episodio n. 19
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La sala centrale del tempio è ornata per le nozze dell’indomani, ma nessuno è stato posto a guardia. Solo un seguace di Dahak è rimasto per ultimare i preparativi e dopo l'irruzione di Xena ed Hercules corre a nascondersi in una delle stanze minori della dimora di Marte temendo la morte:
- Avevi visto giusto … - commenta il figlio di Giove guardandosi intorno.
- Marte mi delude … non ha lasciato neanche i suoi guerrieri ad accoglierci … non gli interessa farci perdere tempo … -
- O forse non aspettava il nostro arrivo? –
- … Dici che ci ha sottovalutati? … Può darsi, dato che non si aspetta di vedere qui il suo amato fratellino … - ironizza Xena, osservando i paramenti per la cerimonia.
- Vediamo se il nostro amico ha qualcosa di bello da raccontarci … - dice Hercules riferendosi al seguace di Dahak che è corso a nascondersi.
- Va tu a prenderlo. Io do un’occhiata in giro. -
Xena si avvicina all’altare preparato a festa in cerca di indizi, ma senza trovarne; si avvia verso le tre camere del tempio: nella prima trova solo un gran numero di armi disposte sulle pareti e sui tavoli, nella seconda trova un gran disordine dovuto ai preparativi delle nozze dove sono mescolati drappi, doni per il dio della guerra, sedie e altre armi. Nella terza sala invece, c’è un letto e un piccolo mobile di legno adibito a rudimentale armadio. Il letto è disfatto e l’assenza di polvere in giro fanno intuire a Xena che qualcuno ha alloggiato lì di recente:
"Olimpia deve essere stata qui fino a poco fa"
La guerriera prende in mano il cuscino e lo annusa, riconoscendo il profumo del bardo che le conferma la sua intuizione. Poi rovista sotto il letto e nell’armadio in cerca di qualsiasi cosa che Olimpia possa averle lasciato per aiutarla in qualche modo, senza però trovare nulla. Sul davanzale della finestra però, c’è ancora il vassoio con la frutta che due sere prima le ancelle avevano servito alla bionda poetessa.
Hercules raggiunge Xena nella camera con il prigioniero tenendolo per la veste all’altezza delle spalle.
- E’ un seguace di Dahak. Marte si fa aiutare dagli schiavi del “suocero”… -
Xena con sguardo impassibile si avvicina all’uomo, guardandolo negli occhi per incutergli timore:
- Dov’è Marte e la donna bionda che era con lui? Ti conviene parlare! –
- Io non ho paura della morte. Presto arriverà comunque l’oblio per tutti gli uomini, quando il mio signore verrà in questo mondo. – dice il prigioniero ostentando sicurezza di fronte alla principessa guerriera.
Decisa ad assecondarlo Xena applica il pinch lasciandolo poi in ginocchio completamente paralizzato:
- Bene, allora questa sarà la tua morte ... Ti restano solo dieci secondi a meno che tu mi dica dove sono Marte e Olimpia ... cosa scegli? –
L’uomo, agonizzante dopo pochi secondi lascia uscire con flebile voce queste parole:
- Dalle Graie …sono dalle Graie … -
Immediatamente la principessa guerriera applica di nuovo pressione sul collo dell'uomo per permettere nuovamente al sangue di fluire restituendogli inoltre le capacità di movimento avendo la certezza che l’uomo continuerà a parlare:
- Da quanto tempo sono lì? E perché? –
- Marte ha dovuto allontanare la sua promessa sposa dal tempio perché tu eri nei pressi e potevi scoprire il suo piano. –
I due amici capiscono che l’uomo si riferisce alla Xena del passato:
- … Io stavo solo preparando la sala per le nozze. Non centro niente con il suo piano. – si giustifica il seguace del signore dell’eterno fuoco.
- Vai ora e non tornare mai più al tempio. Non sprecare la tua vita per Dahak e Marte… la distruzione non è una scelta giusta e la violenza non è fatta per i contadini come te. – ammonisce Hercules accompagnando l’uomo alla porta ancora indolenzito per la violenza subita.
Rimasti soli, il figlio di Giove aspetta di sentire ciò che Xena ha in mente:
- Non possiamo andare dalle Graie. Marte ci ha teso una trappola, ha allontanato Olimpia sia da me che dalla Xena del passato e di sicuro le Graie adesso lo staranno già informando del nostro arrivo qui al tempio. –
- Dobbiamo aspettare la sua prossima mossa… oppure fare qualcosa che non si aspetta … -
- Per attirarlo qui?.. Dobbiamo riflettere … -

- AAAAAHHHHHHHHH!!!!!!! – urla Panfredo dalla grotta delle Graie facendo tremare la caverna con la sua voce stridula.
Le sorelle le corrono incontro, trovandola accanto alla scura sfera del potere, dove la Graia stava monitorando la situazione utilizzando il prezioso occhio:
- Per tutti i rospi cosa succede sorella??! – chiede preoccupata Denio.
- Xena! Xena è arrivata nella nostra dimensione temporale! E ha portato Hercules con sé! –
La notizia fa sussultare le due Graie ignare fino a quel momento dell’accaduto mentre Olimpia tira finalmente un sospiro di sollievo per l’arrivo di Xena dopo tanto penare. Le tre megere sorelle invocano il dio della guerra chiamandolo a gran voce sin quando Marte si manifesta nella grotta, intuendo immediatamente dalle grida delle Graie che è successo qualcosa di grave che potrebbe compromettere il suo piano.
- Marte! Marteee! – urlano le sorelle avvicinandosi a lui di corsa.
- State buone! Sono qua! … Che è successo? Dalle vostre facce rugose, non prevedo niente di buono e anche se di solito questo mi renderebbe immensamente felice, le brutte notizie stavolta non mi sono gradite… -
La Graia con l’occhio guarda verso la sfera alle sue spalle, lasciando ad intendere che può capire da solo:
- Nooo… non ditemelo… - commenta Marte lasciando cadere le braccia lungo i fianchi – E' arrivata Xena?! –
Le Graie annuiscono deludendo Marte:
- Maledizione! Chi è la vecchia o … voglio dire questa o … insomma!!!!! Quale Xena è??! – Urla Marte spazientito, per l’incapacità ad esprimersi.
- E’ la Xena del futuro. Ed è arrivata con Hercules. – puntualizza Panfredo che aveva visto nella sfera l’arrivo della principessa guerriera al tempio.
- Hercules?! C’è anche lui? …Maledetta Xena! Ma mi vendicherò può starne certa! Vorrei proprio sapere come hanno fatto a capire tutto! … Voi ne sapete niente? –
- No, no! – dicono in coro le Graie temendo una punizione del dio per aver concesso ad Olimpia di incontrare Xena in sogno e rivelarle il piano di Marte:
- Mhm… Adesso le cose cambiano… prendete tutto ciò che vi occorre per i vostri incantesimi, tra poco verrete con me ed Olimpia… -
- Non possiamo rimanere qui? – chiede timidamente Enio, ottenendo in cambio solo lo sguardo d’odio di Marte.
- Non amiamo uscire… sono almeno sette secoli che non mettiamo il naso fuori dalla grotta … - puntualizza Denio.
- Già, e poi oggi il tempo è umido… - conclude Panfredo.
- … Muovetevi e non fatemi perdere tempo. – è l’unica risposta di Marte prima di avvicinarsi al bardo rimasta in silenzio fino a quel momento.
- E così la tua Xena è riuscita ad arrivare fin qui con l’aiuto di Hercules… ma io ho ancora il pugnale dalla parte dell'elsa… -
- Xena ti seguirà fino alle colonne d’Ercole se sarà necessario … rinuncia a queste nozze, Marte. Stai solo perdendo tempo. – dice Olimpia.
- Vediamo se riesce a raggiungerti dove ti porterò adesso e soprattutto, ad arrivare in tempo per le nozze… -
Detto questo Marte si volta e avvicinandosi all’orecchio di Denio, le dice a bassa voce:
– Fate un incantesimo, la voglio arrendevole alla mia volontà. Tra poco verrò a prendervi. –
La Graia annuisce al guerrieri che senza aggiungere altro scompare dalla grotta, lasciando il bardo più in ansia di prima, e le Graie in grandi preparativi.


Come una furia, il dio della guerra compare nella sala del tempio dove devono essere celebrate le nozze. Avvertendo la sua presenza, Xena ed Hercules lasciano la camera da letto e ritornano nella sala, ma non appena varcano la porta, una sfera di fuoco viene lanciata nella loro direzione costringendoli a lanciarsi rovinosamente per terra in due direzioni opposte per schivare il colpo. In quell'attimo, la spada di Xena cade a terra e la donna si ritrova a mani nude, mentre Marte punta velocemente verso di lei. Il dio della guerra l'afferra per la gola prima che la principessa guerriera possa rialzarsi e sollevandola da terra scompare con lei dal tempio, lasciando Hercules da solo ad urlare il nome del fratello…
Marte conduce Xena sull'orlo di un precipizio di una montagna non molto distante dal tempio della guerra senza allentare la presa sulla principessa guerriera che si sente soffocare mentre, sospesa in aria, viene minacciata di cadere nel vuoto:
- E’ giunto il momento di eliminarti per sempre Xena! … Stavolta non dovevi intrometterti nei miei piani! … Ti avevo dato la possibilità di continuare una vita tranquilla con la tua contadina ma tu come al solito hai voluto fare di testa tua e venire qui ad intrometterti… addio Xena! –
Proprio quando Marte sta per lasciarle il collo, la donna trova la forza di sferrare un calcio contro l'avversario facendolo cadere all'indietro. Liberatasi dalla stretta che la imprigionava, Xena precipita nel vuoto riuscendo però ad afferrare una piccola sporgenza nel terreno che le permette di trarsi in da morte sicura. Facendo poi forza sui polsi Xena si slancia in avanti riuscendo a saltare fino al bordo del precipizio e rialzarsi nello stesso momento di Marte:
- Credevi che fosse così facile uccidermi? – chiede Xena sentendo crescere la rabbia verso il suo nemico, che di tutta risposta sguaina la spada avvicinandosi per colpirla. La guerriera ha perso la sua arma al tempio e potendo difendersi solo con il chakram lo afferra contrastando gli affondi di Marte dopo averlo scomposto utilizzando le lame a due mani.

Mentre i due combattono, le Graie nella loro grotta, per costringere Olimpia a bere la pozione che hanno appena finito di preparare per ordine di Marte, si avvicinano con indifferenza alla sfera dove il bardo sta osservando tutta la scena del combattimento con il cuore in gola e con una padella di ferro, Panfredo la colpisce violentemente alla testa, facendola cadere a terra svenuta:
- Fate presto ora, Enio falle ingoiare la pozione e tu Denio, spogliala e mettile il vestito per le nozze che ha portato Marte! –
- Brava, e tu che farai? – commenta invidiosa Denio vedendo la sorella impartire ordini.
- Metterò la sfera e le pozioni indispensabili in un sacco per portarcele con noi. –

Intanto nel piccolo spiazzo della montagna che dà sullo strapiombo, Xena e Marte sono nel pieno del loro combattimento: il dio della guerra, nonostante la completa conoscenza delle armi, è incuriosito dal nuovo chakram posseduto Xena di cui ignorava l'esistenza.
- Interessante quell’aggeggio … - commenta Marte osservando la destrezza con cui la guerriera riesce a respingere i suoi colpi di spada per attaccare a sua volta grazie alla lama.
- Dopo l’ennesimo colpo parato, Xena attacca velocemente al volto del dio della guerra che non riuscendo a schivare del tutto lama, rimane ferito anche se il taglio sulla guancia si rimargina immediatamente senza mai sanguinare:
- Se tu non fossi immortale potrei sperare in un combattimento ad armi pari, Marte. – commenta soddisfatta Xena per aver anticipato per un attimo i pronti riflessi del dio.
- Mi dispiace Xena, ma adesso non ho più voglia di giocare con te. E’ l’alba ormai e oggi vengono celebrate le nozze con la mia promessa sposa. Ti inviterei volentieri ma credo che la tua presenza non sia molto gradita … non me ne volere ma adesso devo proprio andare… salutami tanto Hercules! – così dicendo, Marte scompare senza ultimare il combattimento.
- No! Aspetta! –
Xena si guarda intorno in cerca di un punto di riferimento, finchè vede nella valle, il tempio della guerra dove è rimasto Hercules prima dello scontro con Marte. La donna corre giù per il lungo sentiero cercando di raggiungere quanto prima il figlio illegittimo di Giove:
"Il sole sta sorgendo e Marte è di nuovo scomparso… devo trovare Olimpia devo fare presto!"

CAPITOLO VII

Tornando alla grotta delle sorelle delle Gorgoni, Marte trova le tre Graie pronte ad aspettarlo mentre Olimpia è pronta per le nozze, ma svenuta e legata. Il bardo indossa una veste di seta bianca con varie decorazioni color oro dal bustino aderente e scollato sul seno; la gonna è lunga e le scende morbida sui fianchi valorizzando le sue grazie e l’acconciatura dei capelli, grazie ad un cerchietto d'oro, ha eliminato la pratica frangia che la donna portava di solito :
- E’ bellissima … ma perché è svenuta? Vi avevo detto di renderla mansueta così non posso portarla nemmeno davanti alle Parche! –
- Non preoccuparti Marte, si sveglierà presto. Non avevamo altro modo per convincerla a bere la pozione e a farla vestire. –
- Bene … io ho avuto un po’ di noie con Xena, ma adesso non potrà più disturbarci. Ora andiamo, io devo ancora prepararmi per la cerimonia. – conclude Marte per poi prendere in braccio Olimpia e scomparire nel nulla insieme alle sue tre complici.

Xena corre veloce giù per il sentiero che porta alle valle: ormai è quasi in fondo.
Lo scontro con marte non le ha procurato ferite ma la guerriera avverte una forte stanchezza dovuta agli eventi di quelle interminabili giornate alla ricerca di Olimpia:
"Come farò a trovarti adesso … non so dove ti ha portato … avrei voluto non vedere più il sole sorgere stanotte … invece è già l’alba e non ti ho ancora rivista…"
Ad un tratto un coro di tre voci richiama l'attenzione di Xena interrompendo la sua corsa:
- Xena ... -
Udendo il richiamo, la donna si guarda intorno per qualche attimo avvicinandosi a dei cespugli dove, davanti ai suoi occhi, si manifestano le tre Parche circondate da un’aura dorata:
- Siete voi … che cosa volete? -
- Non essere turbata Xena ... raggiungerai la tua meta senza affanno. - risponde Atropo leggendo quasi nella mente della guerriera.
- E perchè non dovrei? Marte e le Graie hanno portato Olimpia in un luogo a me sconosciuto e presto verranno celebrate le nozze ... forse è già troppo tardi... -
- Non temere Xena… - dice Cloto introducendo il discorso delle tre dee.
- Marte ha un appuntamento con il destino e se noi siamo qui, lui non può iniziare la sua cerimonia … - aggiunge Lachesi.
- Dunque sarete voi tre a celebrare le nozze… dovevo immaginarmelo … Marte vuole un legame inscindibile con l’anima di Olimpia. E voi vi prestate a queste nozze assurde? …Mi deludete, eravate le uniche in cui riponevo fiducia tra tanti dei. –
- Giudichi velocemente principessa guerriera... – ammonisce Atropo rimanendo accanto alle sorelle.
- …Se noi ti avessimo aiutato prima, il destino non avrebbe potuto fare il suo corso…- ammette Cloto lasciando la parola alla sorella Lachesi:
- …Tu dovevi arrivare fin qui con le tue forze, ma adesso non puoi più andare avanti da sola. Devi fermare Marte e noi ti aiuteremo a raggiungerlo … -
- Ho bisogno di sapere dov’è ... –
- Lui, Olimpia e le Graie sono appena saliti sull’Olimpo dove celebreranno le nozze di nascosto, per non dare sospetti agli altri dei ed evitare una tua intrusione durante la cerimonia. – Le parole di Atropo riaccendono la speranza nel cuore di Xena. – Noi ti condurremo là con Hercules per permetterti di evitare le nozze. Adesso corri dal figlio di Giove. Noi vi aspetteremo fuori dal tempio di Marte. –
- Aspettate! Perché state aiutando sia me, che Marte? Tutto questo non ha senso! … Io so che avete un debito aperto con il dio della guerra e se voi ne parlaste potrei aiutarvi a …- Xena viene interrotta da Lachesi che riprende la parola:
- Il destino non può avere debiti a meno che non li accetti … -
- …Ma anche quando questo accade, il destino può modificarsi perché non obbedisce a nessun dio o padrone … - aggiunge Atropo.
- Non capisco… - dice Xena ascoltando quello strano discorso.
- Il padre degli dei, Giove, sei lune fa, ci ha interrogato sul futuro degli uomini, come è solito fare quando lo ritiene opportuno … - riprende Cloto.
- …E noi abbiamo visto ciò che tu conosci già, Xena, perché lo hai già vissuto… - puntualizza Lachesi, per farle capire che si tratta di eventi passati.
- Molte cose sono successe dopo che ho ritrovato Olimpia, spiegatevi meglio. Cosa avete rivelato a Giove? – continua Xena.
- Il crepuscolo degli dei; la morte degli dei che segnerà la libertà degli uomini… - dice finalmente Atropo.
- …Ma Giove, non ci ha creduto. Il dubbio adesso alberga nel suo cuore, ma non vuole credere ad un evento lontano di cui non gli abbiamo ancora spiegato le cause … - aggiunge Lachesi.
- La nascita di mia figlia Evi … perché non glielo avete detto? – deduce Xena sapendo bene di che cosa si sta parlando.
- I tempi non sono maturi per lui… - continua Cloto - ... le Parche non possono morire con tutti gli dei … ed è da questo che si origina il debito - rivela la dea, lasciando poi la parola a Lachesi:
- Tu sai bene che il mondo degli uomini ha bisogno di un equilibrio fatto di amore e guerra, ma anche di vita e di morte, di passato e futuro. Il destino non può cessare di esistere con gli dei perché non può essere arbitrio dei mortali. – dice concludendo la spiegazione.
Xena riflette su quelle parole cariche di significato, ma ancora non riesce a capire cosa, le oneste Parche, possano avere da spartire con l’ambiguo dio della guerra:
- Senza destino cosa avrebbe guidato la vita, la morte e tutti gli elementi dell'esistenza? … Certo … il destino ha salvato Marte e Venere dalla fine… voi lo avete permesso. –
– E ' così Xena - risponde Atropo - Abbiamo fatto ciò che non avremmo mai dovuto fare: modificare la trama del destino per salvare la nostra vita e quella di Marte e Venere… -
– Ma il dio della guerra ci ha scoperto e ci ha minacciato di rivelare tutto a Giove e abbiamo temuto la collera del padre degli dei, che vigila sul nostro operato … - continua Cloto. - Se ciò che abbiamo fatto fosse stato scoperto, diverse sarebbero state le ripercussione negl'eventi futuri. -
– Capisco… una mancanza d'imparzialità in questa faccenda così delicata poteva costarvi cara, specie perché non avete rivelato tutta la verità agli dei. … Marte non vi ha certo dimostrato riconoscenza per aver salvato anche la sua immortalità. Dopotutto da quell’essere non c’è da aspettarsi mai nulla di buono. –
– Il dio della guerra ci ritiene in debito con lui perché ci ha lasciato modificare il destino. - continua Atropo - Vorrebbe dire la verità a Giove su ciò che abbiamo fatto ... se noi verremo punite, il destino non verrà più modificato e quando giungerà il tempo del crepuscolo potrà dominare l’Olimpo ed ogni essere umano. –
– E’ un pazzo … - commenta Xena - ... Ora capisco che nella vostra posizione dovete fargli credere di temerlo. –
– E’ per questo che ti stiamo aiutando senza che lui lo sappia. - risponde Lachesi - Il destino non teme il dio della guerra, lo sta solo usando. Adesso però devi affrettarti. Marte è già giunto sulla vetta dell’Olimpo e ci sta aspettando per celebrare le nozze. –
- Si, hai ragione ...corro a valle da Hercules. Vi ringrazio molto. –
Detto questo la principessa guerriera si congeda dalle dee e riprende il cammino con le idee chiare su quanto accaduto e sta per accadere.

Le Graie Enio, Denio e Panfredo seguono Marte in silenzio e cercando di fare il minor rumore possibile con i loro goffi movimenti. Attraversano un ampio corridoio formato da alte e robuste colonne di un candido marmo, non paragonabili a quelle dei templi per quanto maestose possano essere. La costruzione non ha alcun tetto. Sopra le loro teste, il cielo sembra tanto vicino da poterlo toccare; infatti, non esiste orizzonte fatto di paesaggi ma solo un’immensa distesa azzurra che si perde all’infinito. La luce emanata dai pavimenti e dalle mura, tutte di marmo bianco, è talmente forte da disturbare l'occhio umano che faticherebbe ad abituarsi rapidamente a tanto scintillio.
Olimpia giace svenuta tra le braccia di Marte, mentre i quattro loschi figuri attraversano un immenso salone circolare dove al centro è posta un’imponente fontana d'acqua limpida:
- E a noi tocca stare in quella lurida grotta! Dovreste vedere come si trattano bene gli altri dei … - commenta Denio, che ha l’occhio, guardandosi in giro a bocca aperta per la sontuosità di quei luoghi.
- Passami l’occhio voglio vedere anch’io! – chiede Enio reclamando il viscido organo della vista.
- No, finitela! – sbotta Marte contrariato. – Adesso dobbiamo trovare velocemente un posto tranquillo dove sistemarci prima che qualcuno si accorga della nostra presenza. Nessuna divinità deve sapere che le Parche celebreranno queste nozze… -
Le Graie rinunciano per il momento all’idea di poter sbirciare in giro e continuano a seguire i passi del dio della guerra:
- Non capisco perché gli altri dei non devono saperlo… in fondo è un matrimonio! Potresti guadagnarci qualche dono … - chiede Denio non riuscendo a trattenere la curiosità per tanto mistero.
- Ci guadagnerei solo dei ficcanaso! E sono l’ultima cosa che mi serve adesso. – risponde Marte dirigendosi all’interno di una nuova e deserta struttura imponente.
- … Hai paura che le voci possano giungere fino a Dahak, vero? Il signore dell’eterno fuoco potrebbe adirarsi per la tua ingratitudine, dopo che ti ha concesso sua figlia Speranza… - insinua Panfredo, arrivando a una parziale conclusione.
- - Può darsi… - si limita a rispondere Marte, temendo in realtà molto di più le domande di Giove sulla complicità delle Parche, che l’ira di Dahak.

In quel momento, mentre il dio della guerra adagia Olimpia, ancora svenuta, su un triclinio accanto a una tranquilla piscina in una delle immense stanze della costruzione, le Parche, dopo aver aiutato Xena a spiegare ad Hercules ciò che è accaduto, conducono i due amici sull’Olimpo senza essere viste:
- Marte è sicuramente qui intorno. Avrà cura che nessuna divinità si accorga della cerimonia, perciò dovrete cercarlo ... si sarà già nascosto da qualche parte. – dice Lachesi.
- Vi daremo il tempo di trovarlo prima di iniziare la cerimonia.- continua Atropo - ... Ma fate in fretta altrimenti gli altri dei si accorgeranno di tutto e non possiamo permetterlo … -
– Non preoccupatevi, avete già fatto tanto. - risponde prontamente Xena - Troveremo Marte e nessuna divinità ci scoprirà. Ci divideremo per cercarlo, cosa dici Hercules? –
- Si, credo che sia la soluzione migliore. –
Accordate sul da farsi le Parche si congedano dai due guerrieri lasciandoli liberi di organizzare la loro “caccia al topo”.

di Darkamy e Xandrella

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