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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni

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A SISTER'S LOVE

Su un grande prato fiorito, attraversato da un fiume, due sorelline, Carena e Serena, inseguono le farfalle sotto l'occhio vigile della loro balia. D'un tratto, un temporale improvviso con lampi e fulmini violentissimi si scatena sulla zona. Rhea, la donna che si occupa di loro cerca di richiamare le due bambine, ma riesce a recuperare solo Serena mentre Carena, nel tentativo di correre verso di lei sparisce sotto un lampo accecante e contemporaneamente la sorella sviene ai piedi di Rhea che continua disperatamente a chiamare il suo nome. L'azione si sposta su Xena e Olimpia che sono appena giunte in un villaggio, dopo un viaggio evidentemente difficile. L'accoglienza, come spesso accade, poco calorosa degli abitanti le convince a lasciar perdere l'idea di cercare una locanda e optare invece per fermarsi nella piccola radura che hanno visto poco fuori città. Qui, dopo aver consumato un frugale pasto e aver brevemente discusso dell'atteggiamento apertamente ostile della cittadinanza che, da quello che hanno colto le sensibilissime orecchie di Xena, non ama i forestieri, si apprestano a passare la notte accanto al fuoco nel loro solito giaciglio, strette l'una all'altra per combattere il freddo, quando dei rumori sospetti nei pressi dell'accampamento, attirano la loro attenzione. Armi in pugno, le due donne perlustrano l'area tutta intorno, senza scoprire niente, ma quando si voltano, tranquillamente seduta davanti al loro bivacco, vedono una giovane donna che si presenta come Carena e che dice di aver bisogno del loro aiuto per salvare la regina. Superata la sorpresa per essersi fatte beffare così platealmente da una ragazza che è riuscita ad entrare nel loro accampamento senza che la vedessero, Xena e Olimpia cercano di farsi spiegare un po' meglio il problema. Cirus, il consigliere reale, afferma Carena avrebbe deciso di uccidere la regina per prenderne il posto come sovrano del luogo e a questo scopo l'avrebbe convinta a cedergli i diritti di successione in caso di sua morte, per impedire lotte di potere e proteggere il regno da eventuali warlords in cerca di nuove terre di conquista. Un po' perplesse per quella strana storia, le due compagne acconsentono comunque ad aiutare la regina dietro la richiesta accorata della giovane, ma appena lo fanno un'improvvisa raffica di vento spazza la radura sollevando cenere e polvere, costringendole a coprirsi gli occhi e riaprendoli pochi istanti dopo, scoprono che la donna è sparita. Il giorno dopo, grazie ad Olimpia che si presenta come regina delle Amazzoni in visita, le due donne riescono ad introdursi nella dimora reale. Qui in attesa di essere condotte dalla sovrana, si fermano ad ammirare gli splendidi arazzi (tra cui uno che pare la pianta di un labirinto) che pendono alle pareti e che sembrano raccontare i vari capitoli di una storia che termina tristemente con il pianto di una bambina, vicino ad un fiume, sotto un cielo plumbeo e denso di fulmini. Mentre si stanno chiedendo cosa possa significare, giunge una donna. E' Rhea, la balia che avevamo visto all'inizio accudire le due bambine e che ora ci appare come una donna molto anziana. Sarà lei ad accompagnarle dalla regina. Guidandole attraverso un intrico di corridoi e stanze, tanto da apparire come un vero e proprio labirinto (ma Xena tiene mentalmente conto di ogni angolo e distanza), Rhea le introduce nell'appartamento della regina, e la sorpresa è grande per le nostre amiche quando si accorgono che questa sembra proprio la giovane donna che le aveva visitate nel loro accampamento. Tuttavia la regina non dà cenni di riconoscerle e reagisce con diffidenza nel sapere la ragione della loro venuta. Ma ancora peggiore è la sua reazione, quando indecise sul da farsi, Xena e Olimpia stanno per congedarsi e Olimpia la chiama Regina Carena, suscitando la sua ira e l'immediato allontanamento dal palazzo. Parte della spiegazione allo strano inghippo arriva, mentre ancora accompagnate da Rhea, le due donne stanno andandosene e passano casualmente di fronte ad una stanza dall'aspetto abbandonato, ma che chiaramente doveva essere stata usata per due bambine. La vecchia balia racconta allora che una delle due piccole che dormiva in quella stanza è proprio la regina Serena che fragile di nervi è stata vista da molti vagare tristemente di notte per i corridoi del castello. Non ci vuole altro a Xena per comprendere come stanno le cose: non è Serena quella che vaga la notte per il castello, ma la stessa donna che loro hanno incontrato al bivacco, il fantasma di sua sorella. La spiegazione coincide con gli strani avvenimenti a cui hanno assistito, come conviene Olimpia, mentre camminano per le strade del villaggio.

OLIMPIA: Ma perché non appare a sua sorella per dirle che è in pericolo?
XENA: Come ha detto Rhea, lei è fragile.
OLIMPIA: Già, di certo ha quasi perso la testa quando abbiamo pronunciato il nome di Carena. (voltandosi verso Xena, con un sospiro) Posso capire come la morte di una persona cara può toccare tanto in profondità.
XENA(fermandosi e prendendole il viso tra le mani): Sì. Questo lo capiamo entrambe, vero?
OLIMPIA(sorridendole e baciandole il palmo della mano): Vero.

Decise a restare nei paraggi, Xena e Olimpia però non si accorgono che il loro arrivo non è passato inosservato a Cirus che le tiene d'occhio mentre si allontanano dal castello e s'informa con le sue guardie e con Rhea sulla loro identità e sulla ragione della loro presenza, ma quest'ultima nega di aver sentito niente del colloquio con la regina. Intanto passeggiando per la città, le due compagne si rendono conto che quello che avevano scambiato per diffidenza verso i forestieri, in realtà sembra paura. Le strade sono piene di soldati e i commercianti vendono le merci solo ai residenti perché nessun mercante arriva da fuori. Proseguendo le loro indagini, Xena e Olimpia entrano in una locanda e scoprono con sorpresa tra gli arredi una maschera amazzone. Come vengono a sapere dalla giovane locandiera che le accoglie, essa apparteneva a sua nonna che faceva parte di quel popolo, ma che lei non ha potuto conoscere perchè è morta prima della sua nascita. Apprendendo che Olimpia è una regina amazzone e forse l'ultima rappresentante esistente in tutta la regione, la ragazza si siede volentieri a parlare con loro.

OLIMPIA: Hai vissuto sempre qui?
LOCANDIERA: No: Sono qui solo da un anno. Questo posto appartiene a mio nonno. Sono venuta ad aiutarlo quando è caduto dal tetto per riparare una crepa.
OLIMPIA: E gli abitanti sono sempre stati così ostili?
LOCANDIERA: Solo con i forestieri. Non gli capita spesso di parlare con gente di fuori. A sentire mio nonno Arius, una volta le cose erano diverse.
XENA: In che modo?
LOCANDIERA: La principessa, che ora è la regina Serena, era solita venire lei stessa al mercato. Anche qui a mangiare. Ma improvvisamente i suoi genitori morirono e lei divenne la sovrana.
OLIMPIA: Così dovette stare al castello?
LOCANDIERA: Oh, no. All'inizio veniva lo stesso, ma poi il suo consigliere, Cirus, le disse che non era saggio mischiarsi col popolo. Comunque è un peccato. La regina Serena era molto amata e gentile. Di tanto in tanto, mi capitava di vederla i primi tempi che venni qui, ma adesso non più.
OLIMPIA: Come mai pensi che se ne stia al castello?
LOCANDIERA: Mio nonno dice che non è mai stata quella forte e che lascia che Cirus prenda la maggior parte delle decisioni.
XENA: Non era quella forte?
LOCANDIERA: Sì, credo che avesse una sorella gemella che morì o sparì o qualcosa di simile. Il nonno dice che era la più forte delle due. E dice che le cose sarebbero diverse se avessero regnato insieme. Ci sarebbe più commercio con altre città e non saremmo così isolati. Gli affari non vanno un granché come potete vedere.
OLIMPIA: Davvero? Perché crede questo?
LOCANDIERA: Il nonno pensa che Carena avrebbe governato con la testa e Serena con il cuore. Si sarebbero perfettamente bilanciate l'un l'altra e questo sarebbe stato di grande aiuto per creare migliori relazioni con gli altri villaggi intorno.

Dal colloquio, Xena e Olimpia traggono anche diverse informazioni su Cirus che appare chiaramente aver studiato un piano ben preciso per la sua scalata al trono: tenere la città isolata per poter poi aprire le porte al commercio dopo aver assunto il potere, e godere così della popolarità che una mossa del genere comporterebbe, facendo dimenticare la regina Serena. Resta da capire come voglia compiere la parte principale del suo piano, cioè l'eliminazione dell'attuale sovrana. Ma intanto, le due compagne hanno un assaggio di come Cirus intenda intanto eliminare ogni altro potenziale ostacolo ai suoi progetti, quando nel loro accampamento appare d'improvviso, accompagnata dal solito vento, il fantasma di Carena per avvisarle che Serena ha bisogno di loro e immediatamente dopo alcuni soldati le attaccano. Inutile dire che gli sprovveduti aggressori si ritrovano presto fuori combattimento, denudati e legati, e con i suoi sistemi Xena riesce a far loro confessare senza grosse difficoltà di essere stati mandati da Cirus che le ha accusate di voler attentare alla vita della regina. Così a Xena e Olimpia non resta che correre a palazzo sperando che Carena riappaia per aiutarle a provare agli occhi della sorella il pericolo che corre. Giunte al castello, le due donne riescono ad entrare sfuggendo alle guardie, il cui numero è sensibilmente aumentato rispetto al giorno prima, e a trovare Rhea e, con il suo aiuto mischiarsi ai servitori. Travestita da cameriera, Olimpia penetra nella stanza di Cirus e s'impadronisce di una strana pergamena, apparentemente bianca, ma che probalilmente contiene più di quanto si possa vedere, mentre Xena, finita nelle cucine, e non troppo felice di esserci, su suggerimento della stessa Olimpia, per far buon uso del suo udito ed ascoltare le chiacchiere del personale, apprende come l'umore generale sia piuttosto ostile verso Cirus, i cui ordini sono eseguiti solo perché la regina stessa gli ha messo in mano il governo della città. Sfuggita per un pelo ad una guardia che l'aveva riconosciuta, Xena si riunisce alla compagna, cercando di raggiungere gli appartementi reali, ma l'allarme è ormai scattato nella reggia e inseguite dagli uomini di Cirus, le due compagne finiscono nell'inestricabile labirinto dei mille corridoi e stanze del castello e nonostante Xena cerchi di ricordarne inutilmente la via d'uscita, in una sezione di questo (quello riportato sull'arazzo) ancora più temibile perché popolata di trappole e trabocchetti, fatti apposta per eliminare chiunque vi penetri. Tutti costruiti dal loro eccentrico nonno, come riferisce Carena apparendo molto opportunamente per aiutare le sue alleate ad uscire dal labirinto, che in passato è già costato la vita a molti sventurati che vi erano entrati e le cui ossa ancora giacciono sparse dappertutto. Procedendo cautamente mano nella mano e seguendo attentamente i passi del fantasma, Xena e Olimpia procedono verso l'uscita.

CARENA: Una volta che saremo dall'altra parte, vi condurrò attraverso l'altro dedalo. Poi passerete dalla porta e arriverete alla sala delle udienze. Dovreste trovare là, Serena, o nelle sue stanze private lì accanto.
OLIMPIA: Ti ringrazio, Carena. Non sono sicura che ce l'avremmo fatta senza di te.
CARENA(lanciandole un'occhiata): Tu e Xena avreste trovato comunque un sistema, ne sono certa, ma sono contenta di potervi aiutare. Serena è mia sorella e io l'amo.
OLIMPIA: Devi essere rimasta bloccata qui per tutto questo tempo. Perché non sei andata nell'aldilà?
CARENA(scrollando le spalle): Non potevo...Non potevo lasciare Serena da sola. Ho provato ad apparirle brevemente dopo la mia morte per confortarla e dirle addio, ma questo le provocò una terribile depressione, così sono rimasta per proteggerla. E quando ho saputo dei piani di Cirus, ho capito che avrei avuto bisogno di aiuto.

Uscite dal labirinto, le due donne e lo spirito entrano in una stanza, dove accanto ad un grande camino, Xena prende la pergamena che Olimpia le ha consegnato, e vi sparge sopra della cenere, rendendo visibile un messaggio su di essa. Ma c'è appena il tempo di scorrerlo, che Serena entra e Carena scompare. La regina comincia a gridare, costringendo Xena a tapparle la bocca, mentre Olimpia implora lei e Rhea, che è immediatamente accorsa, di dare loro il tempo di mostrare le prove del tradimento di Cirus. La pergamena trovata da Olimpia conserva infatti le tracce di scritti sovrimpressi, e evidenziati dalla cenere sparsavi sopra da Xena, in cui il consigliere progettava l'assassinio della sovrana per il giorno dopo. Ma Serena non pare del tutto convinta. Cirus stesso, infatti, l'ha avvisata quella mattina che Xena voleva ucciderla per impadronirsi del suo regno. Per convincerla definitivamente, Xena l'invita a chiamare l'uomo, ma questi insieme a soldati armati fa il suo ingresso proprio in quel momento. La battaglia si scatena di nuovo, ma ancora una volta, Xena e Olimpia si dimostrano troppo superiori ai loro avversari e Cirus, accorgendosi che le sorti non volgono a suo favore, cerca di spostare lo scontro verso Serena, per avere il pretesto per colpirla, simulando un incidente e sbarazzandosi comunque di lei. Il chakram di Xena pone fine alla minaccia alla vita della regina, colpendo il polso di Cirus e disarmandolo, ma nell'azione, evidentemente temendo per la sorella, Carena riappare e questa volta Serena la vede.

SERENA: No... non può essere...
CARENA: Sì, Serena, sono qui. Xena e Olimpia dicono il vero. E' Cirus colui che voleva ucciderti.
SERENA: Carena? Carena, sei davvero tu?
(...)
CARENA: Sì, sorella mia, sono io.
SERENA: Ma... tu sei...
CARENA: Morta? Sì, ma ho comunque vegliato su di te.

E mentre le due sorelle si abbracciano e Rhea neutralizza la fuga di Cirus, che cercava di svignarsela approfittando della confusione generale, colpendolo con una scultura di marmo (" Bel colpo, Rhea", dice Xena.), un'altra apparizione, questa francamente imprevedibile, avviene nella stanza e Venere è improvvisamente tra Xena e Olimpia, abbracciandole da dietro ("Oh, l'amore tra sorelle, è così commovente!") e facendo contemporaneamente svenire le guardie presenti. Venere, che ammette di aver seguito tutta la vicenda, da buona dèa dell'amore, intende dare il suo apporto alla felice soluzione della storia e si offre di far tornare in vita Carena, se lei lo desidera, ma questa non sembra d'accordo.

CARENA: E' meglio di no. (alzando le mani per arrestare le proteste della sorella) No, Serena, sei tu la regina. Governi con giustizia e gentilezza e il popolo ti ama. Cosa direbbero se io tornassi in vita? Sai quanto sono superstiziosi. Non sarebbe saggio e le cose si guasterebbero.
SERENA: Ma...
VENERE: Che ne direste di un compromesso? (rivolgendosi a Carena.) Io potrei mettere la tua... anima... nella mente e nel corpo di Serena. Potreste esistere entrambe, come dire, insieme. La tua forza e la tua saggezza bilancerebbero completamente la sua gentilezza ed equità.
CARENA: Saremmo coscienti l'una dell'altra?
VENERE: Certamente! Sarebbe proprio come se foste l'una accanto all'altra. (a Serena) Nessuno vedrebbe Carena, ma tu la sentiresti nel tuo cuore.
CARENA: Serena?
SERENA(sorride e annuisce): Ho sofferto troppo a lungo per separarmi nuovamente da te. Per favore, Carena... lasciamo che Venere lo faccia.

E dopo che Carena ha ringraziato Xena e Olimpia e la fedele Rhea per aver protetto sua sorella, Venere compie il suo incantesimo e l'immagine di Carena viene avvolta da un alone luminoso, finchè scompare assorbita dal corpo di Serena e Xena circonda Olimpia in un abbraccio mentre gli occhi della regina si chiudono per riaprirsi subito dopo in uno sguardo luminoso ed un sorriso smagliante che nessuno aveva visto più da anni. Ed è come se una nuova Serena si fosse risvegliata, più determinata anche nell'ordinare che Cirus venga rinchiuso nelle segrete a meditare sui suoi crimini contro la regina. Venere svanisce e Xena e Olimpia possono finalmente godersi un po' di meritato riposo, ma non prima che Xena abbia attentamente esaminato l'arazzo con la mappa del labirinto per capire dove aveva sbagliato. Il giorno dopo, in giro per le strade del villaggio, le due compagne possono già giudicare i cambiamenti positivi: non più soldati, ma mercanti provenienti da ogni dove, pronti a vendere e comprare merci, riportando vitalità al commercio, e una grande agitazione tra il popolo, di cui però Olimpia non riesce a capire l'origine, finché Xena non la prende per i fianchi e la solleva in aria abbastanza da scorgere al centro dei capannelli di persone sorridenti, la figura di Serena che è tornata a camminare tra la gente, e che vedendola sporgersi al di sopra delle teste di tutti, muove solo le labbra per dirle "Grazie" da lontano. E Olimpia le sorride di rimando, mentre Xena la posa nuovamente al suolo.

OLIMPIA: Abbiamo fatto un bel lavoro.
XENA: Sì, davvero. (posando un braccio intorno alle spalle di Olimpia) Comunque, dovremo fare un discorsetto a proposito delle mie orecchie che mi hanno costretta ad occuparmi di faccende di cucina.
OLIMPIA: Sono delle orecchie molto carine.
XENA: Olimpia!
OLIMPIA: Hanno sentito cose importanti. A loro non è dispiaciuto.
XENA: OLIMPIA!!!

Olimpia sfugge alla presa di Xena e corre via ridendo. Xena resta immobile per qualche momento per rendere la caccia più interessante. Poi, con un ghigno, si volta verso Argo.

XENA: Forza, piccola. Abbiamo un bardo da acchiappare.

PS: Il concetto di anima gemella che la società consumistica con le sue convenzioni e luoghi comuni ha trasformato in una banalità da cioccolatini Perugina, e che la serie di Xena invece, sia nella sua versione televisiva che in quella on web, ha esaminato in lungo e in largo, è molto più profondo ed esteso di quello che si crede e non è limitato (come del resto evidenzia molto bene la relazione tra le nostre due protagoniste) al semplice rapporto sentimentale ed amoroso. Ed è proprio questa l'idea che Trish Kocialski, che torna alla SVS dopo quasi un anno, sempre in coppia, ma solo per il soggetto stavolta, con Denise Byrd, cerca di sviluppare in questo interessantissimo episodio, mostrandoci un evidente caso di anime gemelle, spirituale e fisico, tra due sorelle. Il rapporto tra Carena e Serena, infatti, profondo e trascendente la vita e la morte, rimanda chiaramente a quello che lega Xena e Olimpia (con le dovute differenze, naturalmente) e ci fa comprendere anche come le due compagne non siano destinate ad amarsi solo in quanto anime gemelle, ma quanto questa loro speciale condizione aumenti esponenzialmente il sentimento, che tra loro esisterebbe comunque, rendendo il loro legame indissolubile. Proprio come l'amore tra le due sorelle è elevato all'ennesima potenza da questa comunione di anime, giungendo fino all'unione letterale dei due spiriti in un solo corpo, grazie a Venere che appare un po' imprevedibilmente nel finale a risolvere la situazione, in un intervento da vero e proprio deus-ex-machina del teatro greco classico. E qui forse, bisogna aprire una parentesi per discutere un attimo della prima proposta che la dèa dell'amore fa alle due sorelle, cioè la possibilità di resuscitare Carena. Come avrebbe detto qualcuno, la domanda potrebbe sorgere spontanea, specialmente da Olimpia: come mai allora, data anche la grande amicizia tra lei e la dèa, Venere non è intervenuta per resuscitare Xena dopo "Friend in Need"? Beh, secondo la dèa, la cosa può avere effetto solo se il soggetto in questione desidera "ritornare", e come ricorderete, Xena al'inizio non voleva farlo per mantenere in stato di grazia le quarantamila anime di Higuchi, e quando alla fine capisce il suo errore, sceglie un'altra strada, quella che passa attraverso l'Inferno e la sua astuta intelligenza e a quel punto, probabilmente non vi è nulla che Venere possa fare. Ma in realtà mi sto arrampicando sugli specchi. La verità, e ne avevamo parlato, se ricordate, è che Melissa Good, autrice del soggetto di "A Friend Indeed", seguito di quella luttuosa vicenda, volle una soluzione diversa e più nello spirito della serie originale, di quelle di tanta fanfiction che avevano invece fatto largo uso di dèi e dèe, greci, egizi e orientali per riportare in vita la guerriera. Una soluzione molto efficace ed emozionante che raccolse anche l'approvazione dello stesso Robert Tapert, come abbiamo già visto. Proprio in memoria di questo però, secondo me, forse sarebbe stato meglio evitare questo riferimento nell'intervento della pur simpaticissima Venere e passare subito all'unione spirituale delle due anime. Non trovate?





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