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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni


OTTAVA STAGIONE (2002-2003)

Nel momento in cui, quasi al termine della settima, Missy, Sue e le altre autrici annunciarono ufficialmente la conferma di un'ottava stagione (la cosa non era affatto scontata, dopotutto la preparazione, la scrittura e la realizzazione delle storie rappresentavano un notevole dispendio di energie e tempo, oltre che denaro, per un gruppetto di persone che lo faceva solo per passione ed aveva altre attività ed una vita e una famiglia di cui occuparsi), alla naturale contentezza dei fans, si unì un'altrettanto naturale preoccupazione per la qualità delle storie. In fondo nella stagione precedente il team della SVS non aveva certo lesinato nella grandiosità degli eventi: si era passati dalla resurrezione di Xena, ma questo era un atto dovuto, alla rievocazione della loro "prima volta", per arrivare addirittura al matrimonio e all'aumento esponenziale del loro legame psichico. E questo per restare solo agli avvenimenti principali, ma che dire delle storie solo apparentemente minori che avevano regolato diverse questioni rimaste in sospeso in tv, come quella del ritorno in Britannia, o quella con "l'archiviazione" del caso Ulisse o piccoli gioielli come "Divided We Fall", che ci aveva confermato nel migliore dei modi quanto l'amore di Xena per Olimpia trascendesse il suo lato oscuro? Insomma, si temeva che il proseguimento della serie avrebbe potuto rischiare di non riuscire a mantenerne il livello qualitativo, avvicinandola a tutti gli altri sterili tentativi operati proprio in quei mesi da altri siti di proseguire la saga di Xena e Olimpia, che si limitavano ad affastellare storie, talvolta neanche troppo male, ma senza quello spirito di ricerca e di crescita quasi spirituale dei personaggi che aveva reso unica la serie tv, e che solo la SVS sembrava in grado di riprodurre. In effetti, gli avvenimenti che si erano accumulati nella settima stagione erano stati notevolmente numerosi ed importanti, probabilmente proprio nel dubbio che non ce ne sarebbe stata un'altra, ma come vedremo tutte queste paure risulteranno fortunatamente infondate e la qualità resterà ad alti livelli anche in futuro, anche se per mantenerla il numero di episodi per stagione diminuirà (in linea però con la tendenza televisiva di questi ultimi anni che ha visto, passare le serie tv da una media di venti-ventidue episodi per stagione a quattordici-sedici.) e ancora una volta sono le parole di Susanne Beck a confermarlo: "Ancora non abbiamo esaurito i soggetti che avrebbero potuto far parte della serie tv (come l'idea di Rob per "Crossroads" o lo script originale di "Fallen"), e finchè ne avremo, continueremo a restare fedeli allo spirito della serie, pur mantenendo il subtext come maintext."


VIRTUAL REALITY

L'inizio della nuova stagione vede Xena e Olimpia percorrere una strada particolarmente faticosa e fangosa. Esausta e sporca in posti impensabili, Olimpia non vede l'ora di arrivare ad una città o un villaggio dove potersi finalmente concedere un bagno caldo e le sue preghiere sembrano esaudite quando le due donne giungono in vista di una piccola, ordinata ed immacolata cittadina, dove la gente sembra vestita solo in marrone e nero e tutta presa dalle proprie faccende, ma Xena, nonostante non sia meno stanca e sporca di lei, non pare molto convinta dell'idea e suggerisce di proseguire fino alla prossima.

OLIMPIA: Stai scherzando?? Xena, mi rifiuto di fare un altro passo finché non sarò pulita. Ho fango in posti in cui non ce ne dovrebbe mai essere!
XENA: Olimpia, questa città... non è... proprio... adatta per noi.
OLIMPIA: Non adatta? (voltandosi a guardare il pacifico paesaggio) Cos'ha che non va? Voglio dire... d'accordo, quella gente avrebbe bisogno di qualche consiglio di moda, ma per il resto sembrano pacifici e puliti... E guarda! C'è la locanda! Scommetto che hanno vasche grandi come quelle delle terme di Roma!
XENA(sospirando): Hai mai sentito parlare di Virtua?
OLIMPIA: Chi è?
XENA: Non chi. Cosa.(indicando la città) Quella... è Virtua.
OLIMPIA: Va bene, allora ha un nome buffo...
XENA: Olimpia, qui venerano le Virtù. (con aria mesta) Letteralmente.
OLIMPIA(cominciando a capire): Oh.
XENA: Già. E' come la città dove Dafne venne arrestata per aver danzato. Solo che qui, non solo non si può danzare, ma non si può ridere, non si può cantare, e non si può...

Olimpia le mette due dita sulle labbra fermando la lista appena in tempo.

OLIMPIA: Credo di essermi fatta un'idea. Xena, voglio solo farmi un bagno. Non dobbiamo rimanere. Sono certa che riusciremo a fare le "virtuose" per un'ora. (guardandosi) O due.

Riuscita a convincere la compagna della necessità di una sosta, Olimpia se la trascina dietro e all'ingresso della città le due donne subito cercano di assumere l'aspetto più consono al panorama intorno, cominciando con l'onorare la Carità nel fare l'elemosina ad un mendicante cieco, e sacrificando di conseguenza parte delle loro finanze originariamente destinate ad un buon ristoro. Ma ogni buona volontà viene vanificata nel momento in cui Olimpia affascinata dalla vegetazione incredibilmente rigogliosa di un bellissimo giardino vi entra per essere subito circondata da guardie armate ed accusata di aver profanato il Giardino Sacro, un reato gravissimo, come apprendono le due compagne, e punito con la pena di morte. Ma le già abbastanza stupefatte Xena e Olimpia, ricevono un colpo anche maggiore quando l'uomo evidentememte a capo del drappello si toglie il cappuccio che gli ricopriva il volto e rivela la sua identità. Si tratta di Janos, colui che aveva tentato di uccidere Xena per vendicare la sua famiglia e le aveva rubato il chakram, in "Fallen", ultimo episodio della stagione precedente. Xena sospetta subito che l'uomo stia tendendole un'altra trappola, ma questi ostenta assoluta innocenza, affermando di fare solo il suo dovere di guardiano della legge di Virtua e ordina l'arresto di Olimpia, che impedisce a Xena di intervenire con la forza nella speranza di evitare ulteriori guai. Come spiega poco dopo Janos, lui non è altro che un esecutore, la giustizia viene amministrata dalle Virtù stesse che vegliano sulla città. Quando qualcuno infrange una delle loro leggi, il rèo sarà sottoposto a delle prove che ne testimonieranno agli occhi delle divinità l'innocenza o la colpevolezza. Generalmente le prove riguardano solo le Virtù offese, ma in questo caso, il Giardino Sacro appartiene a tutte le Virtù e quindi chiunque di loro può sottoporre Olimpia a giudizio. Inoltre, la sua posizione di guardiano della legge, fornisce a Janos una certa libertà d'azione e lui ha deciso che sarà Xena a sottoporsi alle prove delle Virtù e dal suo comportamento dipenderà la sorte di Olimpia. Ormai convinta che Janos si stia servendo della sua carica per prendersi la rivincità su Xena e che la giustizia qui c'entri davvero poco, Olimpia chiede alla compagna di liberarla, ma questa che si porta ancora dietro dal loro precedente incontro dei sensi di colpa nei confronti dell'uomo, le risponde che forse sarebbe meglio restare e cercare di risolvere il problema, anziché fuggire convincendo così definitivamente Janos che aveva ragione su di lei. Fiduciosa come sempre nella compagna, Olimpia accetta di aspettare e le due donne vengono condotte al Tempio delle Virtù. Qui è ad attenderle un sacerdote incappucciato. Xena verrà distesa su di un tavolo e narcotizzata. In questo modo, nel mondo dei sogni, il suo spirito sarà sottoposto alle prove e se fallirà anche solo in una decreterà la condanna di Olimpia. Un gigantesco specchio mostrerà nella grande sala del tempio le azioni di Xena. Così la guerriera beve la pozione e si addormenta sotto lo sguardo ansioso della sua compagna. Janos compie il rito di supplica verso le Virtù e Xena si risveglia in quel paesaggio desolato fatto di picchi altissimi e abissi senza fondo in cui si era già trovata con Olimpia dopo la loro morte sulla croce ("Fallen Angel", quinta stagione). Davanti ai suo piedi vi è appunto uno di questi abissi e in qualche modo Xena capisce che si vuole che lei lo attraversi, ma non vi sono in apparenza mezzi per farlo, quando dall'altra parte sembra giungere una voce e davanti agli occhi sbalorditi della guerriera appare l'immagine di Olimpia. ma un'immagine di una radiosità e di una purezza incomparabili, brillante come la luce stessa del sole, avvolta in una tunica che le fluttua letteralmente intorno in una danza di incredibile bellezza.

XENA: Olimpia! Come...? Cosa ci fai qui?
OLIMPIA: Io vivo nel tuo cuore, Xena. E' così che la tua anima mi vede.

Xena annuisce ingoiando le lacrime. Ed altre lacrime brillano negli occhi di Olimpia stessa, che seduta nel tempio assiste attraverso lo specchio a quella scena. La sua espressione è un'interessante combinazione di meraviglia, amore e tristezza.

OLIMPIA: E' vero? E' davvero così che lei mi vede?
JANOS(a disagio): Sì.
OLIMPIA: Dopo tutto quello che ho...dopo tutto quello che abbiamo passato... mi vede ancora così?

Intanto l'immagine di Olimpia spiega a Xena che la prova che dovrà sostenere è quella della Fede. Dovrà attraversare l'abisso per arrivare da lei solo con la forza della convinzione in se stessa. E Xena, incoraggiata dal sorriso radioso della compagna, comincia a mettere un piede dopo l'altro accorgendosi con stupore che un ponte invisibile e tuttavia solidissimo si sta formando sotto di lei. Lentamente Xena prosegue il tragitto, ma d'un tratto fantasmi di anime dannate risalgono dall'abisso e le volano intorno. Sembrano quelle delle sue innumerevoli vittime e le loro voci risuonano nella sua mente ("Perché ci hai uccisi, Xena? Perchè Xena? Perché?"). Stringendo i denti la guerriera cerca di concentrarsi sul suo obiettivo, ma quelle voci stanno cominciando a scuotere la sua fiducia e nonostante provi con tutte le sue forze a dirsi che non sono reali e ad escluderle dalla mente, sente che il ponte sotto i suoi piedi si sta frantumando. E' la voce di Olimpia ancora una volta a giungerle in soccorso e ad invitarla a farsi forza.

OLIMPIA: Sì, invece, Xena, sono reali. Sono i fantasmi della tua coscienza, che ti tirano giù con loro. Perdona te stessa, Xena. Perdonati e lasciali andare. Lasciali andare tutti. Abbi fede.

Sostenuta dall'immagine della sua compagna, Xena, riesce a cacciare i fantasmi sentendo nuovamente il ponte solidificarsi, ma le prove per lei non sono terminate, poiché prima le appare la visione di Marte che cerca di tentarla a mordere la mela d'oro dell'immortalità (ricordate "You Are There", sesta stagione, vero?), ma visto che la guerriera ancora resiste il dio della guerra scompare, e un altro colpo basso le si prepara sotto forma delle immagini di Seleuco (suo figlio morto per mano di Speranza in "Maternal Instincts", "Xena e la figlia del male", terza stagione) e di sua madre (morta in "The Haunting of Amphipolis", "Xena contro il Maligno", sesta stagione) e suo fratello Linceo, perso invece giovanissimo e della cui morte si era sempre incolpata. Ma Xena ha capito che tutto questo è per mettere alla prova la sua fede e le certezze che ha faticosamente conquistato negli anni e sa che i suoi cari l'hanno già perdonata da molto tempo. Ora sta a lei perdonarsi e l'ultimo passo lo fa verso di loro abbracciandoli e ricevendone un abbraccio altrettanto caloroso in ricambio. Le quattro figure scompaiono in un'esplosione di luce e una voce proclama la prova superata. Nel tempio Olimpia in lacrime per ciò che ha visto cerca di correre dalla sua compagna ancora esamine e priva di coscienza, ma Janos la ferma. Bisognerà attendere fino a che le Virtù avranno allestito la prossima prova. Allora Olimpia chiude gli occhi, formando nella sua mente l'immagine di Xena e in un attimo si ritrova abbracciata a lei nel suo sogno. Le due donne traggono grande conforto da quel momento di tenerezza che però dura troppo poco e Olimpia viene bruscamente riportata alla realtà da Janos che le annuncia che la nuova prova sta per cominciare. Nel suo mondo di sogno, Xena si ritrova davanti ad una casa di un villaggio. Voci e risa argentine di bambini la chiamano verso l'ingresso e dentro scorge la figura di una donna anziana e sorridente: Olimpia negli anni della sua vecchiaia. Nonostante le rughe, l'aspetto cadente e i lunghi capelli candidi, Xena la riconosce subito là in mezzo a tanti bambini festanti che diventano attenti e silenziosi all'improvviso quando comincia a raccontare una delle sue storie. Ma quella visione di serenità per la guerriera subisce un duro colpo quando un uomo anziano entra e si siede accanto ad Olimpia. Anche lui, Xena riconosce immediatamente: è Virgilio, il figlio di Corilo, e Xena ne deduce vedendolo tenerla per mano e baciarla teneramente su una guancia, che quello sia il futuro di Olimpia, un futuro felice ma di cui lei non fa parte e un manto di gelosia e tristezza si abbatte su di lei.

XENA(sospirando): Oh, Olimpia. Avevo così tanto sperato... (poi spalancando gli occhi) Speranza. E' di questo che si tratta. La mia speranza. Per te. Per noi.

E nonostante il desiderio di andarsene e lasciarsi alle spalle quelle immagini di felicità da cui lei si sente esclusa, non riesce a smettere di guardare e i suoi piedi sembrano incatenati su quella soglia, dove però nessuno pare vederla o accorgersi di lei, e Xena resta comunque affascinata nel vedere quell'Olimpia, serena e sorridente circondata da bambini impnotizzati dalla sua voce in una vecchiaia evidentemente gioiosa come aveva sempre desiderato.

XENA: Avrei dovuto essere io. Avrei dovuto esserci io. (Alla fine, Xena si volta e sta per allontanarsi, poi si ferma.) No. No... se qui si tratta di speranza, allora è la mia speranza. Non solo per Olimpia, ma anche per me. (sospirando, si volta di nuovo verso la casa) Non me ne andrò così. Non posso. Noi ci apparteniamo, e io credo in questo con tutto il mio cuore.

E trattenendo il respiro Xena supera la soglia. Immediatamente lo sguardo di Olimpia si posa su di lei e il suo viso si allarga in un sorriso, chiamandola, mentre Virgilio vedendola, si scusa e si allontana con uno sguardo imbarazzato che ricorda da vicino quello di suo padre. I bambini le corrono festosi intorno abbracciandole le gambe e Xena guardandoli bene comincia a sentire di riconoscerli uno a uno, suoi nipoti, figli di vicini, e nell'abbassarsi per abbracciarli, Xena scorge una ciocca dei suoi stessi capelli, candidi quanto quelli di Olimpia. Così capisce che lei è sempre stata parte di quella visione futura e corre (per quanto glielo consentano gli acciacchi dell'età che d'improvviso si sente addosso) ad abbracciare la sua compagna che le sorride stringendola a sé.

OLIMPIA: Bentornata a casa, Xena. Bentornata a casa.

L'immagine sul grande specchio si dissolve in un'esplosione di colori, davanti agli occhi gonfi di lacrime di Olimpia.

OLIMPIA: Farò tutto quello che è in mio potere perché questo sogno si tramuti in realtà, Xena.

Ma Janos, dalla cui espressione si può intuire che le cose non stanno andando esattamente come pensava, le ricorda che le prove non sono ancora finite. Ed infatti, nel territorio del sogno, Xena si trova immersa in una terrificante tormenta. La neve e il gelo la circondano e la guerriera senza armi e coperta solo dai suoi abiti, i suoi stivali e un mantello arranca faticosamente contro il vento fortissimo e i fitti fiocchi di neve che le pungono il viso. Nel suo cammino s'imbatte in un gruppo di persone in fuga da un villaggio attaccato e distrutto dai predoni che la invitano a non andare da quella parte, ma la donna prosegue e trova una famigliola, padre, madre e due bambini piccoli che cercano di avanzare nella neve, ma i loro vestiti sono così malridotti da lasciare loro poche speranze di sopravvivenza in quel freddo. Così Xena vincendo la loro iniziale diffidenza, si avvicina e regala loro il suo mantello. Andando avanti nel suo viaggio apparentemente senza meta, mentre la tormenta raddoppia d'intensità, trova due vecchi, moglie e marito, che si sostengono a vicenda semi affondati nella neve. L'uomo ha i piedi nudi e sanguinanti e Xena capisce che nessuno dei due sopravviverà senza l'altro, tanto è l'amore e la devozione reciproca che pure in quei momenti legge nei loro occhi, la stessa che così spesso ha visto nei suoi riflessi in quelli di Olimpia. e così senza pensarci, Xena si toglie gli stivali per darli al vecchio che incredulo resta a guardarla mentre si allontana con ormai solo i suoi abiti in pelle. Ma anche questi durano poco, dato che poco dopo Xena incontra una madre che stringe al petto il corpicino di un neonato. Il piccolo è ai limiti del congelamento e la guerriera lo avvolge nel suo vestito e li indirizza al rifugio più vicino, prima di tornare sul suo sentiero, ormai nuda e completamente esposta alle intemperie. Dopo una lunga notte di cammino in quelle condizioni, perfino la fibra resistentissima di Xena cede e la guerriera crolla al suolo, mentre la neve rapidamente la ricopre. Disperata per quello che ha visto nello specchio, Olimpia corre dalla sua compagna per svegliarla, ma l'impressione che trae toccandola è quella di un corpo rigido e freddo. Vanamente la scuote e altrettanto vanamente ordina al sacerdote dal volto incappucciato di aiutarla, ma Janos la ferma indicandole lo specchio dove le immagini hanno ripreso a scorrere e che mostra qualcuno, una bambina, che vicina al corpo di Xena la chiama cercando di svegliarla. Il padre fa per portarla via, dicendole che la donna è morta, ma proprio in quel momento Xena si muove e la bambina le offre una coperta. La guerriera le risponde di no, cercando di farle capire attraverso le parole confuse che le vengono da labbra semicongelate, che ne avranno bisogno loro, e il padre capisce che quella donna generosa che rischia di morire per aver dato tutto quello che aveva, nonostante tutto conserva ancora una cosa, il suo orgoglio e non accetterà niente da loro. Ma la bambina insiste e alla fine qualcosa in Xena le fa comprendere ancora una volta la cosa giusta da fare e allora tende la mano per afferrare la coperta e stringersela intorno al corpo, trovando la forza per ringraziarla. Ed ecco che la voce incorporea che avevamo già udito prima risuona nuovamente.

VOCE: Ha mostrato di possedere la virtù della Carità, nel dare e nel ricevere. Io sono compiaciuta. La prova è superata.

E il grande specchio si illumina per l'ultima volta per tornare subito dopo alle tenebre. Le prove sembrano davvero finite e Xena le ha brillantemente superate, ma Janos non vuole accettare di essere nuovamente sconfitto e armato di pugnale si getta verso il corpo ancora inanimato della guerriera. Olimpia immediatamente cerca di difendere la sua compagna respingendo l'attacco di Janos, fino a stendersi su di lei per proteggerla dalla lama, ma improvvisamente mentre sta per colpire, Janos viene avvolto da una luce accecante e svanisce nel nulla e subito dopo anche il corpo di Xena, sotto di lei, scompare, lasciando nel tempio soltanto una sconcertata Olimpia e l'enigmatico e silenzioso sacerdote. Intanto Xena e Janos sono stati trasportati in un luogo sconosciuto e indefinibile privo di forma e colore, e Xena che prima che il suo corpo fosse riunito al suo spirito nel mondo del sogno ha assistito impotente all'aggressione, può finalmente mettere le mani addosso a Janos. Ma prima che possa fare qualunque cosa, dal nulla intorno a loro appare un nuovo lampo di luce e da questo emerge una figura torreggiante con una spada in una mano e una pergamena nell'altra. E' la Giustizia giunta ad emettere la sentenza definitiva, ma Janos non ha da gioirne, poiché la Virtù ha compreso dal suo comportamento che egli si è solo servito delle loro leggi per usarle per i propri scopi e quando ha visto i suoi piani fallire non ha esitato a tentare di uccidere una donna inerme. Davanti alle precise accuse, Janos non può fare altro che ammettere la propria colpevolezza. Come parte offesa, la Giustizia affida a Xena la spada dell'esecuzione, ma la guerriera la rifiuta.

XENA: C'è stato un tempo, non lontanissimo, in cui mi sono trovata nella posizione di Janos. La mia famiglia... mio fratello... fu ucciso per mano di un folle e io divenni ciò che pensavo fosse uno strumento di giustizia, desiderando solo di vendicare la sua morte. (fissando Janos) Ma la sola cosa che la vendetta porta è sete di altra vendetta. Non basta, Janos. Non basta mai. E io divenni ciò che più odiavo. Uguale all'uomo che aveva ucciso mio fratello per divertimento.
JANOS(con aria di superiorità): Tu non sei affatto come me.
XENA: No. Io ero molto peggio di quanto tu possa mai diventare.

Janos impallidisce, poi con un cenno d'assenso riconosce la verità di quelle parole.

XENA: Ma poi mi scontrai con qualcuno più forte di me. E lui tenne contro la mia gola la spada della punizione. Io l'avrei accolta volentieri. Giustizia sarebbe stata fatta e il mondo avrebbe celebrato l'impresa.
JANOS(guardandola affascinato suo malgrado): Cosa successe?
XENA: Lui andò contro la volontà della giustizia e mi diede una seconda possibilità. Mi risparmiò la vita, e da allora, ho cercato di fare del mio meglio per rimediare ai miei misfatti. Non sempre con il successo che avrei voluto, ma ho imparato molte cose su me stessa e sul mondo intorno a me. E una delle lezioni più importanti che ho imparato è che per abbracciare il futuro, dobbiamo lasciarci alle spalle il passato. Non serve ad altro che a trascinarci giù con lui se glielo permettiamo.

Janos sospira e abbassa la testa.

XENA: Non si serve la giustizia con la tua morte, Janos. La si serve con la pietà, fornendoti un'altra possibilità di affrontare il futuro invece di restare imprigionato dal passato.
JANOS: Non ti perdonerò mai per ciò che hai fatto alla mia famiglia, Xena.
XENA: Non sto chiedendo il tuo perdono, Janos. Quello è qualcosa che troverai, oppure no, dentro di te.

Janos scuote la testa e Xena si rivolge alla Virtù.

XENA: Io non farò ciò che mi chiedi, Giustizia. Se questo significa che ho fallito la tua prova, così sia.
GIUSTIZIA(sorridendo mentre la spada torna nella sua mano): Al contrario, Xena. Tu hai mostrato il vero significato della Giustizia. Tu sei realmente una donna virtuosa. (alzando le mani al cielo) La prova è superata!

Xena riappare nel tempio, appena in tempo per stringere tra le braccia Olimpia. Le due donne restano a lungo strettamente abbracciate, finchè non riappare anche Janos e Olimpia fa per scagliarglisi contro, ma Xena la ferma, dicendole che la questione è ormai chiusa. Olimpia non capisce e per tutta risposta il sacerdote si fa avanti togliendosi finalmente il cappuccio e rivelando un volto straordinariamente giovanile il cui sguardo però conferisce un'antica saggezza. L'uomo si presenta come Pleanthes, avatar delle Virtù e chiede a Xena di esprimere un desiderio, in premio per aver smascherato la doppiezza di Janos. Ma Xena risponde che il suo miglior premio già lo sta stringendo tra le braccia e Olimpia si distende sulla punta dei piedi e sorridendo le deposita un bacio sulla guancia.

PLEANTHES: Molto bene. Allora esaudirò un desiderio della tua compagna... Osserva lo specchio, Xena, e guarda come Olimpia ti vede veramente nella sua anima.

Un'immagine si forma sullo specchio, ma Xena continua a fissare gli occhi di Olimpia.

XENA: Non ho bisogno di guardare.

Olimpia solleva una mano e la posa sul mento di Xena, spingendole gentilmente la testa verso lo specchio. E con riluttanza Xena sposta lo sguardo sull'immagine riflessa. E vede una se stessa splendida ed imponente in un'armatura scintillante, un volto su cui si legge coraggio e orgoglio ed occhi pieni di una fiera, ferma volontà. Lei stessa ne è colpita, poi la figura nello specchio sposta lo sguardo da un lato e la fierezza si trasforma in un attimo in amore. Senza parole, Xena si volta verso Olimpia e questa la fissa a sua volta con un sorriso.

OLIMPIA: Tutti hanno bisogno di un eroe nella propria vita. Tu sarai per sempre il mio.

E Xena la stringe a sè, mentre l'immagine svanisce. Il giorno dopo, in mezzo ad una popolazione più serena di quella che avevano trovato al loro arrivo, Xena e Olimpia si congedano da Pleanthes che si augura un giorno di rivederle,assicurando Olimpia che potrà tranquillamente passeggiare nel Giardino Sacro. Prima di partire, anche Janos le avvicina, e pur affermando di non essere pronto ancora a perdonare, ringrazia Xena per avergli mostrato misericordia e le riconsegna il chakram. Ma Xena non fa in tempo neanche a toccare la sua arma, perché d'improvviso avverte una presenza ben nota e Marte appare davanti a lei, afferra il chakram e sparisce sotto gli occhi esterefatti della guerriera e della sua compagna.

PS: Con la pesante eredità qualitativa della precedente sulle spalle, ecco partita questa ottava, ma per la SVS seconda, stagione e come ben si sa, se esordire è difficile, confermarsi è anche peggio. E tuttavia questo primo episodio provocò un bel sospiro di sollievo nell'ormai numeroso stuolo di xeniti che avevano preso l'abitudine di seguire le avventure on line della loro coppia preferita con lo stesso entusiasmo e fiato sospeso settimana dopo settimana come ai tempi della serie tv. Riprendendo la sottotrama del chakram rubato (che troverà un inatteso quanto intrigante sbocco nel prossimo episodio), Susanne Beck ci racconta questa bellissima storia che tratta soprattutto di, usando le sue stesse parole, "come Xena sia cresciuta per diventare, con l'aiuto di Olimpia, una donna virtuosa lei stessa, se capite ciò che intendo. Una che quando è posta di fronte a delle scelte, faccia quella giusta senza esitazioni, per provare a se stessa (Olimpia, naturalmente, lo sa già) che ne è capace." E infatti, dopo tanti episodi in cui abbiamo avuto la possibilità di vedere quanto Olimpia sia maturata, stando accanto a Xena, da ragazzina entusiasta e piena di buona volontà a donna sicura di sé e guerriera affidabile, finalmente possiamo constatare anche quanto la benefica influenza di Olimpia abbia trasformato Xena, indirizzando quei sensi di colpa e quella volontà di emendarsi nel cuore della guerriera in fattiva capacità di compassione e misericordia verso gli altri, pur senza rinunciare alla sua fiera e determinata personalità. E le immagini che lo specchio del tempio rimanda a ciascuna di loro della rispettiva compagna ne costituiscono una felice sintesi. A questo proposito, diamo di nuovo la parola a Sue: "In realtà, è stata Missy a scrivere la parte riguardante l'immagine che Olimpia ha di Xena. Non so perché, ma io non riuscivo a formarmi l'immagine nella testa, così lei molto gentilmente l'ha scritta per me, dato che la sua visione vi si adattava perfettamente." Ed ecco, come la stessa Missy la racconta: "Quell'immagine particolare è stata molto difficile, perchè come è stato detto, lo show non ci ha mai dato davvero un'indicazione in un modo o nell'altro di come Olimpia vede Xena. Quando Sue ci mostrò il momento in cui Olimpia vede l'immagine che Xena ha di lei, io dissi che per essere giusti avremmo dovuto far vedere anche come Olimpia vede LEI. Tutti pensarono che fosse una buona idea, ma quando venne il momento di farlo, nessuno sapeva come. Quindi visto che era una mia idea... provai ad esprimere in parole un'immagine che avevo nella mia mente e che non era una vera e propria immagine, ma più un miscuglio di emozioni profonde, perché Xena è una persona tremendamente complessa e vederla solamente come lato oscuro o lato chiaro, o per Olimpia scartare le tenebre che sono in lei e vederne solo la luce, è veramente troppo semplicistico. Ciò che ho provato a descrivere per Lucia (l'illustratrice della SVS) era non solamente il dualismo nella visione di Olimpia, ma anche la sua accettazione di questo. Lucia ha dato veramente vita alla mia immagine, ed è stata un'impresa fantastica." Due parole di commento finale: le Virtù che appaiono nella storia sono quelle anche presenti nella teologia cristiana (ereditate per altro dalla filosofia greca antica) e sono in realtà sette, Fede, Speranza, Carità, Prudenza, Giustizia, Fermezza e Temperanza, e come dice Sue Beck, "nell'idea originale Xena avrebbe dovuto superarle tutte in un episodio in due parti, ma alcune erano molto difficili da rappresentare, mantenendosi fedeli al carattere dei personaggi, quindi decidemmo di limitarci solo a qualcuna e farne un episodio unico"; la persona che le risparmiò la vita di cui parla Xena è naturalmente Hercules che credette in lei e le diede una nuova opportunità in "The Gauntlet", "Hercules e la sfida", nella prima stagione di "Hercules: The Legendary Journeys", la serie da cui nacque Xena; questo episodio ci dà anche l'opportunità di rivedere sia pur brevemente alcuni personaggi che non apparivano più dalle stagioni televisive, come Seleuco, Irene, Virgilio e Marte che riappare poi "dal vero" anche nel finale decisamente a sorpresa (alzi la mano chi se l'aspettava, e poi si vergogni perché sta mentendo sfacciatamente). Quella di Marte era stata nella saga una figura importante, ma forse anche per il rapporto contraddittorio che lo legava a Xena, lo staff della SVS, aveva deciso di accantonarlo nella settima stagione, per concentrarsi meglio sull'evoluzione nella relazione tra Xena e Olimpia, per la quale avrebbe costituito un sicuro ostacolo. Ora che quella relazione è solida e fortificata dal matrimonio amazzone, Marte può tornare e servire adeguatamente lo scopo di riparare ad una grave incongruenza della serie tv che vedremo finalmente e felicemente risolta, sempre nel prossimo episodio. Un'ultimissima cosa: nella scena ambientata nel futuro, Xena e Olimpia, ormai vecchie, sono circondate da tanti bambini, tra cui alcuni "loro nipoti". Come la vogliamo interpretare? Non credete anche voi che possa essere un'altro di quegli indizi "buttati lì", di cui parlavamo tempo fa?






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