccare gli occhi dalla "Xena sorgente dalle acque", e già occupato a pensare a dove appenderlo nel suo palazzo, Radwar acconsente. Più tardi, Xena e Olimpia partecipano alle nozze di Kelvin e Shana, e qui nel salutarle e ringraziarle, prima di allontanarsi per riunirsi agli altri commensali, il re di Itaca annuncia loro con soddisfazione che lui e Radwar si divideranno il dipinto qualche mese per uno.

XENA: Dividersi il dipinto. Sarà una bella battaglia.
OLIMPIA(riflettendo): Una battaglia Mmmh.
XENA(fissandola): Via, Olimpia. E' solo un quadro.
OLIMPIA(guardando il dipinto): Non è solo un quadro, Xena.
XENA(chinandosi verso lei): Ma tu hai l'originale.
OLIMPIA(sorridendole): Eccome se ce l'ho.

Poco dopo, mentre sta preparando Argo per la partenza, Xena vede arrivare Olimpia con un grosso tubo in una mano che infila nella sua sacca. E mentre le due donne si allontanano, Xena l'interroga.

XENA: Fammi indovinare. E' il quadro. Come hai fatto ad impadronirtene?
OLIMPIA(con aria soddisfatta): Ho molte doti.
XENA(ridacchiando): Aspettavi da ventisei anni di dirlo, eh?

PS: Più che un "sassolino", questa volta è un masso quello che le autrici della SVS, e particolarmente Melissa Good, sceneggiatrice di questo episodio, si tolgono, un masso che ha gravato sullo stomaco di tutti i subtexters fin dalla seconda stagione della serie tv. A quell'epoca, l'umore di questi era particolarmente allegro, venivano da una serie di episodi (soprattutto i citatissimi "The Quest" e "A Day in The Life") che stavano confermando al meglio le loro più rosee aspettative, quando all'improvviso, inatteso come certe tempeste estive in alta montagna, era arrivato questo "Ulysses" a rompere le uova nel paniere. Ma che diavolo voleva quel pavone imbrillantinato? Come si permetteva di mettersi tra Xena e Olimpia ora che le cose cominciavano ad andare bene? E soprattutto come poteva Xena, dopo essersi praticamente dichiarata alla compagna, lasciarsi affascinare da questa parodia dell'eroe omerico, incapace perfino di tendere il suo arco da solo? Oggi che la questione è superata e non ci sono più sponsor preoccupati per i loro investimenti da "tranquillizzare" sulla relazione tra le due protagoniste (per i quali venivano quasi appositamente realizzati episodi come questo, o come "King Con", "Xena contro il re degli imbroglioni", della terza stagione), bisogna tuttavia ammettere che quando capita di rivederli, a me non molto spesso per la verità, un leggero fastidio torna ancora, come un prurito in una zona irraggiungibile, e quindi possiamo capire come fosse quasi un esigenza fisiologica mettere un punto finale a questa storia. Chiarendo anche (come del resto, e qui crepi la modestia, avevo detto anch'io nell'articolo "La prima volta di Xena e Olimpia") che questa vicenda, a dispetto della cronologia "ufficiale" degli episodi, non può che avvenire in epoca precedente al bacio di "The Quest". Ma su questo lasciamo un attimo la parola all'autrice: "Mi immaginai che "Useless" (cioè incapace, il nomignolo scherzoso con cui "Ulysses" è conosciuto tra i subtexters) doveva collocarsi antecedentemente alla "prima volta", perché per quanto ami Xena, per quanto possa inventarmi per tirarla fuori dalle situazioni più astruse, non riuscivo a giustificare come potesse pomiciare con lui dopo essere diventata intima con Olimpia. Quindi, quando cominciai ad occuparmi di questa storia, decisi che era un'opportunità per cauterizzare quella piccola ferita." E così, esaminando attentamente il dialogo incriminato tra Xena e Ulisse (origliato da Olimpia) in quell'episodio, Melissa si accorge che effettivamente Xena non dice mai a questi di amarlo e quando gli accenna invece alle anime gemelle, è solo l'uomo a dedurre che stia parlando di lui, e dopotutto, per dirla ancora con la Good, alla fine Xena volta le spalle allo pseudo eroe e se ne va con Olimpia, quindi... Da questo al colloquio liberatorio tra le due compagne in questo "Picture Perfect" il passo è breve. A questo punto, c'è da aggiungere solo che in questo già divertentissimo episodio (innumerevoli nella sceneggiatura le battute e i giochi di parole, così tipici della serie tv e che soltanto la SVS è riuscita a riprodurre adeguatamente) un piccolo capolavoro a sé è costituito dal personaggio di Loocha, che foneticamente in inglese si legge Lucia, rivelandosi quindi un aperto riferimento ed un omaggio alla bravissima Lucìa De Nobrega, illustratrice di tutti gli episodi della serie virtuale. Chissà però se il caratterino della pittrice corrisponde a quello del modello originale?


ROMAN HOLIDAY

Nelle vicinanze di Roma, Xena e Olimpia stanno ingegnandosi per evitare di passare dalle strade battute dalle pattuglie capitoline, quando scorgono una di queste dirette verso la città con un carico di schiavi evidentemente destinati ai giochi del Colosseo e con loro grande sorpresa si accorgono che tra i prigionieri c'è anche un loro amico, che certo non immaginavano di ritrovare da queste parti e in queste circostanze, Beowulf, il guerriero nordico che era venuto a chiedere il loro aiuto per combattere il mostro Grindel (ricordate la bellissima "trilogia delle valchirie" nella sesta stagione, vero?). Poste di fronte a questa situazione, le due donne che avevano già quasi deciso di tirare in lungo, si vedono obbligate ad intervenire per liberare l'amico, cercando però di riuscirci prima che la pattuglia si avvicini troppo a Roma. Ma proprio mentre stanno per mettere in opera il loro piano, questa si riunisce ad una vera e propria armata di soldati romani, rendendo impossibile l'intervento immediato. Così non resta che trovare un modo di entrare nella città e una volta dentro escogitare un metodo per portare via Beowulf. Il piano potrebbe essere quello messo in pratica altre volte con successo, ma con una sostanziale differenza.

OLIMPIA: Io potrei fingermi una nobile romana, proveniente dalle Province. Non mi riconoscerebbero, e (sorridendo) tu la mia schiava.
XENA: Oh, davvero, eh?
OLIMPIA: Certo. Non ti sospetterebbero mai come schiava.
(...)
XENA: Io credo che tu voglia solo fare la padrona finalmente.
OLIMPIA(con aria innocente): Io? Si tratta solo di un piano logico, Xena!
XENA(guardando prima la sterminata armata sotto di loro e poi Olimpia): Va bene. Ma niente collari.

Così Olimpia, pur dovendo entrare in un luogo che avrebbe preferito non rivedere mai più e che "le dà i brividi", poco distante da lì, infatti, c'è il monte che aveva visto la crocifissione di lei e di Xena ("Ides of March", "Xena e le idi di Marzo", quarta stagione), può almeno togliersi la piccola soddisfazione di farlo da "padrona" con Xena, sua schiava incatenata alla sella del cavallo. Giunte alle porte di Roma, Olimpia si presenta come Tellus Astoria (che in inglese suona come tell us a story, raccontaci una storia), nobildonna romana venuta a far addestrare la sua nuova schiava come gladiatrice. Riscosse le prevedibile risate delle guardie, le due donne vengono comunque lasciate entrare nella città. Anche al Colosseo, l'arrivo di una donna solleva l'ilarità di soldati e gladiatori, ma alla fine Olimpia riesce a convincere gli addetti all'accesso e Xena fa il suo ingresso nella sezione destinata all'allenamento dei nuovi arrivati. Dopo aver mostrato ad un paio di schiavi particolarmente intraprendenti che non è lì per il loro svago, Xena inizia a cercare Beowulf, mentre Olimpia, alloggiata in un lussuoso albergo della città (grazie ad una ricca borsa procuratole da Xena con un abile colpo di mano), incontra alcune nobili romane che sono sul posto per assistere ai giochi gladiatorii e che, non appena apprendono che lei possiede uno dei contendenti, l'invitano ad unirsi a loro ad una festa. Qui, Olimpia, parlando con altri proprietari di schiavi viene a sapere che vi è un ingente giro di scommesse clandestine sulle lotte dei gladiatori, organizzate in accordo con i soldati che evidentemente passano informazioni sui favoriti. Ma Olimpia viene riconosciuta da un anziano romano che si ricorda di lei e Xena e minaccia di denunciarle. Olimpia riesce a fermarlo suggerendogli la possibilità di scommettere invece su Xena, che sconosciuta alle guardie non è certo tra i favoriti, guadagnandoci su una grossa cifra. L'uomo sembra quasi convinto, ma Olimpia non ha il tempo di accertarsene, perché un tetro presentimento la richiama verso il Colosseo, dove infatti Xena, che crede di aver individuato il luogo dove Beowulf è stato rinchiuso con altri schiavi tra i più robusti ed abili con la spada, con le sue indagini ha finito per attirare le attenzioni delle guardie e per non rivelare la sua identità, si è lasciata pestare facendo solo una ragionevole resistenza per non sollevare ulteriori sospetti. Facendo valere il suo diritto di proprietaria, Olimpia raggiunge i sotterranei per trovare la sua compagna ferita e sanguinante per le botte subite. Con le amorevoli cure di Olimpia, Xena si riprende e comunica alla compagna di aver capito dove si trova Beowulf e le chiede di cercare di contattarlo avvertendolo di tenersi pronto alla fuga. Intanto è arrivata l'ora per gli schiavi di affrontare la sfida dell'arena, cominciando dalla lotta con le fiere. Ancora provata dal pestaggio, Xena si mette tuttavia alla guida del gruppo di spauriti uomini destinati al sacrificio. Olimpia alla ricerca di Beowulf, viene individuata da uno dei soldati. Lottando la ragazza s'impadronisce della sua lancia e lo mette fuori combattimento. Poi, esita solo per un attimo, con la punta dell'arma sulla gola dell'uomo ("Mi dispiace. Ma ci sono vite che per me valgono più della tua.") e gliela pianta nella gola, uccidendolo a sangue freddo. Quindi, servendosi degli abiti e dell'armatura del morto, s'introduce nel settore dove è tenuto l'amico, si fa riconoscere e gli riferisce il messaggio di Xena. Questi è sorpreso, ma felice di rivederla (che Beowulf abbia avuto un debole per Olimpia fin dal primo momento in cui la vide, non è certo un segreto, ma a differenza di qualcun altro ha capito qual'era la situazione tra le due compagne e si è fatto subito discretamente da parte). Intanto Xena che ha assistito impotente alla morte di uno degli schiavi, sbranato dai leoni, quando viene il suo turno, anziché cercare di scappare si getta verso le belve, lanciando il suo grido di battaglia e ottenendo il risultato di spiazzare gli animali che invece di assalirla si allontanano spaventati dall'inattesa reazione, rifugiandosi di nuovo nelle loro gabbie. Stupefatti, i soldati danno quindi inizio agli scontri buttando nell'arena l'avversario di Xena, che è guarda caso proprio Beowulf. Fingendo di battersi, Xena aggiorna l'uomo sul suo piano, che però l'invita a non farsi scrupoli, e portare via Olimpia da lì anche a costo di ucciderlo, se necessario, ma Xena gli risponde che se facesse una cosa del genere proprio Olimpia non la perdonerebbe mai. Dopodiché i due mettono in opera il piano della guerriera e Xena ne simula l'uccisione. Sugli spalti dove la maggioranza del pubblico aveva scommesso sull'uomo, scoppia il finimondo, e nello stesso momento l'anziano romano che aveva riconosciuto Olimpia, urlando ne denuncia l'identità alle guardie che immediatamente si gettano nell'arena per cercare di prenderla. Vista l'inutilità di continuare la recita, anche Beowulf si rialza con la spada in pugno ed a loro si unisce Olimpia ancora travestita da soldato e i tre, approfittando della confusione provocata, si dileguano passando attraverso le gabbie dei leoni. Più tardi, salutato Beowulf che si trovava da quelle parti attirato dalla voglia di vedere i luoghi dei racconti di Olimpia, ma che da ora in poi promette di accontentarsi solo di quelli, le due compagne lasciano quei posti gonfi di tristezze per loro con per unico ricordo la coda di un leone che la prossima volta ci penserà due volte prima di rimettere una zampa su Olimpia.

PS: Il momento più rilevante di questo episodio, che vede il ritorno di Xena e Olimpia a Roma, dopo i tragici avvenimenti della fine della quarta stagione, è sicuramente costituito dall'uccisione commessa a sangue freddo da Olimpia. Un atteggiamento decisamente insolito da parte della Poetessa Combattente che, anche quando si è trovata in condizioni di dover uccidere, l'ha sempre fatto in combattimento, ma probabilmente vivere al fianco di una guerriera pragmatica come Xena e le disavventure in "Legacy" e "The Abyss", sesta stagione, le hanno fatto comprendere che a volte è necessario fare cose che non ci piacciono, e lasciare il soldato in vita avrebbe costituito una minaccia troppo grande per loro tutti, testimoniando una crescita costante nella personalità di Olimpia, che con il passare degli anni ha saputo impadronirsi del modo di pensare di un guerriero pur senza mai rinunciare completamente al suo spirito compassionevole. Il ritorno nei luoghi in cui furono torturate e crocifisse nel finale della quarta stagione, un po' come il ritorno in Britannia di "Dreams of The Heart", rappresenta il modo in cui Melissa Good, non a caso autrice di entrambe le sceneggiature, usa mettere le protagoniste in condizione di dover incontrare ed affrontare le loro più grandi paure per superarle (in "Dreams of The Heart" era una tempesta a dirottare Xena e Olimpia sulle coste britanniche, qui è la vista di un amico prigioniero), quasi come se la mano del destino le manovrasse. La presenza di Beowulf, lontanissimo dalle sue terre nordiche e in giro alla ricerca dei luoghi narrati nelle storie di Olimpia, sembra invece un tantino fuori posto e non ha ragioni specifiche nella storia, avrebbe potuto trattarsi di chiunque altro, se non forse quella di rivedere un personaggio che porta con sé piacevoli ricordi, quelli cioè relativi alla straordinaria "trilogia delle valchirie, o dell'anello" ("The Rhinegold", "Xena e l'oro del Reno", "The Ring", "Xena e l'anello maledetto" e "Return of The Valkyrie", "Xena e il ritorno della valchiria" della sesta stagione) che nessun fan, subtexter o no, potrà mai dimenticare. Per finire il divertente dialogo su "schiava e padrona" fa riferimento alla scena in "Legacy", ma la battuta finale di Xena potrebbe anche richiamare alla mente l'episodio mai realizzato per eccellenza, il mitico "The Last Dance", in cui Xena giungeva nell'isola di Lesbo, fingendosi schiava di Olimpia e legata appunto ad un guinzaglio con tanto di collare in un rapporto sadomaso, che potrebbe non essere estraneo alle ragioni per cui l'episodio alla fine non ha visto la luce.


BEAU & ARROW

Xena e Olimpia sorprendono un gruppo di sei ragazze, spaventate e mal in arnese che nottetempo stavano cercando di introdursi nel loro accampamento, evidentemente inconsapevoli della loro identità. Olimpia le riconosce subito come appartenenti al popolo amazzone, e queste, appreso di trovarsi al cospetto della loro regina, affermano di essere impegnate a superare il loro "Rito di Passaggio", la prova che tutte le Amazzoni devono affrontare per entrare a far parte formalmente delle guerriere, ma di essersi perse nella foresta e stanche e affamate stavano solo cercando di trovare qualcosa da mangiare. Le due donne sono perplesse dalla giovanissima età del gruppetto (tutte sembrano non avere più di quattordici anni, comprese Esme e Jinx, che sembrano un po' le capogruppo) e vengono così a sapere che le Amazzoni hanno grossi problemi ai confini del loro territorio e per questa ragione hanno bisogno di addestrare quante più guerriere possibile, anche in giovane età. Decidono così di accompagnarle per il resto del tragitto al loro villaggio per scoprire cosa sta succedendo nel territorio amazzone. Tuttavia nel vederle così avvilite per aver fallito, pensano di trasformare il viaggio di ritorno in un addestramento per le giovani reclute, perché in un modo o nell'altro possano compiere la loro missione. Divideranno il gruppo in due squadre, una al comando di Xena e l'altra di Olimpia, che cercheranno attraverso i loro insegnamenti di superarsi l'un l'altra e di imparare alcune tattiche e segreti per diventare delle vere guerriere. L'esperimento ha inizio e le due compagne hanno il loro bel daffare nel contenere lo spirito esuberante, ma altrettanto ingenuo ed inesperto, delle loro giovani allieve, ma anche nello sviluppare una appassionante competizione tra loro due, nella ricerca costante di battere in astuzia la compagna-avversaria, mettendo a frutto anni di convivenza nel riconoscere i trucchi l'una dell'altra. Prima la squadra di Xena sottrae l'arrosto a quella di Olimpia sotto il loro naso, poi quella di Olimpia porta, utilizzando tracce lasciate a bella posta quella di Xena direttamente nelle tana di una famigliola di puzzole, per poi vedersi rubare i vestiti dalle avversarie mentre prendono un bagno in un laghetto. Così tra un colpo di mano e l'altro (e le due compagne che cercano di racimolare ogni scarsa opportunità per stare insieme, ma con poco successo), giungiamo al momento in cui il gruppo è assalito da una banda di predoni e questa volta tutte le giovani Amazzoni che hanno imparato a collaborare tra loro, con l'aiuto di Xena e Olimpia, riescono a mettere in fuga i malfattori e sono ormai pronte a tornare al loro villaggio per assumere il loro ruolo di guerriere. Nel frattempo, la notte prima di arrivare, le due compagne hanno un interessante colloquio (sul quale torneremo dopo). Mentre le ragazze dormono della grossa, Xena e Olimpia sono distese accanto a guardare il cielo stellato, quando Olimpia si tira su di un braccio e guarda Xena.

OLIMPIA: Xena ricordi cosa ha detto Shiri a cena, stasera? Sulla spaccatura tra le Amazzoni? Cosa credi che volesse dire?
XENA: Non lo so. Ma so due cose. Uno, che è improbabile che le ragazze sappiano molto su quello che sta succedendo davvero. E due, le Amazzoni sono nei guai, Olimpia. E noi stiamo tornando per vedere cosa possiamo fare.
OLIMPIA: Tu lo sapevi, eh? Che saremmo ritornate?
XENA: Non hai mai abbandonato il tuo popolo prima. E non lo farai ora.
(...)
OLIMPIA: Lo so, ma sembra come se le uniche volte che vengo sia quando ci sono guai. Sai, almeno una volta mi piacerebbe esserci per una nascita.
XENA: Prima o poi, Olimpia. Prima o poi.

Giunte a destinazione, dopo essersi fatte riconoscere e essersi congedate dalle loro allieve per le quali hanno testimoniato l'avvenuta espletazione del "Rito di Passaggio", le due donne s'intrattengono con Ilysa, un'anziana del villaggio che, grata per l'arrivo della loro regina che"come dicono le storie su di lei, arriva sempre nel momento del bisogno per guidarle", la conduce alla capanna che le è destinata, ma quando vede che Xena entra insieme ad Olimpia, resta un momento perplessa.

ILYSA: Tu starai con la nostra Regina, Xena?
XENA: Dove altro potrei stare?
ILYSA: Forse altri alloggiamenti potrebbero...
OLIMPIA: No. Xena sta con me.
ILYSA: Come desideri, Mia Regina

La donna s'inchina e si allontana lasciandole a guardarla.

XENA: Cosa pensi che significhi tutto questo?
OLIMPIA: Sono certa che lo scopriremo presto.

E le due donne entrano nella capanna.

PS: In attesa di arrivare al terzo momento clou della stagione, dopo "A Friend Indeed" e "Crossroads", ecco questo "Beau & Arrow", dal titolo intraducibile, che gioca sul Beau, che per assonanza somiglia a Bow, come bow and arrow, arco e freccia, simboleggiando quindi l'unione tra i due oggetti che insieme diventano un'arma letale, proprio come le Amazzoni una volta unite, ma che scritto così diventa anche il bello, lo spasimante, riferendosi quindi anche alla relazione tra Xena e Olimpia che le due non riescono mai a tradurre in atto in questa avventura a causa delle loro invadenti piccole allieve. Un episodio quasi interlocutorio nella saga, che funge da prologo al mini ciclo che seguirà nei prossimi tre episodi e che segnerà una svolta fondamentale nella storia di Xena e Olimpia. Di cosa si tratti esattamente lo vedremo al momento giusto, ma forse un piccolo indizio è già rintracciabile nell'osservazione conclusiva di Ilysa. Scritto da TNovan, su un soggetto della stessa autrice e di Susanne Beck e Denise Byrd, è un altro divertente episodio che raggiunge i suoi apici soprattutto nella competizione tra Xena e Olimpia, per una volta avversarie, anziché alleate, che cercano in tutte le maniere di superarsi, finendo però lo scontro, scherzoso naturalmente, in un sostanziale pareggio, che dimostra ancora una volta quanto Olimpia, più che la spalla ed oltre che la compagna di Xena, sia ormai praticamente sua pari. Una considerazione a parte merita il dialogo tra le due compagne che ho sottolineato prima. E' la seconda volta, dopo "Been A Wonderful Life", che le autrici della SVS buttano lì una frase "strana", quasi casuale, su una qualche eventuale nascita. Come ho detto la prima volta, a tutt'oggi, dopo quattro stagioni virtuali, non è successo niente del genere, ma visto che nella fanfiction avvenimenti simili sono tutt'altro che inconsueti, basti pensare alla piccola Doriana, Dori, figlia di Xena e Olimpia, nei romanzi di Melissa Good e che le autrici della SVS hanno tutte un passato, ed un presente, di scrittrici in questo ramo, supposizioni in quel senso credo che siano tutt'altro che impensabili, anche se non so come potrebbe accadere, dato che qui al contrario che nella fanfiction ci sono delle regole piuttosto rigide da rispettare. Ma dopotutto siamo in una storia di dèi e sortilegi, no? A proposito, piccola curiosità: tra le giovani Amazzoni, ce n'è una che si chiama proprio Dori, e quando Xena e Olimpia sentono il nome si guardano come se ricordasse loro qualcosa. Siamo di fronte soltanto ad una spiritosa citazione di quel personaggio, o forse dovremmo considerare anche questo un indizio "buttato lì"?






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