episodio n. 2
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CAPITOLO V

Il sole era già calato ad occidente quando la grande armata di Oni inizia il suo cammino dalle profonde gallerie sotterranee del vulcano per raggiungere la superficie e proseguire una silenziosa marcia avviluppati dalla notte. In cielo non si scorgono nubi, ma l’aria è pesante e lontano a nord ovest, un’altra oscurità cova intorno ai piedi del monte verde, un ombra che striscia giù lenta, dalla gola fino alla sommità della montagna. Gli armati di Bishamon erano ancora nella bassa valle quando le vedette inviate in avanscoperta, riferirono di aver udito grida e suoni di trombe e una o più di loro asseriva di aver visto l’armata di demoni dirigersi al fosso tra le due montagne.
- Stavolta è un grande esercito, se si accorgono della trappola faranno marcia indietro e stanotte distruggeranno per sempre il villaggio. Siate silenziosi. – dice Bishamon ai suoi armati.
Non vi è ne luna ne stelle, quando l’esercito del dio della guerra si arresta sul prato in pendio lasciando molti uomini a guardia del fosso e decine di vedette pronte ad avvertire dell’arrivo degl’Oni guidati da Xena. Il lato del monte verde, da cui l’armata scruta il fosso, cade a strapiombo come un promontorio roso dalle acque del mare. E’ mezzanotte passata e il cielo è completamente buio; la calma regna nell’aria pesante come un presagio di tempesta e gli spettatori nascosti tra le rocce osservano la nera marea avvicinarsi con le sue forme oscure di grossi elmi e cupi scudi. Agl’armati di Bishamon è stato ordinato di non muoversi fino al segnale, ma uno degl’Oni viene attirato dallo sfavillio di una spada, intravista per un attimo dietro ad una roccia. Senza avvertire i loschi compagni, il demone carica il proprio arco e lascia scoccare una freccia con grande precisione colpendo al braccio uno dei guerrieri che barcollando per il colpo subito, esce allo scoperto mostrandosi al nemico per qualche secondo per poi trovare nuovamente riparo dietro al masso. L’Oni lancia un grido terribile avvertendo il proprio esercito dell’intrusione ed è quello il segnale atteso dagl’armati di Bishamon.
- Scoccate le frecce! Ora! – grida il dio ai suoi arcieri conducendo la cavalleria giù dalla montagna.
Le trombe di entrambi i fronti suonano numerose volte mentre una tempesta di frecce di metallo sacro viene riversata giù nel fosso, colpendo a morte numerosi demoni. Vacillano, rompono le righe e cercano di fuggire, ma nessuno trova riparo quando un turbine di armati si precipita a cavallo verso di loro con grossi scudi e due spade ciascuno.
- Xena! … E’ un imboscata! … E’ una trappola! – gridano gli Oni alla loro signora senza mai dubitare della sua estraneità ai fatti.
- Non indietreggiate! Rimanete compatti e combattete! – l’incoraggia la principessa guerriera mantenendo il suo ruolo con grande convinzione.
Il muro degli scudi scintillanti si infrange e molti armati vengono travolti, massacrati o scaraventati dall’alto dei propri destrieri nell’acquitrino. Xena e Bishamon rimangono fermi l’una davanti all’altro gridando a propri uomini consigli e ordini e sebbene la distanza fosse parecchia, non mancano di scambiarsi sguardi enigmatici. Le frecce smettono di piovere e altri uomini discendono dalla montagna unendosi ai precedenti in difficoltà sotto i colpi dei feroci demoni che hanno dimenticato lo sgomento per la sorpresa iniziale e si battono senza paura. L’incremento delle forze di Bishamon smorza l’entusiasmo degl’Oni ma non la loro ferocia. L’armata inizia ad accumulare un vantaggio considerevole accerchiando i demoni e nel giro di poche ore, l’imponente esercito del male viene decimato. Quando le sorti della battaglia sono chiare a tutti, Bishamon si lancia al galoppo in direzione di Xena travolgendo armati e demoni sul suo cammino.
Deciso a non voler rispettare il patto sin dal momento stesso in cui aveva dato la sua parola, si scaglia sulla principessa guerriera con l’intento di calpestarla al suo passaggio con i poderosi zoccoli del cavallo. Per nulla sorpresa la demoniessa attende l’arrivo del dio completamente immobile, impugnando la spada a due mani pronta ad iniziare la sua battaglia personale. Al momento dell’impatto Xena evita lo scontro con una capriola laterale mettendosi in salvo e ferendo al tempo stesso il povero animale alle caviglie che finisce a terra col suo cavaliere. Entrambi i guerrieri si rialzano prontamente decisi alla resa dei conti:
- Ora so quanto vale la tua sacra parola!! – grida inferocita la principessa degl’Oni sputando verso il suo avversario in segno di disprezzo.
- Tu sei feccia come gli altri e non meriti nessuna clemenza! Oggi metterò fine per sempre agl’Oni e non sarà un giuramento mancato a fare di me un vile perché agisco per un bene superiore! – si giustifica con estrema convinzione scagliandosi contro di lei con un fendente di spada immediatamente respinto e ribattuto con una serie di violenti colpi di katana e chakram due mani.
Lo scudo spesso e massiccio del dio della guerra riesce ad accusare ogni colpo ricevuto senza il minimo graffio grazie alla speciale lega di cui è composto. Stanca dell’andamento del scontro, Xena tenta con una serie di salti, di cogliere impreparato l’avversario per disarmarlo della difesa con dei calci, ma l’impresa è ardua e compresa la tattica, il nemico reagisce con una gomitata al torace all’ennesimo tentativo di atterraggio alle sue spalle. La demoniessa finisce violentemente contro la roccia e pronta a riprendere con ulteriore foga il combattimento, lancia il chakram contro il monte verde iniziando una serie di imprevedibili rimpalli dell’arma tra una parete e l’altra, mentre a suon di satana, riprende a battersi con il traditore. Entrambi sicuri di se e delle proprie capacità, la battaglia sembra non avere un favorito finche, dopo alcuni minuti, il cerchio rotante termina il suo rapido giro sulla mano di Bishamon che impugna lo scudo facendoglielo perdere. Ripresa al volo la punta di diamante del suo equipaggiamento, Xena ride di gusto accanendosi contro il dio in possesso solo della spada e costretto ad indietreggiare per difendersi, allontanandosi sempre di più dall’arma rimasta a terra.
- Cosa credi di fare Xena?! - le dice in evidente difficoltà stupito dalla sua forza, ottenendo in risposta un pugno sul naso seguito da un calcio allo stomaco che lo costringe a piegarsi in avanti abbassando la guardia.
La principessa guerriera ha il tempo di afferragli i capelli per tirarlo con forza all’indietro costringendolo ad inginocchiarsi.
- Non dovevi osare tanto con me… portami da Olimpia adesso! – gli dice ad un orecchio per poi tirargli una forte testata sulla fronte.
- Non posso farlo … - confessa quando tutta la sua superbia è venuta meno di fronte alla forza bruta e alla paura della fine.
- E perché non potresti? … Muoviti! – grida furiosa mentre, con un calcio al petto, lo allontana da se lasciandolo libero nella polvere.
- … Ti ho mentito Xena. Non posso consegnartela, perché la sua anima appartiene ad Emma-O e sul suo regno io non ho potere. –
La rivelazione di Bishamon, nonostante l’ulteriore inganno, non gli procura alcuna soddisfazione: gli Oni sono stati sterminati e la bionda guerriera è probabilmente già in viaggio verso la Grecia, libera dalle grinfie della demonissa. Ora il dio della guerra può vedere gli occhi di Xena accendersi d’odio e sete di vendetta:
- Maledetto! Ora nessuno mi toglierà il gusto di ucciderti con le mie maniii! -
Con un grido agghiacciante, la principessa guerriera riversa nelle mani tutta la sua rabbia creando un enorme sfera di energia capace di far tremare la terra e agitare l’aria in una spirale prorompente che solleva polvere e ciottoli intorno se. Alla visione infernale, Bishamon cerca di alzarsi e scappare ma viene risucchiato nel vortice al momento di dileguarsi portando con sé in una nuova dimensione la demoniessa, fino al regno dell’oltretomba scelto dal dio come luogo sicuro in quel momento di pericolo…

- Olimpia sei pronta? – chiede Reiko entrando nella stanza della donna con il bagaglio in mano.
- … Si. – risponde tirando un lungo respiro, lasciando poi che il suo sguardo abbandoni lo scenario immobile del cortile visibile dalla finestra.
- Coraggio… i cavalli sono già stati sellati. – dice ponendole una mano sulla spalla per farle sentire più forte la sua vicinanza in quel triste momento.
Olimpia si guarda intorno un’ultima volta alla ricerca involontaria di qualcosa di suo da non dimenticare:
- Il chakram è andato perduto…chissà dov’è finito quando Xena… - la frase si interrompe smorzata dal nodo che ha in gola per il dolore.
- Non pensarci, infondo non è di oggetti che hai bisogno. Lei è nel tuo cuore. -
- Sei molto caro Reiko, grazie. -
- Non devi ringraziarmi, sono tuo amico. – dice anche sapendo che i suoi sentimenti sono bel più profondi di una semplice amicizia.
I loro sguardi si incontrano per un attimo, poi i due lasciano insieme la camera dirigendosi all’uscita per salutare i padroni di casa prima della partenza e ringraziarli dell’ospitalità.

Intanto nel regno dell’oltretomba, accanto al palazzo di Emma-O, la quiete è stata interrotta dall’arrivo di Xena e Bishamon che nel pieno della battaglia, sono stati catapultati per errore nel luogo sacro ai morti.
- Credevi di scappare? Ti è andata male! –
Lo sguardo accigliato e la sfera di energia raccolta in una mano, ora spaventano il dio della guerra la cui sicurezza di eliminarla con il resto degl’Oni è svanita in una bolla di sapone.
- E’ vero ti ho mentito, ma in questo palazzo c’è l’unico che può aiutarti: Emma-O. Si, questa è la sua dimora Xena ed è a lui che devi chiedere se rivuoi Olimpia. – esclama il dio continuando ad indietreggiare sapendo di meritare una punizione per il suo inganno e che la principessa guerriera difficilmente gliel’avrebbe risparmiata.
- Perché non entri tu a cercarla e mi porti qui il tuo amico? Cosa ne dici? – ribatte la principessa guerriera con arroganza scagliando la sfera infuocata ai i piedi dell’avversario umiliandolo con continuo scherno per la sua codardia.
- Non colpirmi Xena! – grida il dio un attimo prima che la diavolessa lo afferri per l’armatura all’altezza del collo con una mano, creando una nuova sfera di energia nell’altra.
- Mi fai schifo e dovresti averne per te stesso. La parola di un demone vale più della tua! –
Prima che la principessa guerriera possa colpirlo, Emma-O viene richiamato dal rumore e compare alle spalle di Bishamon mostrandosi per la prima volta alla guerriera:
- Non avete un altro posto per i vostri duelli? Andatevene, questo è un luogo di pace! - esclama molto contrariato e con sguardo severo, una volta interrotto il combattimento salvando il dio della guerra da una cattiva sorte a svantaggio di Xena, mentre il capo degl’armati, cogliendo il momento favorevole, decide di defilarsi lasciando la diavolessa senza trofeo.
Colta dall’improvvisa debolezza, Xena si accascia al suolo in preda a un dolore inspiegabile mentre il suo spirito pare dissolversi nel nulla come le era già successo nel sepolcro abbandonato. Dimenticandosi della fuga di Bishamon, Emma-O si avvicina alla diavolessa intuendo ciò che sta accadendo e viene colto dalla pietà per l’anima dannata che per sua scelta e grande spirito di sacrificio non ha seguito la sua natura demoniaca, rifiutando il nutrimento.
- Perché non hai divorato delle anime Xena? – le dice mentre è in preda a lancinanti dolori al torace che stavolta non accenno a passare, riducendola in ginocchio.
- Non voglio perdere il ricordo di Olimpia… io la voglio con me, ma non devo farle del male… tu non puoi capire… - risponde a fatica emettendo poi un urlo di dolore che le soffoca le parole mentre sente avvicinarsi la fine.
- Hai bruciato in fretta le tue energie con le battaglie… io so cos’è successo in questi giorni in cui il bene ha vinto sul male… e ancora una volta per merito tuo. – dice costatando la verità sebbene il riconoscimento è difficile da ammettere persino a se stesso. - Hai liberato la nostra gente da molti spiriti maligni e salvato centinaia di anime da quando sei qui. E’ ammirevole anche se si sta parlando di un demone. Meriti un premio Xena, cosa vorresti? – domanda sottoponendo lo spirito della guerriera ad un’ultima prova.
- Vorrei solo che lo spirito di Olimpia riposi in pace… - esclama dopo una breve pausa desiderando di saper di nuovo piangere. - … Vorrei che fosse serena e che il pensiero della mia morte e delle mie sembianze non la faccia più soffrire… solo questo desidero adesso e nient’altro. – conclude resistendo sempre meno al dolore.
Emma-O rimane in silenzio seduto accanto alla principessa guerriera nella posizione del loto: gli occhi chiusi e il quasi impercettibile suono delle sue preghiere pronunciate bisbigliando, fanno sperare a Xena che la sua richiesta verrà esaudita.
- Olimpia è viva e per realizzar il tuo desiderio dovrai riprendere il tuo corpo mortale e tornare a respirare l’aria dei vivi. - dice con tono sereno mentre il viso sofferente della demoniessa si tramuta in un sorriso. Bishamon le aveva mentito ancora, ma la sua trama per quanto ben ordita è fallita miseramente: presto Xena e Olimpia sarebbero tornate insieme, indivisibili come sempre e unite più che mai grazie all’equità e la clemenza del giudice dei morti.
Rimane un solo problema che la diavolessa non può dimenticare:
- Ma le anime? Le anime che ho salvato… no, non posso farlo, andrebbero perdute… sarebbe tutto vano. -
Sempre più commosso per il suo buon cuore, Emma-O posa la mano sul capo spettinato della principessa guerriera per iniziare l’esorcismo purificatore della sua anima.
- Non temere per loro, rimarranno nel mio regno… -
Sollevata da quelle parole e dall’effetto delle preghiere, Xena chiude gli occhi lasciandosi andare alla crescente sensazione di pace che avverte nel cuore. Una volta purificato, lo spirito di Xena si erge splendente come una stella, con una veste bianca bordata d’oro e le scarpe grigio argento. Perfino i suoi capelli corvini brillano di luce propria, cadendo morbidi e lunghi sulla bianca pelle. L’anima purificata si guarda le mani affusolate e linde sorridendo ad Emma-O con grande riconoscenza.
- Sono proprio io… - dice con chiara voce, bella come un angelo del cielo.
- Non rimarrai a lungo così, seguimi. -
Il dio si alza lentamente e fa strada a Xena dietro al suo palazzo fino alla sorgente immersa nel verde tra fiori multicolori e graziose farfalle. L’acqua zampilla costantemente da rocce di colore giallo paglierino riversandosi poi in un piccolo laghetto tranquillo da cui nasce un fiume in grado di risalire i massi contro ogni legge della natura.
- Queste sacre acque ti restituiranno la vita. Immergiti completamente e segui il fiume senza mai risalire in superficie finche non avvertirai il bisogno di respirare segno che la vita ti appartiene di nuovo. – dice fermandosi ai piedi delle rocce gialle per guardarla entrare lentamente nelle fredde acque del lago facendole un cenno di saluto col capo.
Un passo dopo l’altro e la principessa guerriera è immersa fino alle spalle pronta ad iniziare una nuova vita e dimenticare tanta sofferenza, ma prima di avanzare ancora, si gira indietro un’ultima volta per regalare uno dei suoi migliori sorrisi ad Emma-O in segno di gratitudine per poi tuffarsi e nuotare verso la vita.
- Addio Xena. -
Il dio osserva la principessa guerriera muoversi veloce come una sirena lungo il fiume fino a perdita d’occhio. Ad ogni bracciata, la donna sente cambiare qualcosa: assume consistenza e peso ed inizia ad avvertire il bisogno di respirare. Le sensazioni vanno via via crescendo finche inizia a temere di soffocare prima di raggiungere la superficie. Infine una luce compare davanti a se, segno che ha finalmente modo di riemergere e con uno slancio, esce dalle acque di un nuovo lago respirando affannosamente a pieni polmoni come un bambino appena venuto alla luce. Senza difficoltà si incammina sulla terra ferma e solo allora si accorge di essere completamente nuda e infreddolita nonostante la tiepida aria riscaldata dal sole. Si stringe in un abbraccio guardandosi intorno: è sola e il bosco non le è nuovo. Velocemente corre tra gli alberi in cerca di un punto di riferimento lasciato nella sua mente giorni addietro, quando in quello stesso luogo, era caduta sotto una pioggia di frecce e la spada di Morimoto per sua sofferta scelta di riparare agl’errori del passato.
Dopo aver girovagato per un po’ a piedi nudi sull’erba ancora bagnata di rugiada, riconosce l’albero accanto a cui aveva sotterrato la sua armatura, dalla terra smossa e non livellata col terreno. Chinatasi, inizia a scavare in cerca del suo corsetto di pelle marrone e dei calzari non riuscendo ancora a credere che le è stata concessa una nuova possibilità. Dopo aver ripulito i vestiti dall’umida terra si riveste rapidamente e afferrata la spada, la brandisce facendola roteare un paio di volte.
“Non ho più il chakram, devo averlo lasciato da Emma-O e ora non posso più recuperarlo… è un vero peccato…” pensa mentre sistema l’arma nel fodero e infila i polsini di cuoio in cerca di ciò che ancora le manca, prima di mettersi alla ricerca di Olimpia.

di Darkamy e Xandrella

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